Il primo aereo a reazione inglese fu anche il più fortunato, dato che la produzione continuò ininterrottamente fino al 1954. Pur essendo decisamente inferiore al pariclasse tedesco Messerschmitt 262, il Meteor fu l’unico aereo a reazione alleato che vide un vero impiego operativo nel corso della guerra.
Il Meteor era un bimotore, dato che un singolo motore a quell’epoca non sarebbe stato in grado di generare la spinta sufficiente per un intercettore, ed il suo impiego fu limitato dal timore che qualche esemplare finisse in mani tedesche, ragion per cui il compito principale fu l’abbattimento delle V-1, dato che in questo modo i voli erano strettamente limitati a territori già in mani alleate.
Solo verso la fine della guerra, quando la Luftwaffe non esisteva praticamente più, alcuni aerei di questo tipo furono usati in missioni sulla Germania, senza mai incontrare il suo più diretto avversario.
A parte la formula propulsiva e la configurazione bimotore, il Meteor era un progetto assolutamente tradizionale; questo permise a piloti e specialisti di abituarsi più in fretta a questo nuovo tipo di aereo.
L’unico sostanziale difetto cui si pose rimedio modificando le gondole dei motori, era la velocità relativamente bassa alla quale insorgevano i primi effetti della compressibilità. In pratica se un pilota spingeva il Meteor a velocità superiori a Mach 0.74, poteva avvenire il distacco della vena fluida con insorgere di spiacevoli vibrazioni nelle gondole dei motori che costringevano a rallentare bruscamente.
Il Meteor è un bireattore ad ala bassa in cui motori sono all’interno delle ali. Il carrello è di tipo triciclo anteriore.
Il Gloster Meteor è stato il primo caccia a reazione britannico e l’unico jet operativo degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo sviluppo fu strettamente legato a quello dei pionieristici motori a turbogetto progettati da Frank Whittle e dalla sua azienda, la Power Jets Ltd. Sebbene il disegno fosse piuttosto convenzionale dal punto di vista aerodinamico, il Meteor si dimostrò un caccia di successo e aprì la strada alla propulsione a getto nell’aviazione militare.
Entrato in servizio nel 1944, il Meteor partecipò agli ultimi mesi del conflitto operando contro le bombe volanti V1 lanciate contro il Regno Unito. Dopo la guerra, equipaggiò decine di squadroni della RAF e di altre forze aeree, rimanendo in servizio per molti anni grazie ai costanti aggiornamenti. Partecipò anche alla Guerra di Corea con i reparti australiani.
Oltre che come caccia, venne impiegato con successo anche nel ruolo di ricognitore fotografico, caccia notturno e addestratore. Stabilì anche diversi record mondiali, a testimonianza delle capacità della propulsione a getto. Oggi il Meteor è riconosciuto come un importante passo avanti nello sviluppo dell’aviazione militare, nonché una pietra miliare nella storia della Gloster e dell’industria aeronautica britannica.
Origini e sviluppo iniziale
Lo sviluppo del Gloster Meteor iniziò in piena Seconda Guerra Mondiale, sulla base dei progressi fatti da Frank Whittle sui motori a turbogetto. Già nel 1936 Whittle aveva fondato la Power Jets Ltd per portare avanti le sue idee sul jet, non senza difficoltà nel trovare finanziatori. Dal 1937 il suo primo prototipo iniziò i test a terra, attirando l’attenzione dell’Air Ministry.
Nel 1939 la Gloster Aircraft Company si interessò concretamente al progetto, quando il capo progettista George Carter vide le potenzialità del motore W.1 di Whittle. Nell’agosto 1940 Carter presentò i primi progetti per un caccia bimotore a getto, inizialmente pensato per il ruolo di bombardiere ad alta quota, ma presto riadattato a caccia per contrastare i bombardieri tedeschi.
