Il Mistel: un aereo usato come bomba e uno per il controllo

Mistel

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento: 509 letture totali

L’idea, per quanto strano possa sembrare, si rivelò tutto sommato buona. Il Mistel era costituito da due aerei uniti, uno Junkers 88 e un Me 109 o un Fw 190 a seconda delle versioni; il pilota si trovava nel caccia e controllava tutto il complesso fino a raggiungere l’obbiettivo. A questo punto fissava i comandi dell’aereo bomba in modo da dirigerlo contro il bersaglio, sganciava il caccia e se la svignava. Con un sistema di pilotaggio remoto, via cavo, manteneva comunque un certo controllo dell’aereo bomba

I risultati furono buoni e vennero progettate azioni molto ambiziose come l’attacco alla base navale inglese di Scapa Flow o quello alle industrie pesanti russe, che però, per vari motivi, rimasero sulla carta.

La carica cava di 3800 Kg che si trovava nella parte anteriore dello Junkers 88 era micidiale e sarebbe stata sufficiente a sfondare le corazze di qualsiasi nave; in realtà i Mistel furono usati raramente contro le navi alleate e la maggior parte degli attacchi di questa insolita arma venne diretta contro i ponti sul Reno.

Il Mistel è formato dall’unione di due aerei: uno Junkers 88, modificato in modo da portare nel muso una carica cava di quasi due tonnellate, e un caccia Fw 190 o Me 109 dove si trova il pilota.

Nella seconda metà della Seconda Guerra Mondiale, la Germania sperimentò una serie di bizzarri progetti aeronautici nel tentativo di ribaltare le sorti del conflitto. Tra questi, il Mistel (vischio in tedesco) fu forse uno dei più peculiari: un velivolo composito formato da un piccolo aereo pilotato montato sopra un grande drone carico di esplosivo. L’intero sistema era anche noto come Huckepack (a cavalluccio), Beethoven-Gerät (apparato Beethoven) o Vati und Sohn (papà e figlio).

Un’idea innovativa ma di difficile applicazione

L’idea alla base del Mistel era semplice quanto audace: utilizzare un aereo pilotato per guidare con precisione sul bersaglio una grossa bomba volante, sganciandola solo all’ultimo momento. In questo modo si sarebbero superate le limitazioni di precisione dei bombardamenti convenzionali, permettendo di colpire con precisione bersagli puntuali e molto difesi come ponti, bunker o navi da guerra.

La configurazione più comune prevedeva l’utilizzo di un bombardiere Junkers Ju 88 modificato come Mistel. L’intero compartimento dell’equipaggio sul muso veniva rimosso e sostituito da una grande carica cava di forma speciale del peso di quasi 2 tonnellate, l’equivalente di una bomba Blockbuster britannica. Al di sopra, un caccia (solitamente un Messerschmitt Bf 109 o un Focke-Wulf Fw 190) fungeva da velivolo pilota tramite un complesso sistema di montanti e agganci con bulloni esplosivi.

L’aereo composito così formato decollava con il pilota ai comandi del caccia. Una volta nelle vicinanze dell’obiettivo, il pilota puntava il muso del bombardiere Mistel sul bersaglio, sganciava il drone e si allontanava, lasciando che il Ju 88 imbottito di esplosivo si schiantasse ad alta velocità. Il primo test di volo di questo strano apparato avvenne nel luglio 1943, con risultati abbastanza promettenti da convincere la Luftwaffe ad avviare un programma segreto denominato “Beethoven”, gestito dalla speciale unità di test KG 200.

Nel corso della guerra vennero assemblati circa 250 Mistel in varie configurazioni. Oltre alla Ju 88 / Bf 109, si sperimentarono combinazioni bizzarre come il caccia notturno Focke-Wulf Ta 154 con uno Fw 190, il bombardiere Dornier Do 217K con l’aliante da ricognizione DFS 228 o addirittura progetti rimasti sulla carta che prevedevano l’uso degli aviogetti Messerschmitt Me 262, Junkers Ju 287 o Arado Ar 234. L’ordigno utilizzato era una carica cava specializzata del peso di 1.800 kg, dotata di una calotta in rame o alluminio per aumentare la capacità di penetrazione, stimata fino a 7 metri di cemento armato.

Risultati contrastanti sul campo

Nonostante l’indubbio potenziale, i Mistel ottennero solo successi limitati nelle poche missioni in cui vennero impiegati. Il battesimo del fuoco avvenne durante lo sbarco in Normandia nel giugno 1944, con attacchi al porto di Courseulles-sur-Mer. Un Mistel venne abbattuto da un caccia notturno canadese Mosquito pilotato da Walter Dinsdale, che descrisse il composito Ju 88 / Bf 109 come “goffo” e “facilissimo da abbattere”.

