Il caccia bombardiere della RAF Blackburn Skua

Blackburn Skua

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento: 549 letture totali

Fu il primo aereo britannico costruito per il bombardamento in picchiata ed in questo ruolo rimase in servizio nella Fleet Air Arm fino al 1941, quando fu sostituito da aerei più moderni. Dopo questa data venne relegato a compiti minori quali il traino bersagli.

Il Blackburn Skua fu un aereo militare multiruolo britannico della seconda metà degli anni ’30, il primo monoplano cantilever interamente metallico progettato per la Fleet Air Arm (FAA), l’aviazione navale della Royal Navy. Pensato per svolgere sia il ruolo di caccia che di aerosilurante/bombardiere in picchiata imbarcato, lo Skua si rivelò un velivolo innovativo per l’epoca, pioniere di soluzioni che sarebbero diventate standard sui successivi aerei navali. Pur con alcuni limiti prestazionali, lo Skua si distinse nelle prime fasi della Seconda Guerra Mondiale, in particolare nella campagna di Norvegia del 1940, prima di essere sostituito da modelli più moderni.

Lo Skua è un monoplano monomotore ad ala bassa, interamente metallico, con carrello retrattile e motore raffreddato ad aria; ne furono prodotti complessivamente 190 esemplari.

Blackburn Skua in volo
Blackburn Skua in volo

Sviluppo e tecnica

Le origini dello Skua risalgono alla metà degli anni ’30, quando la Blackburn, su richiesta dell’Air Ministry, progettò un velivolo imbarcato multiruolo in grado di operare sia come caccia che come bombardiere in picchiata/aerosilurante. L’aereo, noto come B-24 o Skua, si discostava nettamente dai biplani ancora in servizio con la FAA, presentando una configurazione monoplana ad ala bassa e carrello retrattile.

Lo Skua era un elegante monomotore interamente metallico, dalla struttura robusta. La fusoliera, a sezione ovale, era divisa in due compartimenti stagni per garantire il galleggiamento in caso di ammaraggio forzato. Le ali, ripiegabili all’indietro per facilitare lo stivaggio sulle portaerei, avevano un profilo sottile e incorporavano ipersostentatori Zap sul bordo d’uscita. Il carrello era triciclo posteriore, con le gambe principali che rientravano di lato nelle gondole motore.

L’equipaggio era composto da due uomini, pilota e navigatore/mitragliere, alloggiati in abitacoli chiusi e separati, una novità per l’epoca. Il pilota sedeva sotto un cupolino scorrevole, mentre l’altro membro aveva una postazione vetrata reclinabile. Tra i due abitacoli erano collocati i serbatoi di carburante autostagnanti, la radio e altri equipaggiamenti.

La propulsione era affidata a un motore radiale Bristol Perseus XII da 890 CV, che azionava un’elica tripala metallica a passo variabile. Le prestazioni erano buone per un monomotore imbarcato dell’epoca: velocità massima di 362 km/h a bassa quota, tangenza di 6.100 metri, autonomia fino a 1.100 km. Tuttavia la potenza installata era limitata per un velivolo del peso di 3.800 kg a pieno carico.

L’armamento offensivo comprendeva quattro mitragliatrici Browning da 7,7 mm nelle ali e un singolo siluro da 730 kg o una bomba da 230 kg sotto la fusoliera, sganciabile in picchiata grazie a un dispositivo a trapezio. In alternativa potevano essere trasportate bombe da caduta da 9 a 110 kg. Per la difesa c’era una mitragliatrice brandeggiabile Vickers K da 7,7 mm a disposizione del navigatore.

Come tutti i velivoli imbarcati, lo Skua aveva ali ripiegabili, gancio d’arresto, compartimenti a tenuta stagna e altri accorgimenti per le operazioni in mare. Particolarmente riusciti erano gli ipersostentatori che, opportunamente regolati, permettevano ripide picchiate senza eccedere i limiti strutturali.

Impiego operativo

I primi Skua entrarono in servizio nel 1938 con l’800° Squadron della FAA, imbarcando sulla portaerei Ark Royal l’anno successivo. All’inizio della guerra nel settembre 1939, la Fleet Air Arm schierava 33 Skua, che ottennero presto i primi successi. Il 26 settembre tre Skua dell’803° Squadron abbatterono un idrovolante Dornier Do 18 sul Mare del Nord, la prima vittoria aerea confermata da un aereo britannico nel conflitto.

