Il Seafire era la versione imbarcata dello Spitfire. L’evoluzione degli aerei da caccia della Fleet Air Arm fu più lenta di quella dei pariclasse imbarcati a terra, tanto che nel 1941 i caccia standard sulle portaerei inglesi erano il Fulmar e il Roc, entrambi nettamente surclassati dallo Spitfire; verso la fine di quell’anno si pensò quindi di provare uno Spitfire, cui erano state apportate le necessarie modifiche per adattarlo all’impiego navalizzato, su di una portaerei.
I risultati furono buoni, nonostante i dubbi della vigilia che riguardavano soprattutto l’elevata velocità di atterraggio dello Spitfire e si passò alla produzione in serie.
Da questo punto in poi l’evoluzione del Seafire fu praticamente uguale, o meglio, parallela a quella della Spitfire.
Aerei di questo tipo parteciparono ad attacchi contro la martoriata corazzata tedesca Tirpitz e fornirono un prezioso appoggio aereo in operazione di sbarco in Italia e in Europa.
La carriera operativa dei Seafire non terminò con la fine della II Guerra Mondiale: ancora all’epoca dell’affermazione dei jet erano in servizio e presero parte alla guerra di Corea.
Il Seafire è un monoplano monomotore, ad ala bassa e carrello retrattile. Il motore è l’ onnipresente Merlin, in linea, tranne nelle ultime versioni, propulse dal Rolls Royce Griffon. Le differenze principali dallo Spitfire erano il gancio d’arresto triangolare, situato sotto la fusoliera, e, a partire dalla versione Mk III, la possibilità di ripiegare le ali per permettere lo stivaggio dell’aereo negli hangar delle portaerei.
Genesi e sviluppo
L’idea di una versione imbarcata dello Spitfire venne proposta per la prima volta dall’Ammiragliato britannico nel maggio 1938, ma incontrò inizialmente delle resistenze, dovute sia alla priorità data dalla RAF agli Spitfire “terrestri” sia all’opinione di alcuni, come Winston Churchill, che fosse meglio concentrare le risorse sui caccia imbarcati esistenti come il Fairey Fulmar.
Tuttavia, con lo scoppio della guerra, divenne evidente che molti degli aerei in servizio con la Fleet Air Arm erano ormai superati rispetto ai caccia italiani e tedeschi e c’era urgente bisogno di un caccia imbarcato più moderno e performante. Dato il successo dell’adattamento dell’Hawker Hurricane, si decise di procedere anche con il Seafire.
Lo sviluppo vero e proprio iniziò solo a fine 1941, quando un primo lotto di Spitfire Mk.Vb fu modificato in “Seafire Mk.Ib” tramite l’aggiunta di un gancio d’appontaggio a V, rinforzi strutturali e altre modifiche minori. Questi primi Seafire tuttavia evidenziarono subito dei problemi, come la fragilità del carrello e della struttura per le sollecitazioni delle operazioni imbarcate.
Le versioni successive, in particolare i Mk.IIC e Mk.III, introdussero ulteriori irrobustimenti strutturali, ali ripiegabili (indispensabili per lo stivaggio negli hangar di bordo), modifiche all’aerodinamica e motori Merlin appositamente modificati per le basse quote.
Tuttavia, nonostante tutte le migliorie, il Seafire rimase sempre un adattamento di un progetto nato per operare da basi a terra, con tutte le limitazioni che ne conseguivano: fragilità strutturale, scarsa visibilità in appontaggio, ridotta autonomia. In particolare, il carrello stretto dello Spitfire si rivelò sempre problematico per le operazioni su portaerei.
I Seafire con motore Griffon, prodotti a partire dal 1944, offrirono prestazioni notevolmente superiori ma inizialmente soffrirono di seri problemi di controllo e stabilità dovuti all’aumento di potenza e coppia del motore. Solo con l’introduzione delle eliche controrotanti sul Mk.47 del 1946 questi problemi furono superati, ma a quel punto la guerra era finita da tempo.
In totale furono prodotti circa 2.300 Seafire di tutte le versioni, la maggior parte dalla Westland e dalla Cunliffe-Owen, che affiancarono la Supermarine quando questa era già oberata dalla produzione degli Spitfire.
