Il trattato di Versailles imponeva pesanti limiti alla Germania per quanto riguarda la possibilità di costruire navi da guerra. In seguito alla sconfitta della Prima Guerra Mondiale la marina militare poteva costruire al massimo 5 corazzate con un dislocamento massimo di 10.000 tonnellate ciascuna, l’armamento inoltre non poteva avere un calibro superiore ai 280mm.
Si trattava di limitazioni pensanti, le caratteristiche imposte erano pari a quelle di un incrociatore del trattato di Washington ma gli ingegneri navali tedeschi riuscirono quasi a rispettare queste condizioni e a costruire navi comunque temibile, utilizzato concetti e tecnologie all’avanguardia, per l’epoca. L’Admiral Graf Spee era la terza nave della classe Deutschland. La nave aveva equipaggiamenti avveniristici, per l’epoca, aveva il primo sistema radar disponibile, un sistema di telemetria per la guida del tiro all’avanguardia e inoltre aveva 8 motori diesel ad alto rendimento invece delle classiche turbine a vapore utilizzate dalle navi contemporanee.
Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale la Graf Spee salpò dal porto di Wilhemshaven, il comandante era il capitano Hans Langsdorff, veterano della Prima Guerra Mondiale e di formazione prussiana, gli ordini erano di navigare nell’Atlantico Meridionale e di attaccare il naviglio commerciale alleato a partire dal 3 settembre 1939, data della dichiarazione di guerra alla Germania da parte di Inghilterra e Francia, a partire da questa data la Graf Spee divenne una vera e propria nave corsara.
Per confondere il nemico la nave inizialmente mutò il nome usando quello della gemella Scheer inoltre le maestranze realizzarono una serie di fumaioli e torrette posticce per ingannare la ricognizione e complicare il più possibile la vita della Marina Britannica che cercava disperatamente di trovare la nave corsara che infestava l’Atlantico.
Il comandante Langsdorff era un cavaliere: in tutti gli attacchi alle navi mercantili alleate si comportò sempre con la massima correttezza cercando di limitare al minimo l’uso della forza. Il tipico attacco della Graf Spee consisteva nell’avvicinarsi al bersaglio e costringerlo a fermarsi con un colpo di avvertimento, abbordare la nave per controllare i documenti e mettere in salvo l’equipaggio nemico e solo a questo punto la nave nemica veniva affondata. Gli ufficiali venivano alloggiati a bordo della nave tedesca mentre sottufficiali e marinai venivano sbarcati il prima possibile, trasportandoli su una nave appoggio (la Altmark) oppure addirittura liberandoli lungo la costa.
La prima vittima della Admiral Graf Spee fu la nave da trasporto britannica Clement, intercettata e affondata il 30 settembre 1939 al largo del Brasile. Il 7 ottobre la corazzata tascabile affondò in successione i mercantili Ashlea e Newton Beech quindi il 17 ottobre lo Huntsman e il 22 dello stesso mese il Trevanion.
Per far perdere le sue tracce in ottobre Langsdorff decise di entrare nell’Oceano Indiano e il 15 novembre affondò la petroliera inglese Africa Shell al largo del Mozambico. Gli ufficiali della nave britannica vennero presi prigionieri a bordo della nave tedesca mentre il resto dell’equipaggio vennero lasciati in prossimità della costa. L’idea del comandante tedesco era che in questo modo la marina britannica, appena informata dell’accaduto, avrebbe concentrato le sue ricerche in zona mentre lui era intenzionato a tornare in Atlantico.
A questo punto l’enormità delle forze navali inglesi alla caccia della Admiral Graf Spee era tale da togliere il sonno a Winston Churchill in persona: 8 gruppi navali tra cui la portaerei Ark Royal e la corazzata Renown.
Langsdorff riportò la nave in Atlantico e il 2 dicembre affondò il mercantile Doric Star al largo dell’Africa Occidentale; questa volta il marconista del mercantile nemico continuò a trasmettere la posizione della nave fino all’ultimo momento e questo contribuì a fa conoscere all’ammiragliato britannico la vera posizione della corazzata corsara tedesca.
La Graf Spee fece rotta verso ovest, in direzione del Sud America e il 3 dicembre affondò il mercantile Tairoa. Il 6 dicembre si incontrò nuovamente con la nave appoggio Altmark trasferendo su quest’ultima tutti i prigionieri che erano ormai più di 300. Il 7 dicembre affondò la sua ultima vittima, il piccolo piroscafo Streonshalh portando il suo bottino totale a 9 mercantili per un totale di 50.147 tonnellate di stazza.
