Il 10 maggio a Malta viene ricordato quello che fu il giorno culminante della Battaglia di Malta, il 10 maggio del 1942.
A partire dal giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania di Hitler sull’isola erano cominciati i bombardamenti. A difendere l’arcipelago maltese in un primo momento c’erano soltanto tre biplani Gloster Gladiator (ribattezzati Fede, Speranza e Carità) e gli scontri furono durissimi. Uno di questi aerei si trova esposto al Museo dell’aviazione di Malta.
Agli aerei italiani si affiancarono presto velivoli della Luftwaffe, gli obiettivi principali degli attaccanti erano gli aeroporti dell’isola e il porto militare di Valletta ma non mancarono certo vittime tra i civili. Per molto tempo la minaccia di un’invasione da parte delle truppe italo tedesche sembrò molto concreta e i continui bombardamenti costringevano la popolazione a passare la maggior parte del tempo nei rifugi.
Gli aerei italiani e tedeschi cercavano di bloccare in tutti i modi i rifornimenti in arrivo alle isole maltesi e anche in questo caso anche la popolazione civile fu chiamata a resistere. In particolare tra marzo e aprile del 1942 i bombardamenti sull’isola raggiunsero il massimo livello mietendo molte vittime anche tra i civili. Per incoraggiare la popolazione ma anche per ringraziare i Maltesi per la loro capacità di resistere ad anni di tormenti, re Giorgio V tributò all’isola la George Cross, che ancora adorna la bandiera della Repubblica di Malta.
In questo articolo del Times of Malta è possibile leggere un resoconto sintetico (in lingua inglese) della battaglia aerea di Malta, un evento che ancora oggi viene paragonato all’assedio del 1565 quando i Maltesi riuscirono a resistere all’assedio dell’esercito turco e a respingerlo.