Impiego operativo
Nel Mediterraneo
I primi Seafire Mk.Ib entrarono in servizio con il No.801 Squadron a bordo della portaerei HMS Furious nell’estate del 1942, ma il battesimo del fuoco avvenne solo a novembre, durante l’Operazione Torch, gli sbarchi alleati in Nord Africa. In quell’occasione, i Seafire fornirono copertura aerea alla flotta britannica.
Il ruolo principale dei Seafire divenne quello di pattugliamento e difesa aerea della flotta, compito a cui erano particolarmente adatti grazie alle prestazioni elevate e alla maneggevolezza, anche se l’autonomia ridotta era un limite. In pratica, mentre i caccia imbarcati americani, come l’F4F Wildcat, si occupavano della scorta a lungo raggio, i Seafire pattugliavano i cieli sopra le portaerei.
Nel luglio 1943, i Seafire fornirono copertura aerea durante lo sbarco alleato in Sicilia e poi di nuovo a settembre durante lo sbarco a Salerno. In quest’ultima occasione, si registrarono perdite elevate non per i combattimenti ma per i troppi incidenti in appontaggio, anche a causa del tempo insolitamente calmo che non favoriva le operazioni.
Durante il 1944, i Seafire scortarono le portaerei impegnate ad attaccare la corazzata tedesca Tirpitz nei fiordi norvegesi. In giugno presero parte allo sbarco in Normandia, inquadrati nella RAF per dirigere il tiro navale, ruolo in cui non brillarono. Tornati sotto il controllo della Fleet Air Arm, in agosto supportarono invece lo sbarco nel sud della Francia (Operazione Dragoon).
In Estremo Oriente
Nella seconda metà del 1944, con l’avanzata alleata nel Pacifico, il teatro di guerra più importante per i Seafire divenne l’Estremo Oriente. Gli squadroni 887 e 894 imbarcati sulla HMS Indefatigable si unirono alla British Pacific Fleet per fornire copertura aerea alle portaerei durante gli sbarchi nelle Filippine e poi a Okinawa e Iwo Jima.
In questo teatro i Seafire dovettero fronteggiare una nuova minaccia: i kamikaze giapponesi. Grazie alla loro agilità, i caccia britannici si dimostrarono degli intercettori efficaci ma subirono comunque perdite a causa della ferocia degli attacchi suicidi. Rimasero comunque in prima linea fino alla fine della guerra contro il Giappone.
Il giorno più glorioso per i Seafire fu il 15 agosto 1945, quando abbatterono 8 aerei giapponesi perdendone solo uno, poche ore prima dell’annuncio della resa del Giappone. In totale, durante la campagna del Pacifico gli squadroni 887 e 894 rivendicarono rispettivamente 12 e 10 abbattimenti.
Nel dopoguerra
Finita la guerra, la Fleet Air Arm sostituì rapidamente i Seafire con motore Merlin con le versioni Griffon, più potenti. I Mk.XV e Mk.XVII entrarono in servizio già nel 1946, seguiti dal definitivo Mk.47 a partire dal 1948.
Quest’ultimo fu protagonista dell’ultima azione bellica dei Seafire, nella Guerra di Corea. Nell’estate del 1950, gli 801 Squadron imbarcati sulla HMS Triumph presero parte ai primi mesi del conflitto, compiendo missioni di attacco al suolo e combattimento contro i caccia nordcoreani.
In quell’occasione emersero ancora i limiti strutturali del Seafire, con molti esemplari messi fuori uso non dal nemico ma dalle sollecitazioni delle operazioni imbarcate, a riprova che nonostante tutti i miglioramenti il progetto era ormai al limite. Dalla fine del 1950, i Seafire furono rapidamente sostituiti dai più moderni Hawker Sea Fury.
La Fleet Air Arm ritirò gli ultimi Seafire entro il 1952, ma il caccia britannico prestò servizio ancora per qualche tempo con le forze aeree di Canada e Francia, che li avevano ricevuti proprio dalla Royal Navy. I francesi li impiegarono brevemente nella Guerra d’Indocina prima di radiarli nel 1950.
Curiosamente, anche l’Aeronautica Irlandese ebbe dei Seafire nel dopoguerra, pur non disponendo ovviamente di portaerei. Si trattava di Mk.III che volarono (con le ali ripiegabili ma senza ganci d’appontaggio) fino al 1954.
