Lo Junkers Ju 86, bimotore multiruolo della Luftwaffe

Junkers Ju 86

di redazione
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Lo Junkers Ju 86 era un bimotore che poteva servire da trasporto o bombardiere. In alcune versioni furono sperimentati motori di tipo diesel che incrementavano notevolmente l’autonomia, ma che non furono mai completamente affidabili.

L’impiego operativo fu piuttosto limitato dato che venne ben presto sostituito da aerei più moderni, come lo Heinkel 111, tuttavia lo Ju 86 ebbe il merito di essere il primo bombardiere valido della Luftwaffe, in attesa delle macchine di nuova generazione.

Lo Junkers Ju 86 è un bimotore ad ala bassa, carrello retrattile, propulso da due motori radiali.

Lo Junkers Ju 86 fu un aereo bimotore multiruolo ad ala bassa progettato e prodotto dall’azienda tedesca Junkers Flugzeugwerke AG negli anni ’30. Venne sviluppato in risposta a una specifica per un moderno velivolo bi-motore adatto sia all’impiego come veloce aereo di linea che come bombardiere medio. La Junkers rispose con un monoplano interamente metallico dalla configurazione innovativa per l’epoca, dotato di carrello retrattile, impennaggio bideriva e, inusualmente, di motori diesel Junkers Jumo 205 anzichè a benzina, per una maggiore autonomia. Inoltre presentava una superficie liscia anziché il tipico rivestimento corrugato dei precedenti modelli della Junkers.

Progettazione e sviluppo

Le origini dello Ju 86 sono legate al riarmo clandestino della Luftwaffe a metà degli anni ’30. Nel 1934, il Reichsluftfahrtministerium (RLM) e la compagnia di bandiera Lufthansa elaborarono insieme una specifica per un velivolo polivalente, da usare sia come aereo di linea che come bombardiere medio. Vennero richieste varianti civili e militari, con quest’ultime prioritarie. Junkers e Heinkel ricevettero ordini per 5 prototipi (3 militari e 2 civili) dei loro progetti, rispettivamente lo Ju 86 e l’He 111.

La Junkers scelse un monoplano bimotore ad ala bassa, di costruzione interamente metallica. A differenza dei precedenti modelli, rinunciò alla tipica superficie corrugata in favore di una liscia per ridurre la resistenza aerodinamica. La propulsione era affidata a due motori diesel Jumo 205, più pesanti ma anche più efficienti dei tradizionali motori a benzina. Ciò rese lo Ju 86 uno dei primi aerei di serie a usare tale tipo di propulsione.

La struttura alare dello Ju 86 si basava su due longheroni principali e uno ausiliario. Era dotata degli originali ipersostentatori “doppelflügel” tipici della Junkers, incernierati su un terzo del bordo d’uscita delle semiali, con le porzioni esterne mobili come alettoni e quelle interne come flap. Il carrello d’atterraggio era un triciclo posteriore retrattile, con le gambe principali incernierate sotto le gondole motore che si ritraevano verso l’esterno nelle ali. L’impennaggio era bideriva.

La versione bombardiere aveva un equipaggio di 4 persone: pilota, navigatore, radio-bombardiere e mitragliere. La difesa si basava su 3 mitragliatrici, una in torretta dorsale, una ventrale retrattile e una in postazione di prua. Le bombe erano alloggiate verticalmente in 4 vani dietro la cabina di pilotaggio. La versione da trasporto aveva gli stessi vani allestiti con 10 posti per i passeggeri e serbatoi di combustibile spostati nelle ali.

Junkers Ju-86 K-2 dell'aeronautica ungherese
Junkers Ju-86 K-2 dell’aeronautica ungherese
FOTO:FORTEPAN / Erky-Nagy Tibor, CC BY-SA 3.0, link

Impiego operativo

I primi Ju 86 militari entrarono in servizio nella Luftwaffe nel 1936 come bombardieri medi. Parteciparono alla Guerra Civile Spagnola con la Legione Condor, dimostrandosi inferiori agli He 111 a causa dei problemi di affidabilità dei motori diesel in condizioni operative. Di conseguenza la produzione fu ridotta e si passò alla versione Ju 86E con i più collaudati motori radiali BMW 132. Dal 1938 anche questa fu interrotta a favore di modelli più moderni come gli He 111 e i Do 17.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel settembre 1939, solo un Gruppo (III./KG 1) era ancora equipaggiato con gli Ju 86, che vennero impiegati brevemente nell’invasione della Polonia prima di essere ritirati. Gli Ju 86A e D con motori diesel furono radiati, mentre gli Ju 86E e G con motori radiali furono assegnati alle scuole di volo per l’addestramento degli equipaggi. Anche da queste vennero prelevati insieme agli istruttori veterani per formare reparti da trasporto speciali per le invasioni di Norvegia, Paesi Bassi e Creta, indebolendo non poco l’organico e l’efficienza delle scuole di volo, nonostante le rimostranze dei responsabili dell’addestramento.