Nel febbraio 1941 l’Air Ministry emise la specifica F9/40 per il nuovo caccia, ordinando la costruzione di dodici prototipi. Il progetto, inizialmente chiamato Thunderbolt ma poi ribattezzato Meteor per evitare confusione con l’omonimo caccia americano, prevedeva una configurazione convenzionale con ala dritta, impennaggi cruciformi e carrello triciclo. I due motori, inizialmente i Power Jets W.2, erano montati in gondole sotto le ali.
Il primo prototipo Meteor volò l’8 marzo 1943, spinto da motori Halford H.1 in attesa che i W.2 fossero pronti. Nonostante alcuni problemi di stabilità, il Meteor si dimostrò promettente e l’Air Ministry aumentò l’ordine a 300 esemplari di serie ancora prima del primo volo.
I primi Meteor di serie, designati F.Mk.I, avevano quattro cannoni da 20 mm e furono consegnati al No.616 Squadron nel luglio 1944 per l’addestramento operativo. Il reparto venne schierato a sud dell’Inghilterra in previsione dell’attacco delle bombe volanti V1.
Impiego operativo nella Seconda Guerra Mondiale
Il battesimo del fuoco per il Meteor avvenne il 27 luglio 1944, quando tre F.Mk.I del No.616 Squadron decollarono per intercettare le V1 in arrivo sul sud-est dell’Inghilterra. Era la prima missione operativa di un jet da combattimento britannico e della RAF. Dopo alcuni problemi iniziali, il 4 agosto i Meteor ottennero le prime due vittorie contro le bombe volanti. Entro fine guerra, i Meteor furono accreditati di 14 V1 abbattute.
Nonostante questi successi, l’impiego dei Meteor sul continente fu vietato per timore che un esemplare potesse essere catturato dai tedeschi o dai sovietici in caso di atterraggio forzato. I Meteor rimasero quindi confinati alla difesa aerea della Gran Bretagna.
La principale limitazione dei primi Meteor era l’autonomia ridotta, a causa dell’elevato consumo di carburante dei motori Welland. Per questo vennero impiegati solo per l’intercettazione locale. Inoltre, la spinta dei Welland non permetteva di sfruttare appieno le potenzialità della cellula.
Un importante passo avanti fu l’introduzione dei motori Rolls-Royce Derwent a partire dal Meteor F.Mk.III, che volò per la prima volta nel 1944. Oltre a fornire maggiore spinta, i Derwent erano anche più efficienti e affidabili dei Welland. Dal punto di vista aerodinamico, il Meteor F.Mk.III aveva le ali accorciate, la fusoliera allungata e modifiche alle gondole motore per ridurre la resistenza.
Nel gennaio 1945, i primi Meteor F.Mk.III furono schierati in Belgio con il No.616 Squadron, che seguì l’avanzata alleata fino in Germania effettuando missioni di ricognizione armata e attacco al suolo. Tuttavia i piloti non ebbero occasione di scontrarsi con i jet tedeschi Messerschmitt Me 262 come speravano, anche se spesso venivano scambiati per questi dalle difese antiaeree alleate. Per evitare il fuoco amico, i Meteor continentali vennero ridipinti completamente in bianco.
Alla fine della guerra in Europa, i Meteor avevano effettuato circa 500 sortite operative distruggendo 46 aerei tedeschi in attacchi al suolo, senza perdite dovute al nemico. Pur partecipando solo agli ultimi mesi del conflitto, il Meteor aveva dimostrato la validità del concetto di jet da combattimento e aperto la strada alla nuova era dell’aviazione militare.
Evoluzione e impiego post-bellico
Dopo la guerra, lo sviluppo del Meteor proseguì rapidamente per adeguarlo al nuovo contesto bellico. La versione F.Mk.4, in servizio dal 1946, introduceva i motori Rolls-Royce Derwent 5 da 1590 kg di spinta, un’ala dal profilo migliorato, abitacolo pressurizzato e numerose migliorie strutturali. Era in grado di raggiungere gli 885 km/h a 3000 m, circa 200 in più dell’F.Mk.III. Venne prodotto in centinaia di esemplari, molti dei quali esportati a diverse nazioni.
