La Pinguin era ufficialmente un incrociatore ausiliario della Marina da Guerra tedesca, questa pomposa denominazione indicava una nave corsara, conosciuta anche come Schiff 33 e Raider F secondo la designazione alleata.
Il mercantile Kandelfeis venne costruito nel 1936; nell’inverno tra il 1939 e il 1940 la nave venne requisita dalla Kriegsmarine e venne convertita in nave corsara nei cantieri di Brema. L’armamento principale venne ricavato dalla corazzata Schlesien ormai obsoleta, un cannone da 75 era di costruzione francese. Oltre al suo armamento la nave trasportava un certo carico di mine e di siluri per rifornire sommergibili tedeschi in navigazione e rimasti senza munizioni.
La Pinguin faceva parte della prima ondata di nave corsare tedesche impiegate nel corso della Seconda Guerra Mondiale, al comando del Capitano di Fregata Ernst-Felix Kruder salpò il 15 giugno 1940; camuffata per assomigliare alla nave da carico sovietica Petschura attraversò lo Stretto di Danimarca per recarsi presso le isole di Capo Verde per rifornire un U-Boat e quindi, camuffata questa volta da mercantile greco con il falso nome di Kassos iniziò la sua crociera da corsa in Atlantico.
La prima fase della crociera della Pinguin
Il 31 luglio 1940, a circa 500 Km a nord est dell’isola di Ascensione la Pinguin incontrò la sua prima vittima, il mercantile inglese Domingo de Larrinaga diretto in Gran Bretagna con un carico di granaglie. Nonostante le intimazioni segnalate dalla Pinguin e i numerosi colpi di avvertimento sparati, la Domingo provò in tutti i modi ad opporre resistenza, inviando ripetute richieste di soccorso via radio, rifiutandosi di fermare le macchine e aprendo il fuoco con il piccolo pezzo a poppa, la Pinguin aprì il fuoco con i pezzi principali danneggiando la nave e causando la morte di 8 marinai, solo a questo punto la Domingo si arrese. La Pinguin prese a bordo tutti i superstiti e finì la sua preda con un siluro.
Il 20 agosto la Pinguin doppiò Capo di Buona Speranza ed entrò nell’Oceano Indiano, il 26 il suo idrovolante che volava con finte insegne della RAF avvistò la petroliera norvegese Filefjell a sud del Madagascar e lanciò un messaggio sul ponte ordinando alla nave di non usare la radio e di dirigersi a sud in attesa di ulteriore istruzione. Il comandante della petroliera finse di abboccare al finto messaggio ma appena l’idrovolante si fu allontanato cambiò rotta alla massima velocità. L’idrovolante tedesco riuscì a rintracciarla e questa volta con un gancio strappò le antenne della radio della Filefjell e aprì il fuoco sul ponte, sganciò un nuovo messaggio ordinando alla nave di arrestarsi ed accendere le luci di navigazione in segno di resa, questa volta il comandante della petroliera decide di obbedire. La nave norvegese trasportava 10.000 tonnellate di carburante per aerei ad alto numero di ottani ma soprattutto 500 tonnellate di prezioso olio lubrificante, Kruder decise di catturare la nave per impossessarsi successivamente del carico utilizzabile.
Il 27 agosto la Pinguin incrociò la petroliera inglese British Commander di 5000 tonnellate; il comandante britannico si rifiutò di obbedire ed inviò una immediata richiesta di soccorso e ordinò al suo equipaggio di aprire il fuoco con il suo cannoncino difensivo, a questo punto la Pinguin fece fuoco con i suoi pezzi principali costringendo la petroliera alla resa, dopo aver imbarcato i 45 membri dell’equipaggio avversario Kruder fece affondare la British Commander a cannonate.
Lo stesso giorno la nave corsara tedesca incontrò il mercantile norvegese Morviken di 7.616 tonnellate di stazza che navigava da Calcutta a Città del Capo, questa volta la vittima della Pinguin si arrese senza opporre resistenza, Kruder decise di prendere a bordo una scialuppa motorizzata insieme all’equipaggio norvegese e fece quindi affondare il mercantile nemico con delle cariche esplosive.
Qualche giorno tutto il lubrificante della Filefjell venne recuperato e quindi la petroliera norvegese venne affondata a cannonate.
