Insieme all’Hampden e al Whitley il Vickers Wellington costituì l’ossatura del Bomber Command fino al sopraggiungere dei bombardieri quadrimotore.
Anche se il suo compito fondamentale rimase sempre il bombardamento, vennero realizzate varianti espressamente concepite per il trasporto e la guerra sul mare, ovvero ricognizione, pattugliamento antisommergibile e posa di mine.
Già dalle prime varianti di produzione il Wellington dimostrò le sue buone caratteristiche di autonomia e di capacità di carico; l’impiego bellico dimostrò anche che il Wimpey (questo uno dei soprannomi dell’aereo più diffusi tra gli equipaggi) era un buon “incassatore”, rimanendo in condizione di volare anche dopo aver subito gravi danni.
Nel teatro europeo il Wellington svolse principalmente il ruolo di bombardiere notturno, dato che le pesanti perdite subite dal Bomber Command in alcuni raid diurni avevano presto convinto le autorità della R.A.F. che le uniche incursioni in territorio nemico, in mancanza di un caccia di scorta di elevata autonomia, avrebbero avuto successo soltanto di notte, ma la carriera operativa di questo bimotore si estese anche ad altri teatri in cui la minore opposizione nemica permetteva di operare con un tasso di perdite accettabile anche di giorno.
Il Wellington è un bombardiere bimotore ad ala media, propulso da due motori radiali od in linea a seconda delle versioni. Ha una struttura metallica con rivestimento in tela.
In totale furono costruiti 11.461 Wellington, sommando tutte le versioni, i prototipi e le varianti sperimentali.
Il Vickers Wellington fu un bombardiere medio bimotore ad ampio raggio, progettato e prodotto dalla Vickers-Armstrongs nella seconda metà degli anni ’30. Caratterizzato dalla innovativa struttura geodetica brevettata da Barnes Wallis, il Wellington fu il principale notturno della RAF nelle fasi iniziali della Seconda Guerra Mondiale, distinguendosi per la robustezza e l’ampia autonomia. Rimase in servizio per l’intera durata del conflitto, ricoprendo anche ruoli di aerosilurante, cacciamine e pattugliatore marittimo.
Genesi e sviluppo
Le origini del Wellington risalgono all’ottobre 1932, quando l’Air Ministry emise la specifica B.9/32 per un bombardiere diurno bimotore di nuova generazione. La Vickers rispose con il progetto Type 271, caratterizzato dalla fusoliera profonda, dall’ala ad alto allungamento e dalla struttura geodetica in tubi di duralluminio introdotta da Barnes Wallis.
La struttura geodetica, ispirata agli studi di Wallis sui dirigibili, si basava su un reticolo di elementi tubolari saldati a formare un guscio autoportante, anziché l’usuale scheletro a traliccio. I vantaggi erano la grande resistenza, la leggerezza e la facilità di riparazione, grazie alla distribuzione dei carichi. I test confermarono che la cellula poteva sopportare carichi pari a 11 volte quelli previsti.
Il primo prototipo del Wellington, inizialmente noto come Crecy, volò il 15 giugno 1936 equipaggiato con due radiali Bristol Pegasus X da 915 CV. Nonostante alcuni problemi di stabilità, le prove evidenziarono le qualità del progetto, tanto che già nell’agosto 1936 la RAF ordinò 180 esemplari “sulla carta”. La produzione fu avviata nel 1937 negli stabilimenti Vickers di Weybridge e nelle officine di Gloster e Armstrong Whitworth.
Gli esemplari di serie, designati Wellington Mk I, introdussero numerosi miglioramenti tra cui cabina di pilotaggio allungata, impennaggi ingranditi, eliche a passo variabile e motorizzazione potenziata con i Pegasus XVIII da 1050 CV.
Tecnica
Il Vickers Wellington era un monoplano ad ala media di costruzione interamente metallica. L’ala, montata a sbalzo e fortemente rastremata, adottava il profilo biconvesso tipico dei bombardieri dell’epoca. Il carrello principale, a gambe indipendenti con ruote carenate, rientrava nelle gondole motore. Il ruotino di coda era orientabile.
