Come molti altri aerei italiani di questo periodo, il Ro.37 fu impiegato operativamente per la prima volta nella guerra civile spagnola.
Nella Seconda Guerra Mondiale venne impiegato come ricognitore e aereo da appoggio tattico nel Mediterraneo e in Africa, ma l’eccessiva lentezza costrinse presto questo aereo a compiti di secondaria importanza, come l’addestramento e la cooperazione con l’esercito. Il soprannome ufficiale dell’aereo era Lince.
L’aereo venne apprezzato all’estero e venne impiegato anche da aeronautiche straniere: Afghanistan (16 esemplari), Austria (8 esemplari), Ecuador (10 esemplari), Spagna (68 esemplari), Ungheria (14 esemplari), Uruguay (6 esemplari).
L’Imam Ro 37 è un biplano monomotore a carrello fisso, propulso da un motore in linea o radiale a seconda delle versioni.
L’IMAM Ro.37 fu un velivolo da ricognizione biplano sviluppato dall’azienda aeronautica italiana IMAM nella prima metà degli anni ’30. Progettato per rispondere a una specifica del Ministero dell’Aeronautica per un ricognitore leggero, il Ro.37 si rivelò un aereo robusto e versatile, ampiamente impiegato dalla Regia Aeronautica in tutti i principali teatri bellici in cui l’Italia fu coinvolta nel decennio 1935-1945.
Di Smolik – Opera propria, CC BY-SA 4.0 link
La genesi del progetto
Le origini del Ro.37 risalgono all’inizio degli anni ’30, quando il Ministero dell’Aeronautica emise un bando per la fornitura di un nuovo velivolo leggero da ricognizione terrestre. Tra le caratteristiche richieste spiccavano una velocità massima di 350 km/h, un’autonomia di 5 ore, la capacità di operare da campi d’aviazione improvvisati e un armamento composto da tre mitragliatrici e una spezzoniera.
La IMAM affidò il progetto all’ing. Giovanni Galasso, che realizzò un biplano dall’aspetto convenzionale ma curato dal punto di vista aerodinamico. La fusoliera, a struttura mista, presentava due abitacoli aperti in tandem per pilota e osservatore, quest’ultimo dotato di un’ampia vetratura per migliorare la visibilità. Le ali, di tipo sesquiplano, erano in legno e metallo con rivestimento in tela.
Il prototipo del Ro.37, matricola MM.220, volò per la prima volta il 6 novembre 1933 dall’aeroporto di Napoli-Capodichino ai comandi del pilota collaudatore Nicolò Lana. Le prove rivelarono buone caratteristiche complessive, con una notevole autonomia e prestazioni che consentivano anche evoluzioni acrobatiche.
Tecnica e armamento
Dal punto di vista tecnico, il Ro.37 era un classico biplano a carrello fisso degli anni ’30. La fusoliera, realizzata in tubi d’acciaio rivestiti in duralluminio e tela, ospitava i due abitacoli separati per pilota e osservatore/mitragliere. L’ala superiore, montata a parasole, aveva un’apertura di 11,08 metri, contro i 9,39 metri dell’ala inferiore.
La propulsione era affidata a un motore Fiat A.30 RA bis, un 12 cilindri a V raffreddato a liquido da 600 CV, posizionato sul muso e abbinato a un’elica bipala in legno a passo variabile. I serbatoi di combustibile, per un totale di 724 litri, erano collocati in fusoliera e nel pianetto centrale dell’ala superiore.
L’armamento si basava su due mitragliatrici Breda-SAFAT da 7,7 mm in caccia sul muso, una terza brandeggiabile in postazione dorsale e un carico di caduta di 144 kg tra bombe da 36 kg e spezzoni da 2 kg. La dotazione era completata da apparati radio e da una fotocamera per le ricognizioni.
Impiego operativo
Il battesimo del fuoco per il Ro.37 avvenne durante la Guerra d’Etiopia del 1935-36. In questo conflitto vennero impiegati 40 esemplari, distribuiti tra la 103ª, 105ª, 108ª, 109ª e 110ª Squadriglia, che fornirono un valido supporto alle truppe italiane impegnate nella conquista dell’impero.
