La USS Intrepid (CV-11), soprannominata “The Fighting I”, è stata una delle 24 portaerei della classe Essex costruite durante la Seconda Guerra Mondiale per la Marina degli Stati Uniti. Entrata in servizio nell’agosto 1943, l’Intrepid partecipò a diverse campagne nel teatro del Pacifico, distinguendosi per il suo contributo in alcune delle battaglie più importanti della guerra contro il Giappone. Anche nel dopoguerra continuò a servire con onore per diversi decenni, partecipando ad altri conflitti come la guerra del Vietnam. Oggi è conservata come nave museo a New York.
Un progetto nato dalla guerra
La costruzione dell’Intrepid iniziò il 1 dicembre 1941, a pochi giorni dall’attacco di Pearl Harbor, nei cantieri Newport News Shipbuilding and Drydock Co. in Virginia. Come per le altre unità della classe Essex, il progetto originale fu ampiamente modificato sulla base delle prime lezioni della guerra nel Pacifico.
Furono adottate importanti innovazioni come il ponte di volo corazzato, in grado di resistere all’impatto di bombe fino a 500 kg, un’isola più grande e meglio protetta, una migliore compartimentazione dello scafo e un irrobustimento della protezione subacquea. Tutte migliorie volte a rendere le nuove portaerei più resistenti e adatte a operazioni prolungate nelle vaste distese del Pacifico.
L’Intrepid fu varata il 26 aprile 1943, sponsorizzata dalla moglie del vice ammiraglio John H. Hoover, ed entrò in servizio il 16 agosto successivo al comando del capitano Thomas L. Sprague. Dopo le prove in mare e un breve ciclo di addestramento nei Caraibi, in dicembre la portaerei doppiò Capo Horn per raggiungere San Francisco e da lì le Hawaii.
Il battesimo del fuoco
Arrivata a Pearl Harbor il 10 gennaio 1944, l’Intrepid si unì alla Task Force 58, la forza di portaerei veloci del Pacifico centrale. Il suo battesimo del fuoco avvenne il 29 gennaio con un’incursione su Kwajalein nelle isole Marshall. Nei due giorni successivi, i suoi aerei distrussero al suolo tutti gli 83 velivoli giapponesi presenti sull’atollo, spianando la strada allo sbarco dei marines.
Dopo questa operazione, dal 17 al 19 febbraio l’Intrepid partecipò all’Operazione Hailstone, il devastante attacco alla base giapponese di Truk, definita la “Pearl Harbor dei giapponesi”. Nonostante la forte reazione, le portaerei americane inflissero pesantissime perdite al naviglio e agli aerei nipponici. Ma non fu una vittoria senza prezzo: nella notte tra il 17 e il 18 un siluro lanciato da un aerosilurante giapponese colpì l’Intrepid a poppa, causando gravi danni e costringendola a rientrare a Pearl Harbor per le riparazioni.
Ritorno in azione
I lavori di riparazione tennero l’Intrepid lontana dalla prima linea fino all’estate del 1944. Tornata nel Pacifico centrale a settembre, partecipò agli attacchi preparatori per gli sbarchi a Peleliu e Angaur nelle Palau e poi su Mindanao nelle Filippine. Da metà ottobre fu impegnata a fondo nelle operazioni di supporto aereo per la campagna di liberazione delle Filippine.
Durante la battaglia del Golfo di Leyte, il 24 ottobre, uno dei suoi ricognitori avvistò per primo la flotta giapponese in avvicinamento, dando l’allarme. Nelle ore successive, aerei dell’Intrepid e delle altre portaerei americane si avventarono sulle navi giapponesi, contribuendo ad affondare la gigantesca corazzata Musashi e a danneggiare molte altre unità. Fu una vittoria decisiva che spazzò via la minaccia rappresentata dalla flotta da battaglia nipponica.
Ma la battaglia non era finita. Il 25 ottobre, aerei dell’Intrepid parteciparono all’attacco alle portaerei del vice ammiraglio Ozawa a nord di Luzon, che si concluse con l’affondamento di 4 portaerei e 1 cacciatorpediniere giapponesi nella battaglia di Capo Engano. Fu l’ultimo grande scontro aeronavale della guerra nel Pacifico.
Nei giorni successivi l’Intrepid continuò a supportare le operazioni a terra a Leyte, subendo però due attacchi kamikaze il 29 ottobre e il 25 novembre che le inflissero gravi danni e perdite. Dopo le riparazioni provvisorie, a dicembre dovette rientrare sulla costa occidentale per lavori più approfonditi.
Verso la vittoria finale
Tornata in linea a metà marzo 1945, partecipò ai grandi raid preparatori sulle isole metropolitane giapponesi. Il 18 marzo fu di nuovo colpita da un aereo kamikaze ma senza conseguenze troppo serie. Ad aprile diede il suo contributo agli sbarchi a Okinawa, subendo per l’ennesima volta un attacco suicida che causò gravi danni al ponte di volo.
Rientrata brevemente negli Stati Uniti per i lavori necessari, a luglio era di nuovo in azione al largo del Giappone. Il 15 agosto, mentre si trovava a poche miglia dalla baia di Tokyo pronta a lanciare i suoi velivoli, arrivò la notizia della resa giapponese. La guerra era finita e l’Intrepid poteva ritenersi fiera del suo contributo alla vittoria.
Una lunga eredità
Dopo la guerra, l’Intrepid rimase per alcuni mesi in Estremo Oriente come parte delle forze di occupazione, per poi rientrare in patria a metà dicembre 1945. Posta in riserva nel 1947, venne modernizzata all’inizio degli anni ’50 e rimessa in servizio come portaerei d’attacco (CVA). In questa veste prese parte a tre turni di operazioni al largo del Vietnam tra il 1966 e il 1969.
Riconvertita infine in portaerei antisommergibile (CVS) nei primi anni ’60, continuò a operare nell’Atlantico fino al suo definitivo ritiro dal servizio nel 1974. Un percorso operativo lungo e onorato, sottolineato dalle 5 Battle Star guadagnate nella Seconda Guerra Mondiale e dalle 3 della guerra del Vietnam.
Ma la storia dell’Intrepid non finì con la radiazione. Salvata dalla demolizione grazie a una campagna popolare, nel 1982 divenne una nave museo, ormeggiata permanentemente al Pier 86 sul fiume Hudson a New York. Oggi l‘Intrepid Sea, Air and Space Museum è una delle attrazioni più visitate della Grande Mela, con oltre un milione di visitatori l’anno.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: USA
- Tipo nave: Portaerei
- Classe:Essex
- Cantiere:
Newport News Shipbuilding
- Data impostazione: 01/12/1941
- Data Varo: 26/04/1943
- Data entrata in servizio: 16/08/1943
- Lunghezza m.: 265.8
- Larghezza m.: 28.3
- Immersione m.: 10.41
- Dislocamento t.: 30.000
- Apparato motore:
8 caldaie da 565 psi (3,900 kPa) ad 850 °F (450 °C), 4 turbine a vapore ad ingranaggi Westinghouse, 4 eliche
- Potenza cav.: 150.000
- Velocità nodi: 33
- Autonomia miglia: 14.100
- Armamento:
12 cannoni da 127 mm antinave e antiaerei, 32 mitragliere antiaeree da 40mm, 43 mitragliere antiaeree da 40 mm, 90-100 aerei
- Corazzatura:
Ponte di volo: 38 mm, Hangar: 64 mm, cintura: 64-102 mm, scafo: 102 mm
- Equipaggio: 2600
- Bibliografia – Riferimenti: