Junkers Ju 88: nuovo relitto scoperto nei mari siciliani

Un nuovo Junkers Ju 88 emerge dalle acque siciliane

di redazione
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Junkers Ju 88 nel 1944

Un nuovo Junkers Ju 88 emerge dalle acque siciliane: il sesto relitto ritrovato nel siracusano

Il Mar Mediterraneo continua a restituire preziose testimonianze della Seconda Guerra Mondiale. Un nuovo importante ritrovamento è stato effettuato al largo delle coste siciliane: un bombardiere tedesco Junkers Ju 88 è stato localizzato a 51 metri di profondità nei fondali di Capo Passero, in provincia di Siracusa.

L’identificazione del velivolo è stata possibile grazie al recupero del numero di serie, che ha permesso di stabilire la sua appartenenza al KG 54 (Kampfgeschwader 54), uno stormo da bombardamento della Luftwaffe. La storia di questo aereo si intreccia con le vicende belliche del Mediterraneo: il 2 marzo 1943, l’equipaggio decollò dall’aeroporto di Catania con l’obiettivo di bombardare il porto di Tripoli, in Libia. Durante la missione, il velivolo venne intercettato da caccia nemici e, a seguito dei danni subiti, fu costretto all’ammaraggio a sud di Capo Passero.

Le meticolose ricerche condotte dal team del Capo Murro Diving di Siracusa hanno permesso di ricostruire il destino dell’equipaggio: il pilota Hans Bergé e il radiotelegrafista Hans Treffkorn sopravvissero all’ammaraggio, riportando ferite. Purtroppo, l’osservatore Werner Paetow e il mitragliere Albert Burging persero la vita nell’incidente. I loro corpi furono recuperati e trovarono sepoltura nel cimitero di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania.

Lo stato del relitto

Il bombardiere, adagiato sul fondale marino, presenta uno stato di conservazione che permette di identificare chiaramente diverse componenti strutturali. Le ali, che si estendono per circa 14 metri, mantengono la loro posizione originale in assetto di volo, sebbene abbiano perso gran parte del rivestimento metallico. Il relitto riposa in una rigogliosa prateria di posidonia, che nel corso dei decenni ha contribuito a creare un peculiare ecosistema marino attorno ai resti dell’aereo.

Sono ancora riconoscibili elementi cruciali come i serbatoi, le tubazioni dei sistemi elettrici e idraulici, oltre a componenti dei motori e dei carrelli. Questa disposizione dei reperti offre agli studiosi preziose informazioni sulle caratteristiche costruttive del velivolo e sulle circostanze del suo ammaraggio.

Lo Junkers Ju 88: un versatile strumento bellico

Lo Junkers Ju 88 rappresenta uno dei progetti aeronautici più riusciti della Germania durante il secondo conflitto mondiale. Progettato negli anni ’30 come “schnellbomber” (bombardiere veloce), si rivelò una piattaforma estremamente versatile, capace di adattarsi a molteplici ruoli operativi: bombardiere, caccia notturno, ricognitore, bombardiere in picchiata, aereo da attacco al suolo e aerosilurante.

La sua presenza nei cieli siciliani fu particolarmente intensa durante l’Operazione Husky, lo sbarco alleato in Sicilia del luglio 1943. Nel periodo tra il 10 e il 17 luglio 1943, numerosi Ju 88 furono impegnati in azioni di contrasto alle forze alleate. Gli storici documentano che, solo tra il 10 e il 12 luglio, questi velivoli parteciparono attivamente a operazioni che portarono all’affondamento di diverse imbarcazioni nemiche.

Una mappa dei ritrovamenti

Il siracusano si sta rivelando un’area particolarmente ricca di testimonianze aeronautiche della Seconda Guerra Mondiale. Con quest’ultimo ritrovamento, sale a sei il numero di Junkers Ju 88 individuati nelle acque della provincia. La cronologia dei ritrovamenti traccia un percorso interessante:

  • Anni ’80: primo ritrovamento a Punta Izzo (26 metri di profondità)
  • 2021: scoperta del relitto di Capo Ognina (63 metri)
  • 2023: individuazione dell’esemplare alla foce del fiume Simeto (19 metri)
  • 2023: localizzazione del relitto di Punta Campolato (102 metri)
  • 2024 (settembre): ritrovamento a Calabernardo (19 metri)
  • 2024 (novembre): scoperta del relitto di Capo Passero (51 metri)

Il contributo del team di ricerca

Gli ultimi cinque ritrovamenti sono il risultato del lavoro metodico e professionale del team Capo Murro Diving. Il gruppo, guidato da Fabio Portella, include Antonio Di Grazia, Linda Pasolli, Fabrizio Rosina, Edo Salaj, Vincenzo Carrubba, Elio Nicosia e Marco Gargari. Le loro esplorazioni, coordinate dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana, stanno contribuendo significativamente alla mappatura e alla comprensione delle operazioni belliche nel Mediterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Come sottolineato dall’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, questa scoperta rappresenta un ulteriore tassello nella ricostruzione storica delle operazioni aeree nel territorio siracusano, fornendo nuovi elementi per comprendere il ruolo strategico della Sicilia nel contesto del conflitto mondiale.

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