Insieme al Petlyakov Pe-2 il Tu-2 fu il bombardiere più prodotto e usato in Unione Sovietica durante la guerra, dimostrandosi in certi casi superiore al concorrente e partecipando anche alla guerra di Corea.
Il prototipo del Tu-2 volò per la prima volta nel 1940, dimostrandosi privo di sostanziali difetti e dotato di buone caratteristiche di volo. Particolarmente apprezzabili erano l’autonomia, l’armamento, il raggio d’azione e la velocità di questo bimotore.
Il Tupolev Tu-2 fu un bombardiere medio bimotore ad ala alta sviluppato in Unione Sovietica nella seconda metà degli anni ’30. Nato dalla matita del celebre progettista Andrej Nikolaevič Tupolev mentre si trovava incarcerato durante le Grandi Purghe staliniane, il Tu-2 si rivelò un velivolo estremamente avanzato e versatile per l’epoca. Oltre al ruolo primario di bombardiere, venne infatti impiegato con successo anche come assaltatore, ricognitore e caccia pesante.
Entrato in servizio attivo nel 1942, il Tu-2 contribuì in modo significativo allo sforzo bellico sovietico contro la Germania nazista, specialmente durante le grandi offensive del 1944-1945. Dopo la guerra, rimase in linea con l’aeronautica militare sovietica (Voenno-vozdušnye sily, VVS) fino ai primi anni ’50 e venne esportato in numerosi paesi del Patto di Varsavia e filosovietici, restando operativo in alcune forze aeree fino agli anni ’70.
Sviluppo travagliato
La genesi del Tu-2 è indissolubilmente legata alle tragiche vicende personali del suo principale artefice, Andrej Tupolev. Nell’ottobre 1937, all’apice delle purghe staliniane, il celebre ingegnere aeronautico venne infatti arrestato con l’accusa di tradimento e sabotaggio insieme ad altri collaboratori del suo OKB (ufficio di progettazione sperimentale).
Trasferito dal carcere della Lubjanka a quello di Butyrka, Tupolev venne presto “invitato” a riprendere il suo lavoro in una speciale sezione tecnica della prigione, il KB-103. Qui ricevette l’ordine di realizzare un nuovo bombardiere medio che avrebbe dovuto eguagliare e superare il temibile Junkers Ju 88 tedesco.
Nacque così il progetto ANT-58 (anche noto come Samoljot, aereo, 103), le cui specifiche prevedevano un bimotore di 19 metri di apertura alare, 11 tonnellate di peso e propulsori da 1.400 CV. Grazie all’afflusso di altro personale tecnico nel frattempo incarcerato, nell’estate del 1938 il disegno cominciò a prendere forma, pur con alcune difficoltà dovute all’assenza di specialisti chiave come Vladimir Petljakov, padre delle ali dei precedenti Tupolev.
Approvato nel marzo 1940, il primo prototipo senza motori venne completato nell’ottobre dello stesso anno. Il 29 gennaio 1941 l’ANT-58 motorizzato si levò finalmente in volo, dimostrando eccellenti caratteristiche. Nei mesi successivi vennero allestiti altri esemplari di preserie con modifiche alla fusoliera, alle eliche e ai propulsori.
L’invasione tedesca dell’URSS del giugno 1941 provocò ulteriori ritardi, con l’evacuazione del KB-103 a Omsk, in Siberia. Qui Tupolev e il suo team continuarono tenacemente lo sviluppo del bombardiere, adottando infine i potenti motori radiali Shvetsov ASh-82 da 1.700 CV in luogo degli inaffidabili Mikulin AM-37 iniziali.
Solo nel novembre 1942 i primi tre Tu-2 (designazione definitiva assegnata nel 1943) raggiunsero i reparti al fronte presso Kalinin, suscitando l’entusiasmo dei piloti. Il battesimo del fuoco avvenne nel gennaio 1943 sui cieli di Velikie Luki, dove i bombardieri svolsero con successo 93 missioni nell’arco di due mesi con la perdita di soli tre velivoli.
Tecnica sofisticata
Dal punto di vista tecnico, il Tu-2 si presentava come un robusto monoplano ad ala media interamente metallico. La struttura era caratterizzata da un’ala bilongherone e da una fusoliera semi-monoscocca realizzata in duralluminio. L’impennaggio aveva configurazione classica monoderiva.
I potenti motori radiali ASh-82 a 14 cilindri, capaci di erogare 1.700 CV al decollo, garantivano eccellenti prestazioni per l’epoca, con una velocità massima di 547 km/h a 5.500 metri. L’autonomia raggiungeva i 2.500 km grazie a serbatoi di carburante dalla capacità complessiva di 3.000 litri.
