Hans Philipp: asso della Luftwaffe con 206 vittorie

Hans Philipp

di redazione
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Hans Philipp

Hans Philipp è stato uno dei più grandi assi dell’aviazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. Con 206 vittorie aeree confermate in oltre 500 missioni di combattimento, questo straordinario pilota si guadagnò un posto d’onore nel pantheon degli aviatori. La sua aggressività, il suo acume tattico e la sua leadership carismatica lo resero un eroe nazionale e un modello per i commilitoni. Eppure la sua vita, così come la sua morte, furono all’insegna della solitudine e dell’abnegazione.

Origini umili e vocazione al volo

Hans Philipp nacque il 17 marzo 1917 a Meissen, una cittadina della Sassonia affacciata sul fiume Elba. Era il figlio naturale di Alma Philipp, una ragazza madre, e di Leopold Gushurst, un medico che non poté riconoscerlo per non compromettere la propria posizione sociale. Hans crebbe quindi in condizioni economiche precarie, allevato dalla sola madre con grandi sacrifici.

Sin da ragazzo si appassionò al volo e agli aerei. Entrò nella Gioventù Hitleriana dove conseguì i brevetti A e B di aliante. Nel 1935, appena diplomato, colse al volo l’opportunità di entrare nella neonata Luftwaffe, l’aeronautica militare tedesca. Nel 1936 iniziò l’addestramento come pilota da caccia, distinguendosi per talento e determinazione. Promosso sottotenente nel febbraio 1938, venne assegnato allo Jagdgeschwader 76, uno stormo da caccia.

Battesimo del fuoco e prime vittorie

Philipp ottenne la sua prima vittoria aerea il 5 settembre 1939 durante l’invasione della Polonia. Abbatté un caccia PZL P.24 con una manovra così aggressiva da costringere il pilota nemico a lanciarsi prima ancora di essere colpito. Questo stile di combattimento ravvicinato e brutale sarebbe diventato il suo marchio di fabbrica.

Nei mesi successivi, lo JG76 di Philipp prese parte alla campagna di Francia del 1940. Il 1° giugno, appena promosso tenente e nominato caposquadriglia, partecipò alla decisiva battaglia di Dunkerque contro la RAF. Nei duelli a bassa quota sui cieli della Manica, abbatté 4 aerei britannici, guadagnandosi la Croce di Ferro di prima classe.

Temprato nella battaglia d’Inghilterra

Nell’estate del 1940, Philipp e il suo reparto, ora rinominato II/JG54, furono in prima linea nella battaglia d’Inghilterra. Ingaggiarono furiosi combattimenti contro gli Spitfire e gli Hurricane della RAF per assicurare la superiorità aerea in vista dell’invasione. Philipp si confermò un asso implacabile e spietato. Il 27 settembre abbatté 4 caccia nemici in una sola missione. Il 20 ottobre, col suo 20° abbattimento, si guadagnò la Croce di Cavaliere, al momento la seconda onorificenza tedesca più alta.

Ma la battaglia d’Inghilterra fu anche un bagno di sangue per i piloti tedeschi. Philipp perse tra gli altri il suo gregario, abbattuto in fiamme davanti ai suoi occhi senza che lui potesse fare nulla. Questi lutti lasciarono un segno indelebile nel suo animo. Capì che solo nervi d’acciaio, cinismo e fortuna potevano tener vivo un pilota da caccia.

Tempesta all’est

Nel 1941 il JG54 di Philipp venne trasferito sul fronte orientale in vista dell’operazione Barbarossa, l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica. Qui Hans si trovò a combattere un nemico numericamente molto superiore ma tecnicamente inferiore. Contro i primitivi I-16 e LaGG-3 sovietici, i suoi Messerschmitt Bf109F erano quasi invincibili. Philipp ne approfittò per macinare vittorie su vittorie.

Il 4 luglio 1941 divenne “asso in un giorno” abbattendo 5 aerei russi. Per questo il suo nome venne citato per la prima volta nel bollettino radio delle forze armate tedesche. Il 24 agosto, con la 64ª vittoria, ricevette le Fronde di Quercia da aggiungere alla Croce di Cavaliere. Era il 33° militare tedesco a ottenere questo rarissimo riconoscimento, consegnato personalmente da Hitler nel suo quartier generale.

Philipp si confermò anche un leader carismatico. Il 17 febbraio 1942 assunse il comando del I gruppo del JG54, ribattezzato “Karaya” dal suo grido di battaglia. Sotto la sua guida, il reparto si trasformò in una micidiale unità d’assalto, specializzata in attacchi a bassa quota contro aerei ed obiettivi terrestri. Philipp predicava sempre con l’esempio, guidando i suoi piloti dalle prime file.

Il 12 marzo 1942, con l’86ª vittoria, divenne il primo pilota del JG54 a ricevere le Spade, terza massima decorazione tedesca. Il 31 marzo superò quota 100 abbattimenti, quarto pilota nella storia a riuscirci. Nei mesi successivi il suo score continuò a salire vertiginosamente. Il 26 giugno fu “asso in un giorno” per la terza volta. Il 14 gennaio 1943 arrivò a 150 vittorie. Il 17 marzo, giorno del suo 26° compleanno, superò quota 200, secondo solo a Hermann Graf.

La furia dei Focke-Wulf

Nel febbraio 1943 la Karaya di Philipp ricevette i nuovi caccia Focke-Wulf 190A. Erano aerei veloci, potentemente armati e ben protetti, perfetti per le tattiche super aggressive di Philipp e dei suoi “mastini”. Con queste macchine infernali dominarono i cieli di Leningrado e del Baltico per tutta la primavera e l’estate, abbattendo decine di aerei nemici.

Ma la guerra aerea stava cambiando. I raid dei bombardieri americani sulla Germania si facevano sempre più devastanti. Per arginarli, nell’aprile 1943 Philipp venne richiamato in patria e promosso colonnello con l’incarico di comandare lo Jagdgeschwader 1, uno stormo di caccia d’élite incaricato della difesa del Reich.

Era una responsabilità tremenda. Le fortezze volanti americane B-17 erano bersagli durissimi, difesi da migliaia di mitragliatrici e da nugoli di caccia. Per abbatterle bisognava attaccarle frontalmente a distanza ravvicinata, rischiando la vita ad ogni attacco. Philipp, coi suoi 206 abbattimenti, era il più abile ed esperto. Ma era anche conscio che molti dei suoi giovani piloti non sarebbero tornati.

L’ultima battaglia

L’8 ottobre 1943 156 B-17 americani scortati da 250 caccia P-47 Thunderbolt attaccarono in forze Brema. I caccia dello JG1 di Philipp si levarono per intercettarli. Nello scontro che seguì, un duello mortale nei cieli della Bassa Sassonia, Philipp abbatté un B-17 e un P-47. Ma subito dopo venne a sua volta colpito dal fuoco difensivo dei bombardieri.

Con l’aereo in fiamme e ormai spacciato, Philipp gridò via radio un ultimo disperato ordine al suo gregario Reinhardt: “Attacca!”. Poi si lanciò col paracadute. Ma era troppo basso. Il paracadute non fece in tempo ad aprirsi e Philipp si schiantò al suolo nei pressi di Hardenberg. Aveva solo 26 anni. Il suo corpo venne ritrovato il giorno dopo, dilaniato.

La notizia della morte di Philipp scosse la Germania. Il bollettino della Wehrmacht gli rese omaggio. I funerali a Meissen furono un evento di stato, con le massime autorità militari e del partito a rendere onore alla salma.

Hans Philipp rimane una delle figure più affascinanti e controverse dell’aviazione della seconda guerra mondiale. Con 206 vittorie aeree in oltre 500 missioni, fu il sesto asso più grande della Luftwaffe e uno dei suoi comandanti più carismatici. La sua storia è quella di un uomo che inseguì un sogno di gloria personale e poi si ritrovò schiacciato dagli ingranaggi di una guerra totale. Un eroe maledetto, più vittima che carnefice.

Informazioni aggiuntive

  • Data di Nascita: 19 Marzo 1919
  • Data morte: 7 Gennaio 1983
  • Vittorie: 206
  • Forza aerea: Luftwaffe
  • Bibliografia – Riferimenti 
     
    • Walter A. Musciano: Messerschmitt Aces Aero Pub. Inc. 1986 ISBN: 0830683798
    • Spick, Mike Luftwaffe Fighter Aces: The Jadgflieger and their Combat Tactics and Techniques. New York: Ivy Books (1996) ISBN 978-0-8041-1696-1.
    • Military History Fandom
    • Traces of War
     

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