Alla fine del 1942, nel disperato tentativo di rifornire per via aerea la 6ª Armata accerchiata a Stalingrado, la Luftwaffe schierò nuovamente tutti gli Ju 86 disponibili, compresi quelli da addestramento, inquadrandoli in due Gruppen da trasporto (58 aerei) all’aeroporto di Tatsinskaya. Tuttavia si dimostrarono inadatti, subendo perdite elevate (40 aerei entro gennaio 1943) sia per il fuoco nemico che per problemi tecnici e logistici, finchè la caduta della base in mano sovietica non pose fine all’impresa. I superstiti tornarono alle scuole di volo.

Vista l’inadeguatezza dello Ju 86 come bombardiere, la Junkers decise di svilupparlo come velivolo da alta quota per missioni di ricognizione e bombardamento. Nel gennaio 1940 volò il prototipo Ju 86P, in grado di superare i 12.000 m di quota, ritenuta irraggiungibile dai caccia avversari. Soddisfatta delle prove, la Luftwaffe ordinò la conversione di una quarantina di cellule Ju 86D in Ju 86P-1 da bombardamento e P-2 da ricognizione, dotate di fusoliera pressurizzata, disarmate e con equipaggio ridotto a 2 persone.

Gli Ju 86P operarono con successo per alcuni anni su Gran Bretagna, Unione Sovietica e Nord Africa. All’inizio del 1941, la versione da ricognizione compì alcune missioni sulla Gran Bretagna, interrotte poi con l’invasione dell’URSS. A metà 1942 fu disponibile la versione da bombardamento, che effettuò una dozzina di incursioni di disturbo nel sud dell’Inghilterra. La RAF rispose schierando uno squadrone speciale di Supermarine Spitfire Mk IX modificati per l’alta quota. Il 12 settembre 1942 uno Spitfire intercettò uno Ju 86P in un raid su Portsmouth, ponendo fine a ulteriori tentativi. Nell’agosto 1942 uno Spitfire Mk V modificato abbatté uno Ju 86P sull’Egitto a 14.500 m di quota. Dopo la perdita di altri due aerei, nel 1943 il modello fu ritirato dal servizio.

Un singolo reparto operò con lo Ju 86R, capace di quote ancora maggiori, tra il 1943 e la metà del 1944, senza particolari risultati.

Versioni da esportazione

A partire dal 1936 furono introdotte versioni civili designate Ju 86Z in 3 modelli che differivano per il tipo di motore. Lo Ju 86Z-1 con i Jumo 205 fu venduto a Swissair (1), Airlines of Australia (1) e LAN-Chile (3). Lo Ju 86Z-2 con i BMW 132 andò alla Lufthansa (2) e alla Manchukuo Air Transport (5). Lo Ju 86Z-7 con i Pratt & Whitney Hornet fu fornito a compagnie svedesi (1), boliviane (3) e sudafricane (17). L’esemplare svedese fu poi trasferito all’aeronautica militare, che lo usò fino al 1958 come aereo da trasporto.

Lo Ju 86K fu un modello da esportazione, costruito anche su licenza in Svezia dalla SAAB con la denominazione B 3 e motori radiali Bristol Mercury. Diversi esemplari rimasero in servizio con l’aeronautica svedese fino al 1958, alcuni convertiti per missioni di ricognizione elettronica.

Altri Ju 86 furono esportati in Ungheria, che li impiegò nella breve guerra con la Slovacchia del 1939 e poi sul Fronte Orientale nel 1941, prima di radiarli nel 1942; in Spagna, dove i pochi esemplari della Legione Condor superstiti furono incorporati nell’aviazione nazionalista; e in Sudafrica, che usò i suoi 18 aerei come bombardieri e ricognitori nelle fasi iniziali della campagna dell’Africa Orientale contro l’Italia, prima di relegarli a compiti di seconda linea.

L'unico Ju 86 rimasto, fotografato nel 1976
L’unico Ju 86 rimasto, fotografato nel 1976
Foto di Towpilot – Own work, CC BY-SA 3.0, link

Esemplari superstiti

Ad oggi è noto un solo Ju 86 completo superstite. Si tratta di un esemplare costruito in Germania e venduto alla Svezia nel 1938, usato anche nel film “Des Teufels General” del 1955 prima di essere radiato nel 1958. È esposto al Museo dell’Aeronautica Svedese presso Linköping.

