Anche l’Unione Sovietica prese parte attiva alla guerra civile spagnola mandando aiuti, naturalmente alla parte repubblicana. Questi comprendevano aerei all’epoca modernissimi, il meglio della tecnologia russa e spesso costituirono una brutta sorpresa per gli alleati.
Tra queste macchine va menzionato senz’altro lo SB-2, soprannominato Katiuscia dai piloti repubblicani in un eccesso di originalità. Questo stesso aereo è internazionalmente conosciuto anche come ANT-40, ovvero secondo la designazione interna inizialmente assegnata alla macchina.
L’aereo era un bombardiere veloce, più veloce degli stessi caccia che avrebbero dovuto intercettarlo e furono proprio macchine come queste a mettere definitivamente fine alla formula biplana nella costruzione degli intercettori. L’aereo venne usato ancora con qualche successo nella guerra contro la Finlandia, ma nel 1941 era ormai superato dai più moderni aerei tedeschi.
Il Tupolev ANT-40, meglio noto con il nome di servizio Tupolev SB (Скоростной бомбардировщик, bombardiere ad alta velocità in russo), fu un bombardiere bimotore ad ala bassa progettato dall’OKB diretto da Andrej Nikolaevič Tupolev negli anni ’30. Grazie alle sue caratteristiche avanzate e alle elevate prestazioni, divenne il bombardiere più numeroso e temuto al mondo nel periodo che precedette la seconda guerra mondiale, venendo impiegato su larga scala nei principali conflitti della fine del decennio.
Concezione
All’inizio degli anni ’30 la V-VS, l’aeronautica militare sovietica, era ancora equipaggiata con velivoli di concezione antiquata, perlopiù biplani in legno e tela. Per dotarsi di un bombardiere moderno in linea con le esigenze dell’epoca, nel 1933 lo stato maggiore emise una specifica per un velivolo bimotore con struttura metallica, capace di trasportare 500-1000 kg di bombe ad alta velocità.
Il compito di progettare il nuovo aereo fu affidato al TsAGI, il maggior centro di ricerca aeronautica dell’URSS, e in particolare all’OKB (ufficio tecnico sperimentale) numero 156 guidato da Andrej Tupolev. Come capo progetto fu designato Aleksandr Arkhangelsky, uno dei più brillanti ingegneri del gruppo.
Il lavoro sul nuovo bombardiere, designato ANT-40 secondo il sistema di identificazione dei progetti del TsAGI, iniziò nel gennaio del 1934. Furono previste due varianti, una equipaggiata con i motori radiali Wright Cyclone prodotti su licenza e l’altra con i V12 Hispano-Suiza 12Y, anch’essi di fabbricazione sovietica.
Grazie all’esperienza accumulata da Tupolev nella costruzione di aerei moderni come l’ANT-20 e l’ANT-25, il progetto del nuovo bombardiere poté procedere speditamente e già nell’ottobre del 1934 volò il primo prototipo con motori Cyclone, seguito in dicembre dalla versione con motori Hispano-Suiza che si dimostrò nettamente superiore.
Nonostante alcuni problemi di gioventù che fecero infuriare Stalin quando furono minimizzati dai progettisti, il nuovo bombardiere aveva un tale potenziale che la produzione in serie fu avviata prima ancora che terminassero le prove di accettazione. I primi esemplari di serie uscirono dalle catene di montaggio già alla fine del 1935 e l’anno successivo l’aereo entrò in servizio con la designazione di SB (Skorostnoi Bombardirovshchik, bombardiere veloce).
Design e caratteristiche
Il Tupolev SB era un velivolo decisamente moderno per la metà degli anni ’30. La cellula era interamente metallica, con struttura semi-monoscocca in duralluminio. La fusoliera aveva sezione ovale, con un abitacolo chiuso a tre posti sotto un lungo tettuccio vetrato.
L’ala, montata bassa e a sbalzo, aveva un pronunciato angolo di diedro positivo ed era realizzata in tre sezioni, con quelle esterne ripiegabili all’indietro per ridurre l’ingombro a terra. Il carrello aveva configurazione tricicla posteriore, con le gambe principali che rientravano nelle gondole motore.
