La dichiarazione di guerra dell’Italia fascista alla Gran Bretagna e alla Francia non colse di sorpresa l’arcipelago maltese, all’epoca parte dell’impero britannico. Il crescendo nei toni e nelle azioni era cominciato già nella prima metà degli anni 30 e le autorità maltesi avevano iniziato ad organizzare le difese dell’arcipelago già nel 1939, il grande timore era che gli italiani avrebbero usato i gas asfissianti, come avevano già fatto nella guerra di Abissinia del 1935-36.
Per rinforzare le difese terrestri di Malta l’8 battaglione del reggimento Manchester arrivò il 20 maggio 1940, trasferito da Gibilterra. Il battaglione venne diviso in compagne e gruppi ancora più piccoli, quindi sparso per tutta l’isola a difendere la costa da postazioni fortificate.
Nel maggio 1940 venne istituito lo Special Costabulary, una organizzazione civile per la difesa che venne affiancato alla polizia regolare allo scopo di mantenere l’ordine nella nazione. Tutti i membri dell’organizzazione avevano un elmetto e una fascia bianca da portare al braccio mentre solo gli ufficiali avevano un’uniforme completa.
Il 20 maggio i giornali diffusero un appello, chiedendo ai cacciatori di unirsi ai volontari della difesa civile per contribuire alla protezione dell’isola soprattutto in caso di sbarco di paracadutisti.
La notte tra il 2 e il 3 maggio 1940 si tenne la prima grande esercitazione nazionale, sospendendo l’erogazione dell’elettricità dalle 10 di sera fino al tramonto del giorno successivo. Nel pomeriggio dell’11 maggio, alle sette, le sirene dell’allarme aereo vennero fatte suonare per una esercitazione e dal 27 del mese venne istituito il coprifuoco dalle 11 di sera alle 5 del mattino. Dato che non c’era un numero di rifugi antiaerei sufficienti per tutta la popolazione ai civili venne consigliato di rimanere in casa in caso di attacco, riparandosi sotto un tavolo o sotto una scala.
Le nubi nere della guerra si avvicinavano rapidamente, domenica 9 giugno 1940 circa 20,000 persone parteciparono a una processione di preghiera in favore della pace che si tenne nella cattedrale di Mdina, analoghe processioni vennero organizzate anche in altre chiese dell’arcipelago. Fu tutto inutile, nel pomeriggio del giorno successivo, alle 6, Benito Mussolini pronunciò il fatidico discorso con cui annunciava al mondo l’entrata in guerra dell’Italia.
Alle 6.55 del mattino dell’11 giugno 1940 le sirene dell’allarme aereo risuonarono per la prima volta per un vero attacco, 10 bombardieri SM 79 scortati da caccia MC 200 percorso i 60 chilometri che separano la Sicilia da Malta, diretti verso i loro obiettivi: il Grand Harbour, Kalafrana e Hal Far. Tutti gli aerei disponibili per la difesa di Malta, ovvero i tre biplani Sea Gladiator battezzati Fede, Speranza e Carità, si alzarono in volo, senza ottenere risultati apprezzabili.
Nel pomeriggio ci fu un secondo attacco diretto verso gli stessi obiettivi, questa volta i 3 biplani non decollarono neanche, ad opporsi al fuoco ci furono le batterie della difesa antiaerea cui si unirono i cannoni dello HMS Aphis e del monitore HMS Terror. In totale quel giorno ci furono da parte italiana 7 attacchi aerei e un volo di ricognizione. I bombardamenti non riuscirono a colpire obiettivi militari, agli equipaggi era stato detto di evitare le aree urbane ma le bombe causarono comunque la morte di 11 civili e il ferimento di altri 130.