Diretto da Roberto Rossellini e uscito nel 1945, “Roma città aperta” è un film che ha definito il neorealismo italiano e ha cambiato il corso del cinema mondiale. Girato subito dopo la liberazione di Roma durante la Seconda Guerra Mondiale, il film segue un gruppo di partigiani italiani nella loro lotta contro l’occupazione nazista e la brutalità delle SS.
Per chiunque sia interessato a comprendere la realtà dell’occupazione nazista e della Resistenza italiana, “Roma città aperta” è un film fondamentale. Offre uno sguardo crudo e senza compromessi sulle atrocità dell’occupazione e sul coraggio di coloro che hanno resistito, il tutto con un’immediatezza e un’autenticità che hanno risuonato con il pubblico di tutto il mondo.
La trama
Il film segue diverse storie intrecciate nella Roma occupata del 1944. Al centro c’è la storia di Giorgio Manfredi, un leader della Resistenza ricercato dalle SS, e della sua fidanzata Pina, una vedova incinta che sta per sposare Francesco, un altro membro della Resistenza.
Nel frattempo, il prete Don Pietro aiuta la Resistenza, mentre la sua parrocchia è minacciata dalle forze naziste. Queste storie si incrociano e si scontrano, portando a un finale tragico ma potente che cattura sia la brutalità dell’occupazione che l’indomabile spirito della Resistenza.
L’approccio neorealista di Rossellini
Ciò che rende “Roma città aperta” così potente è il suo approccio neorealista. Rossellini ha girato il film per le strade di Roma subito dopo la guerra, usando attori non professionisti e basandosi su storie reali di occupazione e Resistenza.
Questo impegno per il realismo si estende a ogni aspetto del film, dalla sua fotografia grezza e documentaristica al suo rifiuto del sentimentalismo o dell’eroismo melodrammatico. Il risultato è un ritratto straordinariamente onesto e toccante di un momento fondamentale nella storia italiana.
L’impatto e l’eredità
“Roma città aperta” ha avuto un impatto immediato e duraturo al momento della sua uscita. È stato il film che ha definito il neorealismo italiano, un movimento che avrebbe influenzato registi di tutto il mondo, da Satyajit Ray a Martin Scorsese.
Ma l’impatto del film va ben oltre la sua influenza cinematografica. “Roma città aperta” è stato un grido di protesta contro l’occupazione nazista e un tributo al coraggio della Resistenza italiana. Ha dato una voce e un volto alle sofferenze e al coraggio del popolo italiano durante uno dei periodi più bui della sua storia.
Le inesattezze storiche
Nonostante il suo impegno per il realismo, “Roma città aperta” contiene alcune inesattezze storiche. Ad esempio, la scena in cui le SS torturano Don Pietro non ha fondamento in eventi reali, e alcuni dettagli della lotta della Resistenza sono stati semplificati o modificati per il dramma cinematografico.
Tuttavia, queste inesattezze non sminuiscono il potere o l’autenticità essenziale del film. “Roma città aperta” rimane un ritratto profondamente vero dello spirito e dell’esperienza della Resistenza, anche se alcuni dettagli sono stati alterati.
Conclusione
“Roma città aperta” è un film che colpisce allo stomaco e al cuore. È un grido di rabbia e di dolore contro l’occupazione nazista, e un tributo al coraggio e al sacrificio della Resistenza italiana.
Informazioni aggiuntive
- Titolo originale: Stalag 17
- Anno: 1945
- Paese di produzione:Italia
- Durata: 100
- Principali interpreti:
- Aldo Fabrizi
- Anna Magnani