Grumman Avenger

di redazione
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Il successore del Devastator fu un aereo validissimo, tanto da rimanere in servizio fino alla metà degli anni cinquanta. Progettato dalla Grumman, industria priva di esperienza nel campo dei bombardieri imbarcati, l’Avenger era un aereo dotato di buone caratteristiche di volo, ben armato per la difesa e capace di portare un siluro da 800 Kg all’interno della fusoliera, od un carico equivalente di bombe. La designazione ufficiale era Grumman TBF Avenger ma venne usata la sigla TBM per gli aerei costruiti dalla General Motors. Le lettere TB indicano il ruolo dell’aereo, Torpedo Bomber ovvero aerosilurante mentre la lettera F indicava la Grumman.

L’Avenger è un monoplano monomotore ad ala media, carrello retrattile, propulso da un motore raffreddato ad aria. Le semiali possono essere ripiegate per facilitare lo stivaggio a bordo delle portaerei.

Il Grumman Avenger fu un aerosilurante imbarcato monomotore ad ala bassa sviluppato dall’azienda aeronautica statunitense Grumman per la Marina e il Corpo dei Marines degli Stati Uniti nella prima metà degli anni quaranta. Entrato in servizio nel 1942, l’Avenger fu il principale aerosilurante americano della Seconda Guerra Mondiale, venendo impiegato su larga scala sia nel teatro del Pacifico che in quello europeo.

Oltre che dalle forze armate statunitensi, l’Avenger fu utilizzato da numerose aviazioni alleate, tra cui la Fleet Air Arm britannica, la Royal New Zealand Air Force e la Royal Canadian Navy. Benché inizialmente concepito per l’attacco al naviglio di superficie, nel corso del conflitto l’Avenger si specializzò sempre più nella lotta antisommergibile, diventando uno degli aerei più efficaci in questo ruolo. In totale furono prodotti 9.839 esemplari dell’Avenger, di cui quasi tre quarti realizzati su licenza dalla divisione aeronautica della General Motors.

Grumman TBM con le ali piegate
Grumman TBM con le ali piegate

Sviluppo

Le origini dell’Avenger risalgono alla fine degli anni trenta, quando la Grumman iniziò a lavorare a un sostituto per l’ormai obsoleto aerosilurante Douglas TBD Devastator in servizio con la Marina statunitense dal 1935. Il progetto, designato internamente XTBF-1, fu affidato a un team guidato dall’ingegnere capo Leroy Grumman e prevedeva un velivolo completamente metallico, monoplano ad ala bassa, capace di imbarcare un siluro o un carico equivalente di bombe.

Il primo prototipo volò il 7 agosto 1941 sull’aeroporto aziendale di Bethpage, Long Island, seguito poco dopo da un secondo esemplare. Nonostante la perdita del secondo prototipo in un incidente, le prove di volo confermarono la validità del progetto e nell’aprile 1940 la Marina ordinò la produzione dei primi 286 esemplari di serie, ormai ridesignati TBF-1. Contestualmente, la Grumman avviò la costruzione di un nuovo stabilimento a Bethpage per far fronte alle commesse previste.

Rispetto al predecessore TBD, il nuovo aerosilurante si presentava come un aereo molto più grande e moderno. La fusoliera, realizzata interamente in duralluminio, aveva sezione ovale ed era caratterizzata dalla presenza di un vano bombe interno lungo oltre 5 metri. Le ali, ripiegabili all’indietro per facilitare lo stivaggio sulle portaerei, avevano un profilo laminare NACA ed erano dotate di ipersostentatori sul bordo d’uscita. Il cuore dell’Avenger era il possente motore radiale Wright R-2600-8 a 14 cilindri, capace di erogare ben 1.700 hp (1.268 kW).

L’equipaggio era composto da tre uomini: pilota, operatore radio/puntatore e mitragliere di coda. L’armamento difensivo comprendeva una mitragliatrice Browning M1919 calibro .30 (7,62 mm) brandeggiabile in una torretta dorsale, una Browning M2 calibro .50 (12,7 mm) brandeggiabile ventralmente e una terza mitragliatrice calibro .30 fissa sparante in avanti attraverso l’elica. Le prime versioni imbarcavano anche una mitragliatrice calibro .30 sparante attraverso il mozzo dell’elica, poi eliminata nelle versioni successive.

L’armamento offensivo consisteva in un siluro Mk 13 da 907 kg o un carico equivalente di bombe, per un massimo di 907 kg nel vano interno e di altri 454 kg in rastrelliere subalari. In alternativa l’Avenger poteva essere equipaggiato con cariche di profondità o mini-siluri Mk 44 per la lotta antisommergibile. Il carico bellico, combinato con un’autonomia di oltre 1.600 km, rendeva l’Avenger un’arma temibile contro qualsiasi bersaglio di superficie.

