Arado Ar 240: il fallimentare multiruolo della Luftwaffe

Arado Ar 240

di redazione
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Dotato di caratteristiche assai avanzate, come le torrette comandate a distanza e la cabina pressurizzata, l’Arado 240 non superò mai i problemi di instabilità che ne facevano addirittura un aereo insicuro.

Le buone caratteristiche di velocità ed autonomia spinsero a provare l’aereo come ricognitore, caccia notturno e in altri ruoli ancora, ma senza risultati soddisfacenti.

L’Arado 240 è un bimotore ad ala media, carrello retrattile, timoni sdoppiati e motori in linea.

L’Arado Ar 240 fu un aereo da caccia pesante bimotore multiruolo sviluppato dall’azienda tedesca Arado Flugzeugwerke per la Luftwaffe durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo primo volo avvenne il 10 maggio 1940 ma, nonostante le notevoli ambizioni, il progetto fu afflitto da numerosi problemi che ne compromisero lo sviluppo. Alla fine venne cancellato e i velivoli esistenti furono utilizzati per vari test.

Progetto e sviluppo

L’Ar 240 nacque in risposta ad una richiesta emessa nel 1938 per un caccia pesante di “seconda generazione” che potesse sostituire il Messerschmitt Bf 110, oramai considerato obsoleto. Sia la Arado che la Messerschmitt risposero alla specifica.

Mentre il progetto della Messerschmitt, che sarebbe diventato il Me 210, era un design completamente nuovo, quello proposto dalla Arado era decisamente più ambizioso per la piccola azienda, rappresentando il sogno del capo progettista Walter Blume fin dalla metà degli anni ’30.

La Arado aveva investito molto in diverse linee di ricerca tra cui lo sviluppo di flap di nuova concezione per migliorare le prestazioni a bassa velocità, lo studio di abitacoli pressurizzati per ridurre l’affaticamento dei piloti ad alta quota e un avanzato sistema di controllo remoto delle armi difensive. L’Ar 240 avrebbe dovuto combinare tutte queste innovazioni in un singolo velivolo.

Per ottenere le massime prestazioni i progettisti adottarono un’ala di superficie ridotta che però avrebbe comportato elevate velocità di atterraggio. Per ovviare a ciò vennero utilizzati grandi flap e ipersostentatori di bordo d’attacco. I motori Daimler-Benz DB 601 azionavano eliche tripala a passo variabile ed erano dotati di radiatori anulari, una soluzione insolita per l’epoca.

La costruzione delle ali era complicata dalla presenza di serbatoi autostagnanti di nuovo tipo che richiedevano l’impiego di un rivestimento rimovibile per potervi accedere. Essendo stato concepito anche per il ruolo di bombardiere in picchiata, l’Ar 240 era dotato di un caratteristico aerofreno “a petalo” posto nella parte posteriore della fusoliera.

Tutte queste caratteristiche fecero lievitare il peso del velivolo, che combinato con la superficie alare ridotta portò ad un elevato carico alare di 330 kg/m², oltre il triplo di quello di un monoposto.

Arado Ar 240V-3
Arado Ar 240V-3

Impiego operativo

I collaudi rivelarono che l’Ar 240 era afflitto da seri problemi di stabilità e tendeva a surriscaldarsi durante le fasi di rullaggio. Per migliorare la manovrabilità il secondo prototipo introdusse modifiche agli alettoni e alle superfici di coda, oltre a piccoli radiatori sulle gambe del carrello per migliorare il raffreddamento a bassa velocità.

Nonostante gli sforzi, l’Ar 240 non raggiunse mai una completa maturità. Solo 5 esemplari della versione da ricognizione Ar 240A-0, disarmata e priva di corazzature, entrarono in servizio operativo nel 1943, assegnati al JG 5 in Finlandia, alle squadriglie da ricognizione 1. e 3.(F)/100 sul Fronte Orientale e alla 1.(F)/123 in Italia.

Le eccellenti prestazioni, quando spogliato di armi e corazzature, fecero sì che alcuni esemplari venissero impiegati per missioni di ricognizione strategica sulla Gran Bretagna, dove nessun altro bimotore poteva avventurarsi nel 1942.

Diverse altre versioni, inclusa la Ar 240B con motori DB 605A e la Ar 240C, rimasero allo stadio di prototipo. Alla fine il progetto venne definitivamente abbandonato nel 1942 a causa dei suoi irrisolti problemi e per far spazio alla produzione di modelli più urgenti.

Principali versioni dell’Arado Ar 240

  • Ar 240 A-0: quattro esemplari di pre-produzione
  • Ar 240 B: versione solamente progettata
  • Ar 240 C-1: versione da caccia pesante
  • Ar 240 C-2: versione da caccia notturna
  • Ar 240 C-3: versione da bombardamento leggero
  • Ar 240 C-4: versione da ricognizione da alta quota, successivamente abbandonata in favore della Ar 440
  • Ar 440: versione migliorata con l’allungamento della fusoliera di 90 cm, equipaggiata con motori DB 603G da 1.900 cavalli. La versione definitiva avrebbe dovuto usare i motori DB 627 A/B da 2.000 cavalli. Furono costruiti 4 prototipi in totale ma l’aereo non entrò mai in produzione di serie e il progetto venne cancellato nel 1943

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Germania
  • Modello: Arado Ar 240
  • Costruttore: Arado Flugzeugwerke GmbH
  • Tipo: Ricognizione
  • Motore:

    2 Daimler Benz DB 601 E a 12 cilindri a V raffreddati a liquido, da 1.175 HP ciascuno.

  • Anno: 1940
  • Apertura alare m.: 13.34
  • Lunghezza m.: 12.80
  • Altezza m.: 3.94
  • Peso al decollo Kg.: 9.438
  • Velocità massima Km/h: 618 a 6.000 m.
  • Quota massima operativa m.: 10.500
  • Autonomia Km: 2.000 
  • Armamento difensivo:

    6 mitragliatrici

  • Equipaggio: 2
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823.
    • Plane Encyclopedia
     

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