Heinrich Bär: l'asso ribelle della Luftwaffe con 220 vittorie

Heinrich Bär

di redazione
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Heinrich Bär

Heinrich “Pritzl” Bär, nato il 25 maggio 1913 a Sommerfeld in Sassonia e scomparso il 28 aprile 1957 in un incidente di volo a Braunschweig, è stato uno dei più grandi assi dell’aviazione tedesca nella seconda guerra mondiale. Con 220 vittorie aeree confermate in oltre 1000 missioni di combattimento, di cui 16 a bordo del rivoluzionario caccia a reazione Messerschmitt Me 262, Bär si colloca all’ottavo posto nella classifica degli assi di tutti i tempi e al secondo tra i piloti della Luftwaffe sul fronte occidentale, alle spalle del solo Hans-Joachim Marseille.

Dai campi alla cabina di pilotaggio

Figlio di agricoltori, il giovane Heinrich cresce sognando il volo ma, per le ristrettezze economiche dovute alla Grande Depressione, non può permettersi il brevetto da pilota civile. Nel 1934 si arruola nell’esercito come meccanico, per poi passare l’anno seguente alla neonata Luftwaffe. Qui riesce finalmente a ottenere l’ambito brevetto e a farsi addestrare come pilota da caccia.

Nel settembre 1939, allo scoppio della guerra, il sergente Bär è assegnato al I gruppo dello Jagdgeschwader 51 (JG 51) schierato sulla frontiera francese. Il 25 settembre ottiene la sua prima vittoria a spese di un Curtiss Hawk 75, meritandosi la Croce di Ferro di seconda classe. Durante la campagna di Francia e la battaglia d’Inghilterra aumenta il suo score, venendo promosso tenente e venendo abbattuto in mare dopo un duello con uno Spitfire. In queste circostanze emerge già il suo carattere fiero e insofferente all’autorità che gli procurerà non pochi attriti con i superiori. Quando venne recuperato dal canale della Manica Göring volle incontrarlo e gli chiese a cosa stesse pensando mentre era in mare. Senza un attimo di esitazione Bär rispose: “al vostro discorso Herr Reichmarschall, quando avete detto che l’Inghilterra non è più un’isola”.

Trasferito a est

Nel giugno 1941, alla vigilia dell’invasione dell’URSS (Operazione Barbarossa), Bär e il suo JG 51 vengono trasferiti sul fronte orientale. Qui l’asso tedesco trova un terreno di caccia ideale contro un nemico che dispone di aerei inferiori e piloti meno addestrati. Il 30 giugno, in un’unica giornata, abbatte 5 velivoli sovietici portando a 22 il suo totale.

Il 2 luglio 1941, con già 27 vittorie all’attivo, Bär viene insignito della Croce di Cavaliere. Un mese dopo, viene nominato comandante della 12ª squadriglia del JG 51. A fine anno il suo score è salito a 60, che gli valgono il 14 agosto le Fronde di Quercia da apporre sulla Croce di Cavaliere. Il 31 agosto viene abbattuto dalla contraerea sovietica 50 km dietro le linee nemiche: benché ferito, riesce a sottrarsi alla cattura e a rientrare dopo due giorni nascondendosi.

Trasferimenti e attriti

Promosso capitano, nel gennaio 1942 Bär diviene comandante del III gruppo del JG 51. Il 16 febbraio, con 90 vittorie all’attivo, riceve le Spade da aggiungere alla Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, 21° soldato tedesco a ottenere questa altissima onorificenza. A maggio passa al comando del I gruppo dello Jagdgeschwader 77 del colonnello Gordon Gollob, impegnato sui cieli di Kerch, in Crimea, nel quadro dell’offensiva tedesca nel Caucaso.

Il carattere ribelle di Bär, insofferente alla ferrea disciplina imposta da Gollob, sfocia in un’accesa rivalità tra i due assi e comandanti. Ma ciò non impedisce a “Pritzl” di continuare la sua serie di vittorie: il 19 maggio diventa “asso in un giorno” con 5 caccia sovietici abbattuti che lo portano quota 103 vittorie, 9° pilota della Luftwaffe a superare la tripla cifra.

Nel giugno 1942, il JG 77 viene trasferito nel Mediterraneo per contrastare i bombardamenti su Malta e supportare l’offensiva di Rommel in Africa. Sulla Sicilia, Bär fa conoscenza con il famoso asso Adolf Galland di cui diventa amico e futuro sodale nel criticare la condotta della guerra aerea da parte dei vertici. In Tunisia, nel febbraio 1943 il capitano Bär inanella una serie di 5 doppi “assi in un giorno” che fanno lievitare il suo score: 149 vittorie individuali al 25 gennaio, 155 a fine mese.