Nel 1948 volò il prototipo dell’ultima versione da caccia diurna, l’F.Mk.8, che introduceva una fusoliera allungata di 75 cm, motori Derwent 8 da 1667 kg e seggiolino eiettabile Martin-Baker. L’F.Mk.8 fu il più diffuso, con circa 1000 esemplari costruiti. Tra il 1950 e il 1955 costituì la spina dorsale dei reparti da caccia della RAF, nonostante l’introduzione di aerei con ali a freccia come i Sabre americani rendesse chiaro che la sua formula era ormai superata. Fu ampiamente esportato, in particolare in Belgio e Olanda.
Il Meteor trovò impiego anche nella Guerra di Corea (1950-1953), con gli F.Mk.8 dell’RAAF (aviazione australiana) che effettuarono missioni di attacco al suolo in supporto alle truppe ONU. Pur facendo un buon lavoro, subirono perdite elevate sia per il fuoco nemico che per incidenti. La scarsa velocità e manovrabilità rispetto ai MiG-15 nordcoreani li rendeva vulnerabili. Versioni da ricognizione (FR.Mk.9) e caccia notturna (NF.Mk.11/13) basate sull’F.Mk.8 servirono con la RAF e diverse forze aeree fino alla fine degli anni ’50. Il biposto da addestramento T.Mk.7 restò in servizio ancora più a lungo, almeno fino agli anni ’70.
Alcuni Meteor appositamente modificati vennero anche impiegati per stabilire primati e per sperimentazioni, tra cui il primo volo di un velivolo con motore turbopropulsore (un Meteor con due Rolls-Royce Trent) nel 1945. Il Meteor detenne per breve tempo anche il primato di velocità per un jet. Una versione con tettuccio più profilato e aerofreni raggiungeva i 992 km/h.
Negli anni ’50 il Meteor era ormai diventato obsoleto come caccia diurno di prima linea, surclassato dai nuovi aerei con ala a freccia come l’Hawker Hunter e il Gloster Javelin nella RAF. Tuttavia la produzione del T.Mk.7 continuò fino al 1955 e con oltre 800 esemplari fu la seconda versione più numerosa.
Molti Meteor rimasero in servizio ancora diversi anni con le forze aeree di Paesi come Israele, Egitto, Siria, Australia, Argentina, Brasile. Le ultime nazioni a ritirare il Meteor furono l’Ecuador nel 1970 e il Brasile nel 1971. Rarissimi esemplari sono giunti fino ai nostri giorni in condizioni di volo e vengono talvolta esibiti in manifestazioni aeree.
Eredità
Il Gloster Meteor rappresenta una tappa fondamentale nell’evoluzione dell’aviazione militare. È stato il primo caccia a reazione britannico e alleato a entrare in servizio e in combattimento, dando un contributo, per quanto limitato, alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.
Pur essendo un progetto piuttosto tradizionale, con ala dritta e coda cruciforme, il Meteor sfruttava una motorizzazione rivoluzionaria frutto dell’ingegno di Whittle e dei suoi collaboratori. Nonostante tutti i limiti dei primi motori a getto, il Meteor dimostrò la validità del concetto e aprì la strada a una nuova generazione di aerei da combattimento.
I piloti apprezzavano in particolare la velocità e la maneggevolezza del Meteor rispetto ai caccia a elica, anche se non mancavano difetti come l’autonomia limitata, il consumo elevato e la tendenza a diventare instabile a velocità transoniche.
Nelle mani di piloti esperti, il Meteor si dimostrò un efficace caccia multiruolo, in grado di effettuare intercettazioni, attacchi al suolo e ricognizioni. Le versioni da caccia notturna e da addestramento prolungarono la sua vita operativa.
