Il Dornier 18 era la versione militare di un idrovolante civile usato su rotte transatlantiche.
A partire dal 1938 sostituì l’anziano Wal e fu usato prevalentemente nel teatro del Mar del Nord. Rispetto al predecessore il Do 18 rappresentava un notevole miglioramento, soprattutto grazie alle migliori caratteristiche aerodinamiche e ai motori di maggior potenza.
Il Dornier 18 è un idrovolante a scafo centrale ed ala alta. I due motori, raffreddati a liquido, sono alloggiati in tandem al di sopra della fusoliera.
Il Dornier Do 18 fu un idrovolante bimotore sviluppato dalla tedesca Dornier Flugzeugwerke negli anni ’30 come successore del famoso Dornier “Wal”. Destinato sia al mercato civile che a quello militare, il Do 18 si distingueva per le linee aerodinamiche, i caratteristici galleggianti stabilizzatori e la motorizzazione Diesel, scelta per la grande autonomia. Tuttavia, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Do 18 risultava già obsoleto come aereo militare, venendo presto relegato a compiti di seconda linea. Il suo impiego più significativo fu nelle mani della compagnia aerea Deutsche Luft Hansa, che lo utilizzò per voli transatlantici sperimentali e di linea. Una breve ma intensa epopea che lo vide stabilire alcuni primati e collegare regolarmente Europa, Africa e Sudamerica, ma anche pagare un prezzo elevato in termini di incidenti.
Sviluppo
Le origini del Do 18 risalgono al 1934, quando la Dornier iniziò a lavorare a un sostituto del glorioso ma anziano idrovolante Do J “Wal”, che negli anni ’20 e ’30 aveva dominato il mercato dei trasporti aerei a lungo raggio grazie alla sua affidabilità e robustezza. Il nuovo progetto, denominato Do 18, manteneva l’impostazione generale del predecessore, con scafo metallico, galleggianti stabilizzatori laterali e configurazione bimotore in tandem, ma introduceva una cellula più aerodinamica e leggera, grazie all’esperienza accumulata con i modelli precedenti come il Do 15 e il Do 16.
La maggiore innovazione stava però nei motori: il Do 18 fu infatti progettato espressamente per montare i nuovi Diesel Junkers Jumo 205 da 880 CV, che promettevano consumi specifici molto inferiori rispetto ai tradizionali motori a benzina di pari potenza. Un vantaggio notevole per un idrovolante destinato a voli di lunga durata su rotte oceaniche, dove il peso del carburante era un fattore critico.
Il primo prototipo Do 18a (D-AHIS), battezzato “Monsun” dalla DLH, volò il 15 marzo 1935, equipaggiato provvisoriamente con due Jumo 5c da 550 CV, non essendo ancora pronti gli Jumo 205 previsti. Purtroppo questo esemplare andò perduto il 2 novembre successivo sul Mar Baltico durante prove ad alta velocità. Seguirono altri tre prototipi, che sperimentarono sia le versioni militari (Do 18d e Do 18b) che quella civile definitiva (Do 18c).
Impiego civile
La Deutsche Luft Hansa fu il primo e principale operatore civile del Do 18. Tra il 1936 e il 1938 la compagnia tedesca ricevette 5 esemplari di serie, designati Do 18E, che battezzò con nomi di venti: Aeolus, Zyklon, Zephir, Pampero. Già nel settembre 1936 i Do 18 vennero impiegati per una serie di voli di prova e dimostrativi sulla rotta del Nord Atlantico, collegando le Azzorre con New York e Bermuda grazie all’assistenza di navi appoggio dotate di catapulte.
Ma il vero banco di prova per i Do 18 fu la rotta del Sud Atlantico. Nell’aprile 1937 Zephir e Aeolus inaugurarono il collegamento postale tra Bathurst (oggi Banjul) in Gambia e Natal in Brasile, una distanza di oltre 3000 km che coprivano con l’appoggio di navi come l’Ostmark e la Westfalen, dotate di catapulte per lanciare gli idrovolanti a pieno carico. Presto si unì anche Pampero. I Do 18 si dimostrarono all’altezza della sfida, volando con regolarità sopra l’oceano, ma pagarono anche un duro scotto.