Il 31 agosto il comandante Kruger fece iniziare dei lavori a bordo per trasformare ancora una volta la Pinguin e farle assumere l’aspetto del mercantile Trafalgar. La trasformazione fu completa per il 10 settembre ma il 5 settembre l’idrovolante era andato perso in un incidente. L’aereo era prezioso per la Pinguin sia per la sua capacità di ricognizione sia per poter bloccare le comunicazioni radio delle navi nemiche, un secondo idrovolante era a bordo ma doveva essere assemblato e per poterlo fare l’equipaggio aveva bisogno di una sosta in acque completamente calme.
Il comandante decise di fare un’altra puntata verso il Madagascar prima di dirigersi verso l’Australia dove avrebbe dovuto depositare le sue mine navali.
La mattina del 12 settembre la Pinguin incontrò il mercantile inglese Benavon di 5.872 tonnellate di stazza, diretta a Manila da Singapore, il comandante britannico provò ad opporsi in tutti i modi rifiutandosi di obbedire alle intimazioni di resa, la Pinguin fece fuoco provocando 21 morti dei 48 membri dell’equipaggio, anche il coraggioso comandante inglese cadde nello scontro; i caduti vennero sepolti in mare con gli onori militare e i 21 superstiti vennero raccolti a bordo della Pinguin.
Il 16 settembre la nave mercantile norvegese Nordvard diretta a Port Elisabeth da Freemantle con un carico di granaglie venne catturata, questa volta la preda non provò ad apporre resistenza e la nave venne catturata intatta, tutti i 30 membri dell’equipaggio vennero presi prigionieri. Kruder trasferì a bordo della Norvard un equipaggio per la navigazione e 100 dei prigionieri che trasportava, la preda quindi si diresse verso le Francia e riuscì a raggiungere Bordeaux il 22 novembre 1940.
A questo punto la Pinguin si diresse a nord est, verso lo Stretto della Sonda per intercettare il traffico mercantile tra India e Australia; il 27 settembre l’equipaggio della nave corsara riuscì finalmente ad assemblare l’idrovolante di scorta e Kruger elaborò un piano per minare le acque nemiche in Australia e Tasmania, per riuscire aveva bisogno di una seconda nave da usare come posamine ausiliario e il 7 ottobre al largo dell’isola di Natale avvenne un incontro fortunato: la Pinguin intercettò la petroliera norvegese Storstad che trasportava dal Borneo a Melbourne 12.000 tonnellate di gasolio e 500 tonnellate di olio. La nave si arrese senza opporre resistenza e venne catturata intatta, 110 mine vennero trasferite dalla Pinguin alla Storstad e 1200 tonnellate di gasolio vennero trasferite in senso inverso. A questo punto le due navi si separarono, la petroliera norvegese venne ribattezzata Passat e si diresse verso la Tasmania mentre la Pinguin fece rotta verso Sidney, le due navi si rincontrarono il 15 novembre al largo di Perth. Le mine piazzate dalla Passat affondarono la nave frigorifera Cambridge il 7 e il mercantile americano City of Rayville il 9 novembre. Gli ordigni piazzati dalla Pinguin affondarono l’australiana Nimbin il 5 dicembre, il peschereccio Millimumul il 26 marzo 1941 e danneggiarono gravemente il cargo Hertford il 7 dicembre 1940.
Il 16 novembre la Passat riprese la sua identità di mercantile norvegese e il vecchio nome di Storstad e Kruger decise di impiegarla, con un equipaggio ridotto, come nave da ricognizione. Il 17 novembre le due navi incontrarono il mercantile britannico Nowshera che si arrese senza opporre resistenza, tutti i 113 membri dell’equipaggio vennero presi prigionieri e la nave fu fatta affondare con delle cariche esplosive.