Tuttavia, il progresso rapidissimo dell’aviazione nel dopoguerra lo rese presto obsoleto rispetto ai caccia a reazione di prima generazione con ala a freccia come l’F-86 Sabre. Nella Guerra di Corea le sue limitazioni divennero evidenti.
Nonostante questo, il Meteor segnò profondamente la storia della Gloster e dell’industria aeronautica britannica. Fu uno dei maggiori successi commerciali, con oltre 3500 esemplari costruiti in una ventina di versioni, ampiamente esportato e costruito su licenza all’estero.
Il Meteor gettò le basi per il successivo sviluppo dei caccia britannici, che avrebbero raggiunto l’eccellenza mondiale con il Javelin, l’Hunter e il Lighting. Aprì anche la strada all’introduzione dei jet imbarcati nella Fleet Air Arm, fino all’avvento del Sea Vixen.
Oggi il Meteor è riconosciuto come uno degli aerei militari più significativi del XX secolo e diversi esemplari sono conservati in musei di tutto il mondo. Il suo valore storico e simbolico come primo jet da combattimento alleato resta indiscusso.
In conclusione, il Gloster Meteor ha rappresentato un enorme balzo in avanti per le capacità della RAF e un passaggio epocale nella transizione dall’elica al getto. Pur non essendo esente da difetti e invecchiando rapidamente, ha fornito per primo quella combinazione di velocità, potenza di fuoco ed efficacia operativa che ancora oggi contraddistingue un caccia di successo. La sua eredità nella storia dell’aviazione militare è destinata a durare nel tempo.
Principali varianti del Gloster Meteor
- Gloster F.9/40: 8 prototipi in cui furono sperimentati motori diversi tra il luglio 1943 e l’aprile 1944.
- Meteor F.1: prima versione in produzione, 20 aerei costruiti tra il 1943 e il 1944.
- Meteor F.1 turboelica Trent: versione usata per indicare un singolo aereo usato come banco di prova volante per sperimentare il motore Rolls Royce Trent, diventando così il primo aereo turboelica al mondo.
- Meteor F.2: uno degli F.9/40 venne usato dalla de Havilland per provare i motori Halford H1, non entrò in produzione.
- Meteor F.3: versione con motore Derwent I da 907 Kg di spinta e tettuccio a goccia scorrevole. Grazie alle lunghe prove in galleria del vento le gondole dei motori vennero allungati, risolvendo i problemi di buffeting che si erano manifestati ed ottenendo anche un aumento della velocità massima di 120 Km/h.
- Meteor F.4: versione con motori Derwent V da 1.587 Kg di spinta, semiali accorciate di 86 cm, fusoliera rinforzata, abitacolo pressurizzato, alettoni alleggeriti per migliorare la manovrabilità e regolazione del timone per migliorare il controllo in imbardata. La F.4 poteva trasportare serbatoi di carburante supplementari sotto le ali, aveva una velocità massima di 941 Km/h al livello del mare e una quota di tangenza di 13.546m, l’accorciamento delle ali aveva però creato un peggioramento nella velocità di salita dell’aereo. Il prototipo dell’F.4 volò per la prima il 17 maggio 1945 e i primi esemplari di serie entrarono in servizio nel 1947.
- Meteor FR.5: versione da ricognizione fotografica ottenuta modificando due F.4 con l’installazione di apparecchiature fotografiche nel muso, due esemplari costruiti.
- Meteor T.7: versione da addestramento derivata dalla F.4 con istruttore e allievo seduti in tandem sotto un unico tettuccio che si apriva verso destra. Entrati in servizio nel settembre 1949, vennero impiegati come addestratori dalla RAF e dalla FAA fino alla metà degli anni cinquanta. Ne vennero costruiti 650 esemplari in totale, molte dei quali venduti ad aviazioni straniere. Tra queste l’Egitto che modificò alcuni dei suoi T 7 per il trasporto di razzi subalari e li impiegò in operazioni di attacco al suolo.
