La ricerca di nuove macchine che avrebbero dovuto sostituire lo He 111 e lo Ju 88, portò allo sviluppo dello Ju 188, derivato, sia pure con larghe modifiche, proprio dal progetto dell’88.
Il 188 si dimostrò una macchina assai valida, volando come bombardiere e come ricognitore; la sua caratteristica migliore era l’elevata velocità orizzontale. Da notare che alcuni esemplari toccavano punte massime di 700 Km/h, il che, se si considera che l’ aereo era pur sempre un bombardiere, e che i 750 Km/h rappresentano una “barriera” molto difficile da superare per aerei con motore a pistoni, è un risultato notevole.
Alcune versioni furono studiate per essere usate nella caccia notturna, ma non vennero prodotte in massa.
Lo Ju 188 è un bimotore ad ala bassa, caratterizzato da un’ ampia cabina vetrata. L’aereo può essere equipaggiato con motori raffreddati a liquido o ad aria a seconda delle versioni.
Lo Junkers Ju 188 fu un bombardiere medio bimotore ad ala bassa sviluppato dall’azienda aeronautica tedesca Junkers Flugzeug- und Motorenwerke AG nei primi anni ’40 come successore del famoso Junkers Ju 88. Progettato per sopperire all’invecchiamento dei principali bombardieri in forza alla Luftwaffe, lo Ju 188 si propose come una soluzione transitoria in attesa di una nuova generazione di velivoli. Pur non eguagliando la diffusione del suo predecessore, questo aereo dimostrò buone qualità e trovò impiego soprattutto nel ruolo di ricognitore fino al termine del conflitto.
Sviluppo
Lo Ju 188 nacque dall’esigenza di ammodernare il parco bombardieri della Luftwaffe, ancora composto a inizio anni ’40 dai collaudati ma superati Ju 88 e Heinkel He 111. Già nel 1939, quando i primi Ju 88 stavano entrando in servizio, la Junkers aveva avviato studi per una versione migliorata, equipaggiata con i nuovi motori Jumo 213 da 1500 CV e dotata di affinamenti aerodinamici. Il ministero dell’aviazione del Reich (RLM) si dimostrò interessato, ma impose alcune modifiche al progetto come l’adozione del muso “a diamante” tipico dello Ju 88.
A partire dal 1940 furono realizzati 10 prototipi (da V23 a V32) dotati temporaneamente di motori radiali BMW 801, in quanto gli Jumo 213 non erano ancora disponibili. Due di questi esemplari, equipaggiati con una torretta difensiva sopra l’abitacolo, furono inizialmente destinati allo sviluppo di una versione dello Ju 88 denominata Ju 88E. Tuttavia, i ritardi accumulati dal programma del bombardiere Ju 288 spinsero ad accelerare lo sviluppo dello Ju 88E, che venne ribattezzato Ju 188.
Il vero prototipo dello Ju 188 fu lo Ju 88 V44, dotato di motori Jumo 211, che volò per la prima volta nella primavera del 1942 assumendo in ottobre la designazione Ju 188 V1. Questo esemplare presentava già le caratteristiche definitive del modello: motori radiali BMW 801, muso vetrato arrotondato, ala allungata, impennaggi ingranditi. Il secondo prototipo Ju 188 V2 seguì nel gennaio 1943. Nel frattempo la Junkers preparava le linee di montaggio per la produzione in serie, mentre l’RLM decise che lo Ju 188 avrebbe potuto montare indifferentemente motori radiali BMW 801 o in linea Jumo 213, per garantire flessibilità.
Tecnica
Lo Ju 188 era un monoplano ad ala media interamente metallico dalla struttura molto robusta, progettato per il bombardamento in quota e in picchiata fino a 60°. L’ala aveva un accentuato angolo diedro positivo e un profilo fortemente rastremato, con estremità quasi appuntite. Era costruita attorno a due longheroni, con rivestimento lavorante in duralluminio. Il bordo d’attacco era dotato di dispositivi antighiaccio ad aria calda, quello d’uscita era occupato da ipersostentatori nella parte interna e alettoni in quella esterna. Le versioni da bombardamento in picchiata avevano anche aerofreni ventrali.
