Theodor Weissenberger: asso della Luftwaffe con 208 vittorie

Theodor Weissenberger

di redazione
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Theodor Weißenberger

Theodor Weissenberger è stato uno dei migliori assi della Luftwaffe durante la Seconda Guerra Mondiale. Con 208 vittorie aeree confermate in 375 missioni di combattimento, questo pilota straordinario ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’aviazione militare. La sua aggressività in volo, il suo acume tattico e le sue doti di leader ne fecero una leggenda vivente tra i suoi commilitoni, ammirato e temuto allo stesso tempo dai suoi avversari.

Primi anni e passione per il volo

Theodor Weissenberger nacque il 21 dicembre 1914 a Mühlheim am Main, una cittadina dell’allora Impero Tedesco, oggi parte dello stato dell’Assia. Fin da ragazzo sviluppò una grande passione per il volo, trascorrendo molte ore a osservare gli aerei che sorvolavano la zona.

Appena diciottenne, nel 1932, Weissenberger si iscrisse all’associazione aeronautica tedesca (Deutscher Luftsportverband) e iniziò l’addestramento come pilota di aliante. Il 16 novembre 1935 effettuò il suo primo volo in solitaria e nei mesi successivi accumulò rapidamente esperienza. Nell’estate del 1936 ottenne il brevetto di pilota di aliante, volando spesso come istruttore sui monti Rhön, in Baviera e Slesia.

Nell’ottobre dello stesso anno, quando Hitler diede il via al riarmo tedesco, Weissenberger si arruolò nella neonata Luftwaffe. Le sue capacità e il suo entusiasmo impressionarono subito gli istruttori, che lo destinarono al ruolo di pilota da caccia. Il giovane Theodor aveva trovato la sua strada.

Gli inizi nei caccia pesanti

Dopo il completamento dell’addestramento basico, nell’agosto 1941 il sergente Weissenberger venne assegnato alla 1.(Z)/JG77, uno squadrone equipaggiato con i caccia pesanti bimotore Messerschmitt Bf 110. L’unità era di stanza in Norvegia ed era impegnata nella scorta ai convogli navali e nella ricognizione armata nell’area di Murmansk, nell’estremo nord della Russia.

Il 24 ottobre 1941 Weissenberger ottenne la sua prima vittoria aerea, abbattendo un caccia sovietico Polikarpov I-153 durante una missione di scorta ai bombardieri in picchiata Junkers Ju 87 Stuka. Nei mesi successivi il giovane pilota si mise in luce come uno specialista delle tattiche di attacco al suolo e interdizione, coordinando spesso con successo l’azione dei caccia con quella dei bombardieri.

Alla fine del suo primo anno di guerra, Weissenberger aveva già abbattuto 23 aerei nemici, dimostrando un’innata aggressività e un’eccezionale abilità di tiro. Per queste imprese venne decorato con la Croce di Ferro di II e I classe e la Croce Tedesca in Oro, onorificenze raramente concesse a piloti così giovani. Ma il meglio doveva ancora venire.

L’asso degli assi all’est

Nel settembre 1942 lo squadrone di Weissenberger, ora rinominato 6./JG5, venne rischierato in Finlandia per prendere parte alla grande offensiva estiva tedesca contro Murmansk e l’importante ferrovia che la collegava al resto della Russia. Per questa missione il reparto venne riequipaggiato con i più agili caccia monomotore Messerschmitt Bf 109, gli aerei standard della caccia tedesca.

Weissenberger si adattò rapidamente al nuovo velivolo, dimostrando un talento eccezionale nel combattimento manovrato. Il 30 ottobre, con 38 vittorie all’attivo, ricevette la prestigiosa Croce di Cavaliere, che lo consacrò tra gli assi emergenti della Luftwaffe. Da quel momento la sua carriera decollò in maniera vertiginosa.

Nei cieli del Baltico e della Carelia, Weissenberger divenne il terrore dei piloti sovietici. Audace fino alla temerarietà, non esitava ad attaccare formazioni molto più numerose della sua, facendo pieno affidamento sulla sua abilità di pilotaggio e di tiro. Era solito avvicinarsi a distanza ravvicinata per poi far fuoco con i micidiali cannoni da 20mm del suo 109, centrando il bersaglio con raffiche precise e letali.

Il 4 luglio 1943, proprio il giorno in cui compiva 100 vittorie, Weissenberger stabilì il suo record personale, abbattendo 7 aerei sovietici in una sola giornata. Era il 43° pilota nella storia a raggiungere la tripla cifra di abbattimenti. Per questo risultato straordinario fu promosso tenente e insignito delle Fronde di Quercia da aggiungere alla Croce di Cavaliere.

Ma Weissenberger si confermò anche un leader carismatico. Nominato comandante della 7./JG5 il 15 giugno 1943, in un solo mese e mezzo guidò il suo squadrone a ben 122 vittorie. I suoi piloti lo adoravano per il suo coraggio, la sua determinazione e la sua generosità. Era solito offrire premi in denaro, sigarette e liquori per ogni aereo nemico abbattuto, creando un clima di sana competizione.