Impiego operativo

Pacifico

L’Avenger fece il suo debutto operativo nel giugno 1942, pochi giorni dopo la battaglia delle Midway, quando sei esemplari del VT-8 decollarono dall’isola per attaccare la flotta giapponese. L’azione si concluse con l’abbattimento di cinque dei sei Avenger, ma dimostrò il potenziale del nuovo aerosilurante: robusto, veloce e potentemente armato. Il sesto velivolo, pur gravemente danneggiato, riuscì a tornare alla base con due membri dell’equipaggio feriti.

Nei mesi successivi l’Avenger prese parte a tutte le grandi battaglie aeronavali del Pacifico, dalle Salomone alle Filippine, passando per il Mare dei Coralli e le Marianne. Il battesimo del fuoco vero e proprio avvenne il 24 agosto 1942 nella battaglia delle Salomone Orientali, quando 24 Avenger delle portaerei Saratoga ed Enterprise attaccarono la portaerei leggera giapponese Ryūjō, colpendola con diversi siluri e bombe e contribuendo al suo affondamento. Fu la prima vittoria di una lunga serie, che vide gli Avenger protagonisti dell’annientamento della flotta nipponica.

Particolarmente significativo fu il ruolo dell’Avenger nelle grandi battaglie del Mare delle Filippine (giugno 1944) e del Golfo di Leyte (ottobre 1944), durante le quali gli aerosiluranti americani, ormai padroni incontrastati dei cieli, inflissero perdite devastanti alle ultime grandi navi da guerra giapponesi. Gli Avenger diedero il colpo di grazia alle supercorazzate Musashi e Yamato, regine della flotta imperiale, affondate rispettivamente il 24 ottobre 1944 e il 7 aprile 1945 sotto i colpi di centinaia di siluri e bombe.

Ma il contributo forse più importante dell’Avenger fu nella lotta antisommergibile, un compito per il quale il velivolo si rivelò particolarmente adatto grazie all’ampia autonomia, alla notevole capacità di carico e alla robustezza della cellula. Equipaggiati con radar, bombe di profondità, razzi e siluri leggeri, gli Avenger si dimostrarono degli eccellenti cacciatori di U-Boot, tanto nel Pacifico quanto nell’Atlantico. Emblematico il caso del sommergibile giapponese I-52, sorpreso il 23 giugno 1944 da una pattuglia di Avenger mentre trasportava in Germania un prezioso carico di oro, stagno e oppio: nonostante la disperata reazione dell’equipaggio, l’I-52 fu colato a picco con tutto il suo carico, a testimonianza dell’efficacia degli Avenger.

Royal Canadian Navy Avenger
Royal Canadian Navy Avenger

Europa

Sebbene associato principalmente alla guerra nel Pacifico, l’Avenger diede un contributo significativo anche sul fronte europeo, soprattutto con la Fleet Air Arm britannica. I primi esemplari, designati Tarpon, raggiunsero i reparti della Royal Navy nell’estate del 1943, giusto in tempo per partecipare all’invasione della Sicilia e dell’Italia. Nei mesi successivi gli Avenger britannici presero parte a tutte le grandi operazioni aeronavali nel Mediterraneo, inclusi gli sbarchi in Provenza e in Grecia.

Ma fu nel 1944-45 che l’Avenger diede il meglio di sé nelle acque europee. Imbarcati sulle portaerei di scorta britanniche, canadesi e statunitensi, gli aerosiluranti scortarono i convogli artici diretti in Unione Sovietica, proteggendoli dagli attacchi degli U-Boot tedeschi. Celebre l’affondamento del sommergibile U-857 il 7 aprile 1945 a opera di un Avenger del 846° Squadron, solo quattro giorni dopo aver contribuito a danneggiare la corazzata Tirpitz nel fiordo norvegese di Alta.

Un altro teatro in cui gli Avenger si distinsero fu l’Artico, dove gli aerosiluranti della Fleet Air Arm e delle aviazioni canadese e norvegese diedero la caccia alle navi e ai sommergibili tedeschi diretti in Norvegia.

Ma l’impresa forse più singolare degli Avenger europei fu l’abbattimento di una bomba volante V1 tedesca il 9 luglio 1944. Lanciata da una catapulta sulla costa francese, la V1 stava sorvolando l’Inghilterra meridionale quando fu intercettata da un Avenger in pattugliamento. Nonostante la velocità del bersaglio, il mitragliere di coda, Leading Airman Fred Shirmer, riuscì a colpire la V1 con una lunga raffica, facendola esplodere in volo. Per questa azione Shirmer fu decorato con la Distinguished Service Medal.