La fusoliera aveva sezione ovale e struttura geodetica, composta da 1650 elementi tubolari in duralluminio saldati a costituire un guscio autoportante, irrigidito da correnti longitudinali e rivestito in tela. L’equipaggio di 5 persone comprendeva pilota e secondo pilota in fusoliera, navigatore/puntatore nel muso vetrato, marconista e mitragliere in torretta caudale.
La propulsione dei Wellington Mk I e IA era affidata a una coppia di radiali Bristol Pegasus XVIII a 9 cilindri raffreddati ad aria, capaci di 1050 CV al decollo. Azionavano eliche tripala metalliche de Havilland a passo variabile. I serbatoi di carburante erano alloggiati nella sezione centrale dell’ala. A partire dal 1941 fu introdotto il Pegasus XX da 1145 CV.
L’armamento difensivo iniziale comprendeva due torrette Vickers con due mitragliatrici da 7,7 mm, una dorsale anteriore e una posteriore (caudale), integrate da postazioni laterali. Le poco efficaci torrette originali furono presto sostituite dalle elettroidrauliche Nash & Thomson FN5 e FN50 e le armi portate a 8, aumentando il volume di fuoco.
L’armamento offensivo era alloggiato nella stiva bombe ventrale ed era costituito da un massimo di 4500 lb (2040 kg) di ordigni, in genere 9 bombe da 500 lb (227 kg) o 6 da 250 lb (113 kg). Gli esemplari della Coastal Command destinati al pattugliamento marittimo imbarcavano bombe di profondità, mine, siluri o razzi.
Impiego operativo
Il Wellington entrò in servizio nel novembre 1938 con il No.9 Squadron della RAF a Honington. Allo scoppio della guerra nel settembre 1939, equipaggiava già 6 squadron da bombardamento diurno del Bomber Command. La sua prima azione fu un infruttuoso attacco al naviglio tedesco a Brunsbüttel il 4 settembre 1939, in cui andarono persi due aerei.
La vulnerabilità ai caccia diurni emerse drammaticamente il 18 dicembre 1939, quando durante un’incursione sulla base navale di Wilhelmshaven 10 Wellington su 22 furono abbattuti dai Bf 110 tedeschi. Da allora le missioni furono limitate alle ore notturne, per le quali il Wellington si rivelò molto più adatto grazie all’ampia autonomia e al carico bellico.
Durante il Blitz nazista sulla Gran Bretagna, da settembre 1940 a maggio 1941, i Wellington effettuarono circa 1000 incursioni sulle città tedesche, con punte di 100-150 velivoli per notte. La prima missione su Berlino avvenne nella notte del 25 agosto 1940.
Fu in queste incursioni che la struttura geodetica dimostrò i suoi vantaggi, consentendo a numerosi equipaggi di rientrare con danni pazzeschi. Celebre il caso del sergente James Ward che ricevette la Victoria Cross per aver domato a mani nude un incendio sul suo Wellington durante un’incursione su Münster.
Nel Mediterraneo i Wellington si distinsero sia come bombardieri, partecipando ai primi attacchi su obiettivi italiani dalla Francia, sia come aerosiluranti contro il naviglio dell’Asse. Gli esemplari del No. 38 Squadron di base a Malta affondarono 50.000 tonnellate di naviglio nemico in un anno.
Con l’entrata in servizio dei quadrimotori pesanti Halifax, Lancaster e Stirling, dal 1943 i Wellington furono progressivamente relegati a compiti di seconda linea, pur continuando a operare fino al termine del conflitto in teatri periferici come l’Estremo Oriente.
Negli ultimi anni di guerra i Wellington della Coastal Command diedero un contributo significativo alla battaglia dell’Atlantico, svolgendo missioni di pattugliamento e lotta antisommergibile a protezione dei convogli. Furono anche impiegati per il dragaggio di mine magnetiche grazie a speciali apparecchiature.
In totale i Wellington svolsero oltre 47.400 missioni di guerra con la perdita di 1332 esemplari nel solo Bomber Command. Ne furono prodotti 11.462 in 16 versioni principali, inclusi alcuni esemplari da addestramento e trasporto. Fu l’unico bombardiere della RAF a rimanere in prima linea per l’intero conflitto.
