Breda Ba.65 Nibbio

di redazione
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Il Breda Ba 65 fu l’unico aereo da attacco al suolo italiano impiegato operativamente. Nella guerra civile spagnola, volando nella quasi completa assenza di opposizione nemica, conseguì buoni risultati, mentre nel conflitto mondiale la situazione fu ben diversa.

Impiegato quasi esclusivamente in Africa, si rivelò ben presto troppo lento e troppo poco maneggevole, finendo facilmente preda della caccia nemica.

Il Breda Ba.65 Nibbio fu un aereo da assalto monomotore ad ala bassa, realizzato dall’azienda italiana Società Italiana Ernesto Breda nella seconda metà degli anni ’30. Rappresentò il primo tentativo di dotare la Regia Aeronautica di un velivolo specificatamente progettato per l’aviazione d’assalto, secondo le teorie del colonnello Amedeo Mecozzi. Nonostante alcune buone caratteristiche, il Ba.65 entrò in servizio quando era già sostanzialmente superato e la sua carriera operativa fu piuttosto breve, anche se non priva di azioni degne di nota.

Progetto

Il Ba.65 nacque come sviluppo del precedente Breda Ba.64, una macchina sperimentale realizzata per mettere in pratica i concetti del supporto aereo ravvicinato alle truppe di terra teorizzati dal col. Amedeo Mecozzi. Secondo questa dottrina, aerei appositamente progettati avrebbero dovuto operare in stretto coordinamento con le forze di terra, attaccando obiettivi in prima linea con mitragliatrici, bombe e spezzoni.

Si trattava di un’idea innovativa per l’epoca, che anticipò il moderno concetto di aereo d’attacco al suolo. La maggior parte delle aeronautiche, infatti, considerava ancora queste missioni appannaggio di bombardieri in picchiata o cacciabombardieri adattati. Un velivolo specifico per l’assalto avrebbe dovuto essere robusto, ben armato e protetto, capace di operare da basi avanzate e di sopravvivere al fuoco nemico.

Il Ba.64 fu un primo passo in questa direzione, ma era ancora troppo simile a un caccia. Con il Ba.65 si cercò di affinare la formula, realizzando una macchina più grande e pesante, con un motore più potente e un armamento potenziato.

Breda Ba.65 Biposto
Breda Ba.65 Biposto

Tecnica

Progettato dai valenti ingegneri Antonio Parano e Giuseppe Panzeri, il Ba.65 conservava l’aspetto generale del Ba.64, con fusoliera a traliccio di tubi d’acciaio saldati e rivestimento in duralluminio, tranne per il bordo d’uscita alare rivestito in tela. L’ala bassa a sbalzo aveva un profilo spesso e robusto. Il carrello aveva gambe carenate semiretrattili che lasciavano sporgere parzialmente le ruote, mentre il ruotino di coda era fisso.

Cuore del Nibbio era il motore radiale Isotta Fraschini K.14 da 900 CV (una licenza del Gnome-Rhone 14K), racchiuso in una cappottatura aerodinamica con caratteristiche bugne per i rinvii delle punterie. Un anello Magni, un primitivo tipo di radiatore ad aria, provvedeva al raffreddamento. L’elica bipala in legno era di ampie dimensioni per meglio sfruttare la potenza disponibile.

L’armamento era decisamente potente per gli standard italiani dell’epoca: ben 4 mitragliatrici Breda-SAFAT da 12,7 mm nelle ali, con un notevole volume di fuoco frontale. Bombe fino a 300 kg potevano essere alloggiate in un vano nello scafo centrale e agganci subalari. Alcune versioni avevano anche una mitragliatrice brandeggiabile da 7,7 mm per il puntatore in un secondo abitacolo separato.

Queste caratteristiche facevano del Ba.65 un velivolo d’assalto notevolmente avanzato per il periodo in cui nacque. Purtroppo la lunga messa a punto ne ritardò l’entrata in servizio fino al 1937-38 quando ormai, specie come velocità e prestazioni, cominciava già a risentire il peso degli anni e della rapida evoluzione tecnologica in corso.