La Pinguin si diresse nuovamente a sud e il 20 novembre venne avvistato del fumo all’orizzonte. Il nuovo idrovolante avvistò la nave identificandola come il mercantile britannico Maimoa, di 10.000 tonnellate di stazza e cercò di strappare le antenne della radio. Il primo tentativo fallì e il comandante della Maimoa fece trasmettere un segnale di soccorso rifiutando di arrendersi. L’idrovolante sganciò due piccole bombe nel tentativo di intimidire l’equipaggio avversario, riuscì in un secondo tentativo a strappare le antenne radio e aprì il fuoco con le mitragliatrici, la Maimoa reagì colpendo l’idrovolante e costringendolo ad ammarare mentre la Pinguin accorreva. Senza fermarsi ma soltanto riducendo la velocità dalla nave corsara tedesca calarono in mare una scialuppa per soccorrere l’equipaggio dell’idrovolante e quindi ripresero la caccia aprendo il fuoco con i pezzi principali. Dopo la seconda salva di avvertimento sparata dalla Pinguin la Maimoa decise di arrendersi e così l’equipaggio tedesco riuscì a catturarla sostanzialmente intatta impossessandosi del suo preziosissimo carico. La Maimoa infatti era una nave frigorifero che trasportava un carico di viveri diretto in Gran Bretagna, la coppia di navi corsare tedesche era stracarica di prigionieri e il carico di 5000 tonnellate di carne congelata, 1500 tonnellate di burro e ben 16 milioni di uova era particolarmente benvenuto. Dopo aver depredato tutto il carico utile e averne messo in salvo l’equipaggio la Maimoa venne fatta affondare con delle cariche esplosive e il giorno seguente la Pinguin riuscì a recuperare il suo prezioso idrovolante.
Sempre il 21 novembre fu la Storstad ad avvistare una nuova preda. Dopo essersi avvicinata nel buio della notte la Pinguin accese il proiettore e intimò l’halt alla nave nemica, si trattava di un mercantile armato e quindi Kruger ordinò di aprire il fuoco e già la prima salva sparata dalla nave corsara distrusse la sala radio e lasciando in fiamme il ponte di comando, sul mercantile britannico venne dato l’ordine di abbandonare la nave. Si trattava della nave frigorifero Port Brisbane di 8.739 tonnellate di stazza che trasportava da Adelaide alla Gran Bretagna un altro carico di carne, burro e formaggio oltre a lana e piombo. A bordo c’erano 87 persone, 60 vennero prese a bordo del Pinguin ma una scialuppa con i restanti 27 elementi approfittò dell’oscurità per allontanarsi; dopo aver affondato la Brisbane con cariche esplosive e un siluro, la mattina seguente la nave tedesca abbandonò le ricerche della scialuppa mancante e si diresse a sud ovest.
Il 28 novembre cambiò nuovamente il suo aspetto e il comandante fece dipingere la nave di nero, il 30 la Norstad avvistò una nave all’orizzonte, la Pinguin si avvicinò ed aprì il fuoco senza preavviso distruggendo la sala radio e uccidendo l’operatore radio e provocando gravi danni al timone e alla sala macchine. Il fuoco aveva anche distrutto il ponte di comando ferendo mortalmente il comandante della nave, si trattava della nave frigorifero armata Port Wellington che trasportava un altro carico di viveri, acciaio e grano in Gran Bretagna. A bordo del mercantile britannico c’erano 82 membri di equipaggio e 7 passeggeri, tutte donne; le 88 persone superstiti vennero prese a bordo della Pinguin e quindi la Port Wellington venne fatta affondare con cariche esplosive.
La nave corsara trasportava a questo punto 405 prigionieri, una situazione insostenibile per cui Kruger decise di trasferirne gran parte sulla Storstad e di mandare la nave catturata in Germania. L’8 dicembre la Pinguin incontrò la Atlantis nell’Oceano indiano, la Storstad aveva ancora un certo carico di gasolio e questo venne trasferito alle due navi corsare, lungo la rotta per la Germania la petroliera norvegese catturata avrebbe poi rifornito anche la Komet e la Orion.
La cattura della flottiglia norvegese
A partire dal 17 dicembre iniziarono le operazioni di quello che si sarebbe rivelato come uno dei maggiori successi delle navi corsare tedesche nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Il comandante Kruger era stato informato della presenza di una flottiglia di baleniere norvegesi in un tratto di mare attorno alla Gorgia del Sud e così per circa un mese l’equipaggio della nave corsara studiò le comunicazione radio della flottiglia norvegese.