Oggi rimangono solo due Wellington completi in musei britannici, più alcune sezioni sparse nel mondo. Ma la loro immagine, con l’inconfondibile profilo panciuto e le vulnerabili torrette, resta un simbolo del coraggio degli equipaggi della RAF nei giorni più bui della guerra.
Principali varianti del Vickers Wellington
- Versioni da bombardamento
- Type 271: designazione ufficiale del primo prototipo (primo volo 15 giugno 1935)
- Wellington Mk I
- Type 285: aereo di pre-serie con motori Bristol Pegasus X (primo volo 23 dicembre 1937)
- Type 290: versione prodotta in serie con 183 esemplari costruiti in totale, motori Bristol Pegasus XVIII, torrette Vickers e postazione difensiva ventrale retrattile
- Wellington Mk IA
- Type 408: 287 esemplari costruiti in totale, torrette Nash & Thompson e postazione ventrale retrattile
- Wellington Mk IC
- Type 416: versione prodotta in 2.685 esemplari, priva della torretta ventrale e con le due corrispondenti mitragliatrici spostate sui lati della fusoliera. Prima versione equipaggiata per l’atterraggio strumentale (Lorentz beam)
- Type 423: designazione assegnata a esemplari Mk IC modificati per il trasporto dai una bomba da 4.000 lb (1814 Kg)
- Wellington Mk II
- Type 298: prototipo con motori Rolls Royce Merlin X
- Wellington B Mk II
- Type 406: versione prodotta in 400 esemplari, dotata di motori Rolls Royce Merlin
- Wellington Mk III
- Type 299: tre prototipi con motori Bristol Hercules
- Wellington B Mk III
- Type 417: versione con motori Hercules XI, costruita in 1.517 esemplari e dotata di torretta di coda armata con quattro mitragliatrici invece di due
- Wellington Mk IV
- Type 410: prototipo con motori Pratt & Whitney Twin Wasp
- Wellington B Mk IV
- Type 424: versione costruita in 220 esemplari con motori Pratt & Whitney Twin Wasp
- Wellington Mk V
- Type 407: prototipi specializzato per l’impiego ad alta quota, dotato di motori Bristol Hercules VIII, non entrò in produzione
- Type 421: prototipo per l’impiego ad alta quota con motori Bristol Hercules III, i motori dimostrarono uno scarso rendimento e la versione venne abbandonata
- Wellington Mk VI
- Type 432: prototipo utilizzato per provare in volo diverse versioni dei motori Rolls Royce Merlin
- Wellington B Mk VI
- Type 442: versione dotata di motori Rolls Royce Merlin e di sistema di puntamento Sperry, costruita in 63 esemplari. Era una versione specializzata nell’impiego ad alta quota e dotata di cabina pressurizzata
- Wellington B Mk X
- Type 440: dotata di motori Bristol Hercules VI/XVI e prodotta in 3.803 esemplari (versione più prodotta in assoluto)
- Versioni per il Coastal Command
- Wellington GR Mk VIII
- Type 429: versione per la ricognizione marittima, prodotta in serie per 397 unità, propulsa con motori Bristol Pegasus XVIII. Alcuni esemplari erano predisposti per l’impiego antinave ed armati di siluri. 58 esemplari vennero dotati di proiettore Leigh light per la ricerca notturna dei sommergibili
- Wellington GR Mk XI
- Type 458: versione dotata di radar ASV Mk III e motori Bristol Hercules VI/XVI costruita in 180 esemplari
- Wellington GR Mk XII
- Type 455: versione prodotta in 58 esemplari, munita di proiettori Leigh Light, radar ASV Mk III e motori Bristol Hercules VI/XVI. Il radar, montato all’estremità della prua, sostituiva la postazione difensiva dei mitraglieri
- Wellington GR Mk XIII
- Type 466: versione dotata di radar ASV Mk II in fusoliera (manteneva la torretta frontale), armata di siluri e propulsa da motori Bristol Hercules XVI
- Wellington GR Mk XIV
- Type 467: versione simile alla XII ma dotata di motori Hercules XVII
- Wellington GR Mk VIII
- Versioni da trasporto
- Wellington C Mk XV: versione ottenuta dalla conversione di esemplari Mk IA in cui veniva eliminato l’armamento offensivo e difensivo; poteva trasportare 18 soldati equipaggiati
