Arado Ar 234: il bombardiere a reazione della Luftwaffe

Arado Ar 234 Blitz

di redazione
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L’Arado Ar 234 Blitz entrò in servizio soltanto all’inizio del 1944 a causa del notevole ritardo con cui vennero approntate le unità motrici a reazione previste.

Primo bombardiere a reazione della storia, il Blitz (questo era il soprannome dell’aereo), dimostrò fin dai primi voli l’assenza di difetti di progetto, rivelandosi un aereo valido. Costruito in poche centinaia di esemplari, l’Ar 234 faceva parte di quel gruppo di aerei che diedero alla Germania l’assoluta superiorità qualitativa dei mezzi alla fine della guerra; la velocità operativa di questo aereo era sufficiente a proteggerlo da eventuali intercettori, il carico bellico complessivo era di una tonnellata e mezza di bombe. Insieme al Messerschmitt 262 l’Arado 234 avrebbe potuto cambiare il corso del conflitto, ma in realtà solo pochi esemplari vennero impiegati operativamente, mentre gli altri rimasero costretti a terra a causa della scarsità di carburante.

L’Arado 234 è un bireattore monoplano ad ala alta, carrello triciclo anteriore. I motori sono due Junkers Jumo 004, alloggiati in due gondole sotto le ali.

L’Arado Ar 234 Blitz (fulmine in tedesco) fu il primo bombardiere a getto al mondo ad entrare in servizio operativo, negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. Progettato e costruito dalla Arado Flugzeugwerke, rappresentò una delle massime espressioni della tecnologia aeronautica tedesca del periodo, ma giunse troppo tardi per influire sulle sorti del conflitto.

Le origini del progetto

Lo sviluppo dell’Ar 234 iniziò nella seconda metà del 1940, quando il Ministero dell’Aviazione del Reich (RLM) emise una specifica per un aereo da ricognizione ad alte prestazioni propulso da motori a getto, con un’autonomia di 2.156 km. L’unica risposta giunse dalla Arado, che propose il suo progetto E.370, un velivolo dall’aspetto relativamente convenzionale caratterizzato da ala alta e da una coppia di turbogetti Junkers Jumo 004, uno sotto ogni semiala.

Sebbene l’autonomia prevista fosse inferiore a quanto richiesto, l’RLM ritenne il progetto sufficientemente promettente da ordinare la realizzazione di due prototipi, designati Ar 234. I primi esemplari erano sostanzialmente pronti già alla fine del 1941, ma la mancanza di motori impedì al primo Ar 234 V1 di compiere il proprio volo inaugurale prima del 30 luglio 1943, a causa dell’inaffidabilità degli Jumo 004.

Nel frattempo, su richiesta dell’RLM, alla versione da ricognizione Ar 234A si aggiunse la variante da bombardamento veloce Ar 234B. L’esigua sezione della fusoliera non consentiva l’adozione di una stiva bombe interna, perciò l’Ar 234B adottava rastrelliere subalari per trasportare fino a 1.500 kg di bombe.

Caratteristiche tecniche innovative

L’Ar 234 introduceva svariate soluzioni tecniche d’avanguardia, alcune piuttosto insolite. Per risparmiare peso e massimizzare la capacità di carburante interna, il carrello d’atterraggio tradizionale venne sostituito da un carrellino triciclo sganciabile per il decollo e da un pattino retrattile sotto la fusoliera per l’atterraggio, affiancato da due più piccoli sotto le gondole motore.

Questa configurazione consentiva di decollare agevolmente ma rendeva impossibile al velivolo muoversi autonomamente al suolo dopo l’atterraggio. Nelle prime versioni il pattino centrale era fisso, causando atterraggi imprevedibili soprattutto su piste bagnate, descritti dai collaudatori come “saponette”. Solo in seguito venne introdotto un sistema di ritrazione idraulica del pattino.

L’Ar 234 fu anche il primo aereo quadrimotore a getto della storia. La sesta e l’ottava cellula adottarono infatti quattro turbogetti BMW 003, in luogo della coppia di Jumo 004 standard, collocati a coppie sotto le semiali. Tuttavia la produzione in serie mantenne la configurazione bimotore originale.

I primi utilizzi operativi

Il primo utilizzo operativo degli Ar 234, ancora in veste di prototipo, avvenne nell’agosto 1944 con una serie di voli di ricognizione strategica. Il settimo prototipo fu il primo jet della Luftwaffe a sorvolare il territorio britannico in ricognizione, per valutare il rischio di uno sbarco alleato nei Paesi Bassi. I caccia alleati con motore a pistoni si rivelarono del tutto incapaci di intercettare gli Ar 234 grazie alla loro velocità e quota operativa superiori.

Nell’autunno 1944 cominciarono le consegne dei primi esemplari di serie Ar 234B, immediatamente impiegati in azioni di bombardamento sul Fronte Occidentale. Tra gli obiettivi figurarono le banchine del porto di Anversa, uno scalo ferroviario di Bruxelles, e le posizioni di artiglieria alleate a nord di Bastogne durante l’offensiva delle Ardenne. Alcuni esemplari operarono anche in Italia settentrionale.

L’azione di bombardamento più celebre degli Ar 234 fu senza dubbio il ripetuto attacco al ponte Ludendorff di Remagen, conquistato intatto dagli Alleati il 7 marzo 1945. Fino al suo crollo il 17 marzo, il ponte fu ripetutamente attaccato da Ar 234B del III./KG 76 con bombe da 1000 kg, decollando da Rheine con l’ausilio di razzi ausiliari. Nonostante il coraggio dei piloti, quasi tutti gli attacchi mancarono il bersaglio a causa della contraerea e della ridotta quota d’attacco.

