Il Potez 630, bimotore multiruolo dell'aviazione francese

Potez 630

di redazione
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Il 630 appartiene ad una famiglia di aeroplani che complessivamente risultò essere la più prodotta dalla Francia prima del giugno ’40. Questo biplano, dotato di buone caratteristiche, somigliava esternamente al tedesco Messerschmitt 110, con il quale venne a volte tragicamente confuso. Il prototipo volò per la prima volta nel 1936, e da esso vennero sviluppate le varie versioni. Il 630 era un caccia a tre posti, così come il 631 che differiva per l’adozione di motori Gnome Rhone; il 633, a due posti, era una variante da attacco, il 637 ad osservazione aveva un equipaggio di tre persone, così come il 63-11, da ricognizione, che fu la variante più prodotta.
Complessivamente, sommando tutte le diverse varianti di tutti i ruoli, vennero costruiti 1.100 esemplari di questo aereo.

Dopo l’armistizio alcuni aerei di questo tipo finiti in mani tedesche vennero usati dalla Luftwaffe per compiti di collegamento.

Il Potez 630 è un bimotore monoplano ad ala bassa, carrello retrattile e timoni sdoppiati. I motori sono due Hispano Suiza radiali.

Sviluppo

Il 31 ottobre 1934 il Ministero dell’Aria francese emise una specifica per un “caccia pesante” polivalente, in grado di svolgere tre ruoli principali: guida caccia, scortando e coordinando i monomotori; attacco diurno, fornendo appoggio tattico alle truppe; e caccia notturna. I requisiti includevano una velocità massima di 450 km/h a 4000 metri, un’autonomia di almeno 4 ore e un armamento di due cannoni e una mitragliatrice. L’aereo doveva avere un equipaggio di 2-3 persone ed essere bimotore, il che limitava la scelta dei propulsori a causa del peso massimo richiesto.

In risposta al bando, la Potez propose due versioni del suo Modello 630: una (la 630 vera e propria) motorizzata con gli Hispano-Suiza 14AB e l’altra (631) con i Gnome-Rhône 14M. Anche altre ditte come la Breguet, la Loire e la CAMS presentarono dei progetti, ma alla fine la commessa andò ai Potez 630 e ai concorrenti Breguet 690.

Nella primavera del 1935 iniziò la costruzione del mock-up e del primo prototipo, battezzato Potez 630-01. Quest’ultimo volò per la prima volta il 25 aprile 1936 da Méaulte con una coppia di motori Hispano-Suiza 14 da 580 CV e un impennaggio sperimentale. Il 6 maggio, durante un atterraggio con una pala dell’elica staccata, subì qualche danno. Riparato e dotato di un nuovo impennaggio e carrello, venne trasferito a Villacoublay per le prove ufficiali.

Nell’arco di due anni i prototipi 630-01 e 631-01 accumularono oltre 1000 ore di volo, permettendo di mettere a punto la cellula e sperimentare varie motorizzazioni. Nel marzo 1937 seguì un ordine per 10 esemplari di pre-serie, derivati dal 630 e dal 631, che servirono per la messa a punto finale prima della produzione in grande serie. In particolare, i Potez 630-C3 dimostrarono di poter raggiungere i 460 km/h a un peso di 3850 kg.

Disegno con spaccato del Potez 630
Disegno con spaccato del Potez 630

Produzione e commesse estere

Nel dicembre 1936 la nazionalizzazione dell’industria aeronautica francese portò alla creazione della SNCAN (Société Nationale de Constructions Aéronautiques du Nord), che raggruppava gli stabilimenti Potez, Breguet, ANF Les Mureaux e CAMS. La SNCAN ricevette subito un preordine per 80 Potez 630 con motori Hispano-Suiza, a cui si aggiunsero, nel giugno 1937, 10 Potez 631 biposto e 30 Potez 631 triposto con motore Gnome-Rhône 14M destinati al ruolo di caccia diurno. Altri 50 Potez 633 da bombardamento leggero furono ordinati nel dicembre dello stesso anno, portando il totale a 170 macchine.

All’epoca, il Potez 630 suscitò un certo interesse anche all’estero. La Cecoslovacchia acquisì una licenza per produrlo localmente come Avia B-136, ma l’occupazione tedesca del marzo 1938 bloccò il progetto. Ordini arrivarono invece dalla Cina (9 esemplari), Grecia (24), Romania (40), Jugoslavia (2) e Svizzera (2). Degli aerei destinati a questi clienti, però, solo una parte venne effettivamente consegnata prima dello scoppio della guerra, mentre gli altri furono requisiti dall’aviazione francese o finirono in mano ai tedeschi.

La produzione del Potez 630 iniziò nel maggio 1937, con le varie componenti fabbricate in diversi impianti della SNCAN: la fusoliera e i piani di coda a Caudebec-en-Caux, le ali a Le Havre e l’assemblaggio finale dapprima a Méaulte e poi a Mureaux. Il primo 630 di serie volò nel febbraio 1938, ma le consegne furono rallentate dalla carenza di motori, eliche e cannoni.

Nel marzo 1938, il piano di potenziamento “Plan V” dell’Armée de l’Air richiese ben 207 caccia bimotore e 449 bombardieri leggeri. La commessa dei Potez 633 fu quindi portata a 125 esemplari triposto, ma poi annullata in favore di ulteriori Potez 631. Tra gennaio e giugno 1940 il ritmo produttivo raggiunse i 100 velivoli al mese, per un totale di circa 1100 esemplari costruiti.

Tecnica

Il Potez 630 era un monoplano bimotore ad ala bassa, di costruzione interamente metallica. La fusoliera era a semi-guscio, con una lunga cappottina vetrata che ospitava i 2-3 membri dell’equipaggio: pilota, osservatore/mitragliere anteriore (solo su alcune versioni) e mitragliere posteriore. Le ali, dalla pianta trapezoidale, avevano longheroni e centine in duralluminio. Gli impennaggi erano di tipo classico, con lo stabilizzatore situato alla base delle derive.

Il carrello d’atterraggio era triciclo posteriore, con le gambe principali che rientravano nelle gondole dei motori con movimento laterale verso l’interno, mentre il ruotino di coda era fisso. I propulsori erano due Hispano-Suiza 14AB a 12 cilindri a V raffreddati a liquido, eroganti 640 CV ciascuno, o in alternativa due Gnome-Rhône 14M a 14 cilindri a doppia stella raffreddati ad aria, da 660 CV. Le eliche erano bipala metalliche a passo variabile in volo.

La cabina di pilotaggio era a posti affiancati, con doppi comandi. L’osservatore trovava posto dietro i piloti o in una gondola ventrale vetrata (sul Potez 637). Il mitragliere posteriore aveva a disposizione una mitragliatrice brandeggiabile. Alcune versioni (631 e 633) avevano un vano bombe verticale tra i due membri dell’equipaggio.

L’armamento era piuttosto ridotto, specie per un velivolo delle sue dimensioni. Comprendeva in genere una o due mitragliatrici da 7,5 mm per il mitragliere posteriore e un cannone da 20 mm in caccia. Solo le ultime versioni ebbero fino a 8-12 mitragliatrici sistemate nelle ali. Un paio di bombe da 50-100 kg poteva essere alloggiato nel vano bombe interno o agganciato sotto le ali.

I Potez 630/631 erano macchine robuste e affidabili, di facile manutenzione, ma le loro prestazioni come caccia lasciavano a desiderare, a causa della modesta velocità (450-470 km/h) e della scarsa manovrabilità. Come aerei da attacco e ricognizione offrivano maggior utilità, pur soffrendo della mancanza di protezioni e della somiglianza con i Bf 110 tedeschi, che causò diversi abbattimenti per “fuoco amico”.

I primi anni

Le consegne dei Potez 630 e 631 di serie iniziarono rispettivamente nel maggio e nell’agosto 1938. I primi esemplari biposto furono assegnati alle squadriglie da caccia notturna in sostituzione dei vecchi ANF Les Mureaux 113, mentre quelli triposto furono impiegati come velivoli comando nelle formazioni da caccia diurna, per dirigere via radio i monomotori.

Nel luglio 1938, 15 Potez 630 parteciparono al Salone Aeronautico di Villacoublay, suscitando un certo interesse nel pubblico e nella stampa. Due mesi dopo, con la crisi dei Sudeti, l’Armée de l’Air schierava già 77 Potez 630 e 88 Potez 631, ripartiti su 12 gruppi da caccia.

Nell’aprile 1939, i nuovi caccia francesi avevano quasi completamente rimpiazzato i vecchi monoplani Dewoitine D.510 e biplani Morane-Saulnier MS.225. Alla vigilia dello scoppio della guerra, i Potez in servizio di prima linea erano saliti a 376 (85 Potez 630, 206 Potez 631, 85 tra Potez 633, 637 e 63.11). Rappresentavano circa un quarto della forza da caccia francese.

Nella Seconda Guerra Mondiale

L’impiego bellico dei Potez 630 si rivelò inferiore alle aspettative. Come caccia, erano troppo lenti e poco armati per confrontarsi alla pari con i Bf 109 tedeschi. Come ricognitori, mancavano di protezioni e apparecchiature adeguate. Come bombardieri, potevano trasportare solo poche bombe. E in tutti i ruoli, soffrivano della loro somiglianza con i Bf 110 nemici.

Nella Campagna di Francia del 1940, i Potez subirono perdite molto pesanti. Oltre 200 andarono distrutti in combattimento o al suolo, e altrettanti furono abbandonati durante la ritirata. Il reparto che ottenne i maggiori successi fu la flottiglia F1C dell’Aéronautique Navale, che tra il 10 e il 21 maggio abbatté 12 aerei tedeschi, al prezzo di 8 Potez.

Dopo l’armistizio del giugno 1940, i Potez superstiti furono divisi tra l’aviazione di Vichy e quella della Francia Libera. I primi continuarono a operare in Nordafrica e Medio Oriente contro gli Alleati, subendo nuove perdite. I secondi presero parte agli scontri in Libia e Tunisia, ma in numeri limitati.

Nel novembre 1942, durante l’Operazione Torch, i Potez di Vichy furono in larga parte distrutti dai bombardieri americani o catturati dagli Alleati. Una cinquantina finì nelle mani dei tedeschi, che li usarono come addestratori e traino-bersagli in Romania. La produzione riprese brevemente sotto controllo tedesco. Gli ultimi esemplari francesi furono radiati nel 1945.

Nel complesso, i Potez 630 e derivati si rivelarono una famiglia di velivoli piuttosto obsoleta già all’inizio della guerra, penalizzata dalla concezione multiruolo che finiva per non eccellere in nessun campo. Pur resistenti e di facile manutenzione, non avevano le caratteristiche necessarie per sfidare i più moderni caccia monomotori. Il loro impiego fu un ripiego in attesa di mezzi più efficienti. Ciò nonostante, svolsero compiti importanti nelle fasi iniziali del conflitto e videro un’intensa attività su tutti i fronti, dall’Europa al Nordafrica, con migliaia di missioni e centinaia di perdite. Una parte del tributo di sangue pagato dall’aviazione francese.

