La Portaerei Britannica HMS Courageous

Courageous

di redazione
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HMS Courageous

L’HMS Courageous fu una delle prime portaerei della Royal Navy, originariamente concepita come incrociatore da battaglia della classe omonima durante la Prima Guerra Mondiale. Insieme alle navi gemelle Glorious e Furious, la Courageous faceva parte di un ambizioso progetto dell’Ammiraglio Fisher per ottenere unità veloci e potenti da impiegare nel Mar Baltico contro la flotta tedesca. Tuttavia, le mutate esigenze belliche e i vincoli del Trattato Navale di Washington portarono alla conversione delle tre navi in portaerei negli anni ’20.

Caratteristiche e conversione

Impostata nel marzo 1915 nei cantieri Armstrong Whitworth di Newcastle, la Courageous venne varata nel febbraio 1916 ed entrò in servizio nel novembre dello stesso anno. Con un dislocamento a pieno carico di oltre 22.000 tonnellate, era caratterizzata da un profilo slanciato con ponte continuo e due alte torri quadrinate da 381 mm a prua e poppa. Poteva raggiungere la ragguardevole velocità di 32 nodi grazie a quattro gruppi turboriduttori alimentati da 18 caldaie a olio combustibile, per una potenza totale di 90.000 hp.

L’armamento secondario si basava su 18 cannoni da 102 mm in sei impianti tripli, mentre per la difesa antiaerea erano disponibili inizialmente solo 2 pezzi singoli da 76 mm. Le dotazioni erano completate da 2 tubi lanciasiluri sommersi da 533 mm. La protezione, che privilegiava la velocità a scapito della corazzatura, era molto leggera per gli standard dell’epoca, con cinture verticali da 51 a 76 mm, ponti da 19 a 76 mm e torri fino a 229 mm.

Dopo un breve periodo di servizio come incrociatore di battaglia, durante il quale partecipò alla Seconda Battaglia di Helgoland nel novembre 1917, la Courageous fu posta in riserva e infine avviata alla conversione in portaerei nel giugno 1924. I lavori, completati nel febbraio 1928 al costo di oltre 2 milioni di sterline, trasformarono radicalmente la nave.

HMS Curageous (incrociatore)
HMS Curageous (incrociatore)

Tutte le sovrastrutture, le torri e i tubi lanciasiluri vennero rimossi per fare spazio a un ponte di volo continuo lungo 167 metri, al di sotto del quale furono ricavati due hangar sovrapposti alti ciascuno circa 5 metri. Le torri prodiere e di poppa furono rimosse e in seguito riutilizzate sulla corazzata Vanguard. I fumaioli vennero deviati sul lato di dritta e raggruppati insieme al blocco dell’isola, che ospitava il ponte di comando, la direzione del tiro e la centrale operativa di volo.

La capacità massima era di 48 velivoli, che potevano essere issati dai due montacarichi laterali da 14 x 14 metri. Furono anche installate due catapulte idrauliche per facilitare il decollo degli aerei più pesanti. L’armamento venne ridotto a 16 cannoni da 120 mm in impianti singoli per la difesa antiaerea, integrati a metà degli anni ’30 da 3 impianti quadrupli di mitragliere da 40 mm “pom-pom”.

Primi anni di servizio

Convertita a portaerei nel febbraio 1928, la Courageous svolse gran parte del suo servizio in tempo di pace nel Mediterraneo, alternandosi con la Glorious e l’Eagle. L’incidente più grave si verificò il 1°aprile 1931, quando al largo di Gibilterra speronò accidentalmente il transatlantico Florida nella nebbia, subendo danni allo scafo di prua e 24 vittime.

Negli anni ’30, la Courageous operò prevalentemente con la Home Fleet e l’Atlantic Fleet, svolgendo esercitazioni e sperimentando nuove tecniche di impiego del potere aereo in mare. Tra il 1933 e il 1938 imbarcò lo 800 Naval Air Squadron su caccia Nimrod e Osprey, lo 810 e l’820 Squadron su aerosiluranti Blackburn Dart e Fairey Seal per la ricognizione. Nel 1936 partecipò alla rivista navale per l’incoronazione di re Giorgio VI. Dal dicembre 1938 fu impiegata come nave scuola per l’addestramento al decollo e appontaggio, imbarcando i nuovi caccia Blackburn Skua e Gloster Sea Gladiator.

Allo scoppio della guerra nel settembre 1939, la Courageous fu assegnata alla Home Fleet con una forza aerea incentrata su 24 aerosiluranti Fairey Swordfish degli Squadron 811 e 822. Il suo compito era pattugliare gli approcci occidentali della Gran Bretagna per individuare e contrastare gli U-Boot tedeschi, formando con i suoi aerei e cacciatorpediniere di scorta uno dei primi hunter-killer group della storia.

L’affondamento

La sera del 17 settembre 1939, la Courageous si trovava in pattugliamento a sud-ovest dell’Irlanda, scortata solo da due cacciatorpediniere (altri due erano stati distaccati per soccorrere un mercantile). Aveva appena recuperato tutti i suoi aerei quando, alle 19:50, fu avvistata dal sommergibile tedesco U-29 del Kapitänleutnant Otto Schuhart.

Schuhart, un asso degli U-Boot che aveva già affondato due mercantili, si avvicinò indisturbato in superficie sfruttando il buio e l’assenza di radar. Alle 20:00, mentre la Courageous accostava controvento per lanciare nuovamente i suoi aerei, l’U-29 le si parò davanti a circa 3.000 metri e le lanciò contro una salva di tre siluri. Due di essi centrarono la fiancata di sinistra della portaerei, pochi attimi prima che il primo aereo potesse decollare.

Le esplosioni devastarono la sala macchine e interruppero tutte l’alimentazione elettrica. La Courageous si inclinò subito sul lato sinistro, rendendo inutilizzabili catapulte e argani. In pochi minuti lo sbandamento raggiunse i 25° e l’acqua iniziò a riversarsi nei ponti inferiori attraverso gli ascensori e le aperture delle prese d’aria. Alle 20:20, appena 18 minuti dopo essere stata colpita, la portaerei si capovolse e affondò tra le fiamme, portando con sé il suo comandante e 518 membri dell’equipaggio.

Solo 741 uomini riuscirono ad abbandonare la nave, molti dei quali furono recuperati dalle navi mercantili Collingworth, Dido e Veendam che si trovavano nelle vicinanze. I due caccia di scorta inseguirono l’U-29 per quattro ore, sganciando una cinquantina di bombe di profondità, ma senza risultato. Dei 48 aerei imbarcati, nessuno riuscì a decollare in tempo e tutti affondarono con la nave.

L’affondamento della Courageous fu un duro colpo per la Royal Navy. Era la prima grande unità perduta in guerra, appena due settimane dopo lo scoppio delle ostilità. Ma la lezione fu appresa subito: già il giorno dopo l’Ammiragliato ordinò il ritiro delle portaerei dalla caccia agli U-Boot, ritenendo i rischi eccessivi rispetto ai risultati.

Da quel momento le portaerei britanniche furono impiegate in modo più accorto, con scorte adeguate e continui pattugliamenti aerei. Si dimostrarono comunque vulnerabili, come provarono gli affondamenti della Glorious nel giugno 1940 e dell’Ark Royal nel novembre 1941, entrambe ad opera di U-Boot in Atlantico.

Conseguenze e bilancio operativo

Nei suoi undici anni di servizio come portaerei, la Courageous contribuì notevolmente a sperimentare e affinare le tecniche di impiego dell’arma aeronavale, ponendo le basi per i grandi successi britannici nella battaglia dell’Atlantico e in Estremo Oriente.

Pur non essendo stata progettata come tale, la sua conversione dimostrò che era possibile e vantaggioso trasformare anche grosse unità da combattimento di superficie in efficienti portaerei, come poi accadde negli anni ’20-’30 con numerose corazzate e incrociatori di varie marine.

La Courageous esercitò un ruolo importante anche come nave scuola, addestrando piloti, specialisti e avieri alle complesse procedure operative delle portaerei. Molti degli uomini addestrati sulla Curageous combatterono valorosamente sui ponti delle portaerei britanniche nel corso della guerra.