- Wellington C Mk XVI: versione ottenuta dalla conversione di esemplari Mk IC in cui veniva eliminato l’armamento offensivo e difensivo; poteva trasportare 18 soldati equipaggiati
- Versioni da addestramento
- Wellington T Mk XVII
- Type 487: aerei ottenuti dalla conversione di esemplari da bombardamento in aerei da addestramento con radar di intercettazione; dotata di motori Bristol Hercules XVII
- Wellington T Mk XVIII
- Type 490: versione di produzione, propulsa da motori Bristol Hercules XVI e prodotta in 80 esemplari di cui alcuni ottenuti dalla conversione di esemplari da bombardamento
- Wellington T Mk XIX: versione ottenuta dalla conversione di esemplari di Mk X e usata per l’addestramento alla navigazione aerea; alcuni esemplari rimasero in servizio fino al 1953
- Wellington T Mk X
- Type 619: dopo la guerra alcuni esemplari da bombardamento furono convertiti per l’impiego in addestramento, la torretta frontale venne eliminata e tutto l’equipaggiamento interno modificato. Alcuni esemplari vennero venduti alla Francia e alla Grecia
- Wellington T Mk XVII
- Versioni sperimentali
- Type 416: ottenuto dal prototipo del Mk II con un cannone Vickers da 40mm installato in posizione dorsale e dotato di deriva di coda sdoppiata
- Type 418: denominato anche Wellington DWI Mk I era dotato di un equipaggiamento capace di far esplodere le mine magnetiche lasciate in mare dai Tedeschi
- Type 419: denominato anche Wellington DWI Mk II aveva lo stesso scopo del 418 cui era del tutto simile differenziandosi solo per dettagli dell’equipaggiamento di bordo
- Type 435: denominato anche Wellington IC era una variante da bombardamento dotato del faro di ricerca Turbinite impiegato successivamente suoi Mosquito e sui Douglas Havoc
- Type 437: prototipo da trasporto ottenuto dalla modifica di un Mk IA con motori Hercules XVI, denominato anche Wellington IX
- Type 439: esemplare derivato da un Mk II con un cannone Vickers da 40mm alloggiato all’estremità della prua
- Type 443: esemplare ottenuto dalla serie Mk V modificato per provare in volo il motore Bristol Hercules VIII
- Type 445: aereo derivato da un Mk II e usato per sperimentare in volo un motore a turbogetto Whittle W2B/23 installato in coda
- Type 449: versione da bombardamento costruita in due esemplari, designati anche Mk VIG, non entrò in produzione
- Type 454: prototipo della versione Mk IX dotata di radar ASV Mk III e motori Bristol Hercules VI/XVI
- Type 459: altro prototipo per la versione Mk IX con radar ASV Mk III
- Type 470: altro velivolo impiegato per sperimentare un motore turbogetto installato in coda, in questo caso era il Whittle W2B
- Type 478: esemplare ottenuto dalla conversione di un Mk X per sperimentare in volo i motori Bristol Hercules 100
- Type 486: altra versione impiegata per sperimentare un motore turbogetto installato in coda, in questo caso era il Whittle W2/700
- Type 602: esemplare ottenuto dalla conversione di un Mk X e impiegato come banco di prova volante per il motore turboelica Rolls Royce Dart
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Gran Bretagna
- Modello: Vickers Wellington Mk. I
- Costruttore: Vickers-Armstrongs Ltd.
- Tipo: BombardamentoTrasporto Ricognizione
- Motore:
2 Bristol Pegasus XVIII radiali da 9 cilindri raffreddati ad aria, 1.000 HP ciascuno
- Anno: 1938
- Apertura alare m.: 26.26
- Lunghezza m.: 19.68
- Altezza m.: 5.31
- Peso al decollo Kg.: 12.910
- Velocità massima Km/h: 378 a 4.700 m.
- Quota massima operativa m.: 12.910
- Autonomia Km: 1.930
- Armamento difensivo:
6 mitragliatrici
- Equipaggio: 6
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823
- Classic Warbirds
- The Collector
- RAF Museum
- Brookland Museum