Il Daimler-Benz DB 605 fu l’ultimo e il più famoso prodotto di una famiglia di propulsori aeronautici nati nella prima metà degli anni ’30. L’evoluzione è notevole se si pensa che si passò dai 1.000 cavalli erogati dalle prime versioni del DB 601 ai quasi 2.000 delle ultime versioni del 605.
Del DB 601 conservava sia il sistema di iniezione del carburante sia il meccanismo automatico di regolazione della velocità di rotazione del compressore. Questo sistema regolava la pressione di sovralimentazione all’aumentare della quota.
Il carburante usato era benzina aeronautica a 90 ottani ma fu quasi sempre equipaggiato con MW50 ovvero un serbatoio contenente una miscela di acqua e metanolo che poteva essere iniettata in caso di emergenza direttamente nei cilindri spingendo il motore a raggiungere per brevi periodi una potenza vicina ai 2.000 cavalli. Il motore veniva sottoposto a uno stress che ne accorciava notevolmente la vita ma spesso la manovra riusciva a salvare la vita del pilota.
Considerato da alcuni come il miglior motore aeronautico prodotto per la Luftwaffe nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il DB 605 non era esente da difetti, in particolare gli specialisti lamentavano la necessità di frequenti manutenzioni. Questi difetti però erano dovuti soprattutto ad una produzione avviata in assenza di leghe metalliche ad alta resistenza dato che verso la fine del conflitto questi materiali erano rarissimi in Germania.
Il DB 605 venne prodotto su licenza in Giappone e in Svezia. In quest’ultimo paese continuò a essere costruito fino alla fine degli anni ’50. Fu usato su alcuni aerei italiani, tutti e tre i caccia della cosiddetta “serie 5” usavano questo motore ma in questo caso si trattava di un’importazione diretta dato che le industrie italiane non erano più in grado di avviarne autonomamente la produzione.
Gli aerei più famosi che usarono questo motore furono i tedeschi Messerschmitt bf 109 e 110, gli svedesi Saab 18 e 21 e gli italiani Fiat G55, il Macchi MC 205 e il Reggiane Re 2005.