Il 2 agosto 1943, con 112 vittorie individuali confermate, Weissenberger venne insignito anche delle Fronde di Quercia, diventando il 266° uomo delle forze armate tedesche a ricevere questa rarissima onorificenza. Durante la cerimonia Hitler in persona si congratulò con lui, definendolo “uno dei piloti più valorosi della Germania”.

Theodor Weissenberger chiuse la sua esperienza sul fronte orientale con 175 aerei sovietici abbattuti. Nessun altro asso della Luftwaffe fece di meglio nei cieli di Russia. Ma nuove sfide lo attendevano all’ovest.

La difesa del Reich

Nella primavera del 1944 il II./JG5 di Weissenberger venne richiamato in Germania per contrastare le crescenti incursioni dei bombardieri pesanti americani. Ora promosso capitano, il 26 marzo Theodor assunse il comando dell’intero gruppo, composto da una sessantina di piloti ed equipaggiato con le ultime versioni del Bf 109.

Il reparto venne subito gettato nella mischia durante il D-Day in Normandia. Il 6 giugno, nel suo primo giorno di operazioni sul fronte occidentale, Weissenberger abbatté ben 5 caccia P-47 Thunderbolt. Nelle settimane successive il suo score continuò a salire, nonostante la netta superiorità numerica degli Alleati. Il 25 luglio 1944 divenne il quarto pilota nella storia a raggiungere le 200 vittorie confermate.

Ma Weissenberger non fu solo un eccezionale pilota. Grazie alla sua esperienza si dimostrò anche un abile stratega e un ottimo addestratore. Introdusse nuove tattiche, come l’attacco frontale in picchiata, che permise ai suoi piloti di sfruttare la maggiore velocità in quota dei 109. Personalmente seguiva l’addestramento e la formazione dei nuovi arrivati, trasmettendo loro la sua aggressività e il suo spirito combattivo.

L’ultima sfida sul jet

Nell’autunno del 1944 la Luftwaffe stava preparando la sua arma segreta: il rivoluzionario caccia a reazione Messerschmitt Me 262. Con una velocità massima di 870 km/h, era molto più veloce di qualsiasi altro aereo alleato e potenzialmente in grado di ribaltare le sorti della guerra aerea aerea.

Weissenberger venne prescelto per comandare il I gruppo del JG 7 “Nowotny”, il primo reparto al mondo equipaggiato con aerei a getto da combattimento. Cominciò la conversione sul nuovo velivolo nel novembre 1944. Era un incarico prestigioso ma anche estremamente impegnativo, data la complessità del Me 262 e la scarsità di piloti addestrati.

Nonostante le difficoltà, Weissenberger e i suoi uomini entrarono in azione già nel gennaio 1945, distinguendosi subito per audacia ed efficacia. Il 18 marzo, nel corso di una furiosa battaglia aerea sopra Berlino, il comandante rivendicò l’abbattimento di ben 3 bombardieri quadrimotori B-17. Con il jet, alla fine del conflitto, aveva totalizzato altre 8 vittorie, inclusi 7 B-17 e un caccia P-51 Mustang.

Quando la Germania si arrese l’8 maggio 1945, Weissenberger poteva vantare uno score finale di 208 vittorie aeree confermate (175 a est, 25 a ovest e 8 a reazione) in 375 missioni. Un record che lo pone di diritto tra i più grandi assi dell’aviazione di tutti i tempi, il sesto in assoluto per la Luftwaffe.

Una fine prematura e tragica

Sopravvissuto alla guerra, Weissenberger cercò di rifarsi una vita come pilota civile e corridore automobilistico. Ma il destino aveva in serbo per lui un ultimo, beffardo scherzo. L’11 giugno 1950, durante una gara sul circuito del Nürburgring, perse il controllo della sua BMW modificata e si schiantò mortalmente. Aveva solo 36 anni.

Un epilogo tragico per un uomo che per anni aveva sfidato e sconfitto la morte nei cieli di mezza Europa. Ma il suo mito di pilota straordinario, capace di abbattere 5, 6 o anche 7 aerei in un solo giorno, rimane indelebile nella storia dell’aviazione militare. Pochi lo eguagliarono per coraggio, abilità e determinazione. Nessuno per carisma e leadership.

Theodor Weissenberger rappresentò l’archetipo dell’asso della Luftwaffe: audace fino all’incoscienza, micidiale nel colpire, amato e temuto allo stesso tempo.

Informazioni aggiuntive

  • Data di Nascita: 19 Marzo 1919
  • Data morte: 7 Gennaio 1983
  • Vittorie: 208
  • Forza aerea: Luftwaffe
  • Bibliografia – Riferimenti 
     
    • Walter A. Musciano: Messerschmitt Aces Aero Pub. Inc. 1986 ISBN: 0830683798
    • Spick, Mike Luftwaffe Fighter Aces: The Jadgflieger and their Combat Tactics and Techniques. New York: Ivy Books (1996) ISBN 978-0-8041-1696-1.
    • WW2 Gravestone
    • Military Wiki Fandom
    • Traces of War
     

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