Il caccia imbarcato della Fleet Air Arm Blackburn Roc

Blackburn Roc

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento: 600 letture totali

Adottando gli stessi criteri che erano alla base del progetto del Bolton Paul Defiant, i progettisti della Blackburn svilupparono questo caccia per la Royal Navy. L’aereo era sostanzialmente derivato dal bombardiere in picchiata Blackburn Skua dal quale ereditava gran parte della struttura conservando addirittura i freni di picchiata e gli attacchi per le bombe.

Anche in questo caso l’idea di una torretta armata di quattro mitragliatrici installata a metà fusoliera si rivelò errata e il Roc fu ben presto relegato a compiti di addestramento anche perchè il Roc dimostrò di avere prestazioni complessivamente inferiori rispetto a tutti i pariclasse del periodo.

Il Roc è un aereo monomotore, monoplano ad ala bassa, propulso da un motore radiale.

La sua caratteristica principale è la torretta armata di quattro mitragliatrici installata a metà della fusoliera.

Il Blackburn Roc fu un caccia imbarcato monoposto della Royal Navy, attivo durante la prima fase della Seconda Guerra Mondiale. Derivato dal precedente aerosilurante Blackburn Skua, il Roc nacque per rispondere alla specifica O.30/35 dell’Air Ministry, che richiedeva un caccia catapultabile sia da navi da battaglia che da portaerei, in grado di difendere la flotta britannica e contrastare i ricognitori nemici.

Prototipo del Roc, Maggio 1939
Prototipo del Roc, Maggio 1939

Genesi e caratteristiche

Negli anni ’30 la Royal Navy riteneva che la flotta potesse difendersi dagli attacchi aerei grazie alla potenza di fuoco antiaerea delle navi. In quest’ottica, i caccia imbarcati avrebbero avuto un ruolo secondario, limitandosi a respingere i ricognitori nemici e proteggere i gruppi di aerosiluranti.

Per questo ruolo fu ideato il Blackburn Roc, strettamente imparentato con lo Skua ma caratterizzato dall’adozione di una torretta dorsale motorizzata Boulton-Paul tipo A, armata con quattro mitragliatrici Browning da 7,7 mm. Questa innovazione, ispirata dal caccia terrestre Boulton Paul Defiant, mirava a garantire una potente difesa contro attacchi provenienti da ogni direzione.

Il Roc manteneva l’ala e la coda dello Skua, con alcune modifiche come un leggero diedro alare. La fusoliera fu riprogettata per ospitare la voluminosa torretta e il suo meccanismo. Il Roc era un grande monoplano ad ala bassa di costruzione interamente metallica, con carrello retrattile e ali ripiegabili per stivaggio sulle navi. L’equipaggio contava due persone, pilota e mitragliere/operatore radio.

La propulsione era affidata a un affidabile radiale Bristol Perseus XII da 815 CV, che forniva prestazioni modeste: velocità massima di appena 359 km/h a 3660 metri. Ciò rendeva il Roc più lento non solo dei monomotori nemici, ma persino dei più recenti ricognitori. L’autonomia massima raggiungeva i 1400 km. L’armamento comprendeva, oltre alle quattro Browning in torretta, due bombe da caduta da 113 kg o 4 bombe anti-sommergibile da 45 kg sotto le ali. Il Roc era anche attrezzato per il bombardamento in picchiata.

Produzione e varianti

Il prototipo del Roc volò per la prima volta il 23 dicembre 1938. La produzione fu subappaltata da Blackburn alla Boulton Paul di Wolverhampton, che aveva acquisito una preziosa esperienza con la torretta tipo A del Defiant. Inizialmente si ipotizzò una vasta produzione, con molti esemplari destinati al ruolo di ricognitore catapultabile dai cacciatorpediniere della Royal Navy. Per questo scopo nasceva la variante idrovolante, dotata di galleggianti gemelli Blackburn. Complessivamente furono costruiti 136 Roc tra il 1939 e l’agosto 1940. Alcuni velivoli di serie furono convertiti in idro, ma le prestazioni deludenti e il rapido mutare delle esigenze operative fecero abbandonare il concetto.

Impiego operativo

I primi Roc divennero operativi nel tardo 1939 con gli Squadron 800 e 803 della Fleet Air Arm, affiancandosi in piccoli numeri agli Skua. Nell’inverno 1939-40 operarono da basi costiere per pattugliare i cieli attorno alla base di Scapa Flow e proteggere i convogli nel Mare del Nord. Il raggio d’azione ridotto si rivelò uno svantaggio rispetto agli Skua.