Un altro importante banco di prova fu la Guerra Civile Spagnola, dove i Ro.37 dell’Aviazione Legionaria si distinsero nelle missioni di ricognizione e appoggio tattico alle forze nazionaliste, come nella 128ª e 120ª Squadriglia.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la Regia Aeronautica aveva in linea oltre 280 Ro.37 e Ro.37bis che formavano l’ossatura dei reparti da osservazione aerea. Il biplano IMAM venne impiegato intensamente sia sul fronte nordafricano che su quello greco-albanese, spesso in condizioni di inferiorità rispetto alla caccia avversaria.
Emblematici a questo proposito gli eventi del 2 dicembre 1940, quando un Ro.37bis della 42ª Squadriglia venne abbattuto dall’asso britannico Marmaduke Pattle nei cieli dell’Albania, causando la morte dell’equipaggio. Poche ore dopo, Pattle e il suo gregario facevano lo stesso con altri due Ro.37bis del 72º Gruppo, a riprova della vulnerabilità del ricognitore italiano se privo di scorta.
Nei sei mesi della campagna di Grecia, gli Ro.37 volarono per 1.683 ore, perlopiù in missioni di ricognizione e appoggio tattico con il lancio di 99.000 kg di bombe. Progressivamente sostituito sul fronte dai più moderni ricognitori, il Lince venne relegato a compiti di seconda linea, restando comunque operativo fino all’armistizio del settembre 1943.
Epilogo
Prodotto complessivamente in oltre 500 esemplari, di cui 294 nella versione base Ro.37 e 237 nella versione Ro.37bis (dotata di motore radiale in luogo del Fiat A.30), il biplano IMAM si ritagliò un ruolo da protagonista nel supporto alle operazioni terrestri della Regia Aeronautica nella seconda metà degli anni ’30.
Pur non eccellendo in nessuna caratteristica specifica, il Lince dimostrò notevoli doti di robustezza, affidabilità e adattabilità alle condizioni più disparate, dall’Africa Orientale ai Balcani. La vulnerabilità alla caccia avversaria e la limitata velocità ne decretarono tuttavia l’obsolescenza già nei primi anni ’40, confinandolo a ruoli marginali.
Nonostante i limiti evidenziati dal progresso tecnologico, il Ro.37 merita di essere ricordato come un importante rappresentate della “generazione di mezzo” dell’aviazione militare italiana. Un aereo nato espressamente per la ricognizione che seppe farsi apprezzare anche nel ruolo di assaltatore leggero, contribuendo non poco ai successi della Regia Aeronautica nelle campagne che precedettero il secondo conflitto mondiale.
Con il Ro.37 si chiuse virtualmente l’era dei ricognitori tattici basati sulla configurazione a velatura biplana. Il futuro, come intuito già dal suo successore Caproni Ca.311, sarebbe stato dei più versatili e performanti monoplani. Il Lince, con la sua lunga e onorata carriera, rappresenta quindi l’ultimo esponente di una stirpe di aerei dall’aspetto antiquato ma dal grande cuore.
Principali varianti dell’Imam Ro.37
- Ro.37: versione da ricognizione
- Ro.37bis: versione migliorata propulsa da motore Piaggio PIX. RC40 radiale con elica tripala
- Imam Ro.43: idrovolante impiegato dalla Regia Marina derivato dal Ro.37 e dotato di ali completamente ridisegnate
- Ro.44: versione idrovolante monoposto
- Ro.45: versione propulsa dal motore Isotta Fraschini Asso XI RC.40
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Italia
- Modello: Imam Ro.37
- Costruttore: Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali
- Tipo: Ricognizione
- Motore:
Fiat A.30 RA bis a 12 cilindri a V raffreddato a liquido, da 550 HP
- Anno: 1935
- Apertura alare m.: 11.08
- Lunghezza m.: 8.62
- Altezza m.: 2.95
- Peso al decollo Kg.: 2.390
- Velocità massima Km/h: 325
- Quota massima operativa m.: 6.700
- Autonomia Km: 1.650
- Armamento difensivo:
2-3 mitragliatrici
- Equipaggio: 2
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
- Aeronautica Militare
- Comando Supremo
- Istituto Luce