Il caccia della RAF de Havilland Mosquito

de Havilland Mosquito

di redazione
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Il segreto dello straordinario successo del Mosquito va ricercato forse nella semplicità della formula costruttiva, dato che i tecnici della de Havilland progettarono un bimotore che avesse come dote principale la velocità, fosse il più piccolo possibile e avesse un rapporto peso-potenza molto elevato.

Il risultato superò indubbiamente ogni più rosea previsione dato che il Mosquito, oltre ad essere un validissimo ricognitore, ruolo per il quale era stato originariamente progettato, si rivelò un bombardiere e un caccia notturno trai migliori della guerra.

Come ricognitore non aveva bisogno di armamento difensivo, dato che la sua velocità gli permetteva di seminare facilmente eventuali seccatori.

Come bombardiere fu il preferito dei Pathfinders, l’élite del Bomber Command, che aveva il compito di lanciare con grande precisione delle bombe illuminanti che sarebbero poi state usate come punto di mira dalle ondate successive; in questo ruolo fu anche protagonista di azioni spettacolari come l’attacco al quartier generale della Gestapo a l’Aja e Copenaghen.

Nel ruolo di caccia notturno il Mossie era un avversario temuto dai piloti tedeschi che tentavano di arginare le ondate di aerei inglesi che quasi ogni notte attaccavano le città tedesche.

La versatilità di questo aereo permetteva di impiegare i Mosquito anche nel pattugliamento antisommergibile, soppiantando il Beaufighter nel Costal Command. Un degno successore del Mosquito fu trovato soltanto negli anni cinquanta, con il bireattore Canberra.

Il Mosquito è un monoplano bimotore a carrello retrattile, interamente costruito in legno. La propulsione è affidata agli onnipresenti Rolls Royce Merlin, raffreddati a liquido.

Il de Havilland DH.98 Mosquito è stato uno degli aerei più versatili e innovativi della seconda guerra mondiale. Questo straordinario bimotore britannico, grazie alla sua costruzione in legno e alle elevate prestazioni, ha ricoperto con successo una vasta gamma di ruoli operativi, dal bombardamento alla ricognizione, dalla caccia all’attacco al suolo. Soprannominato “Wooden Wonder” (Meraviglia di legno) per la sua struttura atipica, il Mosquito ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’aviazione militare.

Prototipo del de Havilland Mosquito
Prototipo del de Havilland Mosquito

Genesi del progetto

Le origini del Mosquito risalgono alla seconda metà degli anni ’30, quando la de Havilland, una delle principali aziende aeronautiche britanniche, iniziò a lavorare a un concetto pionieristico: un bombardiere medio veloce interamente in legno. L’idea si basava sui successi ottenuti con il precedente biplano passeggeri DH.91 Albatross, che aveva dimostrato i vantaggi della costruzione a sandwich in compensato e balsa.

Geoffrey de Havilland, fondatore e capo progettista dell’azienda, era convinto che questa tecnica costruttiva avrebbe permesso di realizzare un velivolo dalle linee aerodinamicamente efficienti, leggero ma robusto, capace di superare in prestazioni i bombardieri metallici dell’epoca. Inoltre, l’impiego estensivo del legno avrebbe consentito di risparmiare grandi quantità di alluminio, materiale strategico che scarseggiava in tempo di guerra.

Tuttavia, il ministero dell’aria britannico era scettico riguardo al progetto. I vertici della RAF prediligevano i classici bombardieri quadrimotore pesantemente corazzati e armati, come gli Avro Lancaster o gli Handley Page Halifax. Un bimotore di medie dimensioni in legno sembrava un’idea bizzarra e rischiosa. Nonostante le perplessità, de Havilland decise di portare avanti autonomamente lo sviluppo del velivolo, denominato DH.98, investendo capitali propri.