Impiego nella Guerra di Spagna

Il battesimo del fuoco per il Ba.65 avvenne durante la Guerra Civile Spagnola, in cui l’Italia fascista intervenne pesantemente a fianco dei nazionalisti di Francisco Franco. Nell’estate del 1937 arrivarono in Spagna i primi 13 esemplari monoposto della Serie I, destinati alla 65a Squadriglia Assalto dell’Aviazione Legionaria. Furono subito impiegati in azione su Santander, Teruel e nella battaglia dell’Ebro.

Le prime valutazioni furono contrastanti: i piloti provenienti dalla caccia ne criticarono la scarsa manovrabilità, mentre quelli dei bombardieri ne apprezzarono robustezza e precisione nel tiro in picchiata, come nella distruzione del ponte sull’Ebro a Flix nell’aprile 1938, ad opera di tre Ba.65. In generale, comunque, emerse che il Ba.65 non era adatto al ruolo di caccia né a quello di ricognitore, a causa della bassa velocità e del difficile pilotaggio. Come bombardiere, invece, si dimostrò efficace nel tiro in picchiata con le bombe alari, mentre il bombardamento in orizzontale dal vano interno era molto meno preciso.

Nel 1938 arrivò in Spagna un secondo lotto di 10 Ba.65, alcuni con i nuovi motori Fiat A.80 RC.41 e altri ancora con gli Isotta Fraschini K.14. Alla fine del conflitto, 11 esemplari superstiti furono ceduti all’Ejercito del Aire franchista, che li impiegò come addestratori.

Impiego nella Seconda Guerra Mondiale

Dopo l’esperienza spagnola, il Ba.65 equipaggiò i neo-costituiti Stormi d’Assalto della Regia Aeronautica, il 5° e il 50°. Allo scoppio del conflitto mondiale, nel giugno 1940, erano in servizio ben 167 Nibbio, la maggioranza dei quali con i meno affidabili motori Fiat.

L’evoluzione negativa delle operazioni in Nordafrica, specie dopo le pesanti perdite subite dagli inadatti Breda Ba.88 e Caproni Ca.310, convinse il comando italiano a inviare urgentemente al fronte quanti più Ba.65 possibile, soprattutto quelli coi motori Isotta Fraschini. Un certo numero di esemplari venne rastrellato dai reparti di seconda linea e trasferito rapidamente in Libia tra fine 1940 e inizio 1941, andando a costituire la 159ª e 160ª Squadriglia Assalto con una ventina di aerei.

In questa fase il Ba.65 si dimostrò un valido assaltatore nel contrasto alle colonne corazzate britanniche, grazie alla sua robustezza e alla precisione nell’attacco in picchiata. In una caotica situazione, in cui reparti di Fiat CR.32, G.50 e addirittura S.79 venivano lanciati nel disperato tentativo di fermare l’avanzata inglese, il Nibbio fu l’unico in grado di assolvere efficacemente al supporto tattico, ritardando la perdita della Cirenaica.

Nondimeno, a questo punto il Ba.65 era ormai completamente superato in velocità, manovrabilità e prestazioni generali. La mancanza di una vera aviazione d’assalto si fece sentire per tutta la campagna del Nordafrica. Gli ultimi Nibbio furono persi o abbandonati in Libia nel febbraio 1941. Solo nel 1943, col Reggiane Re.2002, la Regia Aeronautica poté disporre di un vero cacciabombardiere moderno.

I pochi Ba.65 superstiti in Italia furono impiegati come addestratori fino al 1943, prima di essere definitivamente radiati.

Esportazioni

Notevole fu l’interesse suscitato dal Ba.65 all’estero, in un periodo in cui il concetto di assaltatore specializzato era una novità. Ben 45 esemplari di varie versioni furono esportati tra il 1938 e il 1939.

