Dopo aver letto innumerevoli libri sulla II Guerra Mondiale sono arrivato alla conclusione che il suo esito non sia stato poi così scontato come molti credono. Pensare che le attuali superpotenze, affiancate da quasi tutto il mondo, abbiano rischiato non solo di non vincere, ma addirittura di perdere la guerra, oggi ci appare semplicemente ridicolo. Il mondo come oggi lo conosciamo è figlio della II Guerra Mondiale e il pensare a come sarebbe oggi se in quel lontano 1945 le potenze dell’asse non fossero state sconfitte è quanto meno arduo. Senza entrare in considerazioni politiche del tutto fuori luogo , vorrei aggiungere che l’ immagine che abbiamo, o almeno abbiamo avuto fino a qualche tempo fa, della guerra è quanto meno storpiata. Inevitabilmente, nell’immediato dopoguerra il cinema ha contribuito a dare al grande pubblico la certezza che la vittoria degli alleati fosse scontata, che l’esito della guerra fosse ovvio fin dall’inizio. Il mondo era uscito stremato dal conflitto. L’Europa era devastata dai bombardamenti, la popolazione civile era stata completamente coinvolta, per la prima volta, negli eventi bellici; bisognava pensare a ricostruire, partendo da certezze assolute. Oggi, a tanti anni di distanza, è possibile esaminare con maggiore serenità quegli anni che cambiarono il mondo. La storia non si scrive con i “se” o con i “ma”, ma è proprio questo il bello: non vogliamo scrivere la storia, vogliamo rifarla, o meglio simularla. Partendo da questa ipotesi fondamentale non è difficile convincersi che moltissimi singoli eventi avrebbero potuto svolgersi in un senso piuttosto che nell’altro, che la storia avrebbe potuto essere diversa. Qualche semplice esempio servirà (spero) a chiarire il concetto.
La situazione era all’incirca questa: alla fine degli anni 20 il modo occidentale era entrato in una terribile crisi economica, dalla quale, dopo 10 anni, si stava finalmente riprendendo. Le potenze economiche e militari non erano certo quelle di oggi e l’ assetto politico era notevolmente diverso. In Germania Hitler era stato portato al potere nel 1933 da votazione letteralmente plebiscitarie. I Tedeschi, e non solo loro, non potevano chiaramente immaginare che quest’uomo, dopo aver riportato il suo paese al ruolo di potenza economica e militare che aveva prima della Grande Guerra, l’ avrebbe anche condotto alla rovina.
Le opinioni di molti storici convergono nel ritenere che, proprio le condizioni di pace eccessivamente umilianti imposte alla Germania, abbiano poi favorito l’ ascesa al potere di Hitler, l’ uomo che prometteva una rapida riscossa. La Germania quindi, malgrado i trattati di pace, ricostruì un esercito tedesco forte, un’ aviazione moderna ed una marina in grado di difendere la nazione. Cominciarono poi le annessioni tedesche: la Renania, zona di confine franco-tedesco e dichiarata zona demilitarizzata, venne occupata. Poco più di due anni dopo l’ Austria si ritrovò a far parte integrante del territorio del III Reich e la stessa sorte capitò a gran parte della Cecoslovacchia. Quest’ultima aggressione venne finalmente considerata come una vera e propria aggressione, e già nel 1938 l’ Europa andò molto vicino alla guerra. Questa fu evitata quasi miracolosamente grazie ad un notevole sforzo diplomatico che portò alla conferenza di Monaco cui parteciparono tutte le potenze europee. Il risultato fu una vera e propria spartizione della Cecoslovacchia, il cui territorio fu diviso tra Germania Ungheria e Polonia. Nel marzo 1939 la Germania si annetté ancora la Boemia- Moravia e il distretto di Memel, ma questa fu l’ ultima conquista incruenta. Non bisogna dimenticare che nel 1939 l’ Italia, stanca di guardare passivamente le facili conquiste dell’alleato tedesco, pensò bene di attaccare l’ Albania, ottenendo una vittoria piuttosto facile. In accordo con molti storici ritengo però che l’ avvenimento più importante di tutto il 1939, prima del fatidico 3 settembre, sia stato la creazione di un patto di non aggressione tra