La fusoliera era divisa in tre sezioni: la prua ospitava l’abitacolo vetrato, la parte centrale le stive bombe e la posteriore gli impennaggi e gli equipaggiamenti ausiliari. L’abitacolo era particolarmente aerodinamico e spazioso, con ampia vetratura che garantiva un’eccellente visibilità. Vi trovavano posto i quattro membri dell’equipaggio secondo il concetto della “centrale di combattimento” tipica dei bombardieri tedeschi. Davanti al pilota erano posizionati gli strumenti di bordo e i comandi di volo e motori. Il puntatore aveva a disposizione un tavolo per le carte e per il mirino di bombardamento. L’operatore radio gestiva le apparecchiature di comunicazione e navigazione.
L’armamento difensivo era suddiviso in quattro postazioni:
- una anteriore (A) con un cannone MG 151/20 da 20 mm
- una superiore (B) in torretta con un MG 151/20 o una mitragliatrice MG 131 da 13 mm
- una dorsale (B-1) con una MG 131
- una ventrale posteriore (C) con una MG 131 o una MG 81Z binata da 7,92 mm.
Il carrello d’atterraggio era di tipo classico triciclo posteriore, con le gambe principali che rientravano nelle gondole motori e il ruotino di coda che si ritraeva nel tronco della fusoliera. I serbatoi di carburante erano collocati nella sezione centrale della fusoliera e nelle semiali, per una capacità complessiva di circa 3000 litri. Il carico bellico nei bombardieri arrivava a 2000 kg suddivisi in 4 attacchi alari, mentre le versioni da ricognizione e siluranti potevano trasportare serbatoi supplementari o siluri.
L’impennaggio di coda era cruciforme, con piani orizzontali a sbalzo dotati di equilibratori e timone verticale dalla generosa superficie per garantire stabilità e manovrabilità anche a pieno carico.
L’impianto propulsivo si basava su due motori, radiali BMW 801 a 14 cilindri o in linea Junkers Jumo 213 a 12 cilindri a V, eroganti circa 1700 CV. Entrambi azionavano eliche tripala metalliche a passo variabile e potevano essere equipaggiati con il sistema di iniezione MW-50 a metanolo-acqua per aumentare la potenza in emergenza. Per la produzione in serie si decise di impiegare entrambi i propulsori, così da non dipendere dalla disponibilità di un unico tipo di motore.
Nel complesso lo Ju 188 si presentava come un velivolo moderno e riuscito, con prestazioni, carico bellico e autonomia superiori al suo predecessore Ju 88, pur conservandone la versatilità e l’eccellente manovrabilità a bassa quota. L’unico problema era la minore priorità data alla sua produzione rispetto a quella dei caccia, che limitò il numero di esemplari disponibili.
Impiego operativo
I primi Ju 188 A-0 e A-1 entrarono in servizio nella primavera del 1943 con l’Erprobungskommando 188, un reparto sperimentale incaricato della valutazione operativa del nuovo modello. A partire dall’estate, i primi Ju 188 equipaggiarono lo Stabstaffel del KG 6 a Creil e successivamente altri Kampfgeschwader.
Il primo reparto a ricevere gli Ju 188 in quantità fu proprio il KG 6, che già in autunno li impiegò in incursioni sull’Inghilterra e l’anno seguente partecipò massicciamente all’operazione Steinbock e ai combattimenti in Normandia. Diversi Gruppen furono equipaggiati con lo Ju 188: il I/KG 66 specializzato nel ruolo di pathfinder-illuminatore, il KG 2 in versione mista con i Do 217, e il KG 26 che li impiegò dalla Norvegia contro i convogli artici.
