Westland Lysander: tuttofare della Royal Air Force

Westland Lysander

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento: 540 letture totali

Il progetto di questo aereo da collegamento, concepito a metà degli anni trenta, si dimostrò talmente valido che l’apparecchio rimase in servizio per tutta la durata del conflitto.

Il termine “collegamento”, nel caso del Lysander, comprende in realtà la capacità di assolvere i compiti più disparati, dalla ricognizione alla direzione del tiro d’ artiglieria, al soccorso; alcuni aerei vennero persino usati in combattimenti aerei e come bombardieri, ma la dote principale di questo aereo era la capacità di effettuare decolli e atterraggi eccezionalmente corti, e questa veniva sfruttata nell’insolito compito del trasporto di spie in territorio nemico.

Il Lysander è un monoplano monomotore ad ala alta, struttura metallica e rivestimento in tela, con carrello fisso e motore raffreddato ad aria. Complessivamente furono costruiti 1.786 Lysander compresi 225 esemplari costruiti su licenza in Canada alla fine degli anni trenta.

Il Westland Lysander è stato un aereo da cooperazione con l’esercito e da collegamento britannico prodotto dalla Westland Aircraft. Entrò in servizio poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e, sebbene divenuto presto obsoleto nel suo ruolo principale, si dimostrò prezioso per le missioni clandestine dietro le linee nemiche grazie alle sue caratteristiche di decollo e atterraggio corti (STOL).

Lysander Mk.IIIA in volo sul Madagascar
Lysander Mk.IIIA in volo sul Madagascar

Sviluppo e tecnica

Le origini del Lysander risalgono al 1934, quando l’Air Ministry emise la specifica A.39/34 per un aereo da cooperazione con l’esercito in sostituzione dell’Hawker Hector. Il progetto vincente fu quello della Westland, designato P.8, frutto del lavoro dell’ingegner Arthur Davenport sotto la direzione di “Teddy” Petter.

Petter dedicò molto tempo a intervistare i piloti della RAF per capire cosa si aspettassero da un simile velivolo. Emerse che caratteristiche STOL, buona visibilità e manovrabilità a bassa velocità erano i requisiti principali. Davenport e Petter disegnarono quindi un aereo che li incorporasse.

Il risultato fu un velivolo dall’aspetto inconsueto, monomotore, monoplano ad ala alta a parasole con impennaggi tradizionali in coda. Il carrello fisso aveva una configurazione tricicla posteriore insolita, con le ruote principali montate su un castello tubolare che fungeva anche da supporto per le aste dei flap.

Nonostante l’aspetto antiquato, il Lysander era aerodinamicamente avanzato, dotato di ipersostentatori automatici sul bordo d’attacco e d’uscita, nonché di un piano di coda a incidenza variabile. Questo gli conferiva una velocità di stallo di appena 105 km/h.

Le ali avevano longheroni di legno e centine metalliche rivestite in compensato. Il motore, un Bristol Mercury radiale da 870 CV, era montato sul muso e azionava un’elica tripala metallica.

Il pilota sedeva sotto un tettuccio vetrato che offriva un’eccellente visibilità, fondamentale per le missioni di ricognizione e osservazione del tiro di artiglieria. Dietro di lui c’era un secondo abitacolo per l’osservatore, dotato di apparecchiature radio e, nelle versioni da collegamento, di una mitragliatrice brandeggiabile.

L’armamento comprendeva anche due mitragliatrici fisse in caccia e agganci sotto le ali per un massimo di 227 kg di bombe. Nelle versioni da collegamento furono introdotte modifiche per facilitare il trasporto e lo sbarco di agenti dietro le linee, come una scaletta sul lato sinistro della fusoliera.

Impiego operativo

I primi Lysander entrarono in servizio nel giugno 1938 con la RAF, assegnati a squadriglie da cooperazione con l’esercito. All’inizio venivano usati per il lancio di messaggi e l’osservazione del tiro d’artiglieria. Allo scoppio della guerra furono schierati in Francia con la British Expeditionary Force.

Durante la campagna di Francia del 1940, i Lysander subirono perdite significative ad opera della Luftwaffe nonostante la scorta dei caccia Hurricane. La loro velocità era insufficiente per sfuggire agli intercettori nemici e la mancanza di corazzature li rendeva vulnerabili. In un solo mese ne andarono persi oltre 100.

Divenne chiaro che il Lysander non era più adatto al ruolo di cooperazione, troppo lento per evitare i caccia ma non abbastanza manovrabile per l’osservazione ravvicinata. Fu quindi relegato a compiti ausiliari come pattugliamenti costieri, traino bersagli, soccorso in mare. In prima linea fu sostituito dai caccia convertiti in ricognitori.

Tuttavia, le eccezionali doti STOL del Lysander furono sfruttate per un nuovo e rischioso impiego: le operazioni clandestine di collegamento con la resistenza europea, in particolare in Francia. Nell’agosto 1941 fu formato il No.138 Squadron, una “Special Duty unit” che usava i Lysander Mk.III appositamente modificati.

Questi aerei avevano una scala sul lato sinistro della fusoliera per facilitare l’accesso al secondo abitacolo, che poteva ospitare fino a 3 passeggeri su una panca. Erano verniciati di nero opaco per meglio mimetizzarsi di notte e dotati di un grosso serbatoio ventrale per aumentare l’autonomia.

I Lysander delle squadriglie speciali decollavano di notte, navigando a vista con l’aiuto della luce lunare, per atterrare su improvvisati campi segreti segnalati da torce disposte a terra. Lì caricavano o scaricavano agenti, spie, sabotatori, capi della resistenza, sfuggendo spesso ai pattugliamenti nemici grazie alla loro manovrabilità.

Altrettanto importante era il recupero di personale alleato, come piloti abbattuti che erano riusciti a evadere dietro le linee. A volte il Lysander doveva ripartire in condizioni di sovraccarico, non di rado sotto il fuoco nemico.

Fino alla liberazione della Francia nel 1944, i valorosi equipaggi delle Squadriglie Speciali 138 e 161 portarono a termine centinaia di missioni di questo tipo, trasportando un totale di 101 agenti in territorio occupato e recuperandone 128 usando i Lysander.

Sul fronte dei Burma, dal 1944 anche la No.357 Squadron impiegò alcuni Lysander appositamente attrezzati per infiltrare agenti dietro le linee giapponesi, in appoggio alle operazioni della 14ª Armata britannica.

Oltre che dalla RAF, il Lysander fu impiegato anche dalle Forces Aériennes Françaises Libres (FAFL), l’aeronautica della Francia Libera. Il Groupe Mixte de Combat 1, formato a Odiham nell’agosto 1940, operò con questi aerei in Africa e Medio Oriente prima di essere riequipaggiato.

I Lysander prestarono servizio pure con la RCAF canadese, che ne produsse 225 su licenza. Furono usati per la cooperazione con l’esercito e dal 1940 anche in funzione anti-sommergibile e soccorso, con vistose strisce giallo-nere. Nel 1944 furono ritirati dalla prima linea.

Altri utilizzatori del Lysander furono Finlandia (13 esemplari), Irlanda (6), Turchia (36), Portogallo (8), Egitto (20) e India britannica (22). Gli egiziani li impiegarono contro Israele nella guerra arabo-israeliana del 1948, l’ultimo impiego bellico di questo aereo.

In totale furono costruiti 1786 Lysander, inclusi alcuni negli stabilimenti canadesi della National Steel Car. Non eccelse mai nel ruolo per cui era stato progettato, ma si guadagnò il rispetto degli equipaggi per la robustezza, l’affidabilità e l’utilità nelle missioni più rischiose della guerra segreta.

Oggi ne sopravvivono una ventina di esemplari in musei di vari paesi. Stanno a testimoniare il coraggio di quegli uomini che sfidarono il buio e la morte per portare un barlume di speranza nell’Europa sotto il giogo nazista, a bordo di un aereo così poco appariscente eppure così straordinario.

Lysander Mk II
Lysander Mk II

Principali varianti del Westland Lysander

  • Lysander Mk I: versione con motore Bristol Mercury XII radiale da 890 cavalli, armata con due mitragliatrici Browning da 7.7mm in caccia e una mitragliatrice Lewis o Vickers dello stesso calibro brandeggiabile in posizione difensiva nella parte posteriore della cabina. Poteva trasportare 227 chili di bombe e nella parte posteriore della fusoliera aveva attacchi per portare 4 bombe da 9 Kg
  • Lysander TT Mk I: designazione assegnata agli esemplari Mk I convertiti al traino bersagli per addestramento
  • Lysander Mk II: versione con motore Bristol Perseus XII, radiale con valvole a fodero da 905 cavalli
  • Lysander TT Mk II: designazione assegnata agli esemplari Mk II convertiti al traino bersagli per addestramento
  • Lysander Mk III: motore Bristol Mercury XX o XXX, radiale da 870 cavalli, due mitragliatrici binate nella postazione difensiva. Ne vennero costruiti 350, consegnati ai reparti a partire dal luglio 1940
  • Lysander Mk IIIA: versione simile alla Mk I ma con motore Bristol Mercury XX e due mitragliatrici da 7.7mm nella postazione difensiva posteriore
  • Lysander Mk III SCW: la sigla indica Special Contract Westland, versione specializzata per trasporto di agenti in operazioni clandestine, priva di armamento e dotata di un serbatoio supplementare da 150 galloni e una scaletta esterna, fissa, sul lato della fusoliera
  • Lysander TT Mk III: designazione assegnata agli esemplari Mk III convertiti al traino bersagli per addestramento
  • Lysander TT Mk IIIA: 100 esemplari costruiti espressamente per il traino bersagli
  • P.12 Lysander Delanne: designazione assegnata ad un Lysander II in cui venne sperimentata una torretta armata con 4 mitragliatrici, una soluzione simile al Bolton Paul Defiant o al Blackburn Roc. L’aereo manteneva la stessa ala ma per eliminare la deriva di coda utilizzava un doppio impennaggio Delanne
  • Senza nome: nel corso del 1940 almeno un esemplare venne armato con cannoni da 20mm al posto delle mitragliatrici da 7.7mm in posizione fissa. La versione era pensata per l’attacco al suolo contro le truppe tedesche che sembrano pronte all’invasione della Gran Bretagna.

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Gran Bretagna
  • Modello: Westland Lysander Mk. I
  • Costruttore: Westland Aircraft Ltd.
  • Tipo: Collegamento
  • Motore:

    Bristol Merkury XII, radiale a 9 cilindri, raffreddato ad aria da 890 HP.

  • Anno: 1938
  • Apertura alare m.: 15.24
  • Lunghezza m.: 9.29
  • Altezza m.: 3.50
  • Peso al decollo Kg.: 2.685
  • Velocità massima Km/h: 369 a 3.000 m.
  • Quota massima operativa m.: 7.900
  • Autonomia Km: 965 
  • Armamento difensivo:

    3 mitragliatrici

     

  • Equipaggio: 2
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

Articoli correlati

Lascia un commento