Conclusione

Lo Junkers Ju 86 fu un aereo innovativo per la sua epoca, che introdusse soluzioni tecniche come la struttura metallica liscia, il carrello retrattile, l’impennaggio bideriva e soprattutto la propulsione diesel. Nacque per un duplice ruolo, civile e militare, che non riuscì a soddisfare appieno: come aereo di linea ebbe una diffusione limitata e venne presto surclassato da modelli più capienti ed economici; come bombardiere soffrì i problemi di gioventù dei propulsori e la rapida evoluzione dei requisiti tattici, venendo rapidamente relegato a compiti di seconda linea già nelle fasi iniziali della guerra.

Considerato ormai obsoleto, trovò un’insperata seconda vita come ricognitore e bombardiere d’alta quota, ruolo in cui diede prova di poter ancora impensierire la difesa nemica prima che l’evoluzione dei caccia avversari lo condannasse definitivamente. Nonostante la sua breve e non eclatante carriera, lo Junkers Ju 86 rappresentò comunque un importante step nell’evoluzione della tecnica aeronautica negli anni ’30 e un’ulteriore testimonianza della capacità innovativa dei progettisti della Junkers. La sua eredità si ritrova in molti aerei successivi che ne ripresero le soluzioni pioneristiche.

Principali varianti dello Junkers Ju 86

  • Ju 86 abl: primo prototipo della versione da bombardamento
  • Ju 86 bal: secondo prototipo, in configurazione da trasporto
  • Ju 86 cb: terzo prototipo, in configurazione da bombardamento
  • Ju 86 V4: prototipo per la versione da trasporto commerciale Ju 86B
  • Ju 86 V5: prototipo per la versione da bombardamento Ju 86A
  • Ju 86 A-0: denominazione assegnata a 13 esemplari di pre-produzione della versione da bombardamento
  • Ju 86 A-1: versione iniziale da bombardamento
  • Ju 86 B-0: denominazione assegnata a sette esemplari di pre-produzione
  • Ju 86 C-1: denominazione usata per sei esemplari della Lufthansa, propulsi con motori Junkers Jumo 205C diesel
  • Ju 86 D-1: versione da bombardamento
  • Ju 86 E-1: versione da bombardamento per la Luftwaffe con motori BMW 132F radiali
  • Ju 86 E-2: versione propulsa da due motori BMW 132N radiali
  • Ju 86 G-1: versione dotata di muso vetrato arrotondato
  • Ju 86 E-2: versione migliorata della E-2
  • Ju 86 K-1: versione da esportazioni per Sud Africa e Svezia
  • Ju 86 K-2: versione da esportazione per l’Ungheria
  • Ju 86 K-4: versione da esportazione prodotta per la Svezia, identica alla K-1 ma con motori inglesi Bristol Pegasus III
  • Ju 86 K-5: versione prodotta in Svezia su licenza con motori Bristol Pegasus XII
  • Ju 86 K-6: versione da esportazione per Portogallo e Cile
  • Ju 86 K-7: versione da esportazione costruita per l’aviazione austriaca con motori BMW 132 radiali
  • Ju 86 K-13: versione prodotta in Svezia su licenza con motori Pegasus prodotti in Svezia o in Polonia
  • Ju 86 P-1: versione da bombardamento da alta quota, con motori Jumo 207 diesel con turbocompressori
  • Ju 86 P-2: versione da foto ricognizione da alta quota che manteneva il vano e tutto l’equipaggiamento per il bombardamento. Stessa motorizzazione della P-1
  • Ju 86 R-1: versione da ricognizione da alta quota con i motori Junkers Jumo 207 diesel
  • Ju 86 R-2: versione da bombardamento da alta quota
  • Ju 86 R-3: versione con motori Jumo 208
  • Ju 86 Z: versione da esportazione per uso civile
  • Ju 186: versione proposta in configurazione quadrimotore, pensata per il bombardamento da alta quota, rimasta allo stadio di progetto
  • Ju 286: versione proposta in configurazione esamotore, pensata per il bombardamento da alta quota, rimasta allo stadio di progetto
  • K 85: versione proposta per l’aeronautica svedese in configurazione da siluramento

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Germania
  • Modello: Junkers Ju 86 E-1
  • Costruttore: Junkers Flugzeug und Motorenwerke A.G.
  • Tipo: BombardamentoTrasporto
  • Motore:

    2 B.M.W. 132 F, radiali a 9 cilindri raffreddati ad aria, 810 HP

  • Anno: 1937
  • Apertura alare m.: 22.47
  • Lunghezza m.: 17.85
  • Altezza m.: 5.05
  • Peso al decollo Kg.: 8.190
  • Velocità massima Km/h: 360 a 4.000 m.
  • Quota massima operativa m.: 7.500
  • Autonomia Km: 1.400 
  • Armamento difensivo:

    3 mitragliatrici

     

  • Equipaggio: 4
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

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