Il carro armato medio M14/41 fu una delle principali evoluzioni dell’industria bellica italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Introdotto nel 1941 come miglioramento del precedente M13/40, l’M14/41 si trovò a operare principalmente sul fronte nordafricano, dove però le sue prestazioni non riuscirono a tenere il passo con i più moderni veicoli corazzati avversari.
Sviluppo e Produzione
L’M14/41 nacque come risposta alle carenze riscontrate nel modello M13/40, principalmente in termini di potenza del motore e piccoli difetti strutturali. Il nuovo carro venne equipaggiato con un motore diesel Fiat-SPA 15T da 145 CV, che ne migliorò le prestazioni, specialmente in ambienti desertici dove la necessità di affidabilità e durata era cruciale. La produzione iniziò nel 1941 e si concluse con circa 695 unità prodotte, a cui si aggiunsero 34 esemplari della versione Centro Radio.
L’M14/41 condivideva molte caratteristiche con il suo predecessore, ma includeva miglioramenti che riguardavano l’impianto elettrico, la disposizione degli accessori e la struttura delle griglie del radiatore. Tuttavia, il carro soffrì ancora di limiti progettuali che ne penalizzarono l’efficacia contro i carri alleati, più avanzati e meglio armati.
Caratteristiche Tecniche
Struttura e Corazzatura
Lo scafo dell’M14/41 era costruito con pannelli d’acciaio rivettati, con uno spessore della corazzatura che variava dai 6 mm ai 42 mm. Sebbene fosse sufficiente a proteggere l’equipaggio da armi leggere e schegge, la corazzatura si rivelò inadeguata contro i cannoni anticarro nemici.
Armamento
L’armamento principale era costituito dal cannone da 47/32 Mod. 1935, montato in una torretta girevole. Questo pezzo d’artiglieria, pur adeguato per combattere veicoli leggeri, si dimostrò inefficace contro i carri più pesanti come l’M4 Sherman. Il carro era inoltre dotato di tre mitragliatrici Breda Mod. 38: una coassiale al cannone, due montate in casamatta e una quarta opzionale sul tetto per il tiro antiaereo.
Propulsione e Prestazioni
Il motore diesel Fiat-SPA 15T, a 8 cilindri e con una cilindrata di 11.980 cm³, erogava 145 CV a 1.900 giri/min. Questa configurazione permetteva al carro una velocità massima di circa 32 km/h su strada e un’autonomia di 200 km. Nonostante fosse un miglioramento rispetto all’M13/40, il peso maggiore dell’M14/41 ridusse l’agilità del veicolo, penalizzandolo nelle manovre rapide.
Equipaggio
L’equipaggio era composto da quattro uomini: comandante, cannoniere, servente e pilota. La disposizione degli interni, simile a quella dell’M13/40, risultò angusta e poco funzionale, influenzando negativamente l’efficienza operativa del carro.
Impiego Operativo
Fronte Nordafricano
L’M14/41 venne schierato principalmente nel teatro nordafricano, dove le condizioni ambientali estreme misero a dura prova i mezzi meccanici. I primi reparti a riceverlo furono quelli appartenenti alla 133ª Divisione Corazzata “Littorio” e alla Divisione Corazzata “Ariete”. Il carro prese parte a tutte le principali battaglie della campagna, inclusa la seconda battaglia di El Alamein.
Nonostante il motore migliorato e alcune modifiche progettuali, l’M14/41 si dimostrò insufficiente contro i carri alleati, sia in termini di potenza di fuoco che di protezione. La sua vulnerabilità ai cannoni anticarro britannici e americani rese difficile il suo impiego in ruoli offensivi.
Utilizzo in Italia e nell’Esercito Repubblicano
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, alcuni M14/41 furono catturati e utilizzati dalla Wehrmacht con la denominazione Panzerkampfwagen M14/41 736(i). Altri esemplari furono impiegati dall’Esercito Nazionale Repubblicano nella lotta antipartigiana. In uno degli ultimi episodi bellici che coinvolse il carro, due M14/41 e due semoventi L40 del Gruppo “Leonessa” opposero resistenza alle truppe americane alle porte di Piacenza il 26 aprile 1945.
L’M14/41 rappresenta un esempio delle difficoltà incontrate dall’industria bellica italiana nel produrre mezzi corazzati competitivi durante la Seconda Guerra Mondiale. Sebbene il carro offrisse miglioramenti rispetto all’M13/40, le sue prestazioni rimasero inferiori rispetto ai veicoli corazzati degli Alleati, evidenziando l’arretratezza tecnologica e industriale dell’Italia del tempo. Nonostante ciò, l’M14/41 contribuì in maniera significativa alla storia militare italiana, lasciando un’eredità di lezioni preziose per lo sviluppo di futuri veicoli corazzati.
Varianti e Versioni Specializzate dell’M14/41
- M14/41 Centro Radio: Questa variante, progettata per il coordinamento delle unità corazzate, era equipaggiata con una radio RF2 CA aggiuntiva e montava antenne abbattibili sul lato sinistro dello scafo. Ne furono prodotti 34 esemplari, distribuiti in ragione di due per ogni comando di battaglione.
- Carro Comando Semoventi M41: Derivato dall’M14/41, questo veicolo eliminava la torretta per installare una Breda Mod. 31 da 13,2 mm in casamatta. Equipaggiato con due radio RF1 CA e RF3 M2, era assegnato ai gruppi semoventi per compiti di comando.
Informazioni aggiuntive
- Nome e tipo: Carro armato M14/41
- Anno: 1941
- Produzione: 752
- Motore:
Fiat SPA 15T M.41 diesel, 8 cilindri a V, 11980 cm³
- Potenza motore (hp): 145
- Lunghezza m.: 4.91
- Larghezza m.: 2.28
- Altezza m.: 2.37
- Peso t.: 14.1
- Velocità su strada Km/h: 35
- Autonomia Km.: 200
- Armamento:
1 x cannone da 47/32 Mod. 39 con 87 colpi, 3-4 x mitragliatrici Breda cal. 8 mm con 2592 colpi
- Corazzatura max mm.: 42
- Equipaggio: 4
- Bibliografia – Riferimenti:
- Bruno Benvenuti, Fulvio Miglia: Guida ai carri armati ISBN 8804177799
- Miller, David Illustrated Directory of Tanks and Fighting Vehicles: From World War I to the Present Day. Zenith Press. ISBN 0-7603-0892-6.
- Tank AFV
- Tank-hunter