Il generale von Arnim, comandante dell’armata tedesca in Africa, lo propone per la massima onorificenza: la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti. Ma Göring rifiuta, pare per via della sua insofferenza all’accento sassone e alla personalità indisciplinata di Bär. Questi, provato dai continui combattimenti, da febbraio accusa un esaurimento psicofisico che lo porta a scontri sempre più accesi con i superiori, Göring compreso. A metà 1943, dopo aspri litigi col nuovo comandante dello JG 77 Johannes Steinhoff, Bär viene trasferito in Francia “per codardia di fronte al nemico” e degradato: un’onta che non dimenticherà.

Riabilitazione sul fronte interno

Nel gennaio 1944, grazie all’intercessione di Galland, Bär viene riassegnato come semplice gregario allo Jagdgeschwader 1 (JG 1) a difesa del Reich. Il comandante Walter Oesau lo ammonisce che non avrà incarichi di comando, per ordine di Göring. “In aria sarò comandante del mio aereo” ribatte Bär, che comunque il 19 febbraio viene promosso caposquadriglia.

Volando sul caccia Focke-Wulf Fw 190, Bär torna a collezionare vittorie contro bombardieri e caccia di scorta americani: il 22 aprile 1944 abbatte un B-24 Liberator raggiungendo le 200 vittorie, terzo pilota a tagliare questo traguardo. Ormai pienamente riabilitato, a maggio viene nominato comandante ad interim del JG 1 e a giugno del Jagdgeschwader 3 (JG 3). L’anno si chiude con il suo score salito a 203.

L’ultima sfida: il Messerschmitt Me 262

Nel 1945, Bär viene assegnato al reparto sperimentale Ergänzungs-Jagdgeschwader (EJG 2) per testare il nuovissimo caccia a reazione Me 262. Ai comandi di questo rivoluzionario ma problematico aereo, l’asso tedesco abbatte altri 13 velivoli, portando il totale a 216. In aprile passa al comando dello Jagdverband 44 (JV 44), l’unità scelta di “esperti del jet” guidata da Galland, che Bär rimpiazza quando l’amico viene ferito.

Gli ultimi giorni della guerra vedono come protagoniste le diatribe tra Bär, sempre fedele a Galland che vuole arrendersi agli americani, e gli altri comandanti che intimano di continuare a combattere spostandosi a Praga. Con la consueta dose di insubordinazione, Bär rifiuta ripetutamente di eseguire questi ordini. Il 4 maggio, mentre il Terzo Reich è ormai in agonia, raduna per l’ultima volta i piloti del JV 44 ordinando loro di distruggere i rimanenti Me 262 prima della resa e dell’inevitabile interrogatorio da parte dei vincitori.

Una vita per il volo

Congedatosi con 220 vittorie ufficiali (forse 222), di cui 124 contro angloamericani (secondo solo a Marseille), 96 a est e 16 sui jet, Bär si stabilisce a Braunschweig nella Germania Ovest. Qui può finalmente coronare il suo sogno di volare in ambito civile, come istruttore, consulente e collaudatore. Ma la sua vita avventurosa si conclude prematuramente il 28 aprile 1957, a soli 43 anni, in un banale incidente di volo sul piccolo aereo sperimentale LF-1 Zaunkönig che stava testando.

Indomito in caccia quanto ribelle e insofferente alle regole, spesso al limite dell’insubordinazione, Heinrich “Pritzl” Bär è stato uno dei piloti da caccia più completi e capaci della storia, in grado di accumulare un numero elevatissimo di vittorie su tutti i fronti volando su svariati tipi di aereo, dal biplano Ar 68 al rivoluzionario Me 262 a reazione. Un talento naturale che lo pone di diritto nel ristrettissimo Olimpo degli assi della seconda guerra mondiale.

Informazioni aggiuntive

  • Data di Nascita: 19 Marzo 1919
  • Data morte: 7 Gennaio 1983
  • Vittorie: 220
  • Forza aerea: Luftwaffe
  • Bibliografia – Riferimenti 
     
    • Walter A. Musciano: Messerschmitt Aces Aero Pub. Inc. 1986 ISBN: 0830683798
    • Spick, Mike Luftwaffe Fighter Aces: The Jadgflieger and their Combat Tactics and Techniques. New York: Ivy Books (1996) ISBN 978-0-8041-1696-1.
    • Traces of War
     

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