Germania e Unione Sovietica. La notizie di questo trattato lasciò il mondo letteralmente sbalordito, ma la reazione sarebbe stata certamente maggiore se fossero state note le parti segrete del patto che per certi aspetti sconfinava in una vera e propria alleanza. Inghilterra e Francia in un certo senso ebbero la colpa di restare a guardare per troppo tempo. Il loro giustificato timore era di scatenare un nuovo conflitto mondiale per fermare la Germania, il cui esito, come torno a ripetere, non era affatto scontato. Negli Stati Uniti il presidente Roosevelt dichiarava apertamente che non si sarebbe lasciato coinvolgere in un conflitto europeo, e sappiamo che avrebbe mantenuto la sua parola. L’ unico che manifestava serie preoccupazioni per le crescenti mire espansionistiche della Germania era stato proprio l’ irrequieto Stalin, ma tutti i suoi gridi di allarme erano caduti inascoltati. Questi aveva infatti cercato di convincere Inghilterra e Francia che un conflitto era inevitabile, ma non aveva avuto successo. Seguendo un vecchi principi Stalin, sicuro di non potere battere da solo la Germania, firmò il patto di non aggressione, dando fuoco, sia pure indirettamente, alla miccia che avrebbe fatto esplodere la guerra.
Le potenze totalitarie erano già intervenute in un conflitto contro gli stati occidentali, Russia compresa, e avevano vinto la guerra civile spagnola.
Nella guerra di Spagna la Russia aveva stupito gli osservatori occidentali per certe sue conquiste tecnologiche, ma, almeno militarmente, rimaneva un gigante coi piedi di argilla, e Stalin ne era perfettamente consapevole.
L’ Italia era considerata, per molti aspetti a ragione, una grande potenza militare, politica ed economica. Saldamente in possesso di un impero coloniale, con una aeronautica potente e dalle notevoli tradizioni, l’ Italia aveva forse minori certezze nell’esercito, ma erano in pochi a dubitare della potenza complessiva del paese, anche e soprattutto all’estero.
La Gran Bretagna militarmente poteva contare solo sua marina, indiscutibilmente la più potente del mondo. L’ esercito e l’ aviazione risentivano di una politica di pacifismo ad ogni costo, per cui si presentarono all’inizio del conflitto largamente impreparati. La vera forza della Gran Bretagna stava dunque nel suo impero coloniale, fonte di uomini e mezzi, ma per poterla sfruttare occorrevano tempo e l’ assoluto dominio dei mari.
La Francia, secondo un’ opinione diffusa, aveva l’ esercito più forte del mondo. Quest’idea può sembrare quanto meno ingenua, ora che sappiamo di come sia stato facilmente travolto dalle forze armate tedesche, ma questa era allora l’opinione più diffusa. La marina francese era potente per il numero e la qualità dei suoi mezzi; l’aviazione poteva contare su apparecchi tecnologicamente avanzati anche se in piccolo numero. Già a questo punto posso cominciare il mio bombardamento di “se” e di “sarebbe”: i Francesi spesero tempo ed energie nella costruzione della Maginot, linea fortificata considerata imprendibile, che però arrivava solo fino al confine con il Belgio. Cosa sarebbe successo se i Francesi avessero costruito aerei, navi o carri armati invece di quella linea difensiva che poi si dimostrò completamente inutile ? Che cosa invece se l’ avessero costruita prolungandola fino alla Manica, impedendo così la manovra di aggiramento attraverso Belgio e Olanda che effettuarono i Tedeschi ?
A proposito ecco un’ altra errata convinzione: i panzer tedeschi all’inizio della guerra non erano superiori nè per numero nè per qualità a quelli inglesi o francesi. Gli strateghi del III Reich ebbero però il merito di indovinare la loro giusta utilizzazione anticipando i tempi, e facendo addestrare in modo superbo gli equipaggi: inquadrarono i carri in divisioni autonome, veloci, il cui compito era di sfondare il fronte ed aggirare il nemico. Gli alleati invece impararono la lezione molto più tardi e all’inizio della guerra sprecarono i loro carri sparpagliandoli tra la fanteria.
Ed eccoci al Giappone, una potenza militare che stupì il mondo con le sue conquiste militari, inarrestabili per un intero anno. Questa nazione per molti aspetti era un mistero per gli osservatori occidentali; poche notizie filtravano e queste, per di più, erano quasi sempre sbagliate. Il Giappone era impegnato in una guerra con la Cina che durava da anni, non riuscendo ad ottenere una vittoria decisiva contro questo vicino paese, travagliato da lotte interne, la cui potenza militare era scarsa, ma era letteralmente privo di industria o di tecnologia. Gli Stati Uniti, che poi mandarono un contingente di aviatori in aiuto della Cina, le famose tigri volanti, trassero delle conclusioni assolutamente errate da questa esperienza, sottovalutando molto pericolosamente la potenza del Giappone; gli aviatori delle tigri volanti ottennero notevoli successi con aerei, i Curtiss P40, sui quali gli Inglesi, pur a corto di aerei, rifiutavano di volare. L’ inevitabile conclusione fu che i Giapponesi non erano in grado di costruire aeroplani validi. Pearl Harbour e i mesi successivi, in cui gli “zero” nipponici toglievano agevolmente dall’aria ogni aereo nemico, dimostrarono quanto erano errate queste conclusioni.
Finora mi sono limitato ad esempi molto astratti, bene provate a pensare a cosa sarebbe successo se i Tedeschi avessero terminato i lavori sulla loro portaerei, la Graf Zeppelin. Questa, per esempio, sarebbe potuta uscire con la Bismark, una corazzata che, da sola, era in grado di mettere in difficoltà l’ intera home fleet; quest’ultima, protetta dagli aerei della Zeppelin, molto probabilmente non sarebbe stata colpita da aerosiluranti inglesi, coma avvenne. Che ci crediate o no, la Graf Zeppelin non fu terminata perchè Hitler, in un eccesso d’ ira contro le navi di superficie, ordinò di demolirla quando mancavano pochi lavori minori per la sua entrata in servizio. Non solo: il furer era pronto a demolire l’ intera flotta di superficie, e se non lo fece fu solo per una serie di circostanze fortuite.
Mussolini sosteneva l’ idea che la penisola italiana si protendeva nel Mediterraneo come una portaerei; questa convinzione fece entrare l’ Italia nel conflitto con la Regia Marina priva della nave da guerra più efficace.
Potrei continuare ancora per molto, ma credo che tre esempi, molto significativi, siano sufficienti. Nell’ arcinoto sbarco in Normandia non tutto andò secondo i piani degli Alleati, anzi, quasi niente. In almeno una delle cinque spiagge di sbarco, la Omaha, gli Americani stavano per essere ricacciati in mare. Le divisioni corazzate tedesche a quel punto molto ma molto superiori qualitativamente alle corrispondenti unità americane che cercavano faticosamente di superare il bagnasciuga, intervennero tardi e male. Ancora una volta la responsabilità sembra ricadere su Hitler ma questa volta molti generali tedeschi, fuorviati da errate conclusioni, condivisero questo errore ritenendo che il grosso delle truppe alleate sarebbe sbarcato solo successivamente a Calais. L’ intera operazione Overlord, nome in codice dello sbarco, fu un esempio di sfacciata fortuna per gli Alleati e di madornali errori dei Tedeschi. Rommel, ad esempio, proprio il fatidico 6 giugno era lontano dal fronte, avendo approfittato delle pessime condizioni atmosferiche per festeggiare a casa il compleanno della moglie, dopo mesi e mesi di ininterrotta presenza sul posto. Interi stati maggiori erano assenti per esercitazioni, la Luftwaffe stava trasferendo i suoi aerei e solo un numero ridicolo di aerei potè levarsi in volo al momento cruciale. Se lo sbarco non fosse riuscito l’ andamento della guerra sarebbe decisamente mutato. Gli