La propulsione era affidata a una coppia di motori Hispano-Suiza 12Y costruiti su licenza in URSS con la denominazione di Klimov M-100. Erano dei 12 cilindri a V raffreddati a liquido in grado di erogare inizialmente 760 CV, poi portati a 860 CV con il modello M-100A. Le eliche, inizialmente bipala metalliche a passo fisso, divennero tripala a passo variabile e la velocità massima passò da 390 a 430 km/h.
Grazie alla sua configurazione aerodinamica pulita, con le gondole motore ben integrate nella parte posteriore della fusoliera, e al elevato allungamento alare, l’SB aveva prestazioni notevoli ad alta quota, tanto da essere soprannominato “pterodattilo” dai suoi equipaggi. Era in grado di raggiungere i 9500 metri di tangenza pratica e di volare per 2200 km con 600 kg di bombe.
L’armamento difensivo si basava inizialmente su quattro mitragliatrici ShKAS calibro 7,62 mm, una anteriore, una dorsale e due ventrali, ma venne in seguito potenziato adottando mitragliatrici UBT calibro 12,7 mm in postazioni più efficienti. Rimaneva comunque il tallone d’Achille dell’SB, che nonostante le sue prestazioni velocistiche si rivelò sempre vulnerabile agli attacchi dei caccia se privo di scorta.
Impiego operativo
Le qualità del nuovo bombardiere non sfuggirono ad alcuni paesi che si trovavano ad affrontare conflitti nei propri territori e che guardavano all’URSS come fonte di moderni equipaggiamenti militari. Fu così che nell’ottobre del 1936, a meno di un anno dall’entrata in servizio, 31 SB furono inviati in Spagna per partecipare alla guerra civile a fianco delle forze repubblicane.
Assegnati alla squadriglia internazionale delle Brigate Internazionali, i Katiusha (come vennero soprannominati per la loro somiglianza con le navicelle spaziali dei fumetti) si dimostrarono subito un’arma formidabile. Volando ad alta quota, erano pressoché inarrivabili per i lenti biplani italiani e tedeschi schierati a fianco dei nazionalisti.
Nei primi mesi di impiego, la loro velocità era tale da consentirgli di compiere incursioni diurne senza scorta con relativa impunità. La situazione cambiò con l’arrivo dei più moderni caccia Messerschmitt Bf 109 che consentirono alla contraerea di impegnare gli SB mentre erano rallentati nelle fasi di bombardamento.
Ciononostante, nei quasi tre anni che trascorsero dall’ottobre 1936 alla fine della guerra, i 93 SB impiegati in Spagna si rivelarono un osso duro, subendo 40 perdite per il fuoco nemico ma infliggendone molte di più. Solo 19 finirono intatti nelle mani dei nazionalisti che li riutilizzarono fino al 1948.
Diffusione
Il successo degli SB nei cieli spagnoli fu tale che anche altri paesi si interessarono al nuovo bombardiere sovietico. Nel 1937 la Cecoslovacchia acquistò la licenza di produzione firmando un contratto per la fornitura di 60 esemplari e l’allestimento di una catena di montaggio negli stabilimenti Avia, in cambio della cessione all’URSS della licenza del cannone Skoda 75 mm.
Gli aerei, denominati Avia B.71 e equipaggiati con motori prodotti localmente, avrebbero dovuto essere costruiti entro la metà del 1938 ma i ritardi nella predisposizione delle linee produttive fecero sì che al momento dell’occupazione tedesca del paese, nel marzo 1939, nessun esemplare fosse stato ancora completato.
Un’altra nazione che guardò con interesse agli SB fu la Cina nazionalista del Kuomintang, impegnata dal luglio 1937 in una guerra su vasta scala contro il Giappone. Durante i primi due anni di conflitto, l’URSS fornì agli alleati cinesi 93 SB che vennero intensamente impiegati in attacchi contro le forze terrestri e navali nipponiche, spesso pilotati da equipaggi sovietici “volontari”.
Degna di nota fu l’incursione del 23 febbraio 1938 contro le basi aeree giapponesi sull’isola di Taiwan, durante la quale gli SB decollati dal continente percorsero oltre 1000 km sull’oceano, un’impresa notevole per l’epoca. Oltre 500 tonnellate di bombe vennero sganciate e i sovietici rivendicarono la distruzione di 40 aerei al suolo, anche se probabilmente si trattò di un successo esagerato a fini di propaganda.
