Il caccia a reazione tedesco Messerschmitt Me 262

Messerschmitt Me 262

di redazione
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Il Messerschmitt 262 era un aereo eccezionale; sicuro, affidabile, più veloce di qualsiasi caccia alleato, dotato di un armamento particolarmente pesante, se non fu in grado di dare un contributo sostanziale durante la guerra fu solo perchè gli alti gerarchi tedeschi sottovalutarono le possibilità di questo nuovo tipo di aereo e perchè un intervento personale di Hitler fece sì che questo aereo venisse impiegato come bombardiere anzichè come caccia.
I tedeschi furono i primi ad adottare la propulsione a reazione su un aereo prodotto in serie, e come avviene per ogni cosa nuova, occorse del tempo prima che la macchina venisse sfruttata al meglio.

I piloti e i meccanici dovevano abituarsi alle caratteristiche del nuovo tipo di propulsione, inoltre un motore a reazione necessita, a parità di peso, di piste più lunghe per il decollo e l’atterraggio di un aereo ad elica, ma queste non erano difficoltà insormontabili.

Nella caotica situazione in cui si trovava la Germania alla fine della guerra, le “armi miracolose” sembravano spuntare come funghi, ma in realtà erano pochi i progetti veramente validi e non era facile distinguerli. Il generale Galland solo dopo un volo di prova si rese conto che questo aereo era “non un passo, un balzo in avanti”, ma per altri non fu lo stesso.

Lo Schwalbe (questo era il soprannome dell’aereo) fu più o meno caldamente osteggiato da molti alti gradi della Luftwaffe, in particolare da Göring, al contrario dei piloti che ne era entusiasti; il contrasto sfociò in un vero ammutinamento e tutti i piloti ribelli furono concentrati in una unità equipaggiata proprio col Me 262! Il gruppo che fu creato divenne un’unità formidabile, dato che gli “ammutinati” erano i migliori piloti della caccia tedesca.

Il Messerschmitt 262 venne prodotto in due versioni principali: da caccia, armata con quattro cannoni da 30 mm. e da bombardamento, con un carico massimo di 1000 Kg di bombe.
Date le caratteristiche dell’aereo furono sperimentate numerose altre configurazioni, tutte senza seguito, con l’eccezione di un limitato numero di esemplari, che diedero buoni risultati come caccia notturni e che non vennero prodotti in serie perchè la guerra era ormai al termine.

La maggior parte degli aerei prodotti rimase a terra inutilizzata a causa della carenza di combustibile ma, indipendentemente da questo, la breve carriera del Messerschmitt 262 fu anche condizionata dalla carenza di materiali strategici. Ad esempio la vita operativa di un motore era limitata a poche ore dato che leghe metalliche migliori, resistenti alle alte temperature, non erano disponibili.

Il Messerschmitt 262 è un bireattore con ala bassa a freccia positiva; il carrello è di tipo triciclo anteriore.

Messerschmitt Me 262A
Messerschmitt Me 262A

Il Messerschmitt Me 262 Schwalbe (“Rondine” in tedesco) rappresenta una pietra miliare nella storia dell’aviazione militare. Primo caccia a reazione operativo al mondo, entrò in servizio con la Luftwaffe nella fase finale della Seconda Guerra Mondiale, aprendo l’era dei jet da combattimento. Nonostante il suo potenziale rivoluzionario, una serie di fattori ne limitarono l’impatto sul conflitto, ma il suo sviluppo e il suo impiego lasciarono un’eredità duratura nel campo aeronautico.

Lo Me 262 nacque dalla lungimiranza di alcuni progettisti tedeschi, che già alla fine degli anni ’30 intuirono le potenzialità della propulsione a getto per superare i limiti dei motori a pistoni. La Messerschmitt AG, una delle principali aziende aeronautiche del Reich, fu incaricata di trasformare questa visione in realtà, sotto la guida dell’ingegnere capo Willy Messerschmitt e del suo team di designer.

Il risultato fu un aereo dall’aspetto futuristico per l’epoca, con una fusoliera snella e affusolata, un’ala a freccia e due motori turbogetto sotto le ali. Queste soluzioni innovative consentivano al Me 262 di raggiungere una velocità massima di oltre 800 km/h, circa 200 km/h in più dei migliori caccia a pistoni alleati come lo Spitfire e il Mustang. Inoltre, l’aereo tedesco aveva un potente armamento basato su quattro cannoni da 30 mm, in grado di abbattere anche i bombardieri pesanti.

