La storia del cacciatorpediniere USS William D. Porter (DD-579) è talmente strana da essere surreale, sembra uscita da un film demenziale; con il suo equipaggio è stata protagonista di 5 gravi incidenti, ognuno dei quali preso singolarmente sarebbe sufficiente a distruggere la credibilità della marina militare americana.
In realtà incidenti simili possono capitare, succede quando ci sono orde di ragazzini imberbi a controllare armi letali, fatti del genere non sono molto noti perchè nessuno può andare orgoglioso di certi episodi e quindi tendenzialmente vengono messi a tacere, quello che è statisticamente incredibile è che il Porter abbia vissuto cinque di queste storie…
Attenzione: i fatti che state per leggere sono tutti realmente accaduti. Per motivi facilmente comprensibili sono stati tenuti segreti dalla Marina Militare Americana fino al 1958.
Levate le ancore, mollate gli ormeggi
Il William D. Porter fu impostato il 7 maggio 1942, varato il 27 settembre dello stesso anno ed entrò in servizio il 8 luglio 1943, al comando il capitano di corvetta Wilfred A. Walter. Era un cacciatorpediniere della classe Fletcher, nel programma di riarmo statunitense vennero costruite centinaia di navi di questo tipo, era leggermente più piccola di altri cacciatorpediniere ma era comunque potentemente armata, soprattutto aveva un ottimo armamento contraereo.
Se il destino di una nave è in qualche modo legato al suo nome, qualche idea ce la si poteva fare guardando il ritratto del personaggio dal quale ha preso il suo nome che sarebbe il personaggio qui accanto.
Siamo nel novembre 1943, il Willie Dee riceve il suo primo incarico e si tratta di una missione importante: farà parte della scorta alla corazzata Iowa che porterà il presidente americano Franklin Delano Roosevelt a incontrare Churchill e Stalin alle conferenze del Cairo e di Teheran.
Dopo mesi di addestramento, esercitazioni e simulazioni l’equipaggio è pronto e carico come una molla, la nave è ancorata Norfolk, in Virginia ma quando il comandante dà l’ordine di salpare qualcuno deve essere leggermente distratto…
Quando si mette in moto sul cacciatorpediniere hanno dimenticato di tirare su l’ancora, la catena si è incastrata con quella di alcune navi vicine e il Porter riesce a distruggere una sua nave gemella, un discreto pezzo del molo, l’auto del comandante del porto e altro naviglio minore. E’ solo l’inizio di una brillante carriera!
Questa è un’esercitazione
24 ore dopo la Willie Dee si è unita alla flotta che trasporta il presidente americano verso le coste africane. Le navi osservano il più rigoroso silenzio radio per passare inosservate attraverso l’Atlantico che pullula di U-boot tedeschi, tutte le comunicazioni sono limitate a dispositivi ottici e bandierine. La crociera deve durare 8 giorni e probabilmente qualcuno a bordo del Dee si annoia terribilmente.
Tra le varie armi che ci sono a bordo del Willie Dee ci sono anche delle bombe di profondità. Queste sono dei bidoni, riempiti di esplosivo ed appesantite per andare a fondo, vengono lasciate cadere in mare programmandole per esplodere dopo un certo tempo, quando la deflagrazione avviene a poca distanza, l’onda di pressione che si crea è in grado di sfondare lo scafo di un sottomarino nemico.
Il 12 novembre 1943 una tremenda esplosione scuote la flotta, tutte le navi cominciano a navigare a zig zag, svolgendo manovre evasive, alcune iniziano a rilasciare cortine di fumo, gli uomini della CIA prendono di peso il presidente per chiuderlo nella sua cabina, tutti gli uomini di tutte le navi sono ai posti di combattimento, la USS Dakota rompe il silenzio radio e contatta la Porter, tutti sono convinti che il cacciatorpediniere sia stato colpito…
E’ successo che una carica di profondità è caduta dal cacciatorpediniere Porter ed è esplosa accidentalmente. L’esplosione non ha danneggiato la nave ma l’ha squassata abbastanza da far cadere un marinaio in mare… non sarà mai più ritrovato.