Il cuore del Tu-2 era rappresentato dall’ampio vano bombe ventrale ricavato sotto la fusoliera, che poteva alloggiare fino a 3 tonnellate di ordigni di vario tipo. Quattro mitragliatrici UBT da 12,7 mm, due dorsali e una ventrale brandeggiabili più una fissa nel muso, assicuravano la difesa ravvicinata. A queste si aggiungevano due cannoni ShVAK da 20 mm alle radici alari come armamento offensivo.
L’equipaggio era composto da 4 persone: pilota e marconista-mitragliere in tandem nell’abitacolo, navigatore in un’ampia vetratura prodiera e secondo mitragliere in posizione prona sotto la fusoliera posteriore. L’abitacolo era pressurizzato, una rarità per l’epoca. Altre caratteristiche avanzate erano il carrello triciclo anteriore e l’impianto elettrico a 24 volt.
Impiego operativo
Dopo le prime positive esperienze a Velikie Luki e sul fronte del Dnepr nel 1943, lo “Aereo 103” si guadagnò l’apprezzamento degli alti comandi della VVS. Nell’estate del 1943 Stalin in persona insignì Tupolev e il suo staff (nel frattempo liberati) del prestigioso Premio Stalin, a suggello della riuscita del velivolo.
Tuttavia, a causa dei ritardi accumulati e dei continui spostamenti delle linee di produzione, il Tu-2 entrò in servizio su larga scala solo nella primavera del 1944. Da quel momento il bimotore divenne il principale bombardiere tattico sovietico, partecipando a tutte le grandi offensive che portarono l’Armata Rossa fino a Berlino.
Durante l‘Operazione Bagration in Bielorussia (giugno-agosto 1944), i Tu-2 si dimostrarono micidiali contro le retrovie tedesche, colpendo aeroporti, snodi ferroviari, concentrazioni di truppe e depositi. Altrettanto importante fu il loro contributo alla conquista dei Paesi Baltici e della Prussia Orientale nei mesi successivi.
Nei massicci raid notturni su città come Königsberg, Danzica e Stettino, i Tu-2 operarono a fianco dei quadrimotori Pe-8, sganciando ordigni fino a 3.000 kg. Negli ultimi mesi del conflitto furono impiegati intensamente nel supporto ravvicinato alle armate corazzate di Zhukov e Konev durante la battaglia di Berlino.
Complessivamente vennero prodotti circa 2.500 Tu-2 in varie versioni fino al 1948. Dopo la guerra rimasero in servizio con la VVS per tutti gli anni ’40, prima di essere progressivamente sostituiti dai più moderni Ilyushin Il-28. Centinaia di velivoli vennero trasferiti alle aeronautiche del Patto di Varsavia e ad altre nazioni amiche come la Cina, che li impiegò nella Guerra di Corea.
Conclusioni
Il Tupolev Tu-2 fu uno dei bombardieri medi più riusciti della Seconda Guerra Mondiale, paragonabile per prestazioni e versatilità ai migliori pari ruolo alleati e dell’Asse. Frutto dell’ingegno di Andrej Tupolev e del suo staff, costretti a lavorare in condizioni estreme nelle prigioni staliniane, incarnò lo spirito di abnegazione dell’intellighenzia sovietica nel momento più buio della storia del paese.
Entrato in azione nella seconda metà del conflitto, il Tu-2 contribuì in modo determinante alle vittoriose offensive dell’Armata Rossa contro la Wehrmacht nel 1944-45. Robusto, veloce e potentemente armato, si dimostrò una spina nel fianco per le forze tedesche, colpendo in profondità le retrovie e il sistema logistico nemico.
Con la sua linea filante ed elegante, il Tu-2 fu anche un simbolo del progresso tecnologico raggiunto dall’industria aeronautica sovietica negli anni ’40 sotto la guida di progettisti del calibro di Tupolev, Ilyushin e Yakovlev. Molte delle soluzioni pioneristiche adottate dal Tu-2, come l’abitacolo pressurizzato o il carrello triciclo, sarebbero diventate uno standard nel dopoguerra.
Anche se meno noto di altri velivoli sovietici come l‘Il-2 Šturmovik o il Pe-2, il Tu-2 riveste un’importanza storica non trascurabile sia per il contributo dato alla vittoria nella Grande Guerra Patriottica, sia come tappa intermedia verso lo sviluppo della moderna aviazione militare e civile dell’URSS negli anni ’50-’60. Ultimo progetto di Tupolev prima della sua ingiusta detenzione, fu anche il primo a dargli la celebrità una volta riabilitato.