Nel settembre 1939, allo scoppio della guerra, il ministero aveva espresso delle specifiche per un bombardiere medio capace di volare a 400 miglia orarie (640 km/h) a 24.000 piedi (7.300 m) con un carico di bombe di 4.000 libbre (1.800 kg). De Havilland propose il suo progetto come soluzione, ma incontrò ancora resistenze: l’Air Ministry voleva un aereo multi-ruolo, con armamento difensivo e capacità di siluramento.

De Havilland era invece convinto che la velocità e la manovrabilità del suo aereo sarebbero state sufficienti a farlo sopravvivere senza bisogno di apposite postazioni difensive. Per dimostrarlo, continuò lo sviluppo in segreto nella tenuta di Salisbury Hall, in un hangar ben mimetizzato. Il 3 novembre 1940 il prototipo E-0234 era pronto.

Prove e primi ordini

Il 25 novembre 1940 il capo collaudatore Geoffrey de Havilland Jr. portò in volo per la prima volta il prototipo, matricola militare W4050. Spinto da due Rolls-Royce Merlin da 1280 cv, il velivolo si dimostrò subito eccezionale: raggiunse i 630 km/h, circa 30 km/h in più dello Spitfire Mk.II, pur avendo una superficie alare e un peso doppi. E questo era solo l’inizio.

Durante le prove, il W4050 passò da un’elica bipala a una tripala, guadagnando ulteriore velocità. I problemi di buffeting alla coda furono risolti con l’adozione di derive e piani di coda allungati. Il comportamento in volo era così buono che il famoso asso John Cunningham, dopo averlo provato, dichiarò che avrebbe potuto facilmente sostituire i Beaufighter come caccia notturno.

Impressionato dai risultati, nell’aprile 1941 Lord Beaverbrook, ministro della produzione aeronautica, autorizzò un primo ordine per 50 Mosquito, nonostante lo scetticismo ancora dominante in certi ambienti. Un secondo prototipo da caccia notturna, il W4052, volò a maggio. Il bombardiere entrò in servizio a novembre con il No.105 Squadron della RAF.

Tecnica e versatilità

La struttura del Mosquito era estremamente innovativa per l’epoca. La fusoliera era costituita da due semigusci in compensato, incollati lungo la mezzeria. I due longheroni alari erano ricavati da massicce sezioni di abete lamellare, con centine di balsa. Il rivestimento era un sottile strato di compensato, ricoperto da tela e vernice per impermeabilizzarlo.

Solo pochi componenti erano metallici: il castello motore, il carrello, gli impennaggi. Questo permetteva di risparmiare alluminio, di velocizzare la produzione e di impiegare manodopera non specializzata, in un periodo in cui l’industria aeronautica britannica era già al limite. Molti Mosquito furono assemblati da mobilifici o carpenterie.

Il risultato era un aereo di dimensioni contenute (16,5 metri di apertura alare) ma dalle prestazioni formidabili. Il Mosquito Mk.II bombardiere raggiungeva i 605 km/h a 8.000 metri con 2.000 kg di bombe, un primato per l’epoca. La versione da ricognizione PR volava a oltre 650 km/h a 10.000 metri, praticamente irraggiungibile per i caccia nemici.

Oltre alla velocità pura, il Mosquito aveva un’autonomia notevole: fino a 3.600 km nella configurazione standard, che arrivavano a 5.500 km nella versione a lungo raggio grazie a serbatoi supplementari. Il carico bellico andava dai 500 kg delle prime serie ai 2.000 kg dei modelli successivi, in rastrelliere subalari o in un vano ventrale.

L’armamento era concentrato nel muso per non turbare l’aerodinamica. I caccia avevano 4 mitragliatrici Browning da 7,7 mm e 4 cannoni Hispano da 20 mm. I cacciabombardieri aggiungevano fino a 8 razzi o 2 cannoni Molins da 57 mm per attaccare bersagli corazzati. I caccia notturni montavano radar da intercettazione come l’AI Mk.IV e VIII.