Il 14 gennaio la Pinguin partì all’attacco, sorprendendo la Solglimt e la Ole Wegger ormeggiate fianco a fianco e impegnate in operazioni di trasferimento di olio di balena e carburante. Colte in una posizione particolarmente vulnerabile le due navi norvegesi non ebbero scelta che arrendersi e la Penguin catturò anche 4 delle 7 baleniere della flottiglia mentre le altre tre si diedero alla fuga. Per confondere i Norvegesi Kruger diede ordine di fare rotta in direzione opposta rispetto alla terzo nave scandinava ma appena fuori vista fece invertire la rotta e, approfittando della nebbia, catturò anche la Pelagos e le sue sette baleniere.
Senza sparare un colpo senza perdite in vite umane la Pinguin aveva concluso un’operazione di grandissimo successo catturando navi per 36.000 tonnellate di stazza tra cui una nave rifornimento e due navi per la lavorazione dell’olio di balena. 20.000 tonnellate del prezioso olio animale (del valore di 4 milioni di dollari dell’epoca) erano caduti in mani tedesche insieme a 10.000 tonnellate di combustibile.
Kruger riuscì a convincere gli equipaggi norvegesi a continuare a lavorare promettendo che sarebbero stati successivamente pagati dalla Germania, si diresse quindi alla massima velocità per cinque giorni in direzione nord ovest, in direzione delle Isole Sandwich e a questo punto mandò un lungo messaggio radio verso la Germania contando sul fatto che questo sarebbe stato intercettando dagli Alleati rivelando la posizione.
Terminata la trasmissione si diresse nuovamente a sud est e il traffico radio dell’ammiragliato britannico confermò il successo del trucco: la Royal Navy stava cercando la Penguin nel posto sbagliato.
A questo punto la Pinguin era alla testa di una flottiglia di 15 navi, Kruger non aveva un numero sufficiente di uomini per proseguire nella navigazione senza pericoli. Il comandante tedesco fece quindi trasferire 7000 tonnellate di olio di balena dalla Ole Wegger alla Solglimt e ordinò alla Solglimt e alla Pelagos di dirigersi autonomamente verso la Francia e le due navi riuscirono a raggiungere Bordeaux rispettivamente il 16 e l’11 marzo scaricando in Francia 10.000 tonnellate di olio di balena.
Eseguendo gli ordini ricevuti dalla Germania la Pinguin con la Ole Wegger e le 11 baleniere si incontrò con la nave rifornimenti Nordmark il 15 febbraio a Nord dell’isola Tristan da Cunha. La Nordmark aveva al traino la nave frigorifero di preda bellica Duquesa, ribattezzata Herzogin. Il 8 febbraio arrivò anche la nave rifornimenti Alstertor e così la Pinguin riuscì a ricevere i rifornimenti necessari: mine e siluri, nuovi equipaggi per le navi catturate, un nuovo idrovolante Ar 196, viveri e la posta per l’equipaggio.
Terminate le operazioni di rifornimento la Herzogin che aveva esaurito il carbone per i suoi motori venne affondata con delle cariche esplosive, la Ole Wegger e 10 baleniere vennero inviate in Francia dove arrivarono il 20 marzo, tutte tranne 2 baleniere, intercettate il 13 marzo dall’incrociatore inglese HMS Scarborough al largo di Cavo Fisterra. Il comandante Kruger decise di tenere con sè la più moderna delle baleniere che venne ribattezzata Adjutant per impiegarla eventualmente come posamine ausiliario.
L’ultima fase della crociera della Pinguin
Il 25 febbraio la Pinguin ricevette l’ordine di incontrarsi con la Kormoran a sud dell’Isola di Sant’Elena. Grazie all’aiuto della Adjutant e dell’idrovolante la nave riuscì ad individuare una zona sicura dove ormeggiare per procedere ad operazioni di manutenzione, lo scafo dopo tanti mesi di navigazione aveva bisogno di carenaggio e l’equipaggio riuscì anche a fare rifornimento di acqua potabile. Il 22 marzo le operazioni si conclusero e il 25 la Pinguin e la Adjutant si rimisero in navigazione in direzione nord est.
Il 24 aprile la Adjutant individuò un mercantile a Nord dell’isola di Mahé che il giorno seguente la Pinguin riuscì a intercettare. La nave corsara tedesca aprì il fuoco e già con la prima salva riuscì a distruggere la sala radio del mercantile e a danneggiare il timone costringendo la nave ad arrestarsi. Identificata come il mercantile britannico Empire Light diretto a Durban con un carico di minerali, la nave venne affondata con cariche esplosive dopo aver messo in salvo l’equipaggio di 70 uomini.
