L'aerosilurante della Fleet Air Arm Fairey Albacore

Fairey Albacore

di redazione
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Fu uno degli aerei progettati per sostituire il vetusto Swordfish ma, a dimostrazione della solidità di quest’ultimo progetto, non riuscì mai a sostituirlo, finendo semplicemente per affiancarlo.

Mantenendo una impostazione identica a quella usata per il predecessore, i progettisti della Fairey tentarono di migliorare la formula introducendo alcune modernizzazioni, ma evidentemente non riuscirono nel loro intento dato che venne ritenuto idoneo per l’ impiego su portaerei solamente nel 40, e fu sempre complessivamente inferiore allo Swordfish.

L’Albacore è un monomotore biplano a carrello fisso, a struttura interamente metallica e rivestimento misto in tela e metallo. La propulsione è affidata ad un Bristol Taurus radiale.

Il Fairey Albacore fu un aereo militare britannico della Seconda Guerra Mondiale, ultimo biplano aerosilurante e ricognitore ad entrare in servizio con la Fleet Air Arm (FAA), l’aviazione della Royal Navy. Progettato come sostituto del precedente Fairey Swordfish, l’Albacore operò intensamente nel Mediterraneo e nell’Atlantico dal 1940 al 1943, partecipando a missioni di ricognizione, attacco al naviglio e supporto agli sbarchi alleati. Nonostante alcuni limiti e una certa impopolarità tra gli equipaggi, l’Albacore svolse un ruolo significativo nella lotta contro le forze dell’Asse, prima di essere rimpiazzato dal più moderno monoplano Fairey Barracuda.

Secondo prototipo del Fairey Albacore
Secondo prototipo del Fairey Albacore

Sviluppo e caratteristiche

Le origini dell’Albacore risalgono al 1936, quando l’Air Ministry britannico emise una specifica per un nuovo ricognitore-aerosilurante triposto con cui rimpiazzare il Fairey Swordfish nei reparti della FAA. La Fairey Aviation propose un biplano interamente metallico, designato TBR (Torpedo/Bomber/Reconnaissance) e battezzato Albacore, secondo la consuetudine di usare nomi di pesci per gli aerei imbarcati della Royal Navy.

Il prototipo dell’Albacore volò per la prima volta il 12 dicembre 1938 dalla pista aziendale di Great West Aerodrome (oggi Heathrow), rivelando buone caratteristiche generali. Rispetto allo Swordfish, il nuovo velivolo adottava una struttura più moderna e aerodinamica, un motore più potente, eliche a passo variabile e numerosi comfort per l’equipaggio, come il riscaldamento e la toilette.

L’Albacore era un biplano monomotore ad ala di ugual apertura, dalla struttura interamente metallica con rivestimento in tela. La fusoliera, a sezione ovale, ospitava in tandem i tre membri dell’equipaggio (pilota, osservatore/mitragliere e puntatore/operatore radio) sotto un lungo tettuccio. Il carrello era triciclo posteriore fisso, con le gambe principali a V che rientravano parzialmente nelle gondole motore.

La propulsione era affidata a un radiale Bristol Taurus a 14 cilindri, capace di 1.065 hp nella versione iniziale Mk.I e di 1.130 hp nella Mk.II. Il Taurus, però, si rivelò inizialmente inaffidabile e di difficile manutenzione, causando ritardi nelle consegne. L’elica era una quadripala metallica De Havilland a passo variabile e velocità costante.

L’armamento dell’Albacore comprendeva di solito una mitragliatrice Vickers fissa da 7,7 mm in caccia, una o due Vickers K brandeggiabili da 7,7 mm in postazione dorsale e un siluro da 730 kg o bombe fino a 900 kg sotto le ali. L’aereo poteva anche posare mine, lanciare razzi illuminanti e svolgere ricognizioni fotografiche con le apposite apparecchiature.

L’Albacore era un velivolo relativamente moderno per l’epoca, dotato di ali ripiegabili, ipersostentatori Fairey-Youngman, strumentazione completa e predisposizioni per l’appontaggio. Tuttavia, pur essendo più veloce e potente, risultò meno maneggevole e popolare dello Swordfish, richiedeva molta forza ai comandi e faticava a evadere il fuoco antiaereo nemico dopo il lancio del siluro.

Impiego operativo

Il primo reparto a ricevere gli Albacore fu l’826° Squadron della FAA, appositamente formato nel marzo 1940. Dopo alcune azioni dalla terraferma sulla Manica, gli aerei imbarcarono sulla portaerei HMS Formidable nel novembre successivo, partecipando alle prime missioni operative. In totale saranno 15 gli Squadron equipaggiati con il biplano Fairey.

L’Albacore trovò largo impiego nel Mediterraneo contro le forze italiane e tedesche. Nell’aprile 1941, durante la battaglia di Capo Matapan, danneggiò gravemente la nave da battaglia Vittorio Veneto con alcuni siluri. Nell’ottobre seguente appoggiò l’avanzata britannica in Nordafrica durante la seconda battaglia di El Alamein, sganciando razzi illuminanti per segnalare i bersagli ai bombardieri notturni.