- Meteor F.8: versione con motori Derwent 8 da 1.631 Kg di spinta, fusoliera allungata, struttura rinforzata, seggiolino eiettabile e nuovo tettuccio a goccia. Era armato con 8 razzi RP-3 da 76,2mm e 27 Kg usati nella Seconda Guerra Mondiale. Il primo prototipo di questa versione volò il 12 ottobre 1948; questa versione venne impiegata come caccia dalla RAF dal 1950 al 1955.
- Meteor F.8 Prone Pilot: versione sviluppata per sperimentare un nuovo abitacolo con il pilota sistemato sdraiato, in posizione prona, per resistere meglio alle accelerazioni. Lo sviluppo delle tute anti-g rese inutili ulteriori prove che avevano comunque evidenziato difficoltà legate alla scarsa visibilità da parte del pilota.
- Meteor FR.9: versione da ricognizione a bassa quota, derivata dalla F.8 con muso allungato per alloggiare le apparecchiature fotografiche.
- Meteor PR.10: versione da ricognizione fotografica ad alta quota, disarmata e dotata di una macchina fotografica nel muso e altre due nella parte posteriore della fusoliera. Il primo prototipo volò il 29 marzo 1950, le consegne iniziarono nel dicembre dello stesso e gli aerei rimasero in servizio fino al 1961.
- Meteor NF.11: versione da caccia notturna, biposto in tandem, con il pilota nella postazione anteriore e l’operatore radar seduto dietro, .il prototipo volò per la prima volta il 31 maggio 1950. La versione era derivata dall T.7 ma aveva la coda dell’F.8 e le ali allungate della F.3, il muso allungato conteneva il radar e i cannoni da 20mm erano nelle ali, all’esterno delle gondole dei motori.
- Meteor NF.12: versione da caccia notturna con motori Derwent 9 da 1.723 Kg di spinta, ali rinforzate e radar APS.21 di produzione americana. Simile alla NF.11 aveva il muso allungato di 43.2 cm per permettere la sistemazione del nuovo radar e di conseguenza i piani di coda ingranditi per compensare lo spostamento del centro aerodinamico.
- Meteor NF.13: versione da caccia notturna derivata dalla NF.12 e adattata per operare in regioni con clima tropicale.
- Meteor NF.14: versione da caccia notturna, simile alla NF.11 ma con muso ulteriormente allungato, tettuccio a goccia scorrevole verso l’indietro. Gli ultimi esemplari, impiegati in addestramento, vennero definitivamente radiati nel 1965.
- Meteor U.15: 94 F.4 convertiti per essere impiegati come bersagli teleguidati.
- Meteor U.16: 108 F.8 convertiti per essere impiegati come bersagli teleguidati.
- Meteor TT.20: 40 NF.11 convertiti e impiegati per il traino bersagli. Vennero impiegati dalla RAF dal 1962 al 1979, dalla Fleet Air Arm fino al 1967 e 4 esemplari ceduti alla Svezia rimasero operativi fino alla fine degli anni ’60.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: UK
- Modello: Gloster Meteor MkIII
- Costruttore: Gloster Aircraft Co. Ltd.
- Tipo:
- Motore:
2 Rolls-Royce Derwent 1 da 905 Kg di spinta.
- Anno: 1945
- Apertura alare m.: 13.11
- Lunghezza m.: 12.58
- Altezza m.: 3.96
- Peso al decollo Kg.: 6.260
- Velocità massima Km/h: Km/h 793 a 9.150 m.
- Quota massima operativa m.: 13.400
- Autonomia Km: 2.156
- Armamento difensivo:
4 cannoni da 20 mm.
- Equipaggio: 1
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823
- Bae Systems
- RAF Museum
- Imperial War Museum