La squadra G inglese era composta dall’incrociatore pesante HMS Exeter, gli incrociatori leggeri HMS Aiax e HMNZS Achilles oltre a una quarta nave, la HMS Cumberland in quei giorni in riparazione alle isole Falkland. Al comando della flottiglia impiegata nella caccia alla Graf Spee c’era il Commodoro Henry Harwood che aveva ricevuto le informazioni trasmesse dalla Doric Star e aveva intuito che Langsdorff si sarebbe diretto verso l’estuario del RIo della Plata, molto trafficato e ricco di prede per una nave corsara, la mattina del 13 dicembre 1939 le vedette della nave tedesca avvistarono la squadra inglese.
Cominciò così la Battaglia del Rio de la Plata, la prima battaglia navale della Seconda Guerra Mondiale; la Graf Spee danneggiò gravemente la Exeter ma riportò essa stessa gravi danni, Langsdorff decise quindi di riparare nel neutrale Uruguay tallonata dagli impudenti Ajax e Achilles. Verso mezzanotte del 14 dicembre 1939 la corazzata tedesca approdò nel porto di Montevideo chiedendo di poter riparare i danni subiti in base alle regole internazionali riguardanti le navi da guerra in porti neutrali.
La decisione di Langsdorff è stata aspramente critica anche successivamente in quanto la Graf Spee aveva subito danni ma non tanto gravi da impedirle di continuare il combattimento dopo aver messo fuori gioco la più potente delle navi avversarie. I morti, a bordo della nave tedesca, erano 37, i comandante stesso aveva riportato delle ferite non gravi. La corazzata era stata colpita da due colpi da 203mm e 18 da 152 ma gli unici danni seri erano una falla al di sopra della linea di galleggiamento, il guasto del montacarichi che trasportava le munizioni dell’armamento secondario e la distruzione dei serbatoi di acqua dolce, la nave tedesca aveva ancora munizioni e carburante per continuare a combattere.
A Montevideo Langsdorff e i diplomatici tedeschi chiesero due settimane di tempo per riparare i danni, le autorità uruguayane – pressate dagli inglesi – concessero 72 ore, giudicate insufficienti dal comandante tedesco. Nel corso di queste ore gli inglesi fecero di tutto per fornire false informazioni e in particolare riuscirono a far credere al comandante tedesco che al largo del Rio della Plata lo aspettava una imponente flotta da guerra, comprese la portaerei Ark Royal e la corazzata Renown (che invece erano ancora al largo del Brasile).
In considerazione di tutti questi fatti e per evitare spargimenti di sangue Langsdorff decise di autoaffondare la nave dopo aver messo in salvo l’equipaggio, il 17 dicembre 1939. Il comandante tedesco e i suoi uomini si rifugiarono in Argentina dove rimasero fino alla fine della guerra.
La sera del 19 dicembre 1939 dopo aver indossato l’alta uniforme ed essersi avvolto con la bandiera della marina imperiale prussiana il comandante Langsdorff si suicidò sparandosi con la pistola di ordinanza.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Germania
- Tipo nave: Incrociatore
- Classe:Deutschland
- Cantiere:
Detsche Werke, Kiel
- Data impostazione: 01/10/1932
- Data Varo: 30/06/1934
- Data entrata in servizio: 06/01/1936
- Lunghezza m.: 187.9
- Larghezza m.: 21.6
- Immersione m.: 7.2
- Dislocamento t.: 15.900
- Apparato motore:
8 motori diesel, 2 eliche
- Potenza cav.: 54.000
- Velocità nodi: 26
- Autonomia miglia: 21500
- Armamento:
6 cannoni da 280mm in due torrette trinate, una prora e una a poppa, 8 cannoni da 150mm in torrette singole, 3 cannoni da 88mm antiaerei, 8 mitragliere da 37mm, 10 mitragliere da 20mm, 8 lanciasiluri, 2 aerei (Arado Ar 196), una catapulta
- Corazzatura:
Verticale – Cintura: 55mm
Orizzontale – Ponte superiore 40mm, Torri 140mm, Barbette 100mm, Comando 150mm - Equipaggio: 951
- Bibliografia – Riferimenti: