Il caccia sovietico Polikarpov I 16 "Rata"

Polikarpov I 16

di redazione
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Alla sua comparsa era il caccia più moderno del mondo e conquistò numerosi successi nella guerra civile spagnola ed in Cina contro i giapponesi. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il progresso aeronautico aveva però compiuto passi da gigante e l’aereo era ormai superato.

La maggior parte degli esemplari in servizio venne distrutta dagli attacchi al suolo della Luftwaffe che precedettero l’invasione tedesca. Gli esemplari superstiti e quelli di uova produzione rimasero in servizio fino al 1943, operando in condizioni di drammatica inferiorità nei confronti della Luftwaffe.

Il Polikarpov I 16 è un monoplano monomotore ad ala bassa e carrello retrattile e motore raffreddato ad aria.

Il Polikarpov I-16 rappresenta una pietra miliare nell’evoluzione dell’aviazione militare sovietica. Sviluppato nei primi anni ’30, questo caccia monoplano ad ala bassa segnò il passaggio dell’Unione Sovietica dall’era dei biplani a quella dei moderni caccia monoplani. La sua storia è intrinsecamente legata alle turbolente vicende degli anni ’30 e ai primi anni della Seconda Guerra Mondiale.

Origini e Sviluppo

Il progetto dell’I-16 nacque dalla mente brillante di Nikolai Nikolaevich Polikarpov, già noto per i suoi precedenti progetti di caccia biplani come l’I-5 e l’I-15. Nel 1933, Polikarpov e il suo team iniziarono a lavorare su un nuovo caccia monoplano che avrebbe dovuto combinare velocità, manovrabilità e potenza di fuoco in un pacchetto compatto.

Il risultato fu un aereo rivoluzionario per l’epoca: un monoplano ad ala bassa con carrello retrattile, una novità assoluta per l’aviazione sovietica. Il primo prototipo, denominato TsKB-12, effettuò il suo volo inaugurale il 30 dicembre 1933, pilotato dal famoso collaudatore Valery Chkalov.

Le prestazioni del prototipo furono impressionanti. Con una velocità massima di oltre 450 km/h, l’I-16 superava di gran lunga i caccia biplani allora in servizio. La sua manovrabilità era eccezionale, grazie alla sua configurazione compatta e al suo potente motore radiale.

L’I-16 entrò in produzione di serie nel 1934, diventando il primo caccia monoplano ad ala bassa con carrello retrattile a entrare in servizio al mondo. Questo primato tecnologico diede all’Unione Sovietica un vantaggio significativo nel campo dell’aviazione militare, anche se solo temporaneo.

Polikarpov I-16 tipo 5 con insegna cinesi
Polikarpov I-16 tipo 5 con insegna cinesi

Caratteristiche e Prestazioni

L’I-16 era un aereo compatto e robusto. La sua fusoliera era costruita in legno compensato su una struttura in tubi d’acciaio, mentre le ali erano in legno con rivestimento in compensato. Questa costruzione, sebbene non all’avanguardia, si rivelò sorprendentemente resistente e facile da riparare sul campo.

Il cuore dell’I-16 era il suo motore radiale. Le prime versioni erano equipaggiate con il motore M-22, una copia su licenza del Bristol Jupiter britannico, che fu poi sostituito dal più potente M-25, derivato dall’americano Wright Cyclone. Nelle versioni successive, l’I-16 ricevette motori ancora più potenti, che ne migliorarono significativamente le prestazioni.

L’armamento dell’I-16 variò nel corso della sua carriera. Le prime versioni erano armate con due mitragliatrici ShKAS da 7,62 mm, ma presto l’armamento fu potenziato con l’aggiunta di altre due mitragliatrici o di cannoncini da 20 mm. Questa evoluzione dell’armamento rifletteva la crescente consapevolezza della necessità di una maggiore potenza di fuoco nei combattimenti aerei moderni.

Una delle caratteristiche più innovative dell’I-16 era il suo carrello retrattile. Tuttavia, il sistema di retrazione manuale, azionato dal pilota attraverso una manovella, si rivelò problematico in combattimento. Molti piloti preferivano volare con il carrello abbassato, sacrificando la velocità per una maggiore sicurezza in atterraggio.

La cabina di pilotaggio dell’I-16 era notoriamente angusta, con una visibilità limitata, specialmente all’indietro. Questo si rivelò un serio svantaggio nei combattimenti aerei, dove la consapevolezza dell’ambiente circostante era cruciale.