Eredità
Il Supermarine Seafire, pur con tutti i suoi limiti, rappresentò il miglior caccia imbarcato britannico della Seconda Guerra Mondiale, contribuendo in maniera decisiva alla difesa aerea della flotta. La sua storia fu una continua rincorsa nel tentativo di adattare un eccellente progetto terrestre all’impiego navale, riuscendoci solo in parte.
Tuttavia il Seafire beneficiò comunque delle eccezionali doti dell’originale Spitfire in termini di velocità, agilità e rateo di salita, che ne fecero un intercettore temibile anche contro i kamikaze. Nell’eterno dibattito se sia meglio un ottimo progetto navale (come l’americano F6F Hellcat) o un ottimo caccia terrestre adattato (come il Seafire) il verdetto non può che essere sfumato.
Di certo però il Seafire, con circa 2300 esemplari, fu il caccia imbarcato più prodotto in Gran Bretagna. E anche se non raggiunse mai lo status di leggenda come lo Spitfire, la sua eredità come “Spitfire del mare” resta indelebile nella storia dell’aviazione navale britannica.
Principali varianti del Supermarine Seafire
- Seafire Ib: prima versione del caccia imbarcato, ottenuta modificando esemplari esistenti di Spitfire Mk Vb con l’aggiunta di un gancio di arresto, gli aerei di questa versione furono usati soprattutto per permettere alla Fleet Air Arm di provare e prendere confidenza con la nuova macchina. Nel corso delle prove venne alla luce la necessità di altre modifiche tre le quali un irrobustimento della parte posteriore della fusoliera, in corrispondenza del gancio d’arresto
- Seafire Mk IIc: versione derivata dalla Spitfire Vc, con motore Rolls Royce Merlin 46 con punti di attacco per la catapulta
- Seafire F. Mk III: la prima versione realmente adatta all’impiego su portaerei, aveva un meccanismo per il ripiegamento manuale delle ali con motore Rolls Royce Merlin 55M
- Seafire F. Mk XV: versione con motore Rolls Royce Griffon VI con turbocompressore a singolo stadio in grado di erogare 1,850 cavalli a 600 metri di quota e con elica Rotol, apertura alare incrementata, ruotino di coda retrattile
- Seafire F. Mk XVII: versione derivata dal Seafire XV con carrello di atterraggio irrobustito e allungato e capottina a goccia
- Seafire F Mk 45: versione con motore Griffon 60 con turbocompressore a doppio stadio
- Seafire FR Mk 45: versione da ricognizione fotografica analoga alla F Mk 45
- Seafire F Mk 46: versione derivata dalla Spitfire F Mk 22 e modificata per l’impiego imbarcato, dotata di capottina a goccia priva del meccanismo di ripiegamento delle ali, impianto elettrico a 24 volt invece che a 12, serbatoio di carburante da 145 litri aggiunto nella parte posteriore della fusoliera ed elica Rotol a 5 pale. Nell’aprile del 1947 agli aerei in servizio venne montato il motore Griffon 61 o 64 con due eliche a tre pale controrotanti
- Seafire FR Mk 46: versione da ricognizione fotografica analoga alla F Mk 46
- Seafire F. Mk 47: versione con motore Rolls Royce Griffon 88, ultima e “definitiva” variante in produzione, incorporava molti dei miglioramenti introdotti nelle precedenti versioni. aveva un meccanismo idraulico per il ripiegamento delle ali, eliche Rotol controrotanti, parabrezza curvo simile a quello usato nella Mk XVII e presa d’aria del turbocompressore a becco d’anatra posta subito sotto l’ogiva dell’elica
- Seafire FR Mk 47: versione da ricognizione fotografica analoga alla F Mk 47
Informazioni aggiuntive
- Nazione: GB
- Modello: Supermarine Seafire MkIIC
- Costruttore: Supermarine Division of Vickers-Armstrong Ltd.
- Tipo:
- Motore:
Rolls Royce Merlin 45 a 12 cilindri a V, raffreddato ad aria, 1.340 HP
- Anno: 1942
- Apertura alare m.: 11.22
- Lunghezza m.: 9.14
- Altezza m.: 3.41
- Peso al decollo Kg.: 3.170
- Velocità massima Km/h: 536 Mk/h a 1.500 m.
- Quota massima operativa m.: 9.750
- Autonomia Km: 1.215
- Armamento difensivo:
2 cannoni da 20 mm, 4 mitragliatrici
- Equipaggio: 1
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823
- Bae Systems
- Armoured Carriers
- Classic Warbirds