alleati avrebbero impiegato mesi, forse anni per riprendersi dal colpo morale e per rimettere insieme i mezzi sufficienti a ritentare l’ impresa e, nel frattempo, i Tedeschi avrebbero potuto concentrarsi sul fronte russo e su quello italiano, dove le cose non andavano poi tanto male per loro. Inoltre il tempo giocava a favore dei tedeschi perchè dava loro la possibilità di sviluppare le famose armi segrete. Su questo argomento sono stati spesi fiumi di inchiostro ma, semplicemente basandosi sui fatti è facile convincersi che gli scienziati tedeschi stavano realmente ottenendo delle armi rivoluzionarie. Un solo esempio: gli ingegneri aeronautici tedeschi svilupparono un aereo da caccia, il Messerschmitt 262, propulso da motori a reazione, che era incredibilmente superiore ai migliori aerei alleati. Gli Americani arrivarono per ultimi nello sviluppo del motore a reazione; solo gli Inglesi fecero meglio, ma il loro aereo, il Gloster Meteor, era molto inferiore alla sua controparte tedesca. Il Me 262 non fu semplicemente un esperimento brillante rimasto sulla carta, come molti altri; nonostante incredibili ritardi esso fu prodotto in 1430 esemplari, prodotti sotto i devastanti bombardamenti alleati, e la loro apparizione seminava il panico tra gli aerei nemici. Questi aerei erano affidabili, sicuri, potentemente armati e affidati a piloti esperti, che sapevano sfruttarne al meglio le caratteristiche; usavano un carburante meno costoso di quelli con motore a pistoni ma soprattutto non erano soli: erano affiancati da altri mezzi eccezionali, propulsi a reazione, a razzo o con motori convenzionali che diedero alla Luftwaffe l’ assoluta superiorità qualitativa alla fine della guerra. Cosa sarebbe successo se la Spagna fosse entrata in guerra a fianco dell’asse? Franco sapeva bene che il suo popolo, appena uscito da 5 anni di guerra civile, non poteva sopportarne un’ altra, nè lunga nè breve, ma poteva almeno permettere alle truppe tedesche di passare attraverso i confini nazionali, tanto più che, una nazione come la Svezia, che non era certamente in debito nei confronti di Spagna e Italia come lo era invece il Caudillo, l’aveva fatto. Per una serie di circostanze in un certo senso strane, il dittatore spagnolo non concesse ai Tedeschi questa possibilità, modificando il corso della guerra. Cosa sarebbe successo quindi se i Tedeschi avessero preso Gibilterra ? La facile conquista giapponese di Singapore prova che fortezze inespugnabili dal mare, possono essere prese da terra, quindi questa possibilità non è così remota e non sto dando per scontata un’ impresa militare che, per quanto difficile, sarebbe stata certamente realizzata. Dando quindi per scontata la caduta di Gibilterra in caso di attacco attraverso la Spagna, si vede che le conseguenze sarebbero state piuttosto catastrofiche per gli Inglesi: tutti i rifornimenti diretti a Malta e all’Egitto avrebbero dovuto circumnavigare l’ Africa, passare relativamente vicini alle coste dell’Etiopia italiana e attraversare il Canale di Suez. Facile quindi prevedere che sia Malta che l’ Egitto sarebbero presto caduti, con conseguenze a dir poco disastrose per l’ Impero Britannico. Potrei continuare ancora per molto ma finirei sicuramente per annoiarvi. L’ unico scopo di questa breve introduzione era di convincervi che, tutti gli episodi della II Guerra Mondiale, dai più importanti ai meno significativi, sono stati il frutto irripetibile di una serie di circostanze fortuite e decisioni, giuste o sbagliate. Non si rischia quindi di riscoprire l’acqua calda provando a simulare l’ intero conflitto perchè le scelte che farete saranno diverse così come gli avvenimenti casuali.