Il 27 aprile l’idrovolante della Pinguin individuò una nave e il corsaro tedesco si mise al suo inseguimento. Dopo cinque ore la Pinguin individuò un secondo mercantile e, dopo essersi avvicinata fino a 5000 metri, aprì il fuoco distruggendo con la prima salva la sala radio e il timone e con la seconda anche il cannone da 4.7 pollici che aveva a bordo, a quel punto la Clan Buchanan – un mercantile inglese diretto da Madras agli Stati Uniti con un carico di materiale militare – venne abbandonata dall’equipaggio e quindi successivamente affondata dagli uomini della Pinguin saliti a bordo con delle cariche di esplosivo. Prima di eseguire l’ordine di abbandonare la nave l’equipaggio della Clan Buchanan era riuscito ad inviare un segnale di soccorso, anche se debole, utilizzando un trasmettitore ausiliario, il segnale venne comunque ricevuto e una poderosa squadra navale venne dispiegata alla caccia della nave corsare, su entrambi i lati dell’Oceano Indiano.
A questo punto Kruder decise di cambiare rotta e di provare ad intercettare il traffico navale nemico tra il Golfo Persico e il Mozambico, sempre con l’uso della Adjutant che avanzava in avanscoperta. Il 7 maggio intercettò una piccola petroliera intimandole di arrestarsi e di non usare la radio, la nave rifiutò di obbedire e cominciò a trasmettere un segnale di SOS identificandosi come la petroliera britannica British Emperor e specificando di essere sotto attacco da parte di una nave corsara nemica. La Pinguin sparò dei colpi a prua e a poppa della petroliera inglese per convincerla e fermarsi, senza risultato e solo a questo punto i cannonieri tedeschi colpirono il ponte, il timone e le sovrastrutture della British Emperor che prese fuoco e almeno una parte dell’equipaggio della petroliera cominciò ad abbandonare la nave. La Pinguin mise in mare alcune scialuppe per recuperare i naufraghi ma ancora la nave britannica continuava a trasmettere il segnale di SOS e i cannonieri tedeschi fecero fuoco nuovamente distruggendo finalmente tutto il ponte e la sala radio. Per finire il più rapidamente possibile la nave britannica la Pinguin dovette lanciare ben tre siluri, il terzo finalmente colpì il bersaglio e la Pinguin si allontanò a tutta velocità in direzione sud est.
I segnali di SOS lanciati dalla British Emperor furono captati fino in Germania a anche dall’incrociatore inglese HMS Cornwall che si trovava a circa 900 Km a sud della Pinguin; immaginando che la nave corsara avrebbe cercando di fuggire in direzione Sud il comandante della Cornwall fece tracciare una rotta per l’intercettazione ed in effetti l’8 maggio dalla Pinguin venne individuata all’orizzonte l’inconfondibile sagoma di una nave da guerra inglese. Le Pingui spinse i suoi motori al massimo dirigendosi verso sud ovest.
L’idrovolante Supermarine Walrus lanciato dalla Cornwall raggiunse la nave corsara tedesca ma non era certo dell’identificazione. Quattro ore più tardi il Walrus tornò a sorvolare la nave tedesca ma gli occhi degli osservatori inglesi c’era il mercantile Tamerlane, battente bandiera norvegese, sul ponte della nave non c’era niente di insolito e i marinai indossavano la tipica uniforme usata sulle navi mercantili. Un’ora e mezza più tardi l’idrovolante tornò una terza volta chiedendo alla nave di identificarsi, il camuffamento del corsaro tedesco era perfetto ma gli osservatori dell’idrovolante inglese era comunque insospettiti, a questo punto la Cornwall navigava a tutta forza per l’intercettazione e giunse a portata visiva della Pinguin intimando l’alt.