Potez 63.11
Potez 63.11
Foto di Halicki – Own work, CC BY-SA 3.0, link

Principali varianti del Potez 630

  • Potez 635 N2: variante da caccia notturno, rimasta allo stadio di progetto
  • Potez 63.12 C3: versione da caccia propulsa da 2 Pratt & Whitney Twin Wasp radiali, rimasta allo stadio di prototipo
  • Potez 670-01: prototipo della versione da caccia
  • Potez 671: versione da caccia pesante era in corso di produzione quando i Tedeschi catturarono gli stabilimenti di Albert
  • Potez 63.01: il primo prototipo
  • Potez 630.01: Secondo prototipo
  • Potez 630 CN.2 No 01: prototipo della variante da caccia notturna
  • Potez 631.01: prima variante propulsa dai motori Gnome-Rhone
  • Potez 634: versione da addestramento rimasta allo stadio di progetto con doppi comandi, derivata dalla 630
  • Potez 631 Ins: versione da addestramento sviluppata a partire dalla 630 con motori Gnome-Rhone
  • Potez 63.16 T3: versione da addestramento sviluppata a partire dalla 63.11 con ali di superficie maggiorata, un solo prototipo costruito
  • Potez 633 B2: versione da bombardamento biposto, aveva ali, fusoliera e motori identici alla 631 ma la postazione dell’osservatore e le gondole dell’armamento difensivo erano eliminata a favore di un piccolo vano bombe posizionato tra il pilota e il mitragliere di coda. L’armamento frontale consisteva in una singola mitragliatrice leggera posta nel muso. Nel vano bombe potevano essere caricate 8 ordigni da 50 Kg oppure due da 200 Kg. Non era previsto un ruolo specifico per il puntatore, questo incarico era delegato al mitragliere di coda che aveva a disposizione un mirino di puntamento, questa idea si dimostrò sostanzialmente poco efficiente sul campo
  • Potez 633.01: il primo prototipo della versione da bombardamento biposto, completata alla fine del 1937. L’Armée de l’Air ordinò 133 esemplari di Potez 633 nel 1938 ma due mesi più tardi decise che tutti gli aerei dovevano tre uomini di equipaggio e quindi gli esemplari dell’ordine originario vennero sostituiti da altrettanti 631. Il 633 venne comunque ordinato dalle aviazioni di Romania, Cina e Grecia
  • Potez 632 Bp.2: venne costruito un solo esemplare di questa versione, pensato per il bombardamento in picchiata ma successivamente completato come bombardiere standard, successivamente venduto alla Svizzera
  • Potez 639 AB2: prototipo di bombardiere da attacco, biposto, successivamente convertito in un 633 standard
  • Potez 637: versione da ricognizione. L’osservatore trovava posto in una gondola sotto la fusoliera, questa soluzione permise all’aereo di avere prestazioni particolarmente buone mantenendo tutte le qualità del 631 da cui era stato sviluppato. Ne vennero completati 60 esemplari.
  • Potez 63.11: versione da ricognizione in cui l’osservatore aveva una postazione più convenzionale rispetto alla soluzione adottata nel 637, sistemato in posizione inferiore rispetto al pilota; questa soluzione comportò un ingrandimento della fusoliera che influì negativamente sulle prestazioni della macchina che perse velocità e manovrabilità.

Informazioni aggiuntive

  • Nazione: Francia
  • Modello: Potez 630
  • Costruttore: SNCAN
  • Tipo: BombardamentoRicognizione
  • Motore:

    2 Hispano-Suiza 14Hbs Radiali, 14 cilindri raffreddati ad aria da 640 HP ciascuno

  • Anno: 1938
  • Apertura alare m.: 16.00
  • Lunghezza m.: 11.07
  • Altezza m.: 3.61
  • Peso al decollo Kg.: 3.845
  • Velocità massima Km/h: 370 a 4.000 metri
  • Quota massima operativa m.: 10.000
  • Autonomia Km: 1.225 
  • Armamento difensivo:

    2 cannoni da 20 mm, 1 mitragliatrice

  • Equipaggio: 3
  • Bibliografia – Riferimenti:
     
    • Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la seconda guerra mondiale (Mondadori) ISBN: ‎ 978-8804313823
     

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