Nella campagna di Norvegia dell’aprile 1940, alcuni Roc imbarcati sulle portaerei Ark Royal e Glorious scortarono le formazioni di Skua, respingendo in un paio di occasioni i ricognitori tedeschi, senza però riuscire a ingaggiarli per la loro maggiore velocità.

In giugno i Roc degli Squadron 801 e 806 presero parte alle operazioni sulla Manica durante l’evacuazione di Dunkerque. Il 28 maggio il guardiamarina Arthur Day con il suo Roc abbatté un bombardiere He 111, l’unica vittoria aerea confermata del tipo. I Roc attaccarono in picchiata le torpediniere tedesche nei porti francesi, subendo alcune perdite.

Dopo Dunkerque i Roc cessarono le operazioni di prima linea e furono relegati a compiti di seconda linea, come soccorso in mare e traino bersagli. Alcuni continuarono a operare sulla Manica come deterrente anti-ricognizione. Il 26 settembre 1940 un Roc ingaggiò un duello inconclusivo con un idrovolante tedesco He 59.

Gli ultimi Roc furono ritirati nel 1943 per mancanza di pezzi di ricambio. In totale ne furono costruiti solo 136 esemplari.

Blackburn Roc, in versione idrovolante
Blackburn Roc, in versione idrovolante

Eredità

Il Blackburn Roc si rivelò un velivolo scarsamente riuscito. Le speranze che la torretta Boulton-Paul lo rendesse un valido caccia multi-ruolo andarono deluse. Le prestazioni erano insufficienti per un caccia, e il Roc non era abbastanza robusto per fungere da aerosilurante o bombardiere in picchiata.

La sua limitata velocità massima di 359 km/h lo rendeva facile preda per i caccia nemici e limitava la capacità di intercettare i bombardieri. Il raggio d’azione era inferiore alle esigenze operative e penalizzò il suo utilizzo da basi a terra. Il ruolo inizialmente previsto di ricognitore imbarcato fu abbandonato a causa delle prestazioni insoddisfacenti.

L’unica vittoria aerea confermata dimostra che in condizioni favorevoli il devastante fuoco concentrato della torretta poteva abbattere i bombardieri, ma nella realtà dei fatti il Roc non era all’altezza del compito di caccia. La scarsa efficacia fu accentuata dalla tattica della Fleet Air Arm di impiegare i Roc in piccoli numeri, sparpagliati tra i vari squadron.

In definitiva il Roc fu un vicolo cieco nell’evoluzione degli aerei imbarcati britannici. Concepito per una dottrina d’impiego che fu presto superata dagli eventi, peccava di eccessiva specializzazione in compiti che ben presto persero di importanza. Le scarse prestazioni e la vulnerabilità ai moderni caccia ne fecero un aereo quasi obsoleto già all’inizio della guerra. Tuttavia la sua storia operativa dimostra che, nei limiti delle sue possibilità, cercò di onorare al meglio i compiti assegnati.

Principali varianti del Blackburn Roc

  • Primo volo: il primo volo di un Roc avvenne il 23 dicembre 1938; le prestazioni si dimostrarono accettabili in fase di valutazione ma fu subito evidente che l’aereo non era in grado di svolgere efficacemente il compito per il quale era stato progettato. La Blackburn aveva già ricevuto un ordine per la costruzione di 136 aerei e si decise di completarlo anche se gli aerei vennero molto raramente impiegati come caccia.
  • Idrovolante: nel 1939 venne sperimentato un kit per convertire l’aereo in idrovolante ma nel dicembre dello stanno un incidente durante le prove portò alla cancellazione del progetto

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Gran Bretagna
  • Modello: Blackburn Roc
  • Costruttore: Boulton Paul Aircraft Ltd.
  • Tipo:
  • Motore:

    Bristol Pegasus XII, radiale a 9 cilindri, raffreddato ad aria, da 890 HP

  • Anno: 1940
  • Apertura alare m.: 14.02
  • Lunghezza m.: 10.85
  • Altezza m.: 3.68
  • Peso al decollo Kg.: 3.600 Kg
  • Velocità massima Km/h: 359 Km/h a 3000 m. di quota
  • Quota massima operativa m.: 5.500
  • Autonomia Km: 1.300 
  • Armamento difensivo:

    4 mitragliatrici nella torretta posteriore

  • Equipaggio: 2
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

Articoli correlati

Lascia un commento