Il 30 luglio 1937 Aeolus dovette ammarare per un guasto ai motori e venne gravemente danneggiato durante il recupero da parte dell’Ostmark. Il 20 agosto toccò a Pampero effettuare un analogo atterraggio forzato. Il 29 gennaio 1938 fu la volta di Zephir. Ma la tragedia più grande avvenne il 1 ottobre 1938, quando Pampero scomparve in mare quasi senza lasciare traccia con i suoi 5 uomini di equipaggio.
Nel frattempo, nel giugno 1937, era entrato in servizio anche l’unico Do 18F (D-ANHR Zyklon), una versione speciale a lungo raggio con apertura alare aumentata e pesi maggiorati, espressamente richiesta dalla DLH. Zyklon venne impiegato sulla rotta del Sud Atlantico fino al marzo 1939, portando a 73 il totale delle traversate compiute dai Do 18.
Spesso si cita Zyklon come l’aereo che il 27-29 marzo 1938 stabilì il record di distanza per idrovolanti tra l’Inghilterra e il Brasile. In realtà il velivolo che compì l’impresa (D-ANHR) era un esemplare di pre-serie opportunamente modificato e seguito via radio durante il volo da Zyklon che fungeva da aereo appoggio. Un dettaglio che non sminuisce la portata del primato: 8391 km percorsi in poco più di 43 ore, da Capo Start in Cornovaglia a Caravelas in Brasile.
Impiego militare
Meno brillante fu la carriera del Do 18 come aereo militare. Entrato in servizio nella Luftwaffe a metà degli anni ’30, allo scoppio della guerra nel settembre 1939 equipaggiava con 62 esemplari (di cui 58 efficienti) gli stormi da ricognizione costiera sul Mare del Nord e sul Baltico. Ma le sue prestazioni e il suo armamento erano ormai inadeguati.
Non a caso, il primo aereo tedesco abbattuto dagli inglesi nel conflitto fu proprio un Do 18, centrato il 26 settembre 1939 da una pattuglia di cacciabombardieri Blackburn Skua decollati dalla portaerei Ark Royal. L’idrovolante riuscì ad ammarare ma venne poi finito a cannonate dal cacciatorpediniere HMS Somali.
Già nel 1940 i Do 18 vennero ritirati dalla prima linea e relegati a compiti di addestramento e soccorso in mare. A metà del 1941 rimaneva operativo solo uno stormo. Il più moderno idro a scafo centrale Blohm und Voss BV 138 li aveva ormai soppiantati.
Principali varianti del Dornier Do 18
- Do 18E: versione iniziale per uso civile, ne vennero costruiti quattro esemplari con motori Jumo 205C-1 da 550 hp ciascuno
- Do 18F: versione a grande autonomia con apertura alare maggiore (26.30 metri), maggiore peso al decollo. Ne venne realizzato un solo esemplare, per uso civile, immatricolato V7 D-ANNE
- Do 18L: areo ottenuto da esemplari già realizzati e costruito appositamente per partecipare alle gare tipiche degli anni ’30
- Do 15D: prima versione destinata all’impiego militare, propulsa da due motori Jumo 205C da 600 hp ciascuno, armata con una mitragliatrice MG 15 da 7.92mm di calibro in posizione dorsale; 79 esemplari costruiti
- Do 18G: versione migliorata, dotata di due motori Jumo 205D da 880 hp ciascuno, armata con una mitragliatrice MG 131 da 13mm nel muso e un cannone MG 151 da 20mm in una torretta dorsale; ne furono costruiti 62
- Do 18H: versione disarmata a doppi comandi, usata per compiti di addestramento; ne furono costruiti 22 più un numero imprecisato ottenuto dalla conversione di altre versioni
- Do 18N: versione disarmata per compiti di ricerca e salvataggio in mara
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Germania
- Modello: Dornier Do 18 D-1
- Costruttore: Dornier Werke GmbH
- Tipo: Ricognizione
- Motore:
2 Junkers Jumo 205C a 6 cilindri in linea raffreddati a liquido, da 600 HP ciascuno.
- Anno: 1938
- Apertura alare m.: 23.70
- Lunghezza m.: 19.25
- Altezza m.: 5.31
- Peso al decollo Kg.: 10.000
- Velocità massima Km/h: 260
- Quota massima operativa m.: 4.200
- Autonomia Km: 3.500
- Armamento difensivo:
2 mitragliatrici
- Equipaggio: 4
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
- Military Factory
- Aircraft Wiki