La cabina di pilotaggio era spaziosa, con due posti affiancati per pilota e navigatore/operatore radio. I comandi e la strumentazione erano razionali e ben disposti. I portelli erano ampi e garantivano un’ottima visibilità. Il carrello triciclo si ritraeva completamente nelle gondole, permettendo atterraggi corti e puliti.

Dalle cellule di base furono derivate decine di versioni specializzate per qualsiasi esigenza bellica: bombardieri diurni e notturni, ricognitori fotografici, caccia a lungo raggio, siluranti, posamine, zattere volanti per il soccorso in mare. Furono prodotti anche trainer, traino-bersagli e aerei sperimentali con motori Napier Sabre o Rolls-Royce Griffon.

Mosquito B Mk.IV
Mosquito B Mk.IV

In azione su tutti i fronti

Il battesimo del fuoco per il Mosquito avvenne nel settembre 1941, con una serie di voli di ricognizione ad alta quota sulla Francia occupata. La sua velocità lo rendeva praticamente immune da qualsiasi reazione nemica. Presto iniziarono le prime incursioni diurne a bassa quota, che sfruttavano velocità e agilità per penetrare le difese.

Nel 1942 i Mosquito compirono una serie di raid spettacolari, come quello del 25 settembre sulla sede della Gestapo di Oslo, o quello del 30 gennaio 1943 su Berlino che interruppe un discorso di Goering alla radio. Queste azioni scatenarono l’ira e l’imbarazzo dei vertici tedeschi, che non riuscivano a fermare “la meraviglia di legno”.

Ma il vero impatto del Mosquito si vide nella battaglia d’Inghilterra notturna. Equipaggiati con i primi radar aerotrasportati, i Mosquito della RAF si dimostrarono letali contro i bombardieri He-111 e Do-217, e persino contro i caccia notturni Ju-88 e Bf-110. Assi come John Cunningham e Branse Burbridge ottennero decine di vittorie volando con il Mosquito.

In previsione dello sbarco in Normandia, i Mosquito furono impiegati massicciamente per colpire le linee di rifornimento e le difese tedesche. Il 2nd Tactical Air Force ne schierava tre stormi che martellavano stazioni, depositi e convogli, spesso in coppia con i B-25 Mitchell. Dopo il D-Day supportarono l’avanzata alleata fino alla Germania.

Sul fronte del Mediterraneo i Mosquito siluranti affondarono decine di navi e sommergibili dell’Asse, inclusa la portaerei Aquila nell’aprile 1945. Sul fronte artico scortavano i convogli artici verso Murmansk e pattugliavano le acque norvegesi contro gli U-Boot. In Estremo Oriente contrastarono l’avanzata giapponese fino alla Birmania.

I Mosquito ebbero un ruolo cruciale anche nella “battaglia delle onde radio”. Gli esemplari del No. 100 Group, specializzati nella guerra elettronica, volavano di notte sulle città tedesche, disturbando i radar della FlaK e della Luftwaffe con apparati come il “Mandrel” e il “Carpet”. In questo modo favorirono l’offensiva dei bombardieri pesanti.

Oltre ai compiti di prima linea, il Mosquito fu usato estesamente come aereo da collegamento veloce, trasportando personalità come il primo ministro Churchill o re Giorgio VI. Alcuni esemplari furono appositamente allestiti con una cabina passeggeri dietro i piloti, rifinita in pelle e legno pregiato. Divennero lo status symbol per ufficiali e diplomatici.

Alla fine della guerra i Mosquito di tutti i tipi avevano totalizzato oltre 39.000 missioni, con la percentuale di perdite più bassa (0,83%) tra tutti i plurimotori della RAF. Avevano dimostrato una incredibile versatilità, operando dall’Artico all’Africa, dall’Europa alle Indie Olandesi. Nessun altro aereo alleato fu impiegato in così tanti ruoli.