L’ultima nazione a ricevere gli SB fu la Mongolia che li impiegò nel 1939 durante la battaglia di Khalkhin Gol contro il Giappone. Di fronte ai più moderni caccia nipponici Ki-27 si dimostrarono vulnerabili negli attacchi a bassa quota e dovettero adottare tattiche di bombardamento da alta quota per limitare le perdite. Nonostante questo, diedero un contributo non irrilevante alla vittoria finale delle forze mongolo-sovietiche.
Impiego alla fine degli anni ’30
Benché gli SB fossero entrati in servizio da soli quattro anni, già alla fine del decennio stavano diventando obsoleti di fronte al rapido progresso dell’aeronautica militare. Le loro prestazioni, pur ancora ragguardevoli, non erano più sufficienti a garantire l’invulnerabilità contro la nuova generazione di caccia e l’armamento difensivo era ancora troppo debole per contrastare attacchi massicci.
Si tentò di correre ai ripari introducendo modifiche come l’adozione di torrette dorsali chiuse, mitragliatrici posteriori brandeggiabili e motori più potenti, ma sostanzialmente lo SB era un progetto che aveva dato il meglio di sé e che non aveva ulteriori margini di sviluppo. Già nel 1938 si pensò di sviluppare una versione con ala ridotta e motori da 1000 CV ma i vantaggi furono irrilevanti e il progetto venne abbandonato.
Nonostante ciò, l’SB rimase il principale bombardiere della V-VS e la sua produzione venne incrementata negli ultimi anni prima della guerra, arrivando a quasi 6500 esemplari consegnati a metà del 1941, pari al 94% della forza da bombardamento sovietica. Un dato di per sé impressionante ma che si rivelò una debolezza nel momento in cui gli obsoleti SB si trovarono a fronteggiare la ben più moderna Luftwaffe tedesca.
Impiego nella Seconda Guerra Mondiale
Quando il 22 giugno 1941 la Germania attaccò l’URSS, la V-VS schierava oltre 1500 SB nelle unità di prima linea schierate lungo il confine. Centinaia di questi velivoli furono distrutti al suolo dalle incursioni a sorpresa dei bombardieri e dei cacciabombardieri della Luftwaffe già nelle prime ore del conflitto.
Quelli che riuscirono a decollare furono impiegati in disperati attacchi a bassa quota contro le punte corazzate nemiche, senza scorta caccia e con bombe inadatte a colpire bersagli in movimento. In tali condizioni gli SB, lenti e vulnerabili, caddero a decine sotto il fuoco dei caccia e della contraerea, subendo nel giro di pochi giorni perdite insostenibili.
La situazione era aggravata dall’inesperienza di molti piloti, dalla mancanza di coordinamento con i reparti a terra e dalla penuria di pezzi di ricambio che riduceva la disponibilità dei velivoli. Entro la fine del 1941, dopo meno di sei mesi di guerra, quasi tutti gli SB erano stati abbattuti o si erano schiantati al suolo per guasti tecnici o errori di pilotaggio.
Qualche reparto continuò a impiegarli, anche in condizioni disperate come durante l’assedio di Leningrado, fino alla primavera del 1942 ma ormai la loro epoca nei cieli del fronte orientale era definitivamente tramontata. Gli esemplari superstiti continuarono a prestare servizio fino alla fine del conflitto ma solo in zone tranquille e in ruoli di seconda linea.
Impiego in Scandinavia
Se nei cieli dell’URSS gli SB erano ormai prede facili, nella ben più tranquilla Scandinavia continuavano a essere considerati velivoli temibili.
Nel 1939-40, durante la guerra d’inverno contro l’URSS, decine di SB furono abbattuti o costretti ad atterrare in territorio finlandese. Quelli in condizioni migliori furono riparati e messi in servizio dalla locale aeronautica che, dopo averne valutato le qualità, arrivò ad acquistarne altri esemplari di seconda mano dalla Germania.
Tra il 1941 e il 1944 l’aviazione finlandese impiegò fino a 24 SB che, in assenza di concorrenza, si dimostrarono efficaci nelle missioni di attacco contro il naviglio sovietico, arrivando ad affondare un paio di sommergibili e una nave da trasporto. Le perdite furono legate più a incidenti che al fuoco nemico e gli ultimi SB furono radiati solo nel 1950.