Sebbene i piloti dei Mistel rivendicarono diversi centri, nessuno di questi trova riscontro nei rapporti alleati. È possibile che abbiano colpito il relitto della vecchia corazzata francese Courbet, inclusa come esca nel porto artificiale di Arromanches. L’unico danno accertato fu subito il 24 giugno dalla fregata britannica HMS Nith, gravemente danneggiata da una bomba caduta vicino con 9 morti e 26 feriti tra l’equipaggio.

Un secondo tentativo di usare i Mistel a Scapa Flow nel 1944 venne abbandonato quando l’affondamento della corazzata tedesca Tirpitz indusse la Royal Navy a ritirare le sue unità maggiori. Nell’ambito dell’Operazione Iron Hammer a cavallo tra 1943 e 1944, i Mistel vennero selezionati per attaccare alcune centrali elettriche nei pressi di Mosca e Gorky, ritenute vulnerabili e difficili da rimpiazzare per i sovietici, ma l’avanzata dell’Armata Rossa in Germania impose un cambio di priorità.

Gli ultimi attacchi Mistel avvennero quindi nella primavera del 1945 contro le teste di ponte sovietiche sull’Oder a Küstrin, ma con danni minimi che ritardarono l’avanzata nemica di appena un giorno o due. In definitiva, nonostante le potenzialità del concetto Mistel, la sua complessa messa a punto e il precipitare degli eventi bellici ne decretarono uno scarso successo operativo.

Mistel 4
Un Mistel usato in addestramento, catturato dagli alleati

L’unico esemplare sopravvissuto

Oggi esiste un solo aereo che faceva parte di un composito Mistel. Si tratta di un Focke-Wulf Fw 190 (Werk Nr. 733682) conservato al Royal Air Force Museum di Cosford, in Inghilterra.

Questo velivolo, insieme ad altri tre Mistel completi, venne catturato dalle forze britanniche a Tirstrup in Danimarca nel 1945. In precedenza aveva equipaggiato un’unità addestrativa per gli equipaggi dei Mistel. Dopo la cattura, i Mistel vennero portati in volo alla base aerea di Schleswig dagli stessi inglesi.

Mentre gli Ju 88 vennero presumibilmente demoliti, l’Fw 190 venne portato in Gran Bretagna, dove si trova ancora oggi. Mantiene le originali “Kugelverschraubung mit Sprengbolzen”, le sfere con bulloni esplosivi che lo fissavano all’aereo sottostante.

Trasferito dal Ministero della Difesa britannico al RAF Museum nel 1998 e dopo un lungo prestito all’Imperial War Museum, dal 2013 l’aereo è esposto al pubblico a Cosford: una affascinante testimonianza di un’arma tanto insolita quanto inefficace.

Principali varianti del Mistel

  • Prototipo: primo Mistel realizzato con uno Junkers Ju 88 A-4 e un Messerschmitt Bf 109 F-4
  • Mistel 1: Junkers Ju 88 A-4 e Messerschmitt Bf 109 F-4
  • Mistel S1: versione da addestramento del Mistel 1
  • Mistel 2: Junkers Ju 88 G-2 e Focke Wulf Fw 190 A-8 o F-8
  • Mistel S2: versione da addestramento del Mistel 2
  • Mistel 3A: Junkers Ju 88 A-4 e Focke Wulf Fw 190 A-8
  • Mistel S3A: versione da addestramento del Mistel 3A
  • Mistel 3B: Junkers Ju 88 H-4 e Focke Wulf Fw 190 A-8
  • Mistel 3C: Junkers Ju 88 G-10 e Focke Wulf Fw 190 F-8
  • Mistel Führungsmaschine: Junkers Ju 88 A-4/H-4 e Focke Wulf Fw 190 A-8
  • Mistel 4: Junkers Ju 287 e Messerschmitt Me 262
  • Mistel 5: Arado E.377/A e Heinkel He 162

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Germania
  • Modello: Mistel I
  • Costruttore: Junkers Flugzeug und Motorenwerke A.G.
  • Tipo: Bombardamento
  • Motore:

    2 Junkers Jumo 211 J-1 a 12 cilindri a V raffreddati a liquido da 1.340 HP ciascuno (per lo Junkers 88). Un Daimler Benza DB 601 E-1 a 12 cilindri a V raffreddato a liquido da 1.350 HP (Bf 109 F-4)

  • Anno: 1944
  • Apertura alare m.: 20.00
  • Lunghezza m.: -
  • Altezza m.: -
  • Peso al decollo Kg.: 14.815
  • Velocità massima Km/h: 482
  • Quota massima operativa m.: 760
  • Autonomia Km: 770 
  • Armamento difensivo:
  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823.
    • Luftwaffe Resource Center
     

Articoli correlati

Lascia un commento