Nell’estate 1943 supportò lo sbarco alleato in Sicilia (operazione Husky) e quello a Salerno (operazione Avalanche), contrastando i sommergibili e le installazioni nemiche. In particolare, l’828° Squadron di base a Malta compì per circa due anni audaci incursioni notturne contro i convogli italiani e i porti siciliani, nonostante le dure condizioni d’assedio.

Meno proficuo fu l’attacco di 12 Albacore della HMS Victorious contro la corazzata tedesca Tirpitz al largo di Narvik il 9 marzo 1942. Nonostante il lancio ravvicinato dei siluri (uno passò a soli 20 metri dallo scafo), la nave ne uscì indenne e 2 aerei furono abbattuti. L’episodio confermò i limiti dell’Albacore contro bersagli pesantemente difesi.

Nella seconda metà del 1943, con l’arrivo del Fairey Barracuda, l’Albacore fu progressivamente ritirato dalla prima linea. L’ultimo reparto, l’841°Squadron, che aveva operato per tutto il conflitto dalla costa meridionale inglese, si sciolse alla fine dell’anno. Alcuni esemplari restarono in servizio per compiti secondari e di collegamento fino al 1946.

Oltre che dalla FAA, l’Albacore fu impiegato anche dalla Royal Air Force e dalla Royal Canadian Air Force. Il 36° Squadron della RAF ne ricevette 5 per integrare i suoi Vickers Vildebeest a Singapore nel dicembre 1941, ma furono catturati dai giapponesi tre mesi dopo. Nel 1944-45 il 119°Squadron usò alcuni Albacore ex-FAA dalle basi di Manston (Inghilterra) e in Belgio per contrastare i mini-sommergibili tedeschi all’imboccatura del fiume Schelda.

La RCAF acquisì una ventina di Albacore nel 1943 per utilizzarli nel pattugliamento antisommergibile sulla Manica in vista dello sbarco in Normandia. Furono gli ultimi biplani impiegati in combattimento dall’aviazione canadese. Anche il Sudafrica schierò qualche Albacore nel Mediterraneo con il 27°Squadron della SAAF.

Un Albacore della HMS Formidable
Un Albacore della HMS Formidable

Conclusione

In totale furono prodotti circa 800 Fairey Albacore, compresi i prototipi, quasi tutti nello stabilimento di Hayes. Il biplano si rivelò un velivolo robusto, ben equipaggiato e versatile, capace di assolvere numerosi ruoli dalla ricognizione all’attacco, dalla scorta al pattugliamento. Contribuì in modo significativo alla guerra aeronavale degli Alleati, soprattutto nel Mediterraneo.

Pur con alcuni limiti come la modesta velocità, la pesantezza dei comandi e la vulnerabilità alla contraerea, l’Albacore seppe adattarsi a condizioni operative difficili, come quelle del Mediterraneo centrale, dimostrando affidabilità e precisione nell’ingaggio dei bersagli. Gli equipaggi ne apprezzavano la robustezza e l’autonomia, anche se non raggiunse mai la popolarità dello Swordfish.

Con il Fairey Albacore si chiuse l’era dei biplani aerosiluranti della Fleet Air Arm. Un’era iniziata con il Fairey Seal e il Blackburn Shark negli anni ’30 e proseguita con il glorioso Swordfish, compagno dell’Albacore in molte azioni. Era giunta l’ora dei più veloci e potenti monoplani, come il Fairey Barracuda e il Grumman Avenger, ma il contributo di queste macchine “antiquate” fu tutt’altro che trascurabile.

L’Albacore, in particolare, pur non raggiungendo la fama del suo predecessore, svolse silenziosamente e tenacemente un ingrato lavoro di logoramento del naviglio nemico, pagando un prezzo elevato in termini di perdite. Se il Mediterraneo fu per gli Alleati un “lago angloamericano”, come ebbe a dire Churchill, parte del merito va anche ai biplanisti della FAA e ai loro Albacore.

Principali varianti del Fairey Albacore

  • Prototipo: progettato per soddisfare le specifiche ministeriali S.41/36, il primo dei due prototipi costruiti volò il 12 dicembre 1938. Dotato di un motore Bristol Taurus II svolgeva i ruoli di aerosilurante e ricognitore imbarcato
  • Albacore: versione in produzione, con motori Taurus II o Taurus XII

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Gran Bretagna
  • Modello: Fairey Albacore
  • Costruttore: Fairey Aviation Co. Ltd
  • Tipo: Silurante
  • Motore:

    Bristol Taurus II, radiale a 14 cilindri, raffreddato ad aria. 1.065 HP

  • Anno: 1940
  • Apertura alare m.: 15.24
  • Lunghezza m.: 12.11
  • Altezza m.: 4.65
  • Peso al decollo Kg.: 5.700
  • Velocità massima Km/h: 259 a 1.200 m.
  • Quota massima operativa m.: 6.300
  • Autonomia Km: 1.500 
  • Armamento difensivo:

    3 mitragliatrici

     

  • Equipaggio: 3
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823
    • Peter C. Smith: Combat Biplanes of World War II (Pen and Sword Military) ISBN: 978-1783400546
    • Fleet Air Arm (Web Archive)
    • Military Factory
    • Naval Encyclopedia
     

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