Il primo cliente fu l’Iraq, che acquistò 15 Ba.65 biposto con torretta dorsale tipo “M” e motore A.80: la loro carriera è poco nota. Poi venne il turno del Cile, con 20 esemplari dotati dell’ottimo motore radiale Piaggio P.XI e cannoncino alare da 20 mm. Il Portogallo, alleato dell’Italia fascista, si aggiudicò 10 Nibbio biposto con motore Fiat e mitragliera brandeggiabile. Infine, la Cina nazionalista provò un Ba.65 motorizzato Pratt & Whitney R-1830 nel 1937, con l’intenzione di ordinarne 30, ma il contratto non si concretizzò.

Tra le poche immagini a colori del Ba.65 ci sono proprio quelle degli esemplari cileni e portoghesi dalle livree sgargianti. Per quanto marginale, questo successo commerciale fu il canto del cigno per il Nibbio, che di lì a poco sarebbe stato relegato a compiti di seconda linea.

Breda Ba.65 Portoghese
Breda Ba.65 Portoghese

Eredità

In definitiva, il Breda Ba.65 Nibbio fu un aereo pionieristico nel ruolo di assaltatore, nato da un’intuizione all’avanguardia del suo tempo. Robusto, potentemente armato e capace di notevole precisione nel tiro, dimostrò l’utilità del supporto aereo ravvicinato alle forze terrestri. Il suo armamento, specie per una macchina italiana degli anni ’30, era ragguardevole.

Purtroppo il Ba.65 nacque troppo tardi e fu penalizzato da un lungo sviluppo, entrando in servizio quando era già superato. Poco veloce, appesantito dalle corazzature e difficile da pilotare, soffrì nel confronto coi caccia avversari e la contraerea, rivelandosi vulnerabile senza adeguata scorta. La mancanza di motori davvero affidabili (specie gli A.80) ne limitò ulteriormente le prestazioni.

Resta il fatto che, pur nei suoi limiti, il Nibbio fu l’unico vero assaltatore italiano della prima parte della guerra e in Nordafrica scrisse alcune delle pagine più significative nella breve storia di questa specialità. Mentre i Ba.88 fallivano clamorosamente e i Caproni Ca.310 si dimostravano inadeguati, il Ba.65 assolveva in modo più che dignitoso al compito di rallentare l’avanzata britannica, ben oltre le attese per un aereo ormai datato.

Per quanto interessante come concetto, il Ba.65 non lasciò una vera eredità: la strada dell’assalto italiano sarebbe stata quella dei cacciabombardieri come l’Re.2002, in linea con gli altri paesi. Ma il Nibbio, nei suoi pregi e difetti, fu una macchina coraggiosa e antesignana, che merita un posto nella storia.

Principali varianti del Breda Ba.65

  • Ba.65: versione monoposto
  • Ba.65 K.14: monoposto da attacco al suolo, armata con due mitragliatrici da 12.7 e altrettante da 7.7. Propulsa da un motore Piaggio Radiale
  • Ba.65 A80: identica alla precedente ma propulsa da un motore Fiat A.80
  • Ba.65bis: versione biposto, aveva una maggiore capacità di combustibile e una mitragliatrice da 7.7 mm brandeggiabile in posizione difensiva
  • Ba.65bisL: versione biposto simile alla bis ma dotata di una torretta difensiva Breda L
  • Ba.65M: versione specializzata nel bombardamento in picchiata ottenuta convertendo esemplari di Ba.65bis

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Italia
  • Modello: Breda Ba.65
  • Costruttore: Società Italiana Ernesto Breda
  • Tipo: Assalto
  • Motore:

    Fiat A.80 RC, radiale a 18 cilindri raffreddato ad aria, da 1.000 HP

  • Anno: 1935
  • Apertura alare m.: 12.10
  • Lunghezza m.: 9.30
  • Altezza m.: 3.20
  • Peso al decollo Kg.: 3.490
  • Velocità massima Km/h: 430
  • Quota massima operativa m.: 8.300
  • Autonomia Km: 550 
  • Armamento difensivo:

    4 mitragliatrici

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

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