Tuttavia, il processo di sviluppo e produzione del Me 262 fu tutt’altro che lineare. Nonostante gli sforzi dei progettisti e dei tecnici, il programma accumulò ritardi su ritardi a causa di problemi tecnici, interferenze politiche e carenze industriali. Quando finalmente entrò in servizio nel 1944, la guerra aveva già iniziato a volgere irreversibilmente a favore degli Alleati, limitando le possibilità di impiego del nuovo caccia.

Ciononostante, nelle mani di piloti esperti l’Me 262 si dimostrò un temibile avversario, in grado di tenere testa a formazioni di aerei nemici grazie alla sua velocità superiore. Le sue apparizioni nei cieli tedeschi nella primavera del 1945 gettarono nello sconforto equipaggi e comandi alleati, preoccupati che questa “arma segreta” potesse ribaltare le sorti del conflitto. Ma era troppo tardi: la scarsa affidabilità dei motori, la penuria di carburante e la soverchiante superiorità numerica degli Alleati impedirono al Me 262 di incidere significativamente.

Nonostante il suo impatto militare limitato, l’Me 262 lasciò un’eredità duratura nel campo dell’aviazione. Molte delle sue caratteristiche innovative, come l’ala a freccia e la propulsione a getto, sarebbero state riprese e perfezionate nei jet militari degli anni successivi, a partire dai caccia americani e sovietici della Guerra di Corea. Anche a livello simbolico, il caccia tedesco incarnò l’idea di una rivoluzione tecnologica nel volo ad alte prestazioni, aprendo una nuova era nella storia del combattimento aereo.

Sviluppo iniziale

Lo sviluppo del Messerschmitt Me 262 iniziò nell’aprile 1939, prima ancora che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale. Il progetto, denominato P.1065, fu affidato alla Messerschmitt AG su richiesta del Reichsluftfahrtministerium (RLM), il Ministero dell’Aviazione del Reich. L’obiettivo era realizzare un caccia a reazione in grado di raggiungere una velocità di almeno 850 km/h e un’autonomia di un’ora.

La responsabilità del progetto fu assegnata a un team guidato dall’ingegnere capo Woldemar Voigt, sotto la supervisione di Robert Lusser, capo progettista dell’azienda. Il disegno iniziale prevedeva l’installazione di due motori turbogetto nella parte posteriore della fusoliera, una soluzione che però presentava problemi di raffreddamento e di vulnerabilità al fuoco nemico.

Nel corso del 1940, si optò per una configurazione diversa, con i motori posizionati sotto le ali in gondole separate. Questa scelta consentiva di facilitare la manutenzione e la sostituzione dei propulsori, oltre a ridurre i rischi di incendio in caso di danni al sistema di alimentazione. Allo stesso tempo, si decise di adottare un’ala a freccia di 18,5° per compensare lo spostamento del centro di gravità causato dai pesanti motori.

Il primo prototipo, denominato Me 262 V1, fu completato nell’aprile del 1941. In attesa che i motori a getto Junkers Jumo 004 fossero pronti, per i primi test si utilizzò un motore a pistoni Jumo 210G, che consentiva di collaudare le caratteristiche di volo della cellula. Il primo decollo avvenne il 18 aprile 1941, con ai comandi il pilota collaudatore Fritz Wendel.

Il volo inaugurale con la sola propulsione a getto avvenne oltre un anno dopo, il 18 luglio 1942, sempre con Wendel ai comandi. Nonostante alcuni problemi iniziali, come la tendenza a impennarsi al momento del decollo, le prestazioni del velivolo si dimostrarono subito eccezionali. L’Me 262 raggiunse una velocità massima di oltre 800 km/h, confermando le sue potenzialità rivoluzionarie.

I vertici della Luftwaffe, impressionati dai risultati, ordinarono immediatamente l’avvio della produzione in serie. Tuttavia, il passaggio dai prototipi agli esemplari di serie si rivelò più difficile del previsto. I nuovi motori Jumo 004, pur rappresentando una svolta tecnologica, soffrivano di un’inaffidabilità cronica e richiedevano frequenti revisioni. Inoltre, la loro produzione era ostacolata dalla scarsità di materie prime strategiche come il nichel e il cromo, che scarseggiavano nell’industria bellica tedesca.