Il secondo dopoguerra

Con la fine della guerra l’Avenger fu rapidamente ritirato dal servizio di prima linea, sostituito da modelli più moderni come il Grumman AF Guardian e il Douglas AD Skyraider. Tuttavia, grazie alla sua robustezza e versatilità, l’aerosilurante trovò impiego in numerose aviazioni minori, restando in servizio fino alla fine degli anni cinquanta. Tra le nazioni che utilizzarono l’Avenger nel dopoguerra vi furono il Canada, la Francia, i Paesi Bassi, il Portogallo, l’Uruguay e il Giappone stesso.

Un impiego particolare dell’Avenger fu quello pioneristico nella lotta aerea antincendio. Negli anni cinquanta alcuni esemplari furono convertiti in aerei cisterna per lo spargimento di liquido ritardante, con cui fronteggiare i grandi roghi che periodicamente devastavano le foreste del Nord America. Gli Avenger antincendio, riconoscibili per la livrea rossa e la matricola civile, continuarono a operare fino agli anni settanta, quando furono definitivamente sostituiti da modelli più recenti.

Eredità

Il Grumman TBF Avenger fu senza dubbio uno dei grandi protagonisti della guerra aerea sulla flotta del 1939-45. Entrato in servizio in un momento cruciale del conflitto, quando le forze aeree imbarcate stavano assumendo un ruolo sempre più decisivo, l’Avenger seppe ritagliarsi presto una nicchia come aerosilurante veloce, robusto e polivalente, capace di attaccare con successo bersagli di superficie e subacquei.

Se nel Pacifico gli Avenger contribuirono in modo determinante all’annientamento della flotta giapponese, distruggendo o danneggiando decine di navi e sommergibili, in Atlantico e nel Mediterraneo gli aerosiluranti Grumman si rivelarono un’arma preziosa nella difesa dei convogli alleati e nella caccia agli U-Boot. Ovunque si distinse per l’efficacia e la flessibilità di impiego, meritandosi l’appellativo di “Workhorse of the Fleet” – il cavallo da tiro della flotta.

Certo, l’Avenger non era esente da difetti: la fusoliera tozza e l’ampia ala lo rendevano poco maneggevole nel combattimento aereo e la scarsa visibilità anteriore complicava il puntamento durante le picchiate. Ma erano poca cosa di fronte ai numerosi pregi: solidità strutturale, potenza di fuoco, autonomia, equipaggiamenti all’avanguardia. Pregi che ne fecero l’aerosilurante alleato più diffuso e longevo, capace di rimanere in prima linea fino alla fine del conflitto nonostante una travagliata gestazione e una perdurante rivalità con altri modelli.

Un velivolo leggendario, entrato nell’immaginario collettivo grazie anche alle imprese di piloti celebri come Paul Newman e George H.W. Bush, e capace di imprese memorabili come l’attacco all’ammiraglia Akagi durante la battaglia delle Midway. Senza contare il contributo fornito nel dopoguerra in campi pionieristici come la ricerca scientifica e la lotta antincendio. Un degno lascito per un aereo straordinario, un vero e proprio mulo alato senza il quale la guerra sul Pacifico avrebbe potuto avere un esito diverso.

TBM3 Avenger - Chino Airshow 2014
TBM3 Avenger – Chino Airshow 2014
Foto di Airwolfhound from Hertfordshire, UK – TBM3 Avenger – Chino Airshow 2014, CC BY-SA 2.0