Principali varianti del Tupolev Tu-2
- ANT-58 (Aeromobile 103): primo prototipo nella configurazione a tre posti, velocità massima orizzontale di 635 Km/h a 8.000 m. di quota, propulso da due motori Mikulin AM-37 da 1.400 hp con raffreddamento a liquido
- ANT-59 (Aeromobile 103U): versione modifica per un equipaggio di 4 elementi, come nello Junkers Ju 88, velocità massima di 610 Km/h, stessi motori dell’ANT-58
- ANT-60 (Aeromobile 103V): prototipo identico all’ANT-59 ma dotato di motori Shvetsov ASh-82 raffreddati ad aria in seguito alla cancellazione della produzione degli AM-37
- Aeromobile 104: derivato dal Tu-2S modificato per il ruolo di intercettore
- ANT-62T: prototipo della versione silurante, derivato dal Tu-2D
- ANT-63 (SBD): prototipo specializzato nel bombardamento diurno ad alta velocità
- ANT-64: bombardiere pesante quadrimotore sviluppato a partire dal Tu-2, il progetto venne cancellato a vantaggio del Tu-4, conosciuto anche come Tu-10
- ANT-66: versione civile dell’ANT-64
- ANT-67: variante a 5 posti per il bombardamento a lungo raggio, simile all’ANT-62 ma dotata di motori Charomskiy ACh-30BF diesel, sviluppata nel 1946
- Tu-1 (ANT-63P): prototipo di variante da caccia notturna con tre uomini di equipaggio
- Tu-2: versione dotata di due motori Shvetsov ASh-82 da 1.450 cavalli raffreddati ad aria, sviluppata nel 1942
- Tu-2D (ANT-62): versione a grande autonomia, apparsa nell’ottobre del 1944; l’equipaggio era di 5 membri ed era propulsa da due motori Shvetsov ASh-82FN da 1.850 hp
- Tu-2DB (ANT-65): versione da alta quota per il ruoli di ricognizione e bombardamento, sviluppata dalla Tu-2D con due motori Mikilin AM-44TK sovralimentati
- Tu-2F: versione da ricognizione fotografica
- Tu-2G: versione da trasporto ad alta velocità
- Tu-2K: versione costruita per testare i seggiolini eiettabili, ne furono costruiti due esemplari
- Tu-2LL: Tu-2 modificati ed usati come banchi di prova volanti
- Tu-2M (ANT-61M): motori ASh-83 radiali da 1.900 hp
- Tu-2N: banco di prova volante usato per sperimentare in volo il motore a getto Rolls-Royce Nene
- Tu-2 Paravan: versione specializzata per attaccare i palloni di sbarramento, ne vennero costruiti due esemplari
- Tu-2R: versione da ricognizione
- T2-2RShR: prototipo armato con un cannone da 57mm alloggiato nella parte anteriore del muso
- Tu-2S (ANT-61): propulso da due motori Shvetsov ASh-82FN da 1.850 hp raffreddati ad aria
- Tu-2S RLS (PNB-4): prototipo di caccia notturno sviluppato in assoluta segretezza sotto il diretto controllo della NKVD, dotato di radar Gneiss 5 e armato con due cannoni NS-45; si suppone che le valutazioni siano iniziate nel 1943 e che i risultati acquisiti siano poi confluiti nello sviluppo del Tu-1
- Tu-2Sh: versione sperimentale per l’attacco al suolo che venne sviluppata in due differenti configurazioni nel corso del 1944, la prima aveva un cannone da 76mm e la seconda una batteria di 88 mitragliatrici da 7.62 nel vano bombe, sistemate in modo di fare fuoco in avanti con un angolo di 30°.
- Tu-2T: variante per il bombardamento e il siluramento, testata tra il febbraio e il marzo del 1945 venne successivamente consegnata all’aviazione della marina sovietica
- Tu-2U: versione da addestramento
- Tu-2/104: versione da intercettazione ognitempo
- Tu-6: prototipo di una versione da ricognizione, costruito nel 1946
- Tu-8 (ANT-69): versione da bombardamento a largo raggio sviluppata a partire dalla Tu-2D nel 1947
- Tu-10 (ANT-68): versione da alta quota che ebbe un limitato impiego operativo nel 1943
- Tu-12: prototipo di bombardiere medio con motori a getto, sviluppato nel 1937
- UTB: variante per l’addestramento, dotata di motori Shvetsov ASh-21 da 690 hp
Informazioni aggiuntive
- Nazione: URSS
- Modello: Tupolev Tu-2
- Costruttore: Industrie di Stato
- Tipo: Bombardamento
- Motore:
2 Shvetsov M.82 radiali a 14 cilindri, raffreddati ad aria, da 1.850 HP ciascuno.
- Anno: 1943
- Apertura alare m.: 18.85
- Lunghezza m.: 13.80
- Altezza m.: 4.20
- Peso al decollo Kg.: 12.800
- Velocità massima Km/h: 550 a 5.400 m.
- Quota massima operativa m.: 9.500
- Autonomia Km: 2.500
- Armamento difensivo:
2 cannoni da 20 mm., 3 mitragliatrici
- Equipaggio: 4
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
- Bill Gunston: The Osprey Encyclopedia of Russian Aircraft 1875–1995. Osprey, 1995. ISBN 1-85532-405-9.
- Airvectors
- Military Factory