Problemi e ritardi

Lo sviluppo dell’Me 262 fu anche rallentato da fattori non strettamente tecnici. Uno dei principali ostacoli fu l’interferenza dei vertici politici e militari del Reich, in particolare di Adolf Hitler e del Reichsmarschall Hermann Göring, comandante in capo della Luftwaffe.

Hitler, affascinato dalle potenzialità dei bombardieri veloci, pretese che l’Me 262 fosse trasformato in uno Schnellbomber (bombardiere veloce) per contrastare lo strapotere dei caccia alleati. Questa decisione obbligò i progettisti a modificare la cellula per sistemare le bombe, sottraendo risorse al suo sviluppo come caccia intercettore.

Solo grazie all’insistenza di alcuni generali della Luftwaffe, come Adolf Galland, il Führer accettò di riportare la priorità sull’impiego dell’Me 262 come caccia nella primavera del 1944. Tuttavia, il tempo perso si rivelò fatale per le sorti del velivolo e della Germania stessa.

Un altro grave problema era rappresentato dall’affidabilità dei motori Jumo 004. Nonostante gli sforzi dei tecnici della Junkers, i propulsori soffrivano di una vita operativa molto breve, mediamente di sole 10-25 ore, a causa dell’impiego di materiali scadenti e della carenza di prove sul campo. Questo costringeva a continue revisioni e sostituzioni, rallentando la produzione e la disponibilità degli aerei.

Inoltre, la fabbricazione in serie dell’Me 262 fu ostacolata dai crescenti bombardamenti alleati sulle industrie tedesche. Le fabbriche aeronautiche, in particolare quelle che producevano i motori a getto, divennero un obiettivo prioritario per i bombardieri pesanti della RAF e dell’USAAF. Molti impianti furono gravemente danneggiati o distrutti, costringendo a disperdere la produzione in stabilimenti improvvisati e meno efficienti.

Infine, anche quando gli aerei erano pronti, la loro operatività era limitata dalla scarsità di carburante e di piloti addestrati. La penuria di combustibile, causata dal bombardamento sistematico delle raffinerie e delle vie di approvvigionamento tedesche, riduceva drasticamente le possibilità di impiego e di addestramento degli Me 262. Inoltre, il programma di conversione dei piloti ai nuovi jet fu avviato troppo tardi e con risorse insufficienti, limitando il numero di equipaggi qualificati.

Tutti questi fattori fecero sì che la produzione e la disponibilità operativa dell’Me 262 fossero sempre inferiori alle attese e alle necessità. Quando finalmente il primo reparto equipaggiato con i nuovi jet, il Kommando Nowotny, entrò in azione nell’ottobre 1944, la guerra aerea sulla Germania era ormai compromessa. Nonostante alcuni successi iniziali, gli Me 262 non riuscirono a ribaltare le sorti del conflitto.

Tecnica e armamento

Dal punto di vista tecnico, il Messerschmitt Me 262 rappresentava un notevole salto di qualità rispetto ai caccia a pistoni dell’epoca. La fusoliera, interamente metallica, aveva una forma affusolata e un profilo aerodinamico molto pulito, con un abitacolo a goccia che garantiva un’eccellente visibilità al pilota.

L’ala aveva una freccia di 18,5° e un profilo laminare, soluzioni innovative per l’epoca che servivano a ridurre la resistenza aerodinamica alle alte velocità. I due motori turbogetto Jumo 004B, capaci di una spinta di 900 kg ciascuno, erano alloggiati in gondole sotto le ali, facilitando la manutenzione e la sostituzione.

Grazie alla spinta dei motori a reazione, l’Me 262 poteva raggiungere una velocità massima di 870 km/h a 6.000 metri di quota, circa 150 km/h in più dei migliori caccia alleati come lo Spitfire Mk.XIV e il P-51D Mustang. Poteva salire a 10.000 metri in soli 10 minuti, un’impresa impossibile per i caccia a pistoni.

L’armamento si basava su quattro cannoni MK 108 da 30 mm, disposti a coppie nelle radici alari. Ogni arma aveva un caricatore da 100 colpi, per un totale di 400 proiettili a bordo. I cannoni MK 108 erano estremamente potenti ma avevano una cadenza di tiro ridotta (600 colpi/min) e una gittata utile di soli 600 metri, richiedendo ai piloti una grande precisione.

Per compensare la scarsa capacità di inseguimento e la breve autonomia dell’Me 262, i tedeschi sperimentarono anche l’impiego di razzi aria-aria R4M da 55 mm. Questi razzi, a guida non controllata, dovevano essere lanciati in grappoli contro le formazioni di bombardieri, nella speranza di colpirne alcuni con la forza dell’esplosivo. Tuttavia, il sistema si rivelò poco preciso e di difficile impiego.

Un’altra innovazione tecnica dell’Me 262 era il carrello d’atterraggio triciclo anteriore, una soluzione insolita per l’epoca che garantiva una maggiore stabilità nelle fasi di decollo e atterraggio. Tuttavia, la corsa di decollo del jet era molto più lunga di quella dei caccia a pistoni, rendendo gli aeroporti tedeschi vulnerabili agli attacchi alleati.

Nonostante le sue indiscutibili qualità tecniche, l’Me 262 soffriva di alcuni problemi mai del tutto risolti. Oltre all’inaffidabilità dei motori, il caccia tedesco aveva un’autonomia molto limitata (circa 90 minuti) e soffriva di frequenti cedimenti strutturali dovuti alle vibrazioni. Inoltre, la transizione dei piloti dai caccia a pistoni ai jet non fu facile, richiedendo un lungo addestramento per adattarsi alle nuove procedure.

Il Messerschmitt Me 262 Schwalbe rappresentò una rivoluzione tecnologica nel campo dell’aviazione militare, introducendo soluzioni che avrebbero influenzato la progettazione dei jet da combattimento per decenni. La sua velocità, la sua potenza di fuoco e le sue innovazioni aerodinamiche ne fecero un avversario temibile per i piloti alleati. Ma la sua entrata in scena fu troppo tardiva e travagliata per incidere sulle sorti della guerra, nonostante il coraggio e l’abilità dei piloti che lo portarono in volo. Rimane comunque un simbolo indelebile dell’ingegno aeronautico tedesco e della sfida tecnologica lanciata dalla Germania nazista.

Messerschmitt Me 262
Messerschmitt Me 262

Impiego operativo

Nonostante le sue potenzialità rivoluzionarie, l’impiego operativo del Messerschmitt Me 262 fu fortemente condizionato dalle circostanze difficili in cui versava la Germania nell’ultimo anno di guerra. Quando finalmente il primo reparto equipaggiato con i nuovi jet entrò in azione, nell’estate del 1944, la Luftwaffe aveva ormai perso la superiorità aerea sulla Germania e faticava a contrastare le crescenti offensive dei bombardieri alleati.

Il battesimo del fuoco per l’Me 262 avvenne il 19 aprile 1944, quando un reparto sperimentale denominato Erprobungskommando 262 iniziò ad addestrare i primi piloti sui nuovi jet. Tuttavia, le operazioni vere e proprie iniziarono solo nel luglio successivo, quando una manciata di Me 262 cercò di intercettare alcuni bombardieri Mosquito della RAF sopra Monaco di Baviera. Nonostante alcuni avvistamenti reciproci, non ci furono scontri diretti.

Il primo abbattimento confermato di un aereo alleato da parte di un Me 262 avvenne l’8 agosto 1944, quando il tenente Joachim Weber del reparto sperimentale abbatté un ricognitore Mosquito della RAF nei cieli della Baviera. Tuttavia, si trattò di un episodio isolato: per diversi mesi ancora, gli scontri tra i jet tedeschi e i caccia alleati furono sporadici e inconcludenti.

La prima unità operativa interamente equipaggiata con gli Me 262 fu lo Jagdgeschwader 7 (JG 7), costituito nell’ottobre del 1944 sotto il comando del celebre asso Adolf Galland. Basato inizialmente a Lechfeld e poi a Parchim, lo JG 7 aveva il compito di contrastare le incursioni diurne dei quadrimotori americani. L’addestramento dei piloti proseguì fino alla fine dell’anno, ostacolato dalla scarsità di aerei, carburante e pezzi di ricambio.

Il battesimo del fuoco per lo JG 7 avvenne il 28 gennaio 1945, quando una dozzina di Me 262 intercettò una formazione di B-17 nei cieli della Germania centrale. I jet riuscirono ad abbattere cinque bombardieri, ma persero due dei loro a causa della contraerea americana e dei guasti ai motori. Fu un’azione incoraggiante, ma che dimostrò anche i limiti tattici dei nuovi aerei.

Nei mesi successivi, i piloti del JG 7 affinarono le loro tattiche per sfruttare al meglio le caratteristiche dell’Me 262. Invece di ingaggiare i caccia di scorta in duelli ravvicinati, puntavano a sfruttare la velocità e la quota superiori per attaccare in picchiata le formazioni di bombardieri, sparare poche raffiche precise e allontanarsi rapidamente. Tuttavia, la brevissima autonomia (circa 90 minuti) e l’inaffidabilità dei motori limitavano il tempo effettivo di combattimento a pochi minuti.

Nonostante queste difficoltà, tra febbraio e aprile 1945 il JG 7 ottenne diversi successi contro le fortezze volanti americane. Nelle mani di piloti esperti come Heinz Bär, Karl Schnörrer, Wilhelm Herget e Franz Schall, gli Me 262 si dimostrarono letali contro i quadrimotori, anche se non indenni dalla reazione dei caccia alleati. In totale, si stima che gli assi del JG 7 abbiano abbattuto circa 200 aerei alleati, in cambio di una cinquantina di Me 262 persi.

Il punto culminante dell’impiego operativo degli Me 262 fu probabilmente il 18 marzo 1945, quando 37 jet attaccarono una formazione di 1.221 bombardieri e 632 caccia di scorta americani diretti verso Berlino. In un’azione durata pochi minuti, i piloti tedeschi abbatterono 12 quadrimotori e un caccia, perdendo solo tre dei loro. Fu una vittoria di prestigio, ma del tutto insufficiente a fermare l’offensiva aerea alleata.

Con il procedere dell’invasione della Germania da parte degli eserciti alleati, la situazione degli Me 262 divenne sempre più precaria. Le basi operative dello JG 7 furono spesso attaccate o occupate, costringendo i reparti a continui spostamenti. La penuria di carburante e la scarsità di aerei di riserva resero sempre più difficili le operazioni di volo. Ciononostante, gli equipaggi continuarono a combattere fino all’ultimo, spesso in condizioni disperate.

Negli ultimi giorni di guerra, i pochi Me 262 ancora efficienti furono impiegati in missioni di attacco al suolo contro le colonne corazzate sovietiche che avanzavano verso Berlino. Utilizzando i cannoni e i razzi aria-aria in dotazione, i jet tedeschi cercarono di rallentare l’avanzata nemica, subendo pesanti perdite. L’ultima vittoria aerea di un Me 262 fu probabilmente quella ottenuta l’8 maggio 1945 dal sottotenente Fritz Stehle, che abbatté un caccia sovietico nei cieli della Boemia poche ore prima della resa tedesca.

In totale, si stima che i reparti equipaggiati con gli Me 262 abbiano abbattuto circa 450-500 aerei alleati durante la guerra, in cambio di un centinaio di perdite in combattimento e molte di più per incidenti o attacchi al suolo. Un bilancio che, pur lontano dalle speranze iniziali, dimostra le potenzialità del nuovo caccia a reazione. Tuttavia, il suo impatto sulle sorti del conflitto fu minimo, a causa dell’entrata in servizio troppo tardiva e delle condizioni proibitive in cui operò.

Me 262B-1a/U1 night fighter di preda bellica
Me 262B-1a/U1 night fighter di preda bellica