Tecnicamente, la Courageous presentava però diversi limiti, dovuti alla concezione originaria di incrociatore di battaglia: scafo troppo stretto e poco stabile, protezione subacquea e compartimentazione stagna insufficienti, elevati consumi di carburante, ridotta autonomia. Le successive classi di portaerei britanniche, come le Illustrious e le Implacable, furono progettate da zero risolvendo gran parte di questi difetti.

Dal punto di vista tattico, la Courageous e le sue simili confermarono l’inadeguatezza delle portaerei a operare da sole contro sommergibili o naviglio sottile. La mancanza di radar imbarcati (che arriveranno solo dal 1940-41), l’impossibilità di mantenere pattuglie aeree continue, la scarsa integrazione con le unità di scorta si rivelarono fatali in più occasioni. Viceversa, le portaerei si dimostrarono insostituibili come elemento centrale di grosse formazioni aeronavali, in grado di proiettare la propria potenza a grande distanza per conquistare la superiorità aerea e colpire le forze navali avversarie. Un concetto che verrà applicato su vastissima scala dalle portaerei americane e giapponesi del Pacifico.

Epilogo

L’affondamento della Courageous, il primo grave colpo subito dalla Royal Navy nel conflitto, segnò profondamente l’opinione pubblica britannica. I media dell’epoca lo presentarono come “una perdita grave ma non decisiva”, cercando maldestramente di minimizzarne la portata. In realtà si trattò di una cocente sconfitta e di un campanello d’allarme sulla reale minaccia degli U-Boot, a lungo sottovalutata dagli stati maggiori.

Per la Kriegsmarine tedesca, fu invece una grande vittoria propagandistica che rincuorò molto gli equipaggi dei sommergibili. Otto Schuhart divenne un eroe nazionale e fu il primo sommergibilista a essere decorato con la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro. Tutto il suo equipaggio ricevette la Croce di Ferro di seconda classe.

Il relitto della Courageous giace spezzato in due sul fondo del Mare Celtico, a sud oveste delle coste irlandesi, a circa 150 metri di profondità. È considerato un sacrario militare dal Protection of Military Remains Act del 1986 e le immersioni sono vietate senza autorizzazione. Solo in rare occasioni i palombari della Royal Navy hanno potuto rendere omaggio ai caduti e deporre una corona commemorativa.

A oltre 80 anni di distanza, la tragedia della Courageous rimane una delle prime e più amare sorprese subite dalla Royal Navy nella seconda guerra mondiale. Dimostrò quanto fosse diventato rischioso per le grandi navi operare senza un’adeguata protezione aerea e subacquea, anche nelle acque di casa. Ma fu anche un esempio di dedizione al dovere e spirito di sacrificio, di cui proprio la Courageous fu la prima sfortunata protagonista. Un contributo di sangue che la Marina britannica pagò per tenere aperti i collegamenti con il mondo e rendere possibile, alla fine, la vittoria degli Alleati.

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Gran Bretagna
  • Tipo nave: Portaerei
  • Classe: Courageous 
  • Cantiere:

    Armstrong Whitworth di Newcastle


  • Data impostazione: 26/03/1915
  • Data Varo: 05/02/1916
  • Data entrata in servizio: 04/11/1916
  • Lunghezza m.: 239.8
  • Larghezza m.: 27.6
  • Immersione m.: 8.5
  • Dislocamento t.: 26.600
  • Apparato motore:

    4 turbine a gas per 4 assi, 18 caldaie Yarrow


  • Potenza cav.: 90.000
  • Velocità nodi: 30
  • Autonomia miglia: 5.860
  • Armamento:
    • 16 cannoni da 102 mm in sei torri binate
    • 24 cannoni da 40 mm Vickers-Armstrong QF 2 lb antiaerei in tre postazioni ottuple
    • 14 mitragliatrici da 20 mm su affusti singoli
    • 48 aerei

  • Corazzatura:

    Cintura: 51-76 mm
    Ponti: 19-25 mm
    Scafo: 51-76 mm
    Cintura anti siluro: 25-38 mm


  • Equipaggio: 814 + 403

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