Tramonto
Sebbene gli SB avessero costituito la spina dorsale della forza da bombardamento della V-VS per tutti gli anni ’30 e fossero stati protagonisti dei maggiori conflitti del periodo, il loro drastico declino e le terribili perdite subite nei primi mesi dell’invasione tedesca ne appannarono rapidamente il prestigio anche in patria.
Le prodezze compiute in Spagna e in Estremo Oriente vennero rapidamente dimenticate di fronte alle tragiche cifre delle vittime del 1941 e il velivolo da fiore all’occhiello divenne il capro espiatorio di tutti i mali dell’aviazione sovietica.
Considerato ormai un progetto superato, l’SB venne rapidamente soppiantato da modelli più recenti come il bimotore Petlyakov Pe-2 e, in ruoli tattici, dagli Il-2 Shturmovik.
Nemmeno la fine vittoriosa del conflitto rivalutò la sua figura e ancora oggi l’SB è ricordato più per le sue debolezze che per le sue indubbie qualità che ne fecero, in un’epoca in cui l’aviazione stava muovendo rapidi passi avanti, il primo vero bombardiere veloce della storia.
Principali varianti del Tupolev SB-2
- Ant-35: aereo di linea designato anche PS-35
- ANT-38: versione progettata ma mai completata di bombardiere ad alta velocità, forse confluita nella versione ANT-41
- ANT-40 RTs o SB: primo prototipo con motori Wright-Cyclone da 730 cavalli, apertura alare di 19.0 metri. Completato nel settembre 1934 si levò in volo per la prima volta il 7 ottobre 1934. Il prototipo si danneggiò in un atterraggio forzato e venne ricostruito montando motori Tumansky M-87 da 900 cavalli e venne effettuata una nuova serie di test in volo a partire dal 5 febbraio 1935. Gli sviluppi si interruppero in quanto la versione ANT-40 IS stava dimostrando caratteristiche superiori. Venne usato per testare particolari situazioni come pattini per atterraggio su campi innevati eccetera
- ANT-40 IS (Hispano-Suiza): prototipo con motori Hispano-Suiza 12Y 750 cavalli e con apertura alare portata a 20.3 metri. Ne vennero costruiti due, il primo volò il 30 dicembre 1934 raggiungendo i 378 Km/h durante le prove iniziali e successivamente arrivò a 402 Km/h. Il secondo prototipo costruito con miglioramenti alle ali e alla coda nel settembre 1935 venne usato come prototipo finale per la messa in produzione
- ANT-41: aerosilurante con configurazione simile allo SB ma con dimensioni maggiori e dotato di motori più potenti, ne venne costruito un solo esemplare nel 1936 ma la versione venne abbandonata dopo un incidente causato da vibrazioni eccessive
- ANT-46: caccia pesante a due posti, simile alla ANT-40 ma propulso da due motori Gnome-Rhone 14K da 800 cavalli importati dalla Francia, armato con due cannoni senza rinculo nelle ali da 100mm, 4 mitragliatrici in posizione fissa nel muso e una mitragliatrice brandeggiabile usata dall’osservatore. Ne venne costruito un solo prototipo successivamente abbandonato con il fallimento degli sviluppi dell’arma senza rinculo
- ANT-48: versione ad alta velocità per competizioni sportivi
- ANT-49: versione progettata per ricognizione a grande autonomia, dotata di serbatoi di carburante maggiorati e fotocamere nel vano bombe
- SB 2M-100: primo prototipo di produzione, superficie alare incrementata a 56.7 m”, dotata di motori Kimov M-100 (gli Hispano-Suiza cotruiti su licenza) ed elica bipala
- SB 2M-100A: versione dotata di motori M-100A da 860 cavalli, collegati ad elica tripala, prodotti a partire dalla fine del 1936; la versione è nota anche come SBbis
- SB 2M-100A modernizirovannyi: aggiunta una nuova postazione difensiva con torretta MV-3 ventrale per la difesa posteriore; testata nel 1937 pur essendo accettata non entrò in produzione
- SB-bis: prototipo con motori Klimov M-103 da 960 ho, doppi comandi ed eliche a passo variabile, volò nel settembre 1937 ma l’incremento di pesa causò un decadimento delle prestazioni