Un’eredità immortale

Dopo la resa della Germania, i Mosquito rimasero a lungo in servizio con la RAF e molte altre forze aeree, come quelle di Australia, Canada, Cecoslovacchia, Svezia. Alcuni esemplari ex-canadesi erano stati venduti alla Cina nazionalista, che li impiegò nella guerra civile contro i comunisti fino al 1949, con buoni risultati. Altri finirono in Israele.

La carriera militare del Mosquito britannico terminò solo nel 1955. Quella dei ricognitori PR.34 e 35 andò avanti fino al 1962, quando furono sostituiti dall’English Electric Canberra. Gli ultimi voli operativi furono svolti dai Mosquito TT.35 del No.3 Civilian Anti-Aircraft Co-operation Unit, che facevano da bersagli per l’addestramento delle batterie contraeree fino al 1963.

In totale furono costruiti 7.781 Mosquito di tutti i tipi, un risultato notevole per un aereo inizialmente non voluto da nessuno tranne che dal suo creatore. Il Mosquito fu l’ultimo progetto personalmente diretto da Sir Geoffrey de Havilland, che considerava il bimotore di legno il suo capolavoro: un concentrato di eleganza, velocità e innovazione.

Il Mosquito è unanimemente considerato uno dei migliori velivoli della seconda guerra mondiale. Nessun altro aereo combinò altrettanta efficacia in così tanti ruoli con un tale grado di economia costruttiva e affidabilità. Le sue linee pulite e originali lo hanno reso una vera e propria icona, al pari dello Spitfire o del Lancaster.

Oggi una trentina di Mosquito sono conservati nei musei di mezzo mondo. Almeno una decina sono stati rimessi in condizioni di volo o lo saranno presto, grazie alla passione di collezionisti e restauratori. Nel 2012 in Nuova Zelanda la Avspecs ha iniziato la costruzione di repliche volanti, utilizzando per quanto possibile le tecniche originali.

Uno degli esemplari più famosi è il KA114 del Royal Air Force Museum di Londra. Si tratta dell’FB Mk.VI del No. 128 Squadron che il 10 febbraio 1944 riuscì ad affondare la nave corsara tedesca “Brummer” al largo di Saint-Nazaire, in un’azione solitaria e disperata. Un’impresa che racchiude tutta l’audacia e l’eccellenza del de Havilland Mosquito.

Forse il miglior tributo al Mosquito venne da un avversario, il generale Adolf Galland, comandante dei caccia tedeschi. Nel dopoguerra dichiarò: “Quando nell’estate del 1941 vidi il primo Mosquito volare indisturbato sul nostro fronte, capii che per la Germania la guerra era persa. Sapevamo di non avere nulla di simile o comparabile a quell’aereo”.

