L'aerosilurante Savoia-Marchetti S.M.84 - Regia Aeronautica

Savoia-Marchetti S.M.84

di redazione
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Visti i successi conseguiti dal silurante SM 79 Sparviero, si pensò di realizzarne un successore e venne quindi progettato lo SM 84.

Dotato di caratteristiche moderne e di prestazioni teoriche migliori dello Sparviero, lo SM 84 si presentava come il sostituto ideale del 79, ma la realtà fu diversa.

La capacità di carico era aumentata e l’aereo poteva ora trasportare due siluri, ma purtroppo lo SM 84 aveva perso quelle doti di manovrabilità che erano indispensabili nelle violente manovre evasive che seguivano al combattimento.

Ciononostante il SIAI Marchetti 84 venne intensamente utilizzato nel Mediterraneo, sia come silurante che come aereo da bombardamento terrestre; dopo l’8 settembre gli aerei sopravvissuti vennero usati al sud come trasporto fino al termine della guerra.

Il Savoia-Marchetti SM.84 fu un bombardiere trimotore ad ala bassa progettato dall’azienda aeronautica italiana Savoia-Marchetti durante la Seconda Guerra Mondiale. Concepito come successore del celebre SM.79 Sparviero, con il quale condivideva l’impostazione generale a tre motori, l’SM.84 entrò in servizio con la Regia Aeronautica nel 1941 ma, nonostante le aspettative, non riuscì mai a sostituire completamente il suo predecessore, venendo ritirato dal servizio prima di quest’ultimo.

Sviluppo

Lo sviluppo di un velivolo che potesse rimpiazzare l’SM.79 iniziò nel 1938. I progettisti della Savoia-Marchetti decisero di realizzare una versione migliorata dello Sparviero, utilizzando un’ala simile ma abbinandola a una nuova fusoliera, una coda bideriva e motori più potenti. Il 21 settembre 1939 venne emesso un ordine per due prototipi del nuovo bombardiere, inizialmente noto come SM.89 o SM.79bis. In dicembre seguirono ordini di produzione per 183 esemplari.

Il primo prototipo volò il 5 giugno 1940, appena cinque giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia. Si sperava che il nuovo trimotore potesse sostituire gli SM.79 in servizio, ormai obsoleti anche se non ancora adattati al ruolo di aerosilurante. Il principale miglioramento era l’adozione di una nuova motorizzazione, con una potenza complessiva di 2237 kW (3000 CV). Forte di queste premesse, l’SM.84 venne avviato alla produzione in serie alla fine del 1940.

Savoia-Marchetti SM.84
Savoia-Marchetti SM.84

Tecnica

Concettualmente, l’SM.84 era un SM.79 migliorato, che ne riprendeva l’impostazione di base di monoplano trimotore a struttura mista, con fusoliera in tubi d’acciaio rivestita in metallo nella parte prodiera, tela e legno in quella posteriore, e ala lignea a tre longheroni. Le principali differenze stavano nella nuova fusoliera dalla sezione più ampia e confortevole per l’equipaggio, e nella coda bideriva per migliorare il campo di tiro della torretta dorsale. I due piloti sedevano affiancati, con alle spalle il marconista e il motorista. Un grande tettuccio vetrato garantiva un’eccellente visibilità.

Notevoli gli sforzi per aumentare la protezione, con un totale di 700 kg di blindature e l’adozione di serbatoi autostagnanti. L’armamento difensivo si basava su quattro mitragliatrici Scotti da 12,7 mm: una in torretta dorsale, una in gondola ventrale e due laterali. Quello offensivo verteva su un carico massimo di 2000 kg di bombe, trasportate verticalmente nel vano interno e agganciate sotto le ali. Era possibile installare anche due siluri o più bombe esterne. Nel muso, una gondola retrattile alloggiava l’apparato di mira del puntatore.

La propulsione era affidata a tre radiali Piaggio P.XI RC.40 da 1000 CV, alimentati da un totale di 3260 litri di carburante contenuti in 16 serbatoi. Con questo impianto motore, a pieno carico l’SM.84 poteva raggiungere i 467 km/h a 5000 m, salire a 6000 m in 19 minuti e vantare 5 ore e 17 minuti di autonomia. Prestazioni sulla carta superiori all’SM.79, ma che si sarebbero rivelate deludenti in condizioni operative reali.

Impiego operativo

Il primo reparto a ricevere l’SM.84 fu il 41° Gruppo del 12° Stormo, il 2 febbraio 1941. Basato a Rodi, il reparto non ebbe fortuna: nelle prime azioni due velivoli dovettero atterrare in emergenza in Turchia. In maggio toccò al 36° Stormo di stanza a Decimomannu, in Sardegna, che il 27 settembre attaccò con 12 SM.84 un convoglio britannico diretto a Malta (Operazione Halberd).

