Neville Chamberlain: il primo ministro dell'appeasement

Neville Chamberlain

di redazione
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Neville Chamberlain

Neville Chamberlain è passato alla storia come il primo ministro britannico che cercò disperatamente di evitare la guerra con la Germania nazista, fino a venire accusato di aver ceduto a Hitler con gli accordi di Monaco del 1938. Ma la sua figura e il suo operato furono molto più complessi di come vengono spesso dipinti.

Origini e carriera politica

Arthur Neville Chamberlain nacque il 18 marzo 1869 a Birmingham, in una prominente famiglia politica. Suo padre Joseph era un influente uomo d’affari e politico liberale unionista, più volte ministro. Suo fratellastro maggiore Austen fu cancelliere dello scacchiere e ministro degli esteri.

Dopo gli studi, il giovane Neville si dedicò con successo agli affari di famiglia, mostrando notevoli capacità imprenditoriali e organizzative. Nel 1911 entrò in politica come consigliere comunale di Birmingham per il Partito Conservatore. Divenne sindaco nel 1915, distinguendosi per il suo attivismo riformatore in campo sociale e sanitario.

Eletto al Parlamento nel 1918, Chamberlain ricoprì vari incarichi di governo negli anni ’20, come ministro della sanità e cancelliere dello scacchiere. Da questa posizione, nel 1932-33 negoziò un accordo sui debiti di guerra con gli Stati Uniti. Nel 1937 succedette a Stanley Baldwin come primo ministro, forte di una solida reputazione di amministratore pragmatico e capace.

La politica di appeasement

Da capo del governo, Chamberlain si trovò subito ad affrontare la crescente aggressività della Germania nazista. Convinto che la guerra andasse evitata a ogni costo, si fece promotore di una politica di appeasement, cioè di accomodamento delle rivendicazioni tedesche pur di preservare la pace.

Questo approccio fu inizialmente apprezzato dall’opinione pubblica britannica, stanca della guerra e poco propensa a impegnarsi sul continente. Ma col tempo divenne sempre più impopolare, man mano che le ambizioni espansionistiche di Hitler si facevano più evidenti e minacciose.

Dopo aver accettato l’annessione tedesca dell’Austria nel marzo 1938, Chamberlain affrontò la crisi dei Sudeti, la regione di lingua tedesca della Cecoslovacchia che Hitler voleva annettere. Per scongiurare il conflitto, il primo ministro volò a settembre per ben tre volte in Germania, incontrando direttamente il Führer.

Gli accordi di Monaco

Il 29-30 settembre 1938, nella capitale bavarese, Chamberlain e i suoi omologhi francese e italiano Daladier e Mussolini firmarono con Hitler gli accordi di Monaco. Questi prevedevano la cessione dei Sudeti alla Germania in cambio di garanzie sui confini della Cecoslovacchia, esclusa dai negoziati.

Tornato trionfalmente in patria, Chamberlain dichiarò di aver ottenuto “la pace per il nostro tempo”. Ma questa illusione durò ben poco. Meno di un anno dopo, Hitler violò gli accordi occupando il resto della Cecoslovacchia e poi invadendo la Polonia il 1 settembre 1939, scatenando la seconda guerra mondiale.

La guerra

Dopo le iniziali titubanze, il 3 settembre Chamberlain dichiarò guerra alla Germania in difesa della Polonia, sebbene con scarso entusiasmo e convinzione. Nei mesi successivi si sforzò di condurre lo sforzo bellico, ma apparve sempre più inadeguato di fronte all’aggressività nazista.

Nell’aprile-maggio 1940, di fronte al disastro norvegese e all’imminente crollo della Francia, Chamberlain fu costretto alle dimissioni a seguito di un aspro dibattito parlamentare. Gli succedette Winston Churchill, che pure lo volle nel suo governo di unità nazionale come Lord Presidente del Consiglio.

Da questa posizione, Chamberlain continuò a servire lealmente il suo paese, nonostante il declino della salute e le crescenti critiche alla sua precedente politica di appeasement, culminate nel pamphlet “Guilty Men”. Malato di cancro, si spense il 9 novembre 1940, a guerra appena iniziata.

Giudizio storico

La figura di Neville Chamberlain rimane molto controversa. Per i detrattori, fu un ingenuo che con la sua debolezza incoraggiò l’aggressività di Hitler, rendendo inevitabile la guerra. Per i difensori, fu un uomo di pace che cercò in buona fede di evitare una nuova carneficina, dando tempo prezioso al proprio paese per prepararsi al conflitto.

Quel che è certo è che Chamberlain non fu mai il pacifista a oltranza o il simpatizzante nazista che alcuni vollero dipingere. Come ha mostrato la storiografia più recente, egli si illuse di poter contenere Hitler con le buone maniere, ma quando capì di essersi sbagliato non esitò a entrare in guerra, pur sapendo che questo avrebbe probabilmente segnato la sua fine politica.

Forse il giudizio più equilibrato su di lui lo diede Winston Churchill alla Camera dei Comuni il 12 novembre 1940, commemorandone la scomparsa: “Siamo certi che Neville Chamberlain agì con perfetta sincerità secondo le sue convinzioni e si sforzò al massimo delle sue capacità e autorità, che erano potenti, per salvare il mondo dalla terribile, devastante lotta in cui ora siamo impegnati“.

Una lotta in cui Chamberlain, con tutti i suoi limiti e i suoi errori, credeva fermamente. E per la quale si spese fino all’ultimo, nel tentativo disperato di risparmiare al suo popolo e all’umanità intera gli orrori di una nuova guerra mondiale. Una guerra che forse non seppe evitare, ma che contribuì a vincere con il suo patriottismo e il suo senso del dovere. Questa è la vera eredità di Neville Chamberlain.

Informazioni aggiuntive

  • Data di nascita: 18 Marzo 1869
  • Data morte: 9 Novembre 1940

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