Lo Ju 188 trovò impiego anche nello speciale KG 200 dedito ad operazioni non convenzionali. Il I/KG 200 li utilizzò nel 1945 per contrastare le linee di rifornimento sovietiche in appoggio alle missioni dei “Mistel“, bombe volanti guidate su obiettivi come ponti.
Le versioni da ricognizione D ed F ebbero la più ampia diffusione, sia nelle unità da ricognizione strategica (Fernaufklärungsgruppen) sia in quelle da ricognizione notturna (Nachtaufklärungsgruppen). Negli ultimi mesi del conflitto assunsero anche compiti di attacco e guerra psicologica, specie sul fronte orientale. Alcuni esemplari vennero perfino impiegati in missioni suicide contro i ponti sull’Oder per frenare l’avanzata sovietica.
Uno Ju 188 F-2, opportunamente modificato, fu l’aereo personale del feldmaresciallo Erhard Milch, in virtù delle sue eccellenti prestazioni di velocità e autonomia.
Nel complesso lo Ju 188, pur senza l’impatto del suo predecessore, fu un bombardiere e ricognitore di valore, apprezzato per l’efficacia bellica, la robustezza e la versatilità. Rimase in prima linea fino all’ultimo giorno di guerra, in tutti i teatri del conflitto. Il suo impiego subì limitazioni solo a causa della priorità data ai caccia nella produzione aeronautica tedesca nel 1944-45.
Principali varianti dello Junkers Ju 188
- Ju 188 A: versione iniziale con motori Junkers Jumo 213A-1 da 1.750 hp. Cronologicamente fu la seconda versione a uscire dalla fabbrica (la prima fu la “E”) a causa di ritardi nelle consegne dei propulsori.
- A-0: versione di preserie costruita all’inizio dell’estate 1943.
- A-1: versione da bombardamento in picchiata, rimasta allo stadio di progetto e non realizzata.
- A-2: versione da bombardamento con motori Junkers Jumo 213 A-1 con dispositivo di iniezione di acqua e metanolo nei cilindri che permetteva di ottenere 2.240 cavalli di potenza per brevi periodi.
- A-3: versione aerosilurante con motori Junkers Jumo 213 A-1, radar per la ricerca di bersagli navali Lorenz FuG 200 e privo degli attacchi alari per bombe.
- Ju 188 B: denominazione non utilizzata per evitare confusione con lo Ju 88 B
- Ju 188 C:denominazione usata per un singolo aereo, un prototipo designato con la siglia Ju 188 C-0 con torretta di coda radiocomandata e armata con due mitragliatrici MG 131 da 13mm e relativo puntamento realizzato tramite due periscopi; la versione non entrò in produzione.
- Ju 188 D: versione da ricognizione, derivata dalla Ju 188 A ma priva di armamento offensivo e dei relativi attacchi, del cannone anteriore ma dotata di serbatoi di carburante aumentati. La versione rimase in produzione fino al febbraio 1945 nelle seguenti sottoversioni:
- D-1: versione con caratteristiche corrispondenti alla A-1.
- D-2: versione con radar di ricerca Lorenz FuG 200 installato nel muso.
- D-3: versione realizzata in circa 20 esemplari, tutti consegnati al I./KG 66 nella primavera del 1945 per essere impiegati nella ricerca di bersagli.
- Ju 188 E: versione contemporanea della “A”, di cui aveva le stesse caratteristiche, ma con motori BMW 801 da 1.700 hp; fu la prima versione ad entrare in produzione.
- E-0: versione da bombardamento in quota e in picchiata, dotata di motori BMW 801L da 1.600 cavalli; prima versione ad entrare in servizio.
- E-1: versione da bombardamento con motori BMW 801 G-2 da 1.700 cavalli.
- E-2: versione aerosilurante simile alla “A-3” ma con motori BMW 801, costruita in un limitatissimo numero di esemplari.
- Ju 188 F: versione da ricognizione, corrispondente alla versione “E” ma con motori BMW 801.
- F-1: versione analoga alla “E-1”.
- F-2: versione analoga alla “E-2” ma con dispositivo GM-1 per l’iniezione di ossido nitroso.