Nonostante queste limitazioni, l’I-16 era un aereo estremamente manovrabile. La sua velocità di rollio era eccezionale, permettendogli di eseguire manovre acrobatiche che molti caccia contemporanei non potevano eguagliare. Questa agilità, combinata con la sua robustezza, rese l’I-16 un avversario temibile nei combattimenti ravvicinati.

Guerra Civile Spagnola

L’I-16 ricevette il suo battesimo del fuoco durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1939). I primi esemplari arrivarono in Spagna nell’ottobre del 1936, dove furono soprannominati “Mosca” dai repubblicani spagnoli e “Rata” (ratto) dai nazionalisti.

L’arrivo degli I-16 in Spagna segnò un punto di svolta nel conflitto aereo. Inizialmente, i piloti sovietici volontari dominavano i cieli, superando facilmente i biplani Fiat CR.32 e Heinkel He 51 dei nazionalisti. L’I-16 si dimostrò particolarmente efficace nell’intercettazione dei bombardieri nemici, grazie alla sua velocità superiore e al suo potente armamento.

Tuttavia, con l’arrivo dei Messerschmitt Bf 109 tedeschi nel 1937, la situazione cambiò. Il Bf 109 era superiore all’I-16 in termini di velocità e prestazioni ad alta quota, ma l’I-16 manteneva un vantaggio in termini di manovrabilità a bassa quota. Questo portò allo sviluppo di nuove tattiche di combattimento da entrambe le parti.

Durante il conflitto, l’I-16 si guadagnò una reputazione di aereo difficile da pilotare ma letale nelle mani di piloti esperti. Alcuni dei migliori assi sovietici, come Anatoly Serov e Aleksandr Pokryshkin, ottennero le loro prime vittorie su questo aereo.

Nonostante le crescenti difficoltà, l’I-16 rimase il principale caccia delle forze repubblicane fino alla fine della guerra. In totale, circa 276 I-16 servirono in Spagna, contribuendo significativamente allo sforzo bellico repubblicano.

Conflitti con il Giappone

L’I-16 vide un’intensa azione anche nei conflitti di confine tra Unione Sovietica e Giappone alla fine degli anni ’30. In particolare, durante la battaglia di Khalkhin Gol nel 1939, gli I-16 si scontrarono con i caccia giapponesi Nakajima Ki-27.

In questi scontri, l’I-16 si dimostrò generalmente superiore al Ki-27 in termini di velocità e potenza di fuoco, ma inferiore in termini di manovrabilità. I piloti sovietici svilupparono tattiche che sfruttavano i punti di forza del loro aereo, come attacchi in picchiata seguiti da rapide uscite verticali.

Uno degli episodi più famosi di questo conflitto coinvolse il futuro asso Aleksandr Pokryshkin, che abbatté un bombardiere giapponese utilizzando la tattica del “taglio della coda” con il suo I-16, una manovra che sarebbe diventata una sua specialità durante la Seconda Guerra Mondiale.

Seconda Guerra Mondiale

All’inizio dell’Operazione Barbarossa nel giugno 1941, l’I-16 costituiva ancora la spina dorsale delle forze da caccia sovietiche, con oltre 4.000 esemplari in servizio. Tuttavia, l’invasione tedesca colse l’aviazione sovietica in gran parte impreparata, e centinaia di I-16 furono distrutti al suolo nelle prime ore dell’attacco.

Nei combattimenti aerei che seguirono, l’I-16 si trovò in seria difficoltà contro i più moderni Messerschmitt Bf 109E e F. La sua inferiorità in termini di velocità e prestazioni ad alta quota lo rendeva vulnerabile, soprattutto quando impiegato come scorta per i bombardieri.

Nonostante ciò, l’I-16 continuò a combattere valorosamente. La sua robustezza e manovrabilità lo rendevano ancora pericoloso nei combattimenti a bassa quota, e molti piloti esperti riuscirono a ottenere vittorie anche contro avversari tecnicamente superiori.

Un ruolo in cui l’I-16 eccelleva era quello dell’attacco al suolo. La sua robustezza gli permetteva di assorbire danni significativi e di continuare a volare, mentre il suo potente armamento lo rendeva efficace contro obiettivi terrestri. Molti I-16 furono modificati per trasportare bombe e razzi, diventando efficaci cacciabombardieri.

Man mano che nuovi caccia come lo Yakovlev Yak-1 e il Lavochkin LaGG-3 entravano in servizio, l’I-16 fu gradualmente ritirato dalla prima linea. Tuttavia, continuò a servire in ruoli secondari, come la difesa aerea delle retrovie e l’addestramento avanzato, fino alla fine della guerra.

Uno degli ultimi grandi successi dell’I-16 avvenne durante l’assedio di Leningrado, dove questi aerei, operando da aeroporti all’interno della città assediata, giocarono un ruolo cruciale nella difesa aerea e nel supporto alle truppe di terra.

Valutazione e Eredità

Il Polikarpov I-16 rappresenta un capitolo fondamentale nella storia dell’aviazione militare sovietica e mondiale. Come primo caccia monoplano ad ala bassa con carrello retrattile a entrare in servizio, l’I-16 fu un vero pioniere, aprendo la strada a una nuova generazione di caccia.

I suoi punti di forza erano la robustezza, l’eccezionale manovrabilità e la facilità di produzione e manutenzione. Queste caratteristiche lo resero un’arma efficace nei conflitti degli anni ’30 e nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale.

Tuttavia, l’I-16 soffriva anche di limitazioni significative. La sua velocità massima, impressionante al momento dell’introduzione, fu rapidamente superata dai caccia di nuova generazione. La visibilità limitata dalla cabina di pilotaggio e il sistema di retrazione del carrello problematico erano seri svantaggi in combattimento.

L’esperienza dell’I-16 influenzò profondamente lo sviluppo dei successivi caccia sovietici. La necessità di maggiore velocità, migliori prestazioni ad alta quota e maggiore visibilità per il pilota, evidenziate dalle limitazioni dell’I-16, portarono allo sviluppo di caccia più avanzati come lo Yakovlev Yak-1 e il Lavochkin La-5.

L’I-16 dimostrò anche l’importanza della standardizzazione e della facilità di produzione in massa. La sua struttura relativamente semplice permise all’industria sovietica di produrne grandi quantità, un fattore che si sarebbe rivelato cruciale nei primi anni della guerra contro la Germania.

Inoltre, l’I-16 giocò un ruolo importante nell’addestramento di una nuova generazione di piloti da caccia sovietici. Molti degli assi che si sarebbero distinti durante la Grande Guerra Patriottica, come Aleksandr Pokryshkin e Ivan Kozhedub, iniziarono la loro carriera su questo aereo.

Per riassumere, il Polikarpov I-16, pur non essendo stato il miglior caccia della sua epoca, occupa un posto di rilievo nella storia dell’aviazione militare. Fu un aereo rivoluzionario che segnò la transizione dell’Unione Sovietica nell’era dei caccia monoplani moderni. La sua storia è un testimone delle rapide evoluzioni tecnologiche e tattiche che caratterizzarono l’aviazione militare negli anni immediatamente precedenti e durante la Seconda Guerra Mondiale.

Polikarpov I-16 , museo di Mosca
Polikarpov I-16 , museo di Mosca
Foto Mike1979 Russia – Own work, CC BY-SA 4.0, link