Kruger ordinò agli uomini di recarsi ai posti di combattimento di di lasciare ancora nascosti i cannoni, provando a mantenere il camuffamento fino all’ultimo minuto utile; fece un estremo tentativo ordinando di mandare via radio un segnale di soccorso in cui si identifica come Tamerlane, dichiarando di essere sotto attacco da parte di una nave da guerra tedesca. La Cornwall rispose al segnale identificandosi come nave da guerra britannica ordinando per l’ennesima volta ai presunti norvegesi di fermarsi.
La Pinguin fece l’ultimo, estremo, tentativo di resistere e cambiò rotta per avvicinarsi il più possibile alla Corwall, i suoi cannoni infatti non potevano competere sulla distanza con quelli di un incrociatore. Dalla Cornwall continuarono a ripetere l’ordine di fermarsi che continuò essere inascoltato anche dopo lo sparo di due colpi di avvertimento; il secondo Walrus venne messo in mare con due bombe da 250 libbre e l’ordine di lanciarne una davanti alla prua del mercantile ma di usare la seconda per un attacco reale. A questo punto la Cornwall e la Pinguin distavano 12.000 metri tra loro.
Alle 17.14 dell’8 maggio 1941, alla distanza di 8000 metri la Pinguin si liberò del camuffamento e issò la bandiera di guerra della marina tedesca, virò e aprì il fuoco colpendo l’incrociatore inglese con tutti e cinque i suoi cannoni e riuscendo a danneggiare la nave britannica. La Cornwall aveva anche il vantaggio della velocità e così il comandante inglese decise di allontanarsi e di uscire dalla portata dei cannoni della nave corsara tedesca. L’incrociatore aveva subito danni non lievi, i precisi colpi della Pinguin avevano danneggiato il sistema di comunicazione delle armi principali, della sala macchine e del timone, la catapulta per il lancio del secondo idrovolante e alcuni circuiti delle torri delle armi principali, tenendosi fuori dalla portata del fuoco nemico sulla Cornwall ripararono le armi principali e aprirono il fuoco con il primo Walrus ancora in volo che dirigeva il fuoco. colpendo la Pinguin. Sapendo di non poter più opporre alcuna resistenza utile Kruger ordinò di mettere in mare le scialuppe di salvataggio, liberare i prigionieri, iniziare le procedure per l’autoaffondamento e abbandonare la nave. In quel momento una devastante salva sparata dalla Cornwall si abbattè sulla nave corsara tedesca facendola letteralmente a pezzi, uno dei colpi in particolare colpì il deposito delle mine provocando una spettacolare esplosione, visibile a miglia di distanza, che causò l’affondamento della Pinguin in meno di cinque secondi.
Erano passati solo 27 minuti dall’inizio dello scontro, la Pinguin aveva sparato 200 colpi e la Cornwell 136; su 401 membri dell’equipaggio tedesco ci furono solo 60 superstiti e dei prigionieri a bordo solo 24 su 238 furono posti in salvo.
La Pinguin nel corso della sua prima e unica crociera durata 357 giorni percorse più di 59.000 miglia nautiche, più del doppio della circonferenza della Terra. Affondò o catturò 28 navi nemiche per una stazza complessiva di 136.642 tonnellate di cui 52.000 vennero inviate in patria con equipaggio tedesco. A queste vanno aggiunte 4 navi affondate dalle mine per altre 18.068 tonnellate di stazza. La Pinguin fu la prima nave corsara tedesca della Seconda Guerra Mondiale ad essere affondata in combattimento.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Germania
- Tipo nave: Incrociatore ausiliario
- Classe:Atlantis
- Cantiere:
Deschimag A.G. Weser, Bremen
- Data impostazione:
- Data Varo: 1936
- Data entrata in servizio: 06/02/1940
- Lunghezza m.: 155
- Larghezza m.: 18.7
- Immersione m.: 8.7
- Dislocamento t.: 17.900
- Apparato motore:
Due motori diesel da 6 cilindri ciascuno
- Potenza cav.: 7.600 cavalli
- Velocità nodi: 17
- Autonomia miglia: 69.000
- Armamento:
6 cannoni da 150mm, 1 cannone da 75mm, una postazione antiarea con 2 cannoni da 37mm binati, due postazioni antiaeree con due cannoni da 20mm ciascuna, 2 tubi lanciasiluri, 300 mine, 1 idrovolante Arado Ar 196
- Corazzatura:
- Equipaggio: 401
- Bibliografia – Riferimenti: