Il caccia pesante britannico Bristol Beaufighter

Bristol Beaufighter

di redazione
Pubblicato: Ultimo aggiornamento: 553 letture totali

Alla fine degli anni 30 le aviazioni delle principali nazioni ritennero di dover costruire un caccia bimotore, pesantemente armato, ed il poliedrico Beaufighter fu uno dei frutti concepiti in Inghilterra secondo questa idea.

Il suo impiego andò oltre quello di semplice caccia diurno a lungo raggio, con la costruzione di versioni specializzate nella caccia notturna, ricognizione e bombardamento; nel corso della sua carriera operativa il Beaufighter fu impiegato anche dal Costal Command.

Il Beaufighter è un bimotore monoplano ad ala media; la propulsione è affidata ai Bristol Hercules radiali od ai Rolls Royce Merlin a seconda delle versioni.

Il Bristol Type 156 Beaufighter, soprannominato “Beau”, fu un aereo multiruolo britannico sviluppato dalla Bristol Aeroplane Company durante la Seconda Guerra Mondiale. Inizialmente concepito come caccia pesante derivato dal bombardiere e aerosilurante Beaufort, il Beaufighter si rivelò un efficace caccia notturno, entrando in servizio con la Royal Air Force (RAF) durante la Battaglia d’Inghilterra. Le sue grandi dimensioni gli consentivano di trasportare un armamento pesante e i primi radar di intercettazione senza penalizzare eccessivamente le prestazioni.

Origini e sviluppo

Le origini del Beaufighter risalgono all’autunno del 1938, quando la Bristol, valutando le potenzialità della cellula del Beaufort, propose all’Air Ministry britannico lo sviluppo di una sua versione da caccia pesante a lungo raggio. La compagnia aveva riconosciuto l’urgente necessità della RAF di disporre di un caccia capace di operare a grandi distanze e di trasportare carichi bellici consistenti.

Il team di progettisti della Bristol, guidato da Leslie Frise, avviò lo sviluppo del nuovo aereo, designato Type 156, come iniziativa privata. Il progetto prevedeva di sostituire i motori radiali Bristol Taurus del Beaufort con i più potenti Bristol Hercules da 1500 CV e di modificare la fusoliera per ospitare quattro cannoni Hispano da 20 mm nel muso e altre armi. Grande attenzione fu posta nel contenere il peso e nel preservare il più possibile comunanza strutturale col Beaufort per facilitare la produzione.

Nonostante lo scetticismo iniziale dovuto alle dimensioni della macchina, la proposta fu accolta positivamente dall’Air Ministry, che il 16 novembre 1938 emise la specifica F.11/37 richiedendo quattro prototipi. Il mock-up fu completato nell’ottobre 1938 e la costruzione del primo prototipo, ricavato da una cellula di Beaufort, iniziò nel gennaio 1939. Il nome Beaufighter fu assegnato al progetto nel marzo 1939.

Il primo prototipo volò il 17 luglio 1939, a soli otto mesi dall’avvio ufficiale del programma, con ai comandi il capo collaudatore della Bristol Cyril Uwins. I test rivelarono buone caratteristiche di volo ma prestazioni inferiori alle attese, con una velocità massima di circa 540 km/h a 5000 m contro i 580 km/h previsti. I problemi principali erano il peso e la potenza insufficiente delle prime versioni dei motori Hercules.

Nonostante ciò, data la carenza di moderni caccia pesanti nella RAF (il bimotore Westland Whirlwind era afflitto da problemi di sviluppo dei propulsori), si decise di avviare ugualmente la produzione in serie del Beaufighter Mk.I, ordinando 300 esemplari “sulla carta” nel maggio 1939. La produzione fu affidata, oltre che allo stabilimento Bristol di Filton, anche alla Fairey di Stockport e alla shadow factory di Weston-super-Mare per massimizzare il ritmo di fabbricazione.

Particolare enfasi fu posta nell’adattare il progetto all’installazione dei primi radar di intercettazione aerea (AI) britannici, che all’epoca erano ancora ingombranti e richiedevano un velivolo dalle grandi dimensioni per essere ospitati senza eccessive penalizzazioni. Così, mentre i primi Beaufighter Mk.IF iniziarono ad essere consegnati ai reparti dal 27 luglio 1940 ancora privi di radar, già in agosto arrivarono i primi esemplari equipaggiati con il nuovo radar AI Mk.IV che ne faceva dei caccia notturni specializzati.

Nonostante non brillasse in termini di prestazioni assolute, con un peso a vuoto superiore alle 7 tonnellate e una velocità massima di 540 km/h, il Beaufighter aveva il vantaggio di poter entrare rapidamente in servizio in grandi numeri e di possedere un potente armamento di quattro cannoni e sei mitragliatrici. Si trattava di caratteristiche decisive in un momento in cui la RAF era disperatamente a corto di caccia moderni per contrastare i bombardieri notturni della Luftwaffe.

Lo sviluppo del Beaufighter proseguì per tutto il conflitto, con l’introduzione di motori Hercules più potenti, versioni specializzate per il ruolo antinave e l’attacco al suolo, miglioramenti all’avionica e all’armamento. In totale ne furono costruiti 5564 esemplari in Gran Bretagna fino al settembre 1945, più 364 esemplari su licenza in Australia (DAP Beaufighter Mk.21) fino al 1946, rendendolo uno dei caccia con motore a pistoni più prodotti della guerra.

Beaufighter. Beaufighter Mark IC in volo su Malta
Beaufighter. Beaufighter Mark IC in volo su Malta

Tecnica e armamento

Il Bristol Beaufighter era un grande monoplano bimotore ad ala bassa di costruzione interamente metallica. La fusoliera semi-monoscocca era costituita da tre sezioni unite tra loro, con un’ampia cabina di pilotaggio a due posti affiancati. I lunghi motori Hercules erano montati su gondole subalari molto avanzate, conferendo al velivolo il caratteristico aspetto tozzo e massiccio.

L’ala era dritta, di grande superficie e ospitava nelle sezioni esterne due delle sei mitragliatrici Browning da 7,7 mm di dotazione. Le altre quattro mitragliatrici erano installate nelle gondole motore. Un punto di forza del Beaufighter era la presenza di ben quattro cannoni Hispano Mk.II da 20 mm nel muso, che garantivano una notevole potenza di fuoco frontale. Inizialmente i cannoni erano alimentati da tamburi da 60 colpi, che richiedevano frequenti e laboriose sostituzioni da parte del secondo membro dell’equipaggio; in seguito si passò a nastri di alimentazione continui.

Il carrello d’atterraggio era di tipo classico, con le gambe principali che rientravano all’indietro nelle gondole motore. Il ruotino di coda era orientabile e retrattile. Una peculiarità del progetto era la presenza di portelli ventrali attraverso i quali l’equipaggio poteva entrare rapidamente nell’abitacolo o abbandonare l’aereo in emergenza.

Nelle versioni da caccia notturna, la parte anteriore della fusoliera ospitava il radome del radar di intercettazione. I primi esemplari impiegavano l’ingombrante AI Mk.IV “a lisca di pesce”, in seguito sostituito dal più compatto ed efficace AI Mk.VIII a radome sferico. Oltre a dirigere il pilota verso il bersaglio, il radar consentiva all’operatore di fornire informazioni sull’assetto e la velocità dell’aereo nemico.

Le versioni da attacco al suolo e antinave erano equipaggiate con un consistente carico bellico esterno, che poteva comprendere fino a 8 razzi RP-3 da 60 libbre (27 kg) o 2 siluri da 450 mm. Il Beaufighter TF Mk.X, soprannominato “Torbeau”, montava motori Hercules XVII da 1770 CV con compressore a due velocità ottimizzato per le basse quote e un radar ASV Mk.VIII per la ricerca dei bersagli navali. Grazie alla potenza dei motori e alla sua resistenza strutturale, il Beaufighter poteva trasportare un carico bellico comparabile a quello di un bombardiere medio pur mantenendo velocità e manovrabilità sufficienti per ingaggiare il combattimento.

Con un peso massimo al decollo di quasi 11 tonnellate, il Beaufighter era indubbiamente una macchina impegnativa da pilotare, specie in atterraggio e decollo, e soffriva di scarsa visibilità a causa delle lunghe gondole motore. Tuttavia, si dimostrò robusto, ben armato e straordinariamente versatile, tanto da essere impiegato lungo tutto l’arco del conflitto in una molteplicità di ruoli: caccia notturno, ricognitore a lungo raggio, aerosilurante, zattere volanti.

Bristol Beaufighter con antenna VHF
Bristol Beaufighter con antenna VHF

Impiego operativo

I primi Beaufighter Mk.IF entrarono in servizio con la RAF nel settembre 1940, in piena Battaglia d’Inghilterra. Inizialmente furono assegnati ai No.29, 600 e 604 Squadron con compiti di caccia notturna. Il battesimo del fuoco avvenne nella notte del 17 settembre, quando una pattuglia del No.29 Squadron intercettò un bombardiere Dornier Do 17 senza risultato.

La prima vittoria confermata arrivò il 25 ottobre quando il Flt Lt [omissis], sempre del 29 Squadron, abbatté un altro Do 17 sui cieli di Londra dopo un lungo inseguimento. Da quel momento, grazie al continuo afflusso di velivoli e al miglioramento delle tattiche, i Beaufighter inflissero perdite sempre più pesanti ai bombardieri notturni della Luftwaffe. Tra ottobre 1940 e giugno 1941, i Beau rivendicarono l’abbattimento di 163 velivoli nemici contribuendo in modo decisivo a scoraggiare le incursioni notturne su larga scala contro le città britanniche.

Parallelamente all’impiego come caccia notturno, fin dai primi mesi del 1941 i Beaufighter furono assegnati anche ai reparti dello Coastal Command per la ricognizione marittima a lungo raggio e il contrasto al naviglio dell’Asse. La versione da impiegare in questo ruolo fu designata Mk.IC ed era caratterizzata dall’assenza del radar e dalla possibilità di trasportare bombe o, in seguito, siluri.

Dal marzo 1941, i Beaufighter Mk.IC cominciarono a operare intensamente dalle basi di Malta per attaccare i convogli italiani e tedeschi nel Mediterraneo centrale. Le tattiche prevedevano in genere un attacco a volo radente da più direzioni, con una parte dei velivoli che sopprimeva le difese nemiche col tiro dei cannoni e il lancio di razzi, mentre gli altri sganciavano le bombe o i siluri. Il 28 marzo, 4 Beau del No.252 Squadron affondarono due mercantili tedeschi al largo di Tripoli.

Il successo dei Beaufighter contro il naviglio spinse la RAF a sviluppare versioni sempre più specializzate nel ruolo antinave. Nacque così nel 1942 il Beaufighter Mk.VIC “Torbeau”, equipaggiato con motori potenziati, radar ASV per l’individuazione degli obiettivi e un carico bellico che comprendeva razzi e siluri. Le ali del Coastal Command composte da squadroni di Beaufighter svilupparono tattiche di attacco combinate estremamente efficaci, che culminarono nelle azioni del North Coates Strike Wing nell’ultimo periodo della guerra.

Oltre che contro il naviglio, i Beaufighter si dimostrarono devastanti anche negli attacchi a bassa quota contro obiettivi terrestri, grazie alla precisione del tiro dei loro cannoni. Uno degli episodi più celebri avvenne il 12 giugno 1942, quando un Beau del No.236 Squadron volò a bassissima quota fino a Parigi e mitragliò il quartier generale della Gestapo in pieno giorno, lanciando anche una bandiera tricolore sull’Arco di Trionfo. Il raid, soprannominato “operazione Squabble”, era inteso come un segnale di sfida e aveva un forte valore simbolico.

Nel teatro del Mediterraneo, i Beaufighter ebbero un ruolo importante nell’appoggio all’8ª Armata britannica durante le campagne del Nordafrica, effettuando incursioni contro le linee di comunicazione e rifornimento italo-tedesche. Nell’ottobre 1942, in preparazione della seconda battaglia di El Alamein, i Beau eseguirono una serie di attacchi devastanti contro gli aeroporti della Luftwaffe, distruggendo decine di velivoli a terra e indebolendo considerevolmente la capacità di reazione nemica.

Sul fronte dell’Estremo oriente, i Beaufighter entrarono in azione contro i giapponesi a partire dalla metà del 1942. Impiegati sia come caccia notturni che come zattere volanti e ricognitori a lungo raggio, operarono intensamente dalla basi in India, Birmania e Australia, spesso in condizioni logistiche e ambientali proibitive. Il momento di gloria dei Beau nel Pacifico fu la battaglia del Mare di Bismarck nel marzo 1943, quando una trentina di velivoli australiani appoggiò l’attacco dei bombardieri statunitensi a un convoglio giapponese, contribuendo all’affondamento di 8 trasporti e 4 cacciatorpediniere.

Nell’ultima fase della guerra, i Beaufighter continuarono a operare su tutti i fronti, dalla Norvegia all’Italia, dalla Malesia alla Birmania, adattandosi a svolgere una grande varietà di missioni grazie alla loro autonomia, robustezza e potenza di fuoco. Tra i reparti che li impiegarono più a lungo ci furono il No.45 Squadron della RAF in Estremo Oriente, che totalizzò oltre 4500 missioni di attacco, e lo Squadrone 93 della Royal Australian Air Force nel Pacifico sud-occidentale.

Al termine del conflitto nell’agosto 1945, i Beaufighter avevano totalizzato circa 66.000 sortite. Le perdite ammontarono a 1063 velivoli, in gran parte per fuoco nemico. Impressionante il numero di vittorie ottenute: 273 aerei abbattuti, di cui 166 di notte, e circa 200 navi affondate o danneggiate. Numerosissimi anche gli obiettivi terrestri distrutti o neutralizzati in una miriade di azioni a sostegno delle forze di terra alleate.

Sebbene obsolescente come caccia diurno e penalizzato dalle sue dimensioni nelle manovre ravvicinate, il Beaufighter si rivelò un’arma straordinariamente versatile ed efficace in una grande varietà di ruoli, dalla caccia notturna all’interdizione a lungo raggio, dalla ricognizione all’attacco al suolo. La sua robustezza, autonomia e potenza di fuoco gli consentirono di rimanere un sistema d’arma temibile fino alla fine della guerra, ben oltre le aspettative iniziali.

Eredità e valutazioni

Pur essendo entrato in servizio come soluzione di ripiego in attesa di caccia notturni più prestanti, il Bristol Beaufighter si affermò ben presto come uno degli aerei più versatili e di successo della RAF nella prima metà della guerra. Nonostante non eccellesse in termini di velocità massima o manovrabilità, il Beau dimostrò che un caccia pesante bimotore poteva svolgere efficacemente una grande varietà di missioni grazie a un mix di autonomia, robustezza, potenza di fuoco e sistemi avionici avanzati.

Il contributo dei Beaufighter fu particolarmente cruciale durante la Battaglia d’Inghilterra e il Blitz, quando si rivelarono di gran lunga il miglior caccia notturno a disposizione della RAF per contrastare le incursioni della Luftwaffe. Dotato di un pesante armamento frontale e di un radar, il Beau era praticamente l’unico velivolo capace di individuare e abbattere i bombardieri nemici con una certa facilità, dando un contributo fondamentale a scoraggiare i raid su larga scala.

Nel bilancio globale della guerra, il Beaufighter risulta il caccia notturno di maggior successo della RAF e l’aereo con più vittorie in assoluto tra quelli imbarcati della Fleet Air Arm. Molti grandi assi, come John Cunningham, ricevettero il 90% delle loro vittorie volando su questo glorioso ma sottovalutato bimotore.

In definitiva, sebbene meno celebrato di alcuni suoi contemporanei, il Bristol Beaufighter rientra a pieno titolo nel ristretto gruppo degli aerei più importanti e determinanti della Seconda Guerra Mondiale. La sua eccezionale versatilità, unita alla affidabilità e alla relativa semplicità costruttiva, ne fecero una delle macchine più apprezzate e richieste dalle forze aeree alleate, come dimostrano i grandi numeri in cui fu prodotto.

Pur non essendo esente da difetti, come gli ampi raggi di virata e l’elevata velocità di atterraggio, che lo rendevano impegnativo per i piloti, le sue doti complessive ne fecero uno degli ultimi grandi caccia bimotori a pistoni. E forse l’ultimo ad avere un impatto così profondo e duraturo sulle sorti del più grande conflitto della Storia. La sua eredità si può ritrovare nei successivi aerei da attacco, ricognizione e interdizione, che ne mutuarono la filosofia di solidità, autonomia e potenza di fuoco.

Oggi, purtroppo, nessun Beaufighter completo è sopravvissuto. Alcuni relitti e sezioni sono conservati in musei nel Regno Unito, in Australia, Canada e altrove. Il progetto più ambizioso di ricostruzione a partire dai componenti originali è in corso da alcuni anni in Nuova Zelanda, ad opera di un’associazione di appassionati e con il supporto della Aerospace Bristol. Se avrà successo, consentirà forse alle generazioni future di ammirare dal vivo un vero campione dell’aviazione, troppo a lungo rimasto nell’ombra.

Bristol Beaufort in volo
Bristol Beaufort in volo

Principali varianti del Bristol Beaufighter

  • Beaufighter Mk IF: versione da caccia notturna a due posti
  • Beaufighter Mk IC: versione per il Coastal Command, alcuni esemplari furono modificati per poter imbarcare delle bombe
  • Beaufighter Mk IIF: versione da caccia notturna, dotata di motori Rolls Royce Merlin XX in luogo degli Hercules che venivano assegnati con precedenza agli Short Stirling
  • Beuafighter Mk III/IV: versione con una nuova fusoliera più snella, armata di 6 cannoni o 6 mitragliatrici e prestazioni migliorate, i motori previsti erano gli Hercules per la versione Mk III e i Merlin per la Mk IV. Gli alti costi necessari per convertire le linee di produzione esistenti portarono alla cancellazione di entrambe le versioni progettate
  • Beaufighter Mk V: versione con torretta Boulton Paul armata di 4 mitragliatrici da 7.7mm dietro l’abitacolo, era priva di due dei cannoni e delle 3 mitragliatrici alari, i motori erano Rolls Royce Merlin. Ne furono costruiti solo due
  • Beaufighter Mk VI: versione con motori radiali Hercules, prodotta a partire dal 1942, il piano di coda aveva un angolo di diedro positivo
  • Beaufighter Mk VIC: versione per il Coastal Command identica alla Mk VI
  • Beaufighter Mk VIF: versione da caccia notturna, dotata di radar AI Mk VIII
  • Beaufighter Mk VI ITF: versione da caccia e siluramento
  • Beaufighter Mk VII: versione progettata in Australia, con motori Hercules 26, non entrò in produzione
  • Beaufighter Mk VIII: versione progettata in Australia con motori Hercules XVII, non entrò in produzione
  • Beaufighter Mk IX: versione progettata in Australia con motori Hercules XVII, non entrò in produzione
  • Beaufighter TF Mk X: versione biposto da siluramento e caccia, soprannominata Torbeau, motori Hercules XVII, gli ultimi esemplari prodotti avevano una pinna dorsale, ne furono costruiti 2,231
  • Beaufighter Mk XIC: versione per il Coastal Command derivata dalla Mk X ma priva dell’aggancio per il siluro
  • Beaufighter Mk XII: variante a grande autonomia derivata dalla XI con serbatoi di carburante sganciabili, versione rimasta allo stadio di progetto
  • Beaufighter Mk 21: versione costruita in Australia con motori Hercules XVII, 4 cannoni da 20mm nel muso, 4 mitragliatrici Browning da 12.7 nelle ali e agganci per 8 razzi da 130mm, 2 bombe da 110Kg, 2 da 230Kg e un siluro Mk 13
  • Beaufighter TT Mk 10: designazione assegnata a molti Beaufighter nel periodo post bellico, trasformati e adattati al traino bersagli

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: GB
  • Modello: Bristol Beaufighter Mk. IF
  • Costruttore: Bristol Aeroplane Co. Ltd
  • Tipo: Caccia BombardiereCaccia notturnoRicognizione
  • Motore:

    2 Bristol Herkules XI radiali a 14 cilindri raffreddati ad aria, 1.400 HP

  • Anno: 1940
  • Apertura alare m.: 17.63
  • Lunghezza m.: 12.50
  • Altezza m.: 4.83
  • Peso al decollo Kg.: 9.500
  • Velocità massima Km/h: 516 a 4.800 m.
  • Quota massima operativa m.: 8.000
  • Autonomia Km: 1.890 
  • Armamento difensivo:

    4 cannoni da 20 mm, 6 mitragliatrici

  • Equipaggio: 2
  • Bibliografia – Riferimenti:
       

Articoli correlati

Lascia un commento