Il Saiman 202 è un piccolo aereo da collegamento, relativamente diffuso nel conflitto e dotato di buone prestazioni.
Aereo leggerissimo, il 202 venne impiegato per tutta la durata del conflitto e nel dopoguerra l’Aeronautica Militare lo mantenne in servizio fino agli anni cinquanta, quando gli esemplari superstiti vennero ceduti ad aero club privati.
Il Saiman 202 è un monoplano monomotore ad al bassa, con carrello fisso, struttura in legno e rivestimento in legno e tela. Il motore è un Alfa Romeo raffreddato ad aria.
Il Saiman 202 fu un piccolo aereo monomotore ad ala bassa sviluppato in Italia dalla SAIMAN (Società Anonima Industrie Meccaniche Aeronautiche Navali) nella seconda metà degli anni ’30. Progettato dall’ing. Mario Bottini come evoluzione del precedente biplano Saiman 200, il 202 era un velivolo dall’architettura tradizionale, con struttura lignea ricoperta in compensato e tela.
Nato come aereo da turismo per rispondere a una specifica del Ministero dell’Aeronautica del 1937, il Saiman 202 entrò in produzione nel 1938 equipaggiato con un motore Alfa Romeo 110 da 120 CV, versione su licenza del de Havilland Gipsy Major. Fino al 1943 ne vennero costruiti complessivamente 390 esemplari, sia dalla SAIMAN che da altre aziende come CNA e SACA.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, molti Saiman 202 vennero requisiti dalla Regia Aeronautica e impiegati come aerei da addestramento e da collegamento. Piccolo e maneggevole, il 202 si dimostrò adatto a compiti polivalenti, dalla ricognizione all’osservazione del tiro.
Particolarità del velivolo era la cabina chiusa a 2 posti affiancati, accessibile tramite portelli ad ala di gabbiano, soluzioni moderne per un aereo da turismo dell’epoca. Il carrello d’atterraggio fisso, inizialmente carenato, era ammortizzato da gambe telescopiche. L’impennaggio di coda era del tipo classico monoderiva.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, alcuni Saiman 202 vennero catturati dai tedeschi e usati dalla Luftwaffe in Italia per compiti di collegamento. Nel dopoguerra, i 202 superstiti passarono in forza alla neocostituita Aeronautica Militare, prima di essere ceduti negli anni ’50 ad aeroclub e piloti privati, rimanendo in servizio fino oltre la metà degli anni ’60.
Robusto, affidabile ed economico, il Saiman 202 rappresentò un discreto successo commerciale e un importante contributo dell’industria aeronautica italiana nel settore dei velivoli leggeri. Pur senza primeggiare in nessuna caratteristica specifica, dimostrò qualità di volo e versatilità che ne fecero un apprezzato “cavallo da tiro” del cielo.
Principali varianti del Saiman 202
- SAIMAN 202: prototipo: propulso da motore de Havilland Gipsy Major
- SAIMAN 202bis: versione di produzione destinata all’utilizzo civile
- SAIMAN 202I: versione voluta con comandi a cloche invece che a volantino, flap sul solo tronco centrale dell’ala, piano di coda a corda costante e bordo d’entrata diritto
- SAIMAN 202M: versione militare, derivata dalla 202I, prodotta il 365 esemplari
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Italia
- Modello: Saiman 202
- Costruttore: Saiman
- Tipo: Addestramento Collegamento
- Motore:
Alfa Romeo 110 a 4 cilindri in linea, raffreddato ad aria, da 120HP
- Anno: 1936
- Apertura alare m.: 10.75
- Lunghezza m.: 7.70
- Altezza m.: 2.00
- Peso al decollo Kg.: 930
- Velocità massima Km/h: 230
- Quota massima operativa m.: 5.000
- Autonomia Km: 700
- Armamento difensivo:
–
- Equipaggio: 2
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
- Parco tematico dell’aviazione