Fuori uno! Fuori due! Fuori tre…
Il giorno seguente l’equipaggio del Porter è piuttosto mortificato per la figuraccia rimediata, il comandante Walter ordina di “incrementare le prestazioni della nave” e tutti a bordo sono ansiosi di riscattarsi.
Sull’Iowa anche Roosevelt si annoia e così chiede al comandante come reagirebbe la nave in caso di attacco aereo nemico. Si organizza subito un’esercitazione antiaerea: dalla corazzata vengono rilasciati dei palloni bersaglio che poi vengono presi di mira dai cannoni antiaerei.
L’artiglieria antiaerea di tutta flotta si unisce all’esercitazione, anche il comandante Walter ottiene il permesso di unirsi e di sparare ai palloni sfuggiti al tiro delle altre navi, la contraerea del Porter riesce a colpirne qualcuno e tutti a bordo sono eccitati per la bella figura, stanno riuscendo a riscattarsi!
L’ammiraglio King, comandante della Flotta, deve avere un grande amore per le esercitazioni e così quello stesso giorno ordina a tutti i cacciatorpediniere di simulare un attacco con i siluri, simulare. Sul Porter sono eccitatissimi, l’Iowa è a più di 5000 metri di distanza ma è talmente grande che è un bersaglio difficile da mancare, in plancia l’ufficiale addetto ai siluri ordina: “fuori uno! fuori due! fuori tre…”.
L’ordine “fuori quattro” non viene dato perchè in plancia tutti hanno sentito l’inconfondibile rumore di un siluro che parte. I seguenti cinque minuti sono tragicomici, tutti urlano forsennatamente, volano ordini che si contraddicono l’uno con l’altro, l’addetto alle comunicazioni ottiche è in preda al panico e non riesce a farsi capire dall’Iowa, fino a quando il capitano Walter prende in mano la situazione, decide di rompere il silenzio radio e di comunicare in chiaro per spiegare che dalla sua nave è partito un siluro armato ed è diretto sulla corazzata che trasporta il presidente degli Stati Uniti.
Quando l’operatore radio dell’Iowa riporta in plancia la comunicazione del Porter il panico diventa assoluto: il comandate della corazzata ordina una virata di emergenza, il timoniere vira con tutta la sua forza, le eliche di destra ruggiscono invertendo il senso di rotazione per cercare di accelerare la manovra, Roosevelt sulla sua sedia a rotelle si rifiuta di scendere in cabina, gli uomini della CIA si sporgono dal ponte con le pistole spianate per cercare di prendere a revolverate il siluro…
Fortunatamente la manovra riesce e l’Iowa evita il siluro che esplode a poppa nella scia della nave, a questo punto la corazzata punta i suoi cannoni da 406 millimetri sul Porter e l’ammiraglio King ordina al cacciatorpediniere di lasciare il convoglio e di dirigersi alle Bermuda: tutto l’equipaggio deve considerarsi agli arresti. E’ la prima e unica volta nella storia della marina americana che l’intero equipaggio di una nave viene arrestato.
Aprite il fuoco
Al suo arrivo alle Bermuda la nave viene circondata dai Marines e l’intero equipaggio viene messo in cella. Dopo un’indagine della corte marziale il sottufficiale Dawson, responsabile dei siluri, viene condannato a 14 anni di lavori forzati, il comandante Walter e quasi tutto il resto della ciurma vengono assegnati a servizi a terra. A questo punto qualche alto papavero della marina deve aver pensato che con una guerra mondiale in corso non è poi una gran punizione assegnare un equipaggio di idioti ai servizi a terra alle isole Bermuda, e così il cacciatorpediniere Porter, il comandante Walter e i suoi marinai vengono mandati a rinfrescarsi le idee nella campagna delle isole Aleutine. Dopo aver attraversato il canale di Panama ed aver preso le divise invernali a San Diego, nel dicembre 1944 il cacciatorpediniere si unisce alla Task Force 94 di stanza in Alaska.