Principali varianti del Grumman Avenger

  • XTBT-1: 2 prototipi con motore R-2600-8 da 1.700 cavalli, il secondo esemplare aveva la pinna dorsale
  • TBF-1: lotto iniziale di produzione, basato sul secondo prototipo
  • TBF-1C: versione derivata dalla TBF-1 con due mitragliatrici alari da 12.7mm e capacità dei serbatoi di carburante aumentata a 2,478 litri; ne furono costruiti 765
  • TBF-1B: designazione usata per indicare gli Avenger I della Fleet Air Arm
  • TBF-1D: versione dotata di radar centimetrico installato in un pod sotto l’ala destra
  • TBF-1CD: TBF-1C convertiti con l’adozione del radar centimetrico
  • TBF-1E: TBF-1 modificati con miglioramenti agli apparati elettronici
  • TBF-1J: TBF-1 dotati di strumentazione per il volo in cattive condizioni meteo
  • TBF-1L: TBF-1 muniti di faro di ricerca retrattile nel vano bombe
  • TBF-1P: TBF-1 convertiti al ruolo di ricognizione fotografica
  • TBF-1CP: TBF-1C convertiti al ruolo di ricognizione fotografica
  • XTBF-2: prototipo dotato di motore XR-2600-10 da 1.900 cavalli
  • XTBF-3: prototipo dotato di motore XR-2600-20 da 1.900 cavalli
  • TBF-3: versione pianificata basata sullo XTBF-3, cancellata
  • TBM-1: identica alla TBF-1, 550 esemplari costruiti
  • TBM-1C: identica alla TBF-1C, 2.336 esemplari costruiti
  • TBM-1D: TBM-1 convertiti con l’adozione del radar centimetrico
  • TBM-1E: TBM-1 convertiti con l’adozione di ulteriore strumentazione elettronica
  • TBM-1J: TBM-1 equipaggiati per volare in cattive condizioni metro
  • TBM-1L: TBM-1 muniti di faro di ricerca retrattile nel vano bombe
  • TBM-1P: TBM-1 convertiti per l’impiego nella ricognizione fotografica
  • TBM-1CP: TBM-1C convertiti per l’impiego nella ricognizione fotografica
  • TBM-2: un solo esemplare di TBM-1 su cui venne installato un motore XR-2600-10 da 1.900 hp
  • XTBM-3: 4 TBM-1C dotati di motore R-2600-20 da 1.900 hp
  • TBM-3: simile alla TBM-1C dotata di prese d’aria per il raffreddamento raddoppiate, aggiornamento del motore e altre modifiche minori, ne furono costruiti 4.011
  • TBM-3D:TBM-3 convertiti con l’aggiunta del radar centimetrico alloggiato sotto l’ala destra
  • TBM-3E.derivata dalla TBM-3 con struttura irrobustita, radar di ricerca, eliminazione del cannone ventrale (646 esemplari costruiti)
  • TBM-3H:TBM-3 convertiti con l’adozione di un radar di ricerca aria-superificie
  • TBM-3J: TBM-3 modificati per operare in condizione ogni tempo
  • TBM-3L: TBM-3 modificati con l’aggiunta di un faro di ricerca retrattile nel vano bombe
  • TBM-3M: TBM-3 dotati di lanciarazzi aria superficie
  • TBM-3N: TBM-3 modificati per l’impiego notturno
  • TBM-3P: TBM-3 convertiti per l’impiego nella ricognizione fotografica
  • TBM-3Q: TBM-3 modificati per la guerra elettronica, riconoscibili per la presenza di un grande pod ventrale
  • TBM-3R: TBM-3 convertiti per il trasporto passeggeri da portaerei, poteva trasportare 7 persone
  • TBM-3S: TBM-3 modificati per essere impiegati in attacco antisommergibile
  • TBM-3U: TBM-3 convertiti per essere impiegato in compiti di collegamento e come bersaglio
  • TBM-3W: TBM-3 convertiti e dotati di radar APS-20 alloggiato in un pod ventrale, furono i primi aerei ad essere impiegati come early warining
  • XTBM-4: prototipi basati sulla versione TBM-3E con la parte centrale dell’ala rinforzata e un differente meccanismo per il ripiegamento delle semiali
  • TBM-4: versione di produzione della XTBM-4, un ordine per 2.141 aerei di questo tipo venne cancellato prima della produzione
  • Versioni impiegate dalla Royal Navy
    • Tarpon G.R.I: designazione della Fleet Air Arm per i TBF-1, 400 esemplari
    • Avenger Mk.II: designazione usata dalla Royal Navy per i TBM-1/TBM-1C, 334 aerei consegnati
    • Avenger Mk.III: designazione usata dalla Royal Navy per i TBM-3, 222 aerei consegnati
    • Avenger Mk.IV: designazione usata dalla Royal Navy per i TBM-3S, l’ordine per la costruzione di 70 aerei non venne eseguito
    • Avenger AS4: designazione usata dalla Royal Navy per i TBM-3S, 100 aerei consegnati a guerra finita
  • Versioni impiegate dalla Royal Canadian Navy
    • Avenger AS3: versione modificata per la marina canadese per l’impiego antisommergibile, priva della torretta dorsale. 98 esemplari costruiti
    • Avenger AS3M: AS3 dotato di sistema di rilevazione di anomalie magnetiche nella parte posteriore della fusoliera
    • Avenger Mk.3W2: simile alla TBM-3W e dotata di un grande radome ventrale, 8 aerei

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