- Ju 188 G: versione da bombardamento con fusoliera di nuovo progetto per incrementare la dimensione del vano bombe. In coda era inizialmente prevista una torretta binata azionata manualmente ma in seguito, visti gli spazi ridotti, venne usata la torretta azionata a distanza sperimentata nella versione “C”.
- G-0: versione non entrata in produzione in cui venne studiata una soluzione per ovviare alla limitata capacità di difesa nel settore posteriore dell’aereo. Venne infatti sperimentata l’installazione di una torretta quadrinata con 4 mitragliatrici MG 131 da 13mm in coda ma la soluzione si rivelò impraticabile e si tornò alla torretta binata azionata a distanza.
- G-1: versione con motori Junkers Jumo 213, non entrò in produzione in quanto i propulsori vennero assegnati prioritariamente agli aerei da caccia.
- G-2: versione con motori BMW 801, priva di attacchi subalari e con l’intero carico bellico offensivo (3.300 Kg di bombe) trasportato in una stiva ventrale in legno; nessun esemplare terminato prima della fine della guerra.
- G-3: versione aerosilurante, non entrata in produzione.
- Ju 188 H: versione da ricognizione, analoga alla “G” che non fece in tempo ad entrare in produzione.
- H-2: sottoversione da ricognizione, non costruita.
- Ju 188 R: versione da caccia notturna con motori BMW 801 G-2
- R-0: versione di preserie, armata con cinque cannoni Mauser MG 151/20 e dotata di radar FuG 212. Ne venne realizzato sicuramente un esemplare mentre non tutte le fonti confermano l’effettiva costruzione di altri due esemplari. Erano previste diverse combinazioni di armamento con 4 cannoni MG 151/20 oppure 2 MK 103 da 30mm.
- Ju 188 S:versione per l’impiego ad alta quota, con motori Junkers Jumo 213E-1, abitacolo pressurizzato di nuova progettazione e priva di armamento difensivo.
- S-1: versione capace di una velocità massima di 765 Km/h ad alta quota e una tangenza di 11.700 metri.
- S-1/U-1: versione per appoggio tattico, armata con un cannone BK-5 da 50mm di calibro.
- Ju 188 T: versione per l’impiego ad alta quota, con motori Junkers Jumo 213E-1, abitacolo pressurizzato di nuova progettazione e priva di armamento difensivo.
- T-1: versione con dispositivo GM-1 capace di una velocità massima di 700 Km/h a 11.500 metri di quota.
Nel corso del 1943 venne previsto di migliorare tutte le versioni in produzioni con l’adozione di un’ala di nuovo progetto, con superficie ed allungamento aumentati; si pensò inoltre di introdurre l’abitacolo pressurizzato di serie e l’armamento difensivo in una gondola controllata a distanza e posta a prua dell’aereo. Erano previste tre varianti principali: la J da caccia notturna, la K da bombardamento e la la L da ricognizione, in realtà tutte queste modifiche confluirono nel progetto dello Junkers Ju 388.
Informazioni aggiuntive
- Nazione: Germania
- Modello: Junkers Ju 188 E-1
- Costruttore: Junkers Flugzeug und Motorenwerke A.G.
- Tipo: BombardamentoRicognizione
- Motore:
2 B.M.W. 801 D-2, radiali a 14 cilindri raffreddati ad aria da 1.700 HP ciascuno.
- Anno: 1943
- Apertura alare m.: 22.00
- Lunghezza m.: 14.94
- Altezza m.: 4.44
- Peso al decollo Kg.: 14.491
- Velocità massima Km/h: 499 a 6.000 m.
- Quota massima operativa m.: 9.350
- Autonomia Km: 1.950
- Armamento difensivo:
3 mitragliatrici, 1 cannone da 20 mm.
- Equipaggio: 4
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
- Nico Sgarlato, I Grandi aerei storici. Ju 188-388 & 288, Parma, Delta Editrice, settembre-ottobre 2012.
- Royal Air Force Museum