Dopo aver passato l’intero inverno con temperature dell’ordine dei 50 gradi sottozero, il Porter viene finalmente assegnato a nuovi incarichi in climi più miti. L’equipaggio festeggia, qualcuno alza un po’ il gomito, qualcun altro è decisamente ubriaco: uno dei marinai decide di provare il cannone da 5 pollici e questo per sua sfortuna funziona. Un istante dopo una tremenda esplosione distrugge il giardino del comandante della base dove sua moglie sta tenendo un party, tutto salta per aria ma, incredibilmente, non ci sono vittime.
Il Kamikaze subacqueo
Il 30 maggio 1944 il capitano Walter è stato sostituito dal Comandante Charles M. Keynes al comando del Porter. Nonostante tutti i tentativi della marina di mettere a tacere le dicerie, la fama del cacciatorpediniere si è diffusa, in tutti i porti in cui la nave ormeggia viene salutata dal grido “non sparate, siamo repubblicani”.
Il Porter partecipa alla campagna di Leyte dove riesce a colpire per la prima volta un obiettivo nemico. Si distingue in numerose missioni di scorta, viene assegnato alla Task Force TG 77 e partecipa all’invasione delle Filippine, riassegnato alla Task Forse 54 si prepara a partecipare all’invasione di Okinawa.
Negli ultimi mesi il cacciatorpediniere da operetta non si è comportato male: impegnato soprattutto in operazioni di copertura anti-aerea per fermare gli attacchi dei velivoli Kamikaze, è riuscito ad abbatterne qualcuno. Tanto per non smentire la sua fama è anche riuscito ad abbattere anche tre aerei americani (non confermati) e a danneggiare il cacciatorpediniere gemello, lo USS Luce, DD-522, prendendolo accidentalmente a cannonate.
Il 10 giugno 1945 il Dee sta svolgendo una missione di protezione da attacchi kamikaze, si trova sulla linea più esterna delle navi americane, quella più pericolosa, può contare soltanto sui suoi radar per avvistare gli aerei suicida giapponesi.
In volo c’è un vecchio bombardiere Val, è fatto soprattutto di legno e tela, la traccia sul radar è confusa e solo all’ultimo momento viene avvistato dal Porter. L’artiglieria antiaerea apre il fuoco e il kamikaze si inabissa a poca distanza dal cacciatorpediniere, a bordo esultano: è il sesto aereo giapponese che riescono ad abbattere ma stanno vendendo la pelle dell’orso prima di averlo ucciso…
Sott’acqua l’aereo giapponese prosegue la sua corsa ed esplode esattamente sotto lo USS William D. Porter. L’esplosione è talmente violenta che il cacciatorpediniere per un attimo viene scagliato fuori dall’acqua. I danni sono pesantissimi, il Porter è in fiamme e imbarca acqua, per tre ore l’equipaggio cerca di riparare i danni e domare gli incendi ma è tutto inutile: il comandante Keynes dà l’ordine di abbandonare la nave. 12 minuti dopo il cacciatorpediniere si piega sul lato destro e affonda, incredibilmente non ci sono vittime tra l’equipaggio ma solo il Porter poteva essere affondato da un aereo abbattuto.
Nota: il presidente Roosevelt in persona intervenne per intercedere a favore del sottufficiale Dawson e il ventunenne venne rilasciato.
2 commenti
bellissima storia, solo una nota, la Cia nel 1943 non esisteva, era l’FBI ad occuparsi del Presidente e i sevizi segreti dell’OSS.
Ciao Marco, grazie per la precisazione, hai sicuramente ragione in merito alla CIA: ancora non esisteva.