Durante tutta la loro carriera operativa gli Ar 234 furono frenati dalla scarsità di carburante, dalla mancanza di piloti qualificati e dall’inaffidabilità dei motori. I tempi di revisione degli Jumo 004 si ridussero via via che i tecnici acquisivano esperienza, ma le avarie in volo rimanevano frequenti e spesso fatali a causa dell’assenza di seggiolini eiettabili, con i piloti costretti a tentare di uscire da un angusto portello ventrale.

Il 10 aprile 1945 restavano in linea appena 38 Ar 234 operativi, inclusi 24 ricognitori, 12 bombardieri e 2 caccia notturni. Pochi continuarono le azioni belliche fino alla resa della Germania l’8 maggio 1945, finendo spesso distrutti da caccia o artiglieria contraerea alleati durante le vulnerabili fasi di decollo o atterraggio.

Il Blitz dello Smithsonian
Il Blitz dello Smithsonian By Kogo – Own work, GFDL, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2855975

L’unico esemplare superstite

Oggi esiste un solo Ar 234 completo sopravvissuto. Si tratta di un bombardiere Ar 234B-2 (Werk Nr. 140312) consegnato dalla Arado nelle ultime settimane di guerra e assegnato alla 8./KG 76. Questo esemplare faceva parte dei nove Ar 234 che si arresero alle forze britanniche sull’aeroporto di Sola, vicino Stavanger in Norvegia.

Nell’ambito dell’operazione Lusty, per la valutazione delle tecnologie aeronautiche tedesche, il 140312 volò quindi da Sola a Cherbourg, dove insieme ad altri 34 velivoli tedeschi venne imbarcato sulla portaerei britannica HMS Reaper e trasportato negli Stati Uniti.

Dopo una serie di passaggi e test comparativi, nel 1949 il velivolo venne trasferito allo Smithsonian Institute. Immagazzinato per decenni, venne completamente restaurato tra il 1984 e il 1989, riverniciato con le insegne della prima unità operativa Ar 234, la KG 76. Nel restauro fu coinvolto anche Willi Kriessmann, l’ultimo pilota ad aver volato su questo esemplare prima della resa, che donò allo Smithsonian anche i suoi diari di volo.

Dopo essere stato esposto per anni all’edificio principale dello Smithsonian, dal 2005 l’Ar 234B-2 140312 è visibile allo Steven F. Udvar-Hazy Center vicino all’aeroporto Dulles, accanto all’unico Dornier Do 335 superstite che viaggiò insieme a lui nel 1945 sulla HMS Reaper. Ai piloni subalari sono fissati una coppia di razzi ausiliari al decollo Walter HWK 109-500, forse gli unici esemplari rimasti al mondo ancora installati su un velivolo che effettivamente li impiegò in guerra.

Principali versioni dell’Arado Ar 234

  • Ar 234 B: unica versione ad avere impiego operativo, propulsa da due Junkers Jumo 004 B
  • Ar 234 B1: versione da ricognizione fotografica
  • Ar 234 B2: versione da bombardamento
  • Ar 234 B2/N: versione da caccia notturna ottenuta dalla riconversione di due aerei B2
  • Ar 234 C-1: versione quadrimotore propulsa da turbogetti 4 BMW 003
  • Ar 234 C-2: versione quadrimotore simile all’Ar 234 B2
  • Ar 234 C-3: versione multiruolo armata con due cannoni da 20 mm sotto il muso
  • Ar 234 C-3/N: progetto di versione biposto da caccia notturna, armata con due cannoni da 20 e due da 30 mm
  • Ar 234 C-4: versione da ricognizione armata, equipaggiata con macchine fotografiche e 4 cannoni da 20mm
  • Ar 234 C-5: progetto di versioni biposto con i due membri dell’equipaggio seduti uno accanto all’altro
  • Ar 234 C-6: progetto di variante da ricognizione
  • Ar 234 C-7: versione biposto da caccia notturna con i due membri dell’equipaggio disposti uno accanto all’altro
  • Ar 234 C-8: progetto di versione da bombardamento monoposto propulsa da due motori Jumo 004D da 1.080 Kg di spinta
  • Ar 234 D-1: progetto di versione da ricognizione, non costruita
  • Ar 234 D-2: progetto di versione da bombardamento, non costruita
  • Ar 234 P-1: versione biposto propulsa da 4 motori BMW 003A-1 ed equipaggiata da un cannone da 20mm e uno da 30mm
  • Ar 234 P-2: altra versione biposto con abitacolo particolarmente protetto

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Germania
  • Modello: Arado 234
  • Costruttore: Arado Flugzeugwerke GmbH
  • Tipo: Bombardamento
  • Motore:

    2 Junkers Jumo 004 B da 900 Kg di spinta ciascuno

  • Anno: 1944
  • Apertura alare m.: 14.10
  • Lunghezza m.: 12.65
  • Altezza m.: 4.30
  • Peso al decollo Kg.: 8.410
  • Velocità massima Km/h: 742 a 6.000 m.
  • Quota massima operativa m.: 10.000
  • Autonomia Km: 1.630 
  • Armamento difensivo:

    2 cannoni da 20 mm.

     

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

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