- SB-bis2: prototipo con motori M-103 con ali lucidate, pur dimostrando un leggero miglioramento nelle prestazioni non entrò in produzione
- SB-bis3: terzo prototipo dotato del motore Klimov M-103 con diversa configurazione dei radiatori installati sotto le gondole dei motori invece che davanti al motore stesso. Testata dal 1 novembre 1937 al 17 gennaio 1938 le prove dimostrarono che la velocità massima orizzontale raggiungeva i 446 Km/h, i miglioramenti studiati vennero poi introdotte nella produzione di massa
- SB 2M-103: decima serie, prodotto nel 1938 con motori M-103 e i radiatori nella posizione frontale e struttura rinforzata, dotata di comandi di emergenza per essere pilotato dal navigatore, possibilità di usare pattini per l’atterraggio su campi innevati, due serbatoi esterni da 368 litri
- SB 2M-103: 14ma serie di produzione, tardo 1939 con motori M-103 con i radiatori nella posizione sperimentata sulla SB-bis3
- SB 2M-103: 18ma serie di produzione, inglobava vari miglioranti studiati nel frattempo con prese d’aria dei radiatori fissi, cappottature dei motori modificate, ali lucidate, elica a tre pale a passo variabile e torretta difensiva MV-3
- SB 2M-104: versione dotata di motore Klimov M-104, ne vennero costruiti circa 35-50 esemplari ma il motore non entrò in produzione di massa
- SB 2M-106: versione dotata di motore Klimov M-106, ne vennero costruiti alcuni esemplari ma il motore non entrò in produzione di massa
- USB: versione da addestramento con doppi comandi, l’istruttore sedeva in un abitacolo scoperto nel muso, nel posto originariamente previsto per il navigatore. Ne vennero costruiti oltre 120 esemplari con motori M-100A o M-103
- SB-MN o MMN: seconda generazione di bombardiere orizzontale, propulsa da motori M-105 da 1.050 cavalli e con ali completamente, apertura e superficie alare ridotte, ne venne costruito un solo esemplare
- SB-RK: versione da bombardamento in picchiata sviluppata parallelamente alla SB-MN e dotata delle stesse ali del bombardiere orizzontale ma con ipersostentatori utilizzabili come freni di picchiata. I radiatori erano annegati nello spessore delle ali con le prese d’aria nel bordo d’attacco e gli scarichi sulla superficie superiore della ali. Armata con tre mitragliatrici ShKAS poteva portare 6 bombe da 100 Kg oppure due bombe da 250Kg nel vano bombe oppure 1.500 Kg in alloggi esterni. Entrò in produzione come Arkhangekskii Ar-2 e ne vennero prodotti 200 esemplari venne sospesa in favore del Pe-2 e del Tu-2.
- SBB-1: versione sviluppata a partire dalle SB-MN e SB-RK con ali ulteriormente ridotte nelle dimensioni. Ne venne costruito un prototipo nel 1940 ma non entrò in produzione
- Avia B-71: SB 2M-100A prodotto su licenza dalla Avia per l’aviazione cecoslovacca
- PS-40: versione da trasporto merci costruita per la Aeroflot, dotata di motori M-100A e priva di tutti gli equipaggiamenti militari, poteva trasporta 6 passeggeri o un carico di merci, ne vennero costruiti 100 durante il 1938
- PS-41: conversione del SB 2M-103 in trasporto merci per le esigenze dell’Aeroflot
- Pterodactyl: SB 2M-103 con carrello triciclo in posizione fissa, ne venne costruito un esemplare nel 1940
Informazioni aggiuntive
- Nazione: URSS
- Modello: Tupolev SB-2
- Costruttore: Industrie di Stato
- Tipo: Bombardamento
- Motore:
2 Klimov M.100A a 12 cilindri a V, raffreddati a liquido, da 830 HP ciascuno.
- Anno: 1936
- Apertura alare m.: 20.33
- Lunghezza m.: 12.27
- Altezza m.: 3.25
- Peso al decollo Kg.: 6.098
- Velocità massima Km/h: 424 a 4.000 m.
- Quota massima operativa m.: 9.500
- Autonomia Km: 1.200
- Armamento difensivo:
4 mitragliatrici
- Equipaggio: 3
- Bibliografia – Riferimenti:
- Enzo Angelucci – Paolo Matricardi: Guida agli aeroplani di tutto il mondo: la Seconda Guerra Mondiale (Mondadori) ISBN: 978-8804313823.
- Bill Gunston: The Osprey Encyclopedia of Russian Aircraft 1875–1995. Osprey, 1995. ISBN 1-85532-405-9.
- airvectors