In quell’occasione il trimotore ottenne il suo unico successo come aerosilurante, con Arduino Buri che riuscì a colpire con un siluro la corazzata HMS Nelson, mettendola fuori uso per sei mesi. Ma il successo fu pagato a caro prezzo: dei 12 aerei partiti, solo cinque tornarono alla base, con la perdita di oltre 30 uomini tra piloti e membri di equipaggio. Un rapporto di perdite insostenibile per qualsiasi forza aerea.

Nella primavera-estate del 1942 fu il turno del 4° Gruppo Autonomo, che subì gravi perdite in incursioni su Malta. Il 12 maggio una formazione di tre SM.84 scortata da caccia italiani e tedeschi venne intercettata dai difensori dell’isola: un trimotore fu abbattuto e l’intero equipaggio ucciso. Il 4 luglio, in un’altra incursione, due SM.84 su tre non tornarono, falcidiati ancora una volta dagli Spitfire.

Nell’agosto 1942, durante l’Operazione Pedestal, una decina di SM.84 attaccò il convoglio britannico usando speciali siluri a guida circolare Motobomba, ma senza affondare navi e perdendo due aerei. Ormai gli equipaggi consideravano l’SM.84 come una bara volante. Gradualmente ritirato dal servizio di prima linea, il trimotore finì relegato a compiti di trasporto e addestramento, mentre le perdite operative continuavano senza sosta.

Critiche feroci vennero anche dai comandi operativi, come il 43° Stormo che dal luglio 1943 fu l’ultimo a impiegare l’SM.84 in azioni belliche (bombardamenti notturni su obiettivi siciliani durante lo sbarco alleato). I rapporti lamentavano la scarsa consistenza numerica delle formazioni, l’inadeguatezza dell’addestramento al volo notturno e le pessime prestazioni del velivolo.

Al momento dell’armistizio dell’8 settembre 1943, dei 150 SM.84 ancora disponibili, un centinaio vennero catturati dai tedeschi (che li usarono poco o nulla), una decina andò alla forza aerea della RSI (senza essere impiegati) e sette furono utilizzati dall’Aeronautica Cobelligerante come trasporti. A guerra conclusa, l’SM.84 uscì rapidamente di scena.

Conclusioni

Nel complesso, l’SM.84 si rivelò un progetto fallimentare. Definito “aereo sbagliato” dal generale Pricolo e difficile da pilotare secondo il comandante Muti, non riuscì mai a conquistare la fiducia degli equipaggi né a sostituire validamente l’SM.79 nel ruolo di bombardiere-aerosilurante.

Troppo pesante e con un’ala non adatta alle basse quote, dove si svolgeva la guerra aeronavale, l’SM.84 risultava inferiore al più agile SM.79, specie nella versione finale SM.79bis con motori potenziati. Come bombardiere d’alta quota, inoltre, era superato dal CANT Z.1007ter, più moderno e prestante.

In sostanza, l’SM.84 era un aereo nato vecchio, frutto di un progetto ormai superato e di un’impostazione che sacrificava tutto sull’altare della velocità, senza curarsi di manovrabilità, robustezza e carico utile. Difetti che emersero impietosamente in combattimento, determinando perdite altissime e uno scarso rendimento operativo.

L’SM.84 rimane così l’emblema dei limiti e delle contraddizioni della Regia Aeronautica: un’arma tecnologicamente avanzata ma dottrinalmente arretrata, capace di primati ma non di vittorie, più attenta alla propaganda che alla concretezza. Un bombardiere mancato, specchio di una guerra perduta.

Principali varianti del Savoia-Marchetti S.M.84

  • S.M. 84: prima versione in produzione di serie, propulsa da tre motori Piaggio P.XI RC.40 da 1.000 Hp, radiali a 14 cilindri raffreddati ad aria
  • S.M. 84bis: vennero introdotti numerosi miglioramenti tra cui un’ala ridisegnata, migliorie alla cabina di pilotaggio, agli scarichi dei motori e al sistema di sgancio dei siluri ma le caratteristiche dell’aereo non subirono sostanziali variazioni
  • S.M. 84ter: ne venne completato un solo esemplare, nel 1944. Era propulsa da motori Piaggio P.XII da 1.500 Hp e poteva raggiungere una velocità di 500 Km/h; anche le ali vennero modificate ed avevano una superficie maggiore rispetto alla versione di base

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Italia
  • Modello: Savoia-Marchetti S.M.84
  • Costruttore: SIAI Marchetti
  • Tipo: BombardamentoSilurante
  • Motore:

    3 Piaggio P,XI RC 40, radiali a 14 cilindri raffreddati ad aria, da 1.000 HP ciascuno.

  • Anno: 1941
  • Apertura alare m.: 21.13
  • Lunghezza m.: 17.93
  • Altezza m.: 4.59
  • Peso al decollo Kg.: 13.288
  • Velocità massima Km/h: 432 a 4.600 m.
  • Quota massima operativa m.: 7.900
  • Autonomia Km: 1.830 
  • Armamento difensivo:

    4 mitragliatrici

  • Equipaggio: 5
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823.
    • Ali e uomini
    • Si vis pacem para bellum
     

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