De Havilland Mosquito Mk. VI
De Havilland Mosquito Mk. VI

Principali varianti del de Havilland Mosquito

  • DH 98: primo prototipo con motori Rolls Royce Merlin RM 3SM in gondole corte, apertura alare di 16.00 metri
  • PR Mk I: versione da ricognizione fotografica con motori Merlin XXI, tre macchine fotografiche oblique, 10 aerei costruiti
  • B Mk IV: versione da bombardamento con capacità di carico di 2000 libbre (907 Kg), ne furono costruiti 9, ottenuti dalla conversione di Mk I avvenuta quando erano ancora sulle linee di montaggio
  • F Mk II: versione da caccia, armata con 7 mitragliatrici da 7.7 nel muso e  cannoni da 20mm nelle ali, ne furono costruiti 494 (inclusi gli aerei impiegati per la caccia notturna e designati NF II)
  • NF Mk II: versione da caccia notturna, munita di radar AI IV o AI V a onde lunghe, soppressori di fiamma agli scarichi
  • NF Mk XII: versione da caccia notturna, 98 esemplari ottenuti dalla conversione di NF Mk II con l’installazione del nuovo radar AI VIII installato in un radome nel muso e quindi privo delle mitragliatrici da 7.7
  • NF Mk XV: versione da caccia notturna modificata per operare ad alta quota con cabina pressurizzata, ala modificata, motori Merlin con compressore a due stadi e armati con 4 mitragliatrici da 7.7 in un contenitore ventrale. Ne furono costruiti 5 esemplari, 4 ottenuti dalla conversione di NF MkII e un altro impiegato in prove di valutazione
  • NF Mk XVII: versione da caccia notturna, sostanzialmente identica alla NF Mk II ma con radar AI X, ne furono costruiti 99
  • T Mk III: versione biposto da addestramento con motori Merlin XXI, XXIII o XXV, poteva impiegare serbatoi di carburante sganciabili, ne furono costruiti 352 esemplari
  • B Mk IV: versione da bombardamento, con prua vetrata e capacità di carico di 907 Kg, priva di armamento difensivo. Ne furono costruiti 263, 20 aerei di questa serie furono modificati per trasportare le bombe Blockbuster, un numero imprecisato venne modificato per trasportare le bombe rimbalzanti
  • PR Mk IV: versione da ricognizione fotografica, 29 aerei ottenuti dalla conversione di B Mk IV
  • PR Mk VIII: versione da ricognizione fotografica, 5 esemplari derivati dalla B IV ma con motori Merlin 61 con compressore a doppio stadio
  • B Mk V: versione da bombardamento, fu realizzato il prototipo ma non entrò in produzione
  • FB Mk VI: versione cacciabombardiere, armata con 4 mitragliatrici da 7.7, 4 cannoni da 20mm, 230 Kg di bombe e rastrelliere alari per altri 230 Kg di bombe oppure 8 razzi da 27Kg ciascuno, be furono costruiti 2,584
  • FB Mk XVIII: versione cacciabombardiere specializzata nell’impiego antinave, ottenuta dall FB Mk VI con l’eliminazione dei 4 cannoni da 20mm sostituiti da un’unica arma Molins calibro 57mm con 25 colpi, ne furono costruiti 19
  • FB 21: versione cacciabombardiere costruita in Canada, corrispondente alla FB Mk VI con motori Packard Merlin 33, ne furono costruiti 6 esemplari
  • T 22: versione da addestramento costruita in Canada, corrispondente alla T III con motori Packard Merlin 33, ne furono costruiti 6 esemplari
  • FB 40: versione cacciabombardiere costruita in Australia, corrispondente alla FB Mk VI con motori Merlin 31 o 33; ne furono costruiti 203
  • PR 40: versione da ricognizione fotografica costruita in Australia, derivata dalla FB 40; ne furono costruiti 6
  • PR 41: versione australiana da ricognizione fotografica, 6 aerei ottenuti dalla conversione di FB 40
  • FB 42: versione cacciabombardiere costruita in Australia in un unico esemplare, ottenuto dalla conversione di un FB 40 con motori Merlin 69, non entrò in produzione e l’aereo costruito venne impiegato come prototipo per la versione PR 41
  • T 43: versione biposto da addestramento costruita in Australia, ne furono costruiti 22 ottenuti dalla conversione di FB 40
  • B Mk VII: versione da bombardamento costruita in Canada, analoga alla MK IV ma con motori Packard Merlin 31, ne furono costruiti 25
  • B Mk IX: versione da bombardamento con motori Merlin con compressore a doppio stadio, ne furono costruiti 54 alcuni dei quali modificati per il trasporto delle “blockbuster”
  • PR Mk IX: versione da ricognizione fotografica con motori Merlin con compressore a doppio stadio, ne furono costruiti 90
  • NF Mk XIII: versione da caccia notturna con ali identiche a quelle della FB Mk Vi, capacità di trasportare serbatoi di carburante sganciabili, strumentazione ed elettronica identiche a quelle della NF XII, ne furono costruiti 260
  • PR Mk XVI: versione da ricognizione fotografica con cabina pressurizzata e motori Merlin 72/73 oppure 76/77, ne furono costruiti 432
  • B Mk XVI: versione da bombardamento ad alta quota con cabina pressurizzata, ne furono costruiti 402
  • PR 32: versione da ricognizione fotografica, basata sulla PR 16 ma con le ali della NF XV, cabina pressurizzata e motori Merlin 113/114, ne furono costruiti 5
  • TT 39: versione specializzata nel traino bersagli usati in addestramento, ne furono costruiti 106 ottenuti dalla conversione di B e PR Mk 16, il gancio di traino e il bersaglio erano trasportati nella stiva bombe, aveva una postazione dorsale per l’addetto al verricello, una per un cineoperatore a prue ed eliche modificate
  • NF Mk XIX: versione da caccia notturna simile alla NF Mk XVII con radar AI VIII alloggiato in un radome, ne furono costruiti 280
  • B Mk XX:versione da bombardamento costruita in Canada, corrispondente alla Mk IV con motori Merlin 31 oppure 33, ne furono costruiti 245
  • B 25: versione da bombardamento costruita in Canada, derivata dalla Mk XX ma con motori Packard Merlin 225 con compressore a doppio stadio, ne furono costruiti 343
  • FB 26: versione cacciabombardiere costruita in Canada, derivata dalla FB 21 ma con motori Packard Merlin 225, ne furono costruiti 337
  • T 29: versione biposto da addestramento costruita in Canada, ne furono costruiti 37 esemplari, tutti ottenuti dalla conversione di FB 26
  • T 27: versione da addestramento costruita in Canada con motori Merlin 225, ne furono costruiti 43 esemplari
  • NF 30: versione da caccia notturna con rada AI X e motori Merlin 72 o 76, ne furono costruiti 526
  • PR 34: versione da ricognizione fotografica a larghissimo raggio, dotata di stiva bombe con porte sagomate per alloggiare serbatoi di carburante supplementari, motori Merlin 114 o 114a; ne furono costruiti 181
  • B 35: ultima versione da bombardamento costruita in serie, motori Merlin 114 o 114a, portelloni della stiva bombe modificati, ne furono costruiti 265
  • TT 35: versione da addestramento per il traino alianti, ne furono costruiti 26 ottenuti dalla conversione di B 35
  • TF/TR 33: versione multiruolo, imbarcata su portaerei con ali ripiegabili e gancio d’arresto, eliche quadripala, radar ASH e armamento di 4 cannoni da 20mm, nel vano delle bombe potevano essere alloggiati anche razzi, bombe o siluri. Gli aerei di questa serie potevano essere impiegati come ricognitori, siluranti o cacciabombadiere, i primi due prototipi della serie furono ottenuti dalla conversione di esemplari della serie FB Mk VI, seguiti da 50 aerei prodotti in serie
  • PR 35: versione da ricognizione fotografica, ne furono costruiti 10 esemplari, tutti ottenuti dalla conversione di B 35
  • NF 36: versione da caccia notturna con radar AI X e motori Merlin 113/113a oppure 114/114a con compressore a due stadi, ne furono costruiti 163
  • TF 37:versione mutiruolo, analoga alla TF33 con radar ASV XIII e motori Merlin 25, ne furono costruiti 14
  • NF 38: versione da caccia notturna con radar AI IX e motori Merlin 114a, ne furono costruiti 101

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: GB
  • Modello: de Havilland Mosquito Mk. I
  • Costruttore: de Havilland Aircraft Co. Ltd.
  • Tipo: BombardamentoCaccia notturnoRicognizione
  • Motore:

    2 Rolls Royce Merlin XXI a 12 cilindri a V, raffreddati a liquido, 1.250 HP ciascuno

  • Anno: 1941
  • Apertura alare m.: 16.51
  • Lunghezza m.: 12.34
  • Altezza m.: 4.65
  • Peso al decollo Kg.: 8.700
  • Velocità massima Km/h: 611 a 5.200 m.
  • Quota massima operativa m.: 8.800
  • Autonomia Km: 2.200 
  • Armamento difensivo:

     

  • Equipaggio: 2
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

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