Principali varianti del Messerschmitt Me 262

  • Me 262 A-0: versione di pre-produzione dotata di motori a turbogetto Junkers Jumo 004B; ne furono costruiti 23 esemplari
  • Me 262 A-1a “Schwalbe”: prima versione in produzione di serie, impiegata nel ruolo di caccia intercettore e caccia bombardiere
  • Me 262 A-1a/U1: un solo esemplare costruito per sperimentare una nuova configurazione dell’armamento con sei cannoni: due MG 151/20 da 20mm, due MK 103 da 30mm e due MK 108 da 30mm, tutti alloggiati nel muso dell’aereo
  • Me 262 A-1a/U2: un solo prototipo costruito, dotato di radar FuG 220 Liechtenstein SN-2 90 Mhz per le prove di impiego nel ruolo di caccia notturno
  • Me 262 A-1a/U3: versione modificata per l’impiego nel ruolo di ricognitore e realizzata in un numero limitato di esemplari, dotata di due fotocamere Rb 20/30 montate nel muso oppure una Rb 20/20 e una Rb75/30. Alcuni esemplari mantenevano un unico cannone Mk 108 da 30mm ma nella maggior parte dei casi l’aereo era disarmato
  • Me 262 A-1a/U4; versione concepita espressamente per il ruolo di distruttore di bombardieri, armata con un cannone MK 214 da 214 o BK 5, entrambe le armi erano di 50mm di calibro e derivate da cannoni anticarro; ne furono costruiti due prototipi
  • Me 262 A-1a/U5: caccia pesante armato con sei cannoni MK 108 da 30mm alloggiati nel muso
  • Me 262 A-1b: tre esemplari di valutazione propulsi con turbogetti BMW 003 al posto degli Jumo 004, gli aerei raggiungevano la velocità massima di 800 Km/h in volo orizzontale
  • Me 262 A-2a “Sturmvogel”: versione da bombardamento definitiva, armata con i due soli cannoni MK 108 da 30mm inferiori oltre al carico bellico sganciabile
  • Me 262 A-2a/U1: un unico prototipo costruito con sistema di puntamento avanzato
  • Me 262 A-2a/U2: due prototipi costruiti, il muso solido era sostituito da uno vetrato in cui prendeva posto un puntatore
  • Me 262 A-3a: versione progettata per l’attacco al suolo
  • Me 262 A-4a: versione da ricognizione
  • Me 262 A-5a: versione definitiva da ricognizione, usata in un numero limitato di esemplari nelle settimane finali del conflitto
  • Me 262 B-1a: versione biposto da addestramento
  • Me 262 B-1a/U1: Me 262 B-1a da addestramento convertiti per l’impiego nella caccia notturna, equipaggiati con un radar FuG 218 Neptun
  • Me 262 B-2: versione progettata da caccia notturna con fusoliera di dimensioni inferiori
  • Me 262 C: versione di sviluppo suddivisa in quattro sottoversioni per sperimentare differenti soluzioni e in particolare la sostituzione dei motori Jumo 004
  • Me 262 C-1a: un solo prototipo costruito per sperimentare la propulsione a razzo, un motore Walter HWK 109-509 a propellente liquido aggiunto in coda. L’esemplare volò nel febbraio 1945 utilizzando sia il motore a razzo sia i turbogetti
  • Me 262 C-2b:un solo prototipo costruito in cui vennero sperimentati due motori “combinati” ovvero propulsori con un turbogetto BMW 003 insieme a un motore a razzo con propellente liquidi BMW 109-718 montato all’uscita del getto per ottenere un incremento di spinta
  • Me 262 C-3: versione proposta con i turbogetti Jumo 004 sostituiti da due motori a razzo a propellente liquido HWK RII-211
  • Me 262 C-3a: in questa versione un motore a razzo a propellente liquido Walter HWK 109-509S-2 montato permanentemente in posizione ventrale sotto la fusoliera. Un prototipo e un esemplare di pre-serie vennero catturati prima di essere completati
  • Me 262 D-1: versione progettata per utilizzare il cannone senza rinculo SG 500 Jagdfaust
  • Me 262 E-1: versione progettata per adottare un cannone MK 114 da 55mm
  • Me 262 E-2: versione progettata armata con 48 razzi aria-aria R4M
  • Me 262 S: modello serie zero per il Me 262 A-1a
  • Me 262 W-1: designazione provvisoria per una versione che avrebbe dovuto adottare i motori pulsogetto Argus 014
  • Me 262 W-3: designazione provvisoria per una versione che avrebbe dovuto adottare i motori pulsogetto Argus 044
  • Me 262 Lorin: designazione provvisoria per una versione che avrebbe dovuto adottare due stato-reattori sopra le ali, installati sopra le gondole degli Jumo 004

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Germania
  • Modello: Messerschmitt Me 262 A-1a
  • Costruttore: Messerschmitt A.G.
  • Tipo: BombardamentoCaccia notturno
  • Motore:

    2 Junkers Jumo 004 B-1 da 900 Kg di spinta

  • Anno: 1944
  • Apertura alare m.: 12.46
  • Lunghezza m.: 10.60
  • Altezza m.: 3.84
  • Peso al decollo Kg.: 6.396
  • Velocità massima Km/h: 869 a 6.000m
  • Quota massima operativa m.: 11.450
  • Autonomia Km: 1.050 
  • Armamento difensivo:

    4 cannoni da 30 mm.

     

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823
    • Alfred Price: The Last Year of the Luftwaffe: May 1944 to May 1945. London: Greenhill Books (1993). ISBN 978-1-85367-440-2.
    • Difesa Online
    • Smithsonian
    • RAF Museum
     

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