Ma il momento di gloria degli Skua arrivò nell’aprile 1940 durante la campagna di Norvegia. Il 10 aprile 16 Skua decollati dalle Orcadi affondarono l’incrociatore tedesco Königsberg nel fiordo di Bergen con ripetuti attacchi in picchiata. Fu la prima nave da guerra maggiore affondata in azione da un attacco aereo, una dimostrazione dell’efficacia degli Skua come bombardieri in picchiata. Nei giorni successivi gli Skua abbatterono anche 28 bombardieri e ricognitori tedeschi, inclusi 12 Heinkel He 111 e 5 Junkers Ju 88, in duelli che videro emergere assi come il Lieutenant Commander William Lucy.

Tuttavia, già in questa campagna, emersero i limiti degli Skua come caccia di scorta. Il 13 giugno, nel tentativo di attaccare la corazzata Scharnhorst a Trondheim, ben 8 Skua su 15 furono abbattuti dai più veloci caccia Messerschmitt Bf 110, con la perdita di entrambi i comandanti di squadriglia. Nonostante una bomba colpisse la Scharnhorst, i danni furono lievi.

Dopo la Norvegia, gli Skua operarono principalmente nel Mediterraneo dalle portaerei Ark Royal e Illustrious, fornendo scorta ai convogli e attaccando il naviglio italiano e le basi a terra. Presero parte anche alle prime fasi dell’evacuazione di Dunkerque, subendo perdite e fuoco amico da parte degli Hurricane e Spitfire della RAF, non abituati alla loro sagoma.

Nel 1941, con l’intensificarsi della guerra aerea e l’arrivo di bombardieri nemici più veloci come gli Ju 88 e i Savoia-Marchetti S.M.79, le carenze degli Skua come caccia divennero evidenti. Troppo lenti per intercettare i bombardieri e con un armamento ormai insufficiente, gli Skua furono progressivamente ritirati e sostituiti dai più capaci Fairey Fulmar. Gli esemplari superstiti furono relegati all’addestramento o convertiti in traino-bersagli. L’ultimo Skua fu radiato nel marzo 1945.

Blackburn Skua in atterraggio sulla HMS Ark Royal
Blackburn Skua in atterraggio sulla HMS Ark Royal

Eredità e versioni derivate

Nonostante la breve vita operativa, lo Skua lasciò un’impronta importante nella storia dell’aviazione navale britannica. Fu il primo monoplano imbarcato interamente metallico della Fleet Air Arm, introducendo soluzioni come il carrello retrattile, gli ipersostentatori e gli abitacoli chiusi che divennero standard.

Come caccia lo Skua si rivelò superato già all’inizio della guerra, ma come aerosilurante/bombardiere in picchiata dimostrò indubbie qualità. L’affondamento della Königsberg fu un’impresa memorabile che provò l’efficacia di questa specialità, poi affinata dagli statunitensi. Non a caso la Fleet Air Arm adottò poi altri buoni bombardieri in picchiata monoplano come il Fairey Barracuda e il Blackburn Firebrand.

Dallo Skua fu derivato il Blackburn Roc, versione armata con una torretta dorsale Boulton-Paul con quattro mitragliatrici. Il Roc doveva affiancare gli Skua nella scorta delle basi navali e delle portaerei, ma si rivelò poco riuscito e prodotto in numero limitato.

Oggi nessun Blackburn Skua è sopravvissuto. Solo alcune parti di relitti sono esposte al Fleet Air Arm Museum di Yeovilton e al Norwegian Air Force Museum di Bodo, a ricordare il contributo di questo pionieristico aereo che, pur con i suoi difetti, lasciò il segno nella storia dell’aviazione navale britannica.

Principali varianti del Blackburn Skua

  • Skua Mk I: due prototipi costruiti con motore Bristol Mercury. Il primo prototipo aveva un muso nettamente più corto mentre nel secondo la lunghezza venne aumentate per migliorare la stabilità longitudinale
  • Skua Mk II: aereo in produzione di serie con motore Bristol Perseus XII radiale da 905 hp con valvole a fodero. Aveva il muso allungato sperimentato con il secondo prototipo ma con la capottatura del motore più corta e smussata. Era un caccia e bombardiere in picchiata costruito per le esigenze della Royal Navy, tutti gli esemplari furono costruiti dalla Blackburn.

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Gran Bretagna
  • Modello: Blackburn Skua Mk. II
  • Costruttore: Blackburn Aircraft Ltd.
  • Tipo: Caccia Bombardiere
  • Motore:

    Bristol Perseus XII, radiale a 9 cilindri, raffreddato ad aria, da 890 HP

  • Anno: 1938
  • Apertura alare m.: 14.07
  • Lunghezza m.: 10.85
  • Altezza m.: 3.81
  • Peso al decollo Kg.: 3.727
  • Velocità massima Km/h: 362 a 2.000 m.
  • Quota massima operativa m.: 5.820
  • Autonomia Km: 1.220 
  • Armamento difensivo:

    5 mitragliatrici

  • Equipaggio: 2
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

Articoli correlati

Lascia un commento