Principali varianti del Polikarpov I 16

  • TsKB-12: primo prototipo, dotato di motore M-22 da 450 cavalli e armato con due mitragliatrici nelle ali
  • TsKB12bis: secondo prototipo, equipaggiato con un motore Wright Cyclone da 715 cavalli
  • TsKB12P (I-16P): prototipo armato con due cannoni nelle ali
  • TsKB-18: prototipo progettato per l’attacco al suolo, dotato di motore M-22 e abitacolo corazzato. Era armato con 4 mitragliatrici e una bomba da 100 Kg
  • TsKB-29 (SPB): versione con carrello retrattile e flap di tipo pneumatico, motore Wright Cyclone radiale armato con due mitragliatrici, usato come bombardiere in picchiata da alta velocità
  • I-16 Type 1: serie di pre-produzione, motorizzata con M-22 da 480 HP
  • I-16 Type 4: prima versione in produzione di serie, motore M-22 da 480HO
  • I-16 Type 5: derivata dalla Type 4 con una capottatura del motore ridisegnata, propulsa da uno Shvetsov M-25 da 700 cavalli ed entrata in produzione di massa. Due prototipo vennero testati con motori M-62
  • I-16 Type 6: versione dotata di motore Shvetsov M-25B da 730 cavalli, il peso era ridotto a 1383 Kg
  • I-16 Type 10: versione armata con 4 mitragliatrici, due nelle ali e due nella capottatura del motore sincronizzate con l’elica, parabrezza sostituito da una cappottina apribile. Poteva montare degli sci per operare da campi innevati ed era dotata di motore M-25B da 750 cavalli. Gli esemplari costruiti dalla Hispano-Suiza usavano il motore Wright Cyclone R-1820-F-54
  • I-16 Type 12: versione derivata dalla Type 5 e armata con due mitragliatrici e due cannoni
  • I-16 Type 16: versione derivata dalla Type 10 con due mitragliatrici da 12.7 sincronizzate. Ne vennero costruiti tre esemplari nel gennaio 1939
  • I-16 Type 17: derivata dalla Type 10 e armata con due mitragliatrici e due cannoni, ruotino di coda in gomma, motore M-25V da 750 cavalli. Su alcuni esemplari vennero aggiunte due mitragliatrici da 12.7 per l’attacco al suolo
  • I-16 Type 18: derivata dalla Type 10 ed equipaggiata con motore Svetsov M-62 da 830 cavalli con doppio turbocompressore ed elica a passo variabile. Poteva portare due serbatoi di carburanti da 100 litri sotto le ali
  • I-16 Type 19: ottenuta dalla Type 10 con la sostituzione delle mitragliatrici montate nelle ali adottando due Savin-Norov al posto delle ShKAS; tre esemplari costruiti
  • I-16 Type 20: versione armata con mitragliatrici Savin-Norov sincronizzate per sparare attraverso il disco dell’elica; la stessa denominazione venne usata per altri prototipi derivati dalla Type 10 e capaci di utilizzare serbatoi supplementari sganciabili da 93 litri; tutti gli esemplari di I-16 costruiti dopo il gennaio 1940 potevano adottare questi serbatoi subalari
  • I-16 Type 21: prototipo progettata per un armamento di 4 mitragliatrici ShKAS, tutte sincronizzate per sparare attraverso il disco dell’elica
  • I-16 Type 22: prototipo progettata per un armamento di 2 mitragliatrici ShKas e due SN, tutte sincronizzate per sparare attraverso il disco dell’elica
  • I-16 Type 23: derivata dalla Type 10 e armata con razzi RS-82; ne vennero costruiti 35 esemplari a partire dal maggio 1939
  • I-16 Type 24: versione armata con 4 mitragliatrici ShKAS, gli ipersostentatori vennero sostituiti da elevoni, venne aggiunto un ruotino di coda e una secondo portello di accesso all’abitacolo sul lato destro. Il motore era uno Shvetsov M-63 da 900 cavalli
  • I-16 Type 27: derivata dalla Type 17 e dotata di motore M-62
  • I-16 Type 28: derivata dalla Type 24 e armata con due ShKAS e due ShVAK
  • I-16 Type 29: versione armata con due mitragliatrici ShKAS nel muso e una singola mitragliatrice da 12,7 mm nella parte inferiore della fusoliera, non aveva i cannoni nelle ali ed invece era sensibilmente incrementato l’armento per l’attacco al suolo, aveva agganci per 3 razzi sotto ciascuna semiala. A partire dal 1941 gli agganci per i serbatoi di carburante sganciabili vennero modificati per poter agganciare indifferentemente serbatoi oppure bombe da 100 Kg
  • I-16 Type 30: serie di produzione del 1941-42 motorizzata con M-63
  • I-16TK: versione derivata dalla Type 10 e dotata di turbocompressore per migliorare le prestazioni ad alta quota, pur riuscendo a raggiungere la velocità di 494 Km/h a 8.600 metri di quota non entrò in produzione
  • UTI-1: versione biposto da addestramento derivata dalla Type 1
  • UTI-2: versione migliorata dalla UTI-1 e dotata di carrello di atterraggio fisso
  • UTI-4 (I-16UTI), noto anche come I-16 Type15: versione biposto da addestramento derivata dalla Type 5, nella maggior parte dei casi dotata di carrello fisso. Ne venne prodotto un considerevole numero di esemplari, circa 3.400

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: URSS
  • Modello: Polikarpov I 16/10
  • Costruttore: Industrie di Stato
  • Tipo:
  • Motore:

    M25.B radiale a 9 cilindri raffreddato ad aria da 775 Hp

  • Anno: 1937
  • Apertura alare m.: 9.00
  • Lunghezza m.: 6.07
  • Altezza m.: 2.46
  • Peso al decollo Kg.: 1.678
  • Velocità massima Km/h: 464 a 3.000 m di quota
  • Quota massima operativa m.: 9.000
  • Autonomia Km: 800 
  • Armamento difensivo:

    4 mitragliatrici

  • Equipaggio: 1
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823
    • Bill Gunston, The Osprey Encyclopedia of Russian Aircraft from 1875 – 1995, Londra, Osprey Aerospace, 1995, ISBN: 1-85532-405-9.
    • Aviastar
    • Military Factory
     

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