La guerra nei cieli dell’Occidente era caratterizzata all’inizio dall’estrema prudenza delle due parti. Né la Luftwaffe né la Royal Air Force potevano sganciare bombe sul territorio nemico nell’autunno e inverno del 1939. I tedeschi speravano in un ripensamento inglese mentre questi ultimi non si sentivano ancora abbastanza forti per iniziare la battaglia nei cieli. L’unico obbiettivo d’attacco concesso era rappresentato dalle navi da guerra nemiche.
Agli inizi della guerra non si avverano le grandi speranze riposte nei caccia e nei bombardieri da picchiata, di cui si credeva che sarebbero stati capaci di ripulire il mare dalla flotta nemica. Le cause vanno ricercate nelle avverse condizioni meteorologiche, nella scarsa esperienza degli equipaggi dei bombardieri nel volo sul mare, nella ricerca, nel riconoscimento e nell’attacco delle forze navali. La valutazione dei risultati raggiunti era oltremodo esagerata.
La prima grande battaglia aerea della guerra, avvenuta il 18 dicembre 1939 sulla Baia Tedesca, dimostrò che i bombardieri non scortati dovevano avere la peggio nei confronti dei caccia dell’avversario. Ciò valeva per entrambe le parti e così i bombardieri spostarono i loro attacchi alle ore notturne, nonostante le minori possibilità di tiro esatto. Una gran parte delle distruzioni di costruzioni non militari, in una fase più avanzata della guerra, è dovuta a questo fatto.
Il balzo contro la Norvegia, compiuto il 9 aprile 1940, rappresentava un grosso rischio per il supremo comando militare tedesco. Il successo o l’insuccesso era condizionato dalla capacità della marina e della Luftwaffe di occupare con un colpo di mano i punti più importanti della costa e gli aeroporti. Il primo grande “ponte aereo” del mondo era formato da circa 500 aerei da trasporto ed era la prima volta che i soldati “piovvero dal cielo” . Il segreto della nuova arma dei paracadutisti era stato reso di dominio pubblico.
Informazioni aggiuntive
- Data di inizio: 21 Aprile 1944
- Data fine: 29 Aprile 1944
